In Cabina - Diario di un camionista fuori dal comune
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Anteprima del libro
In Cabina - Diario di un camionista fuori dal comune - Fabrizio Piras
Fabrizio Piras
IN CABINA
Diario di bordo di un camionista fuori dal comune
Prima Edizione Ebook 2013 © Damster Edizioni, Modena
ISBN: 9788868100452
Grafica copertina Shutterstock.com elaborazione Damster
Damster Edizioni
Via Galeno, 90 - 41126 Modena
http://www.damster.it e-mail: damster@damster.it
Fabrizio Piras
IN CABINA
Diario di bordo
di un camionista fuori dal comune
Indice
PREFAZIONE
POSTFAZIONE
INTRODUZIONE
Faccio il camionista
Avanti Tutta!
Sciopero
Sciopero... Finalmente
(In)Civiltà moderna
Cronache da un esilio
Pericolo Freddo
Pausa caffè
Con chi me la prendo?
Costi quel che costi
L’eccezionalità della normalità
Spoon River
Orgogliosamente camionisti
British mood
Che altro è rimasto da fare?
Meno dei cani
Indirizzo di consegna
Ogni fine porta con sé un inizio
Un raggio di sole
Se questo è un uomo…
Un paio di gradini sopra la schiavitù
Viaggiare… leggeri
Meteopatie
Mai mollare
Lavori interiori in corso
Il peggio deve ancora arrivare
Ma dove vai se il GPS non ce l’hai?
Rotonde cui prodest?
E poi... Ferie!
Si ricomincia...
Libertà e solitudine
Un paese di trogloditi?
Uomini & Camion
Donne al volante
I professionisti della strada
Autisti, Revanche e un cucchiaio di legno
Di autunni, camion e calore umano
Black out
Uno sbarco in Normandia... sui generis
Paris... c’est tout!
La solitudine
Spazzaneve, trafori e un paio di enormi sciocchezze
Fine anno
L’autore
PREFAZIONE
In cabina. Il Diario di un uomo come tanti ma che guarda al suo mondo, al nostro mondo quotidiano, da una prospettiva insolita: quella di chi sta due metri sopra l’asfalto. Una prospettiva che ha una sola ed unica ragione d’essere: la passione. Merce molto rara ai nostri giorni. Merce così rara che quando la s’incontra non si può che sentirsi fortunati. Ed è così che mi sento io ora nello scrivere queste poche righe... fortunata di aver incontrato un uomo che si considera a sua volta baciato dalla dea bendata perché gli è stato permesso di fare la professione che sognava: il camionista!
Fabrizio è poi naturalmente molto altro rispetto alla sua passione, è una persona onesta, limpida e come spesso accade a chi viaggia attraverso il mondo guardandolo da una particolare angolazione, è soprattutto un cantastorie.
Vi auguro di lasciarvi incantare dalle sue storie come è successo a me perché quello che anche voi state per intraprendere in sua compagnia è un viaggio straordinario: un viaggio nell’emozione di vivere !
Sonia Pampuri
POSTFAZIONE
Questa più che una prefazione è un outing. L’outing di uno di quei tanti automobilisti che vedono i camion come un inutile intralcio al loro viaggio in autostrada, quelli che imprecano quando la sera non trovano posto all’aerea di servizio, perché i parcheggi sono tutti occupati dai tir messi di traverso (Ma cosa ci faranno tutti qua?
), quelli che si spazientiscono quando devono fermarsi due minuti ad aspettare, perché un bestione in manovra gli sbarra la strada. Ecco, io ero più o meno uno di loro. E lo sono stato fino a 5 anni fa, fino al giorno in cui, entrato in TimoCom, ho iniziato quotidianamente a discutere al telefono con dozzine di autotrasportatori e padroncini. Di colpo, mi sono trovato a parlare con loro, non solo di carichi da trovare e mezzi da caricare ma, anche e soprattutto, dei loro viaggi, dei loro chilometri, delle loro settimane lontano da casa, della loro fatica e le mille difficoltà per tenere l’azienda in piedi. Ma anche della passione per il loro lavoro, dell’eterna contraddizione tra la voglia di avventura che li spinge a partire e la solitudine di tante notti passate da soli in qualche zona industriale a mille chilometri da casa e dai propri affetti.
Inevitabilmente, la mia prospettiva è da allora cambiata, non tanto perché da un giorno all’altro i camionisti erano diventati miei clienti ma, soprattutto, perché avevo avuto finalmente la fortuna di poterci parlare insieme! Prima di allora, al massimo, li vedevo fumare una sigaretta davanti alla cabina del loro camion, o li incrociavo nelle toilette malconce di qualche autogrill, accompagnandoli magari anche con uno sguardo di diffidenza.
E, due anni fa, la fortuna ha anche voluto che la mia strada incontrasse quella di Fabrizio e oggi le vostre. Per questo, mi auguro che anche qualcuno di voi, terminata la lettura, sia pronto a fare outing. Di una cosa sono certo: quando anche voi tornerete sulla strada, guarderete i camion e chi li guida, in un modo molto diverso. Sicuramente migliore.
Tommaso Magistrali
Country Manager Italy -TimoCom Soft- und Hardware GmbH
INTRODUZIONE
Non lo so se quelli che scrivo, si possono definire articoli. Gli articoli vengono normalmente scritti dai giornalisti e io non sono un giornalista, né per titolo, né per capacità. E poi hanno un taglio diverso. Mi piace pensare a quello che scrivo, come a dei racconti, seppur spesso, brevi. Fotografie verbali di una vita passata in cabina. Spaccati di un’esistenza professionale che delinea e condiziona anche l’esistenza personale.
Questa raccolta è pensata principalmente per rendere omaggio a chi mi segue e mi legge. Ma può anche rivelarsi un modo originale per far conoscere una parte dell’autotrasporto, anche a chi, di questo mondo, ne sia incuriosito, non ne sappia nulla, o si limita erroneamente a credere che, fare il camionista, sia solo sedersi davanti ad un volante e guidare.
L’avventura che continuo a vivere con Trasportando per me è motivo d’orgoglio e di soddisfazione. Nonché uno strumento per riuscire a tirar sempre fuori qualcosa da me stesso. Desidero quindi ringraziare di cuore Sonia Pampuri, che mi ha donato questa possibilità, e che si dimostra sempre paziente e generosa verso la mia pochezza tecnologica e il cronico ritardo con cui le faccio avere i pezzi.
Un grazie anche a TimoCom nella persona di Tommaso Magistrali, che ha sempre dimostrato un grande apprezzamento per i miei scritti ed ha permesso con la sua intercessione, la realizzazione di questa idea.
E un Grazie infine ad un editore illuminato come Massimo Casarini di Damster che ha scelto di aiutarci a realizzare quest’opera che racconta di cose quotidiane ma viste da un’altezza inconsueta, quella di chi sta 2 metri sopra l’asfalto!
A tutti, buona strada.
Faccio il camionista
2 gennaio 2012
Faccio il camionista perché lo sono. Me lo sento dentro dopo vent’anni condivisi con asfalto, gasolio, cambio Fuller, ZF e automatico. E nemmeno saprei che fare di diverso dopo tutti questi anni, vissuti a due metri da terra, correndo di notte e di giorno immerso nella mia esclusiva solitudine da persona errante. Da moderno guerriero su cavallo meccanico. Non fermarsi mai, in un viaggiare che assume connotati diversi a seconda di come ci si sente, di dove si va. Viaggiare per lavoro, tirando un autotreno che quando lo guardo, ancora mi stupisco e mi dico bravo per quanto è grande eppure agile, grazie alle mie manovre. Poche volte è divertente ma spesso è istruttivo. Mille distanze, mete e partenze da coprire, raggiungere, fare. Ora dopo ora, giorno dopo giorno. Anno dopo anno. Cose che fanno piegare un po’ le spalle, che fanno zoppicare per la sciatica che inevitabilmente colpisce tutti, che solcano con fare sgraziato i volti, con rughe decise. Ma regalano, per chi se ne accorge, una visuale diversa, ampia, profonda. Di se stessi e di ciò che ci circonda. Portano in dote un’esperienza personale unica, che forgia il carattere, la personalità. Un arricchimento visivo, sensitivo e cognitivo difficilmente eguagliabile dagli altri
che fanno parte di quel mondo là, sempre fermo. Invece noi siamo questo mondo qua, sempre in movimento. Fare il camionista ti fa imbattere, ti fa impattare con una vita spartana, dura. A volte sporca e cattiva. Quante volte raccontiamo aneddoti, avventure e disavventure che ai più sembrano storie da film di serie B? Invece è la nostra realtà quotidiana, il nostro vivere viaggiando. Fare il camionista vuol dire tante cose assieme ma io non riesco a scrollarmi di dosso questa visione epica ed eroica che ci circonda in un alone di energia speciale. Un pensare e vivere questo lavoro che mi è dentro e che sussulta a ogni nuovo viaggio da compiere, a ogni nuovo spazio da macinare, a ogni nuovo posto raggiunto. Fare il camionista vuol dire ingoiare amaro, subire angherie, sopportare tante, troppe situazioni contro, che esistono e si sono consolidate da tanti anni. E allora