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L'odore dell'Amore
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L'odore dell'Amore
Ebook83 pages1 hour

L'odore dell'Amore

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About this ebook

L'amore semplice di una bambina e del suo cavallo Ruben. Divisi da un uomo crudele e senza pietà. L'amore, quando è tale, davvero salta ogni ostacolo?
LanguageItaliano
Release dateDec 2, 2013
ISBN9788868851521
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    L'odore dell'Amore - Francesca Rapagnani

    FRANCESCA RAPAGNANI

    L’odore dell’amore

    Amami ancora

    Racconto

    Copyright © 2013

    FRANCESCA RAPAGNANI

    Tutti i diritti riservati

    ISBN-13: 978-1494291419

    Dedicata al mio cavallo

    Ti amo, con il mondo che non capisco, con la gente che non comprende, con l’ambivalenza della mia anima, con l’incoerenza dei miei atti, con la fatalità del destino, con la complicità del desiderio, con l’ambiguità dei fatti… Ti amo, senza riflettere, inconsciamente, irresponsabilmente, spontaneamente, involontariamente, per istinto, per impulso, irrazionalmente. In effetti non ho argomenti logici, neanche estemporanei, per spiegare questo amore che sento per te, che sorse misteriosamente dal nulla che non ha risolto magicamente niente, e che miracolosamente, poco a poco, con poco e niente ha migliorato il peggio di me. Ti amo. Ti amo con un corpo che non pensa, con un cuore che non ragiona, con una testa che non coordina. Ti amo, incomprensibilmente, senza domandarmi, perché ti amo, senza che m’importi perché ti amo, senza discutere perché ti amo. Ti amo, semplicemente perché ti amo.

    G.F.Pagliaro

    Non ho mai pensato alla mia vita senza cavalli

    CAPITOLI

    ·       L'ODORE DELL'AMORE
    ·       DUE VITE LEGATE PER SEMPRE
    ·       LA BAMBINA CHE GIOCAVA CON IL PULEDRO
    ·       UN ADDIO CRUDELE
    ·       UN SOGNO DA BAMBINA, UNA REALTA' DA DONNA
    ·       L'ARRIVO DELL'AMORE
    ·       LA SPILLA D'ORO

    rapagnani FRANCESCA

    Smell of Love

    Love me again

    Story

       Dopo tanto cercare Antonio trovò finalmente lavoro. Era un uomo eccezionale che, oltre ad essere un ottimo marito e padre di tre figli, era anche un eccellente artigiano. Il suo era davvero un dono naturale per cui non esisteva nulla che non sapesse realizzare o riparare. Il suo lavoro l’avrebbe svolto con il massimo impegno anche perché, al momento, era l’unica fonte di sostentamento per la famiglia.

    In cuor suo però l’unica vera passione erano i cavalli per i quali nutriva un amore particolare. Infatti ripeteva sempre che li sentiva galoppare nelle vene.

    Antonio, oltre ad avere come si suol dire le mani d’oro, era anche un bravo agricoltore. Un giorno si fece ricevere dal signor Filippo Santoro, il più grande proprietario terriero del paese, i cui vasti possedimenti erano destinati proprio all’agricoltura e al pascolo del bestiame. Egli possedeva difatti, un importante allevamento di mucche da latte, il cui prodotto era giornalmente fornito alla vicina azienda casearia, che si trovava subito fuori paese. Questa azienda, oltre ad imbottigliare e distribuire latte fresco nella zona, produceva formaggini e yogurt che venivano consegnati alle scuole materne due volte la settimana.

    In quell’immensa azienda ce n’era da fare.

    Oltre alle mucche si allevavano anche cavalli da agonismo, prevalentemente di razza irlandese, i quali erano molto richiesti dai militari. Lì si allevavano anche cavalli da lavoro, più forti e robusti, utilizzati per trasportare da zone impervie fino ai depositi grandi tronchi di legna da ardere. Questi ultimi, però, non erano impiegati per lavorare i terreni, poiché l’azienda disponeva anche di trattori ed altri mezzi agricoli. Terminato lo stoccaggio del legname essi si godevano assoluta libertà nei rigogliosi e verdi pascoli.

    Il Santoro già conosceva la reputazione di Antonio, uomo onesto, stimato da tutti e gran lavoratore, perciò lo assunse subito, ma senza una qualifica specifica. Il suo compito era fare quanto necessitava all’azienda. Si erano accordati per un minimo di stipendio fisso, oltre all’alloggio familiare presso il piano terra del casale patronale, una piccola quantità dei prodotti coltivati necessari alla sua famiglia e la possibilità di poter utilizzare una vecchia stalla per le sue fattrici di razza purosangue inglese.

    Essi definirono l’accordo con una stretta di mano. In quegli anni, come si sa, c’era la parola d’onore, che valeva più di una carta scritta. Oggi, invece, regnano scarsa sincerità e poca umiltà.

    Erano ormai passati quattro anni dal trasferimento della famiglia di Antonio presso il casale dell’azienda, e, per il lavoro sempre ottimamente svolto, il signor Santoro non si pentì mai di averlo assunto mantenendo per lui sempre la stessa stima. Per Antonio invece non era così. Da una parte lo stimava per aver costruito, iniziando dal nulla, un piccolo impero, dall'altra lo disprezzava per il suo carattere arrogante ed alquanto ingeneroso. Per di più, a volte, anche un po’ ............

    Difatti, anche Antonio veniva trattato spesso con sgarbo dal Santoro, tanto che a volte era tentato di dargli un pugno sul viso. Tuttavia la sua natura non era aggressiva, così lasciava correre.

    Ci sono momenti in cui anche la pazienza ha un limite. Quando è troppo, è troppo!

    Solitamente, dopo cena, la sua dolce consorte Lisa e i bambini si raccoglievano entusiasti sul lettone per ascoltare storie di cavalli raccontate da Antonio. Di solito erano fatti realmente accaduti o esperienze sue e di suo padre.

    Nel narrare egli cercava costantemente di trasmettere ai propri figli il rispetto per la natura e per gli animali che tanto amava. Ricordava sempre loro che era la natura a sfamare l’uomo e gli animali, perciò doveva essere sempre rispettata.

    Antonio lavorava instancabilmente per non far mancare nulla alla sua famiglia e far star bene le sue bambine, così chiamava le sue cavalle. Esse, infatti, maneggiate e accarezzate con amore fin dal loro primo giorno di vita, gli davano enormi soddisfazioni. Le crebbe insegnando loro il rispetto per l’essere umano rendendole incapaci di reagire alla sottomissione. 

    All’imbrunire, dopo aver svolto i suoi impegni nell’azienda, era solito recarsi presso la stalla per poter accudire le sue care cavalle. Lì, ad attenderlo per la strigliatura, c’era la sua piccola ed instancabile figlia Giorgia. Insieme, dall’uscio, attendevano il rientro delle fattrici con le loro puledre scorgendole bellissime all’orizzonte dove con il tramonto si esaltava il loro lucido manto.

    Esse, soltanto nel periodo più prossimo al parto, venivano rimesse di giorno in un apposito tondino, costruito da Antonio tra il casale e la stalla cosicché anche Lisa potesse tenerle d'occhio dalla finestra della cucina.

    Intanto arrivò, inaspettata, la notizia della nuova gravidanza di Lisa, sicché tutta la famiglia accolse l’evento con immensa gioia.

    Preso da questo nuovo evento, Antonio decise previdentemente di scrivere ad un suo amico, abile commerciante di cavalli operante all’estero, affinché si adoperasse per la vendita di alcuni suoi puledri. Si affidò a lui, raccomandandogli che li vendesse esclusivamente a persone in grado di accudirli ed apprezzarli per come meritavano. Dopo averne venduti alcuni, arrivano continuamente lettere di ringraziamento da parte dei nuovi proprietari che, entusiasti, lo ringraziavano e lo informavano dello stato di salute dei cavalli e sul loro ottimo comportamento.

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