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IL PADRONE DEL GABBIANO
IL PADRONE DEL GABBIANO
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IL PADRONE DEL GABBIANO

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About this ebook

Lei è Angela, una giovane italiana che decide di lasciare il lavoro e un fidanzato del quale non è innamorata per trascorrere due mesi in Grecia, in una splendida vacanza sognata da sempre.
Lui è Frisco, un affascinante e misterioso commerciante d'armi che vive parte del suo tempo a bordo del Gabbiano, un tre alberi che appare e scompare sul mare, inutilmente braccato. Angela lo incontra senza sapere di essere una pedina in un gioco più grande di lei e se ne innamora perdutamente.
Ma di mezzo ci sono due agenti della CIA che lo cercano e nemici che lo aspettano al varco. Angela rischierà la vita ma alla fine troverà la felicità tra le braccia di Frisco, che la porterà con sè a bordo del suo Gabbiano.
LanguageItaliano
Release dateSep 11, 2012
ISBN9788867551729
IL PADRONE DEL GABBIANO

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    IL PADRONE DEL GABBIANO - Lucia Guazzoni

    IL PADRONE DEL GABBIANO

    Lucia Guazzoni

    COLOFONE

    Cover E. Rossi

    ISBN 9788867551729

    Riferimento Diritti D'Autore

    Tutti i diritti sono riservati, la

    riproduzione, trasformazione, moltiplicazione

    o distribuzione, totale o parziale, della presente

    opera, attraverso memorizzazione digitale (fotografia,

    microfilm o altro) sono espressamente vietati in assenza

    di una autorizzazione scritta dall'autore.

    Riferimenti a eventi, luoghi o persone sono frutto della

    fantasia dell'autore e perciò puramente casuali.

    SINOSSI

    Lei è Angela,  una giovane italiana che decide di lasciare il lavoro e un fidanzato del quale non è innamorata per trascorrere due mesi in Grecia, in una splendida vacanza desiderata da sempre.

    Lui è Frisco,  un affascinante e misterioso commerciante d'armi che vive parte del suo tempo a bordo del Gabbiano, un tre alberi che appare e scompare sul mare, inutilmente braccato. Angela  lo incontra senza sapere di essere una pedina in un gioco più grande di lei e se ne innamora  perdutamente.Ma di mezzo ci sono due agenti della CIA che lo cercano e nemici che lo aspettano al varco. Angela rischierà la vita ma alla fine troverà la felicità tra le braccia di Frisco, che la porterà con sè a bordo del suo Gabbiano.

    CAPITOLO I

    Angela appoggiò la testa alla spalliera del sedile e chiuse gli occhi, la terra che si allontanava sotto di lei le stava dando quel senso di cambiamento totale che aveva cercato e ottenuto. Ad occhi chiusi, mentre l’aereo virava e si metteva in rotta per Atene, rivide gli avvenimenti degli ultimi giorni, come un film al rallentatore. Rivide i volti dei suoi genitori quando aveva comunicato loro che aveva lasciato il lavoro e che sarebbe andata per due mesi in Grecia, ad Atene, prima di decidere cosa fare della sua vita. E rivide il volto di Giorgio, il suo accompagnatore fisso da un paio d’anni, a quella dichiarazione a dir poco sconvolgente. Una pazzia. Tutti erano stati concordi nel giudicarla una pazzia improvvisa e ora, mentre l’aereo prendeva quota, si chiese se davvero non avesse commesso la cosa più sciocca della sua vita.

    Non sapeva come le era nata l’idea, ma a poco a poco era diventata come un’ossessione. Il lavoro la soffocava, l’amicizia di Giorgio la soffocava, lui continuava ad insistere per regolarizzare il loro rapporto, per diventare per lei qualcosa di più di un amico ma lei non si sentiva pronta e così lo teneva sulla corda, senza decidersi a lasciarlo e senza abbandonarsi completamente. Lei sognava orizzonti liberi, sognava il Partenone, l’Acropoli. Per mesi non ne aveva parlato a nessuno, mettendo a punto dentro di sé le mosse da fare e poi, nel giro di una settimana, aveva organizzato tutto. Aveva dato le dimissioni, prenotato il volo, una pensioncina ad Atene, preparato le valigie e, quando si era sentita pronta aveva dato la notizia ai suoi e a Giorgio. Che non aveva affatto capito il perché. Seduti al tavolino di un caffè, il giorno prima, lui l’aveva guardata come se di colpo le fossero cresciute due teste.

    - Angela, ma cosa stai dicendo?! Due mesi in Grecia?! Da sola??

    - Da sola. Una vacanza. Una pausa di riflessione. Chiamala come vuoi.

    - Ma da sola!! Perché non hai aspettato quando avevo anch’io le ferie?

    Pazientemente lei cercò di spiegare.

    - Giorgio, se partivamo assieme, non sarei mai riuscita a capire cosa voglio dalla vita.

    - Cosa puoi volere di diverso da adesso? E perché hai lasciato il lavoro? Cosa farai quando tornerai?

    - Ci penserò quando tornerò. In fondo non mi piaceva poi tanto, quel lavoro. Ma non ti preoccupare, qualcosa troverò.

    - Non mi preoccupo. E’ che non capisco, non è logico.

    Angela sorseggiò l’aranciata senza rispondere, un moto di nervosismo dentro di sé, eccolo, il bravissimo Giorgio! Tutto quello che lui non capiva doveva per forza essere sbagliato! Disse, cercando di parlare con calma.

    - Tra due mesi le cose potrebbero essere diverse e forse troverò un lavoro più interessante di quello di adesso.

    - Ma perché proprio la Grecia?

    - L’ho sempre sognata, fin da bambina. Voglio vederla, prima di diventare troppo vecchia!

    - Avremmo potuto andarci in viaggio di nozze.

    Lei lo guardò appena, era la prima volta che Giorgio parlava apertamente di nozze. Rispose piano.

    - Non sarebbe stata la stessa cosa.

    - Hai ragione, per me sarebbe stato mille volte meglio!

    Lei si sentì a disagio e reagì di conseguenza.

    - Se sei venuto fino a qui solo per litigare, ti potevi risparmiare il viaggio!

    - Angela, non sono venuto per litigare ma solo per vedere se c’è una minima possibilità di farti ragionare!

    - Farmi ragionare? Vorresti dire che in questo momento non ragiono? Che sono pazza? Guarda che vivevo benissimo anche prima di incontrarti e che probabilmente continuerò a vivere bene anche senza di te! E poi è inutile, ho già il biglietto aereo in tasca e la prenotazione all’albergo ad Atene!

    - I biglietti si possono annullare e le prenotazioni disdire.

    - Il fatto è che non lo voglio fare, capisci? Mi sono spiegata abbastanza chiaramente?

    - Anche troppo. Tu non mi vuoi bene, vero? Non me ne hai mai voluto.

    - Cosa c’entra adesso questo discorso?

    Giorgio si era chinato verso di lei, gli occhi nei suoi.

    - Mi vuoi bene o no? O mi hai sempre illuso?

    Angela aveva cercato di difendersi.

    - E’ solo un viaggio in Grecia, non puoi parlarmi così!

    Di colpo Giorgio si era fatto freddo, quasi scortese.

    - Va bene, tu parti per la Grecia, te ne stai via due mesi e quando torni accetti di sposarmi, è così?

    Lei era rimasta in silenzio e lui aveva proseguito, gelido.

    - Allora ascolta me: forse io non ho voglia di aspettare due mesi. Forse quando torni non ho più voglia di riprendere questa relazione fasulla con te.

    - Cos’è, un ultimatum?

    - Prendila come vuoi.

    Erano rimasti in silenzio, tesi come due pugili sul ring, poi Angela si era alzata e aveva preso la borsetta, una punta di durezza nella voce.

    - Bene, allora per il momento ti saluto. Ho ancora tante cose da fare prima della partenza.

    Giorgio si era alzato ma non le aveva teso la mano ed era rimasto a guardarla allontanarsi, senza un gesto.

    Ora, ad occhi chiusi, il brusio della gente intorno a lei, Angela si chiedeva se era questo che aveva voluto, forse inconsciamente. Aveva vissuto e studiato a Venezia e si era trasferita a Milano tre anni prima, impiegandosi in una grande azienda come segretaria. Lì aveva incontrato Giorgio, compito ed elegante e all’inizio aveva creduto che fosse davvero l’amore della sua vita. Poi… poi era diventato un’abitudine. Giorgio era sempre pronto ad accompagnarla di qua e di là, a farle da cavaliere, senza mai pretendere più di qualche bacio. Si era illusa che potesse continuare così per sempre. Dentro di sé sapeva che non era l’Amore, non quello che sognava, ma per il momento le sembrava un buon surrogato. Lo aveva davvero illuso, come le aveva detto? Sì. No. La voce della Hostess le fece aprire gli occhi.

    - Desidera qualcosa da bere?

    Con un mezzo sospiro si disse che, in ogni caso, non ci poteva fare più niente. L’avventura era cominciata, era in volo per Atene e niente altro contava. Scacciò dalla mente il volto triste di Giorgio e sorrise alla Hostess.

    - Sì, grazie, aranciata gelata.

    Si rilassò sul sedile, fuori dal finestrino c’era cielo azzurro e sole splendente e davanti a sé aveva la Grecia intera che l’aspettava e lei era sola e libera come mai si era sentita prima di allora!

    Mentre sorseggiava la bibita che la Hostess le aveva portato notò un giovane che sorpassò il suo posto, diretto verso il passaggio tra le due classi. Era alto, largo di spalle, con dei capelli biondi e tagliati stile marines e camminava con un passo sciolto, senza incertezze. Lo vide chinarsi a parlare alla Hostess e poi girarsi per tornare al suo posto. Per un attimo i loro occhi si incrociarono e il giovane rimase immobile, una strana espressione sul viso. Poi sorpassò di nuovo Angela e tornò al suo posto. Lei pensò che era sembrato come se il giovane avesse visto un fantasma, ma poi non ci pensò più, mancava poco ormai all’arrivo ad Atene e cominciava a sentirsi emozionata come ad un esame.

    Passarono pochi minuti e poi, alzando gli occhi, Angela vide chinato verso di lei il giovane biondo che la apostrofò in modo poco gentile in una lingua sconosciuta. Rimase un attimo a guardarlo e poi chiese con un filo di voce.

    - Come, scusi?

    Il giovane ripetè, duro, quasi offensivo e la ragazza pensò in un lampo che doveva essere matto. Che doveva fare? Poi il suo carattere ebbe il sopravvento, matto o non matto, come si permetteva di parlarle in quel modo? Quindi freddamente disse, in italiano.

    - Non so cosa stia dicendo, non capisco una parola, ma credo che stia commettendo un errore di persona!

    Il giovane tacque e la guardò a lungo, poi il viso gli si aprì in un sorriso. Fece un mezzo inchino e rispose, anche lui in italiano.

    - Sono davvero spiacente, ma lei somiglia in modo impressionante ad una mia amica! Mi chiamo Niels Sorensen.

    Angela ribattè con una punta d’ironia.

    - Non dovete poi essere molto amici!

    Il giovane la guardò, stupito.

    - Ha capito cosa ho detto?

    - Nemmeno una parola, stia tranquillo! Ma non mi sembravano gentilezze, dal tono!

    Il giovane sorrise di nuovo, come a scusarsi.

    - E’ sempre stato uno scherzo tra noi, parlarci così. Posso sapere il suo nome?

    - Angela Moro. Mi parli di questa sua amica a cui assomiglio, mi incuriosisce. Deve essere una sosia perfetta, se si è sbagliato anche lei che la conosce bene.

    - In effetti sì, siete come due gocce d’acqua. La mia amica si chiama Freya, è nata in Svezia ma ha vissuto gran parte della sua vita in America. Mi sono molto sorpreso quando l’ ho vista qui, perché Freya in questo momento dovrebbe essere…

    Si interruppe brevemente e poi concluse con un altro sorriso-

    -… molto lontana da qui.

    Angela scosse il capo.

    - Si prova una strana sensazione a scoprire di avere un sosia. Avevo sentito dire che esistono, ma sinceramente non ci avevo mai creduto.

    - Aspetti un momento.

    Niels raggiunse al suo posto,

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