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Io, i miei pazienti e i loro proprietari
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Ebook256 pages3 hours

Io, i miei pazienti e i loro proprietari

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About this ebook

Se hai vissuto, vivi o se desideri vivere con un animale, questo libro l'ho scritto per te.

Vincitore del 1° Cenacolo Letterario Veterinario.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 31, 2014
ISBN9788891136121
Io, i miei pazienti e i loro proprietari

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    Book preview

    Io, i miei pazienti e i loro proprietari - Franco Mantelli

    Amici.

    CAPITOLO 1

    COME CI SI COMPORTA DAL VETERINARIO?

    COME CONDURRE IL NOSTRO AMICO DAL VETERINARIO

    Periodicamente i nostri animali hanno bisogno di essere sottoposti alle cure di un Veterinario. Vediamo di puntualizzare le principali regole di comportamento, per consentire a voi e al Medico di operare nel migliore dei modi.

    CANE

    I primi problemi generalmente nascono sulla strada dell'ambulatorio. Gli ultimi metri solitamente vengono percorsi con tutti i freni tirati e, se il collare non è adeguato, si può facilmente sfilare. Quando tutto va bene, ritroviamo il nostro amico davanti alla porta di casa; nella peggiore delle ipotesi, una visita di controllo può trasformarsi in una tragedia... le macchine sono sempre in agguato.

    GATTO

    Per il gatto, una buona gabbia (meglio se coperta dall'apposito telo) risolve la maggior parte dei problemi. Se il vostro micio è particolarmente irascibile, anche un guinzaglio o una pettorina facilitano la visita veterinaria, o meglio il recupero del paziente durante la visita. Nell'esercizio della mia libera professione, andando a domicilio, non ho mai capito come un gatto incazzoso riesca a nascondersi esattamente al centro del letto matrimoniale. È inutile dire: Signora mi chiuda il micio in bagno.

    IN SALA D’ATTESA

    La sala d' aspetto è forse uno dei luoghi che, più d'ogni altro, può modificare il comportamento di un animale. La paura può indurre il paziente in uno stato di insolita aggressività o di eccessiva timidezza. Guinzaglio e museruola sono d'obbligo, non tanto per noi, ma per i loro colleghi pelosi.

    Visitare un cane che ha appena avuto un diverbio con un suo simile non è sempre piacevole.

    Provate ad immedesimarvi nello stato d'animo di un povero gatto che, in attesa del suo turno di visita, si vede a tu per tu con le fauci spalancate di un pastore tedesco. Il poverino non può neanche salvarsi con la fuga.

    LA VISITA

    Le prime domande che il medico vi rivolge, o dovrebbe rivolgervi, riguardano sempre le abitudini del vostro animale. Inizia così quella che in termini tecnici si chiama ANAMNESI, con questo si intende tutta la storia del paziente, della sua famiglia e dell'ambiente in cui vive e tante altre cose ancora: bisogna rispondere in modo preciso e veritiero. I nostri amici animali non parlano, ma hanno tanti modi per farsi capire. Voi che li conoscete bene, siete tenuti a riferirci tutte quelle cose che loro vi hanno detto.

    Nel breve spazio di una visita è difficile comprendere cosa vuole comunicare il vostro animale che, il più delle volte, per paura o per terrore, non dice tutte le cose che vorrebbe dire.

    Starà poi a noi Veterinari interpretare i loro messaggi che voi ci riferirete È inutile demandare ad altri (un amico, un parente) l'incombenza di recarsi dal veterinario. Se si tratta di una visita di controllo, non sperate che il medico si ricordi di quelle pastiglie verdi nella scatola bianca che proprio lui vi ha prescritto. Portate quindi sempre con voi le precedenti prescrizioni, eventuali lastre, esami, etc.

    NON RACCONTATE BUGIE

    Nell'esporre la storia del vostro animale non colpevolizzatevi nascondendo fatti o cose che pensate possano essere la causa della malattia del vostro amico. I bambini sono l'oggetto dei nostri trabocchetti: al tuo Fufi piace il gelato al cioccolato?. No preferisce quello alla crema. La madre arrossisce e lancia un'occhiata omicida al pargolo. Pochi attimi prima aveva giurato e spergiurato che Fufi non aveva mai visto un gelato in vita sua, anzi che in famiglia nessuno mangia gelati. Fufi nonostante le catastrofiche previsioni, aveva una semplice colica. Non bisogna dire bugie: un non so non aiuta, ma per lo meno non indirizza su false strade. Terminato il racconto della storia del nostro animale, si procede alla visita clinica vera e propria.

    Non mi soffermo ulteriormente al riguardo in quanto occorrono cinque anni di studio, quando bastano, per procedere a questo particolare momento del rapporto medico-paziente. L'esame obiettivo generale è quel complesso di indagini atte ad accertare lo stato di salute dell'animale. Non angosciatevi per la zampa portata in posizione innaturale: dopo un incidente, lo stato di shock generale o le eventuali emorragie interne sono più importanti ed urgenti dell'arto fratturato o della ferita da cui esce qualche goccia di sangue.

    VERSO LA DIAGNOSI

    Può accadere che manifestazioni poco evidenti nascondano malattie piuttosto gravi. Qualche goccia di sangue emessa con le feci è spesso meno grave di una diarrea nerastra color pece. Una volta effettuata l'indagine generale, si procede all'esame obiettivo particolare", che consiste in un'osservazione attenta ed approfondita di quell'organo o apparato che ha suscitato la nostra attenzione.

    Se il nostro sfortunato amico si è fratturato un arto, solo dopo aver preso in considerazione lo stato di salute complessivo (esame obiettivo generale), arriva il momento di occuparsi della zampa rotta. Tutte queste indagini possono essere affiancate, quando il caso lo richiede, da indagini collaterali di laboratorio, come esami del sangue e di altri liquidi organici; da indagini strumentali, come esami radiografici, elettrocardiografici, endoscopici, etc. Anche se ho sempre insegnato che gli esami collaterali servono a confermare un sospetto diagnostico non a fare una diagnosi. Quante volte vi è capitato di chiedere aiuto al vostro Medico curante, che, senza neanche farvi togliere il cappotto, vi ha prescritto una fila infinita di esami. Sottolineo l'importanza di conservare nel tempo gli esiti ed i referti di queste indagini, che sono parte integrante della storia futura del nostro paziente.

    Diagnosi, prognosi, terapia sono la triade finale e conclusiva della visita clinica.

    Non sempre, tuttavia, è possibile arrivare ad una diagnosi certa, e quindi ad una terapia specifica nei confronti di una determinata malattia. Se questo succede, non angosciatevi iniziando un lungo pellegrinaggio nei vari studi professionali. Sarà compito del vostro Veterinario interpellare eventualmente un collega esperto in quel settore, ed effettuare una visita di consulto.

    Io ho sempre sostenuto: IL PRIMO MEDICO... CURA. IL SECONDO... AMMALA. IL TERZO... AMMAZZA.

    CAPITOLO 2

    CHI È CAUSA DEL LORO MAL...

    PIANGA SE STESSO

    I nostri amici pelosi non sono piccoli bambini bisognosi di una accurata depilazione.

    Loro sono animali e sono felici di essere considerati e trattati come tali.

    Loro per comunicare non usano quegli arzigogolati mezzi che, nell'umano mondo, servono più ad apparire che ad essere. Il politichese, il banchiese, lo scientifichese, l'informatichese sono solo mezzucci che l'uomo utilizza per non farsi capire ed apparire intelligente. Nonostante questo, comunicano anche Loro, e come comunicano... basta saperli ascoltare e capire.

    Quando una mia carissima amica, psicologa infantile, ha presentato in un celebre circolo culturale milanese un suo libro, io sono intervenuto nella discussione affermando che il mondo del bambino, fino ai 3-4 anni ha molte similitudini e assonanze con il mondo animale; infatti durante i primi tempi dell'infanzia, il bambino usa prevalentemente gli istinti. Crescendo prevale quella parte conoscitiva, a cui noi umani diamo tanta importanza e che chiamiamo intelligenza. E proprio per la nostra presunzione di essere gli unici animali intelligenti presenti sulla faccia della terra, cerchiamo di usarla .

    Un animale che condivide la nostra vita, cane o gatto che sia, diventa adulto, sessualmente maturo, in poche parole grande, intorno all'anno di età e fino alla fine dei suoi giorni continuerà a vivere seguendo i suoi istinti. Se vogliamo capire i nostri amici pelosi dobbiamo sforzarci di ragionare con la loro testa, noi che possiamo farlo , o dovremmo essere in grado di farlo.

    Indirizzare, non contrastare, i Loro istinti, per una piacevole convivenza, è un nostro dovere e un vero atto d'amore. Se permettiamo al cucciolino di rosicchiare le nostre ciabatte vecchie e piene di buchi, lo facciamo seguendo un ragionamento dell'umana specie: non valgono più niente. Nella sua testolina, invece, domina l'istinto: me le rosicchio così mi passa il mal di denti. Il cucciolo e il bambino tendono a portare qualunque cosa alla bocca, oltre che per alleviare il fastidio provocato dall'eruzione dei denti, per imparare qualche cosa di nuovo, è quella che viene definita fase orale dell'apprendimento.

    Se ragioniamo con la sua testa, come facciamo ad infuriarci quando ci massacra quelle preziosissime scarpe da sera che in quanto a morbidezza e puzzetta non hanno nulla da invidiare alle vecchie ciabatte?

    Il bambino cresciutello forse capisce che spalmare di nutella quelle scarpe a cui la mamma tiene tanto, ... non s'ha da fare (ragionamento)!

    Per il cagnino, la scarpa, che sta vicino alla ciabatta: me la rosicchio prima,... la ciabatta, più profumata e saporita me la tengo per dopo (istinto).

    In prima istanza il cucciolo ha imparato che la ciabatta gli allevia il fastidio che i denti che stanno spuntando provocano in bocca, ma ha anche imparato che le scarpe di lusso gli procurano gli stessi benefici; quindi, per lui, nessuna differenza. È una utopia pensare che il mostrargli lo scontrino fiscale a quattro cifre , sfregarglielo sul muso, urlare istericamente improperi irripetibili, magari prendendolo a scarpate (solo se di lusso), gli insegni qualche cosa.

    Osservando le acrobazie artistiche di micetta possiamo dirci: Che bello seguire le scalate sulle tende che quel batuffolo miagolante esegue con tanta disinvoltura. Ma quella deliziosa evoluzione rovina le tende. Lampo di genio: una bella zampicure. Il taglio delle unghie nei nostri carnivori, ed in particolare nel gatto, è una cosa molto delicata. L'artiglio è un organo sensoriale. All'interno dell'unghia ci sono molte terminazioni nervose che portano al cervello tante sensazioni piacevoli ... ma anche il dolore e sbagliare di un nulla il taglio significa che quel poveretto non si lascerà più toccare le zampe per il resto dei suoi giorni. Il micetto che fino al giorno prima aveva seguito i suoi istinti di arrampicatore, senza saperne il motivo, si trova nelle condizioni dello scalatore a cui vengono a mancare improvvisamente i ramponi mentre sta attraversando una lastra di ghiaccio. Il volo a valle è quasi inevitabile. Se il soggetto è adulto, i danni possono essere limitati (mi sono capitati pazienti, gatti, vivi e rimasti vivi, dopo voli dal nono piano). Se invece il soggetto è un cucciolo i danni sono sempre gravi. Per rompere una zampa ad un gattino è sufficiente la forza necessaria per spezzare un grissino.

    Non fate l'esperimento di buttare il gatto giù dal 9° piano per vedere se rimane vivo o meno, fate piuttosto quest'altro esperimento, soprattutto se in famiglia ci sono bambini: infilate quattro grissini in una pagnotta di pane come se fossero quattro zampette , appoggiate il tutto sul tavolo; potrà rimanere in equilibrio statico per settimane e mesi, ma se gli date un piccola spinta... quando arriverà sul pavimento i quattro grissini, che simulano le zampe, andranno in mille pezzi. Trasferendo l'esperimento dal mondo inanimato, gattino di pane, al mondo reale, gattino in carne e ossa, le cose non vanno proprio così... ma quasi.

    Le ossa di un cucciolo sono sì fragili, ma anche elastiche e sono rivestite da una calzamaglia(periostio) molto importante e delicata che contiene la quasi totalità delle terminazioni nervose presenti nell'osso.

    Durante la caduta, magari l'osso non si spezza (frattura), ma si piega (frattura a legno verde). La conseguenza è uno stiramento e una fessurazione del periostio, situazione estremamente dolorosa.

    Il gattino o il cuccioletto, per puro istinto, tenderà, per giorni o settimane, a non usare l'arto dolorante, caricando, in maniera anomala, la parte sana. Questo spostamento dei carichi porta come conseguenza, questa volta non logica, ma fisiologica, ad un accrescimento dell'osso non regolare. Risultato: da grande gambe storte, da vecchio dolori articolari e difficoltà nei movimenti conseguenti ai processi artrosici provocati dalla non corretta deambulazione. Nel caso di micetti aspiranti escursionisti, la nostra intelligenza ci suggerisce di togliere le tende dalle finestre per qualche mese; un po' più di luce, rende più allegra la casa e... l'arrampicarsi sui vetri riesce molto meglio all'uomo che ai micetti.

    Se vediamo il gattino sopra un mobile, mettiamolo per terra; evitiamo di ripetere con Puffetto l'esperimento del gattino di pane a cui si rompono, cadendo dal tavolo, tutti e quattro i grissini.

    Se abbiamo a che fare con un Fidino, non lasciamo le ciabatte in giro , così potremo fare a meno di insegnargli che le ciabatte vecchie sono commestibili, le scarpe da sera no. Se per caso si fa male e zoppica, aboliamo palline e giochini, il riposo in branda, se non siamo in presenza di danni gravi, ... è la migliore medicina.

    E ALMENO NOI RICORDIAMOCI... CHI È CAUSA DEL LORO MAL... PIANGA SE STESSO.

    CAPITOLO 3

    TRA POCO È NATALE

    (DIFETTI CONGENITI)

    Tra poco è Natale, San Valentino, l'anniversario di matrimonio... perché non regalare un bel cagnolino o un miagolante batuffolo di peli?

    Attenzione, se avete deciso di fare questo dono alla vostra fidanzata, ad un vostro caro amico, a vostro marito... pensateci bene; un animale non è un orologio o una cravatta che, se non particolarmente gradito, si può dimenticare in un cassetto, o, ancora meglio riciclare alla prossima ricorrenza.

    Un animale impegna e condiziona almeno una dozzina di anni della nostra vita, quindi se il vostro fidanzato è solo ….un fidanzato, o se il vostro datore di lavoro vi ha accennato un giorno che il figlio adooooraa gli animali... pensateci bene. Al bimbo piacciono i bestiolini... alla madre, moglie del direttore, magari... un po' meno.

    Il fidanzato si può anche...cambiare ed il vostro capo, al posto dello sperato salto di carriera, potrebbe promuovervi a sorvegliante dei captatori igenici(cessi).

    Tutto questo per ribadire che l'acquisto di un animale deve essere una scelta ben meditata, quasi sofferta.

    Di animali randagi e infelici, doni destinati al capo o al fidanzato... ce ne sono in giro anche troppi.

    Un cane di peluche non fa pipì, non sporca i divani e non bisogna portarlo giù anche quando piove e tira vento, se poi è un gattone finto, non si farà neanche le unghie sul tappeto persiano.

    Ma se siete proprio convinti ed il ricevente è ancora più convinto di voi... state per fargli il PIÙ BEL REGALO DEL MONDO.

    La scelta non è affatto facile. Prima regola non farsi prendere dalla frenesia del 25 dicembre o di S. Valentino; se sua eccellenza, per il giorno di Natale, è ancora troppo piccolo, è meglio far precedere il suo arrivo da un bel bigliettino, accompagnato dalla foto del cuccioletto. Non fatevi impietosire dal più tranquillo e debolino, allegria e vivacità sono quasi sempre indice buona salute. Se siete neofiti o indecisi, fatevi consigliare da un collega, che, dopo aver ascoltato le abitudini del futuro proprietario, saprà indirizzarvi nella scelta; se il futuro proprietario siete voi, ancora meglio; se siete degli sportivi non vi consiglierei mai un bassethound o un mastino; personalmente non mi è mai piaciuto indagare sulla psicologia di un assente, se il destinatario è il fidanzato o la moglie ho sempre consigliato, di venire entrambi a parlare con me.

    E' vero che così facendo, si perde la sorpresa, ma chi se ne frega della sorpresa.

    Un animale è un pezzo di vita, non una sorpresa.

    Più di una volta mi è capitato di convincere i miei interlocutori che... un bel braccialetto... era meglio di un bel cuccioletto.

    Se purtroppo Fido muore, non cercate di sostituirlo con un altro Fido; cambiate razza; vivere nei ricordi e continuare a fare confronti non giova né a voi né a lui.

    Se il povero micio che vi ha lasciato era nero con occhi verdi, cercatelo pure con le stesse caratteristiche: la spiccata diversità individuale tipica dei felini ve lo farà accettare senza imporvi tanti confronti.

    Dove rivolgersi per l'acquisto? La prima cosa che consiglio a tutti è di andare a fare un giro nel canile della vostra città. Sicuramente troverete un poveretto disposto ad adottarvi, che non vi abbandonerà mai sull'autostrada e che vi farà festa anche quando tornate tardi da una serata.

    Farete felice un povero uomo che finalmente ha deciso di completarsi... e un povero cane che ha deciso di... completarlo. Due felici in un colpo solo senza spendere cifre da capogiro.

    Ma se volete un esemplare dal sangue blu, rivolgetevi ad un allevamento di comprovata serietà. Anche i privati spesso offrono ottimi cuccioli a cifre ragionevoli. Se possibile osservate anche mamma e papà; non è detto che due genitori bellissimi diano alla luce figli bellissimi, ma è altrettanto vero che da due scarrafoni è logico aspettarsi degli scarrafini.

    Le caratteristiche genetiche (quindi il colore degli occhi, la loro forma, la lunghezza del pelo, l'altezza, etc.) vengono stabilite al momento della fecondazione, quando i cromosomi dello spermatozoo si uniscono ai cromosomi della cellula uovo materna.

    In quel meraviglioso momento la natura decide come sarà Fido. Se questa combinazione sarà buona, avremo un bell'esemplare con ottime caratteristiche psico-fisiche, ma se le cose non vanno per il meglio, cioè se i genitori possiedono un patrimonio genetico difettoso (presente ma nascosto), i geni alterati ricombinandosi possono esaltarsi e i difetti diventare evidenti, dando così origine a gravi tare ereditarie che nei genitori non erano visibili ma lo diventano nei cuccioli.

    Alcune razze sono particolarmente predisposte a questi disordini genetici.

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