Chicchi di melagrana
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Recensioni su Chicchi di melagrana
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Anteprima del libro
Chicchi di melagrana - Antonella Santilli
633/1941.
Quando Antonella mi chiese, per l’amicizia che coltivo con il marito da oltre vent’anni, di progettare la grafica di questa pubblicazione, ignoravo del tutto la sua passione per la cucina. Molte donne, e di recente sempre di più anche gli uomini, si dilettano a preparare le ricette scoperte sulle riviste e sul web o avute da conoscenti ed amici o trasmesse in TV. Pensavo, prima di avere i file delle ricette da impaginare, che lei rientrasse in questa categoria di appassionati e che volesse ordinare le ricette in una raccolta ad uso personale, anche perché mi aveva parlato di alcune cosette che ogni tanto si divertiva a preparare
. Mai avrei immaginato che il riserbo per una passione così a lungo sviluppata potesse arrivare a tanto. Infatti, aprendo i primi file, ecco la grande sorpresa! Le ricette non erano affatto cosette
, ma autentiche ed originali prelibatezze.
Io, ormai in pensione, single convinto, felice bamboccione per scelta di vita ancorché economicamente indipendente, ho avuto la fortuna di avere una madre che cucinava in modo superbo i piatti della tradizione del mio paese, Casoli (in Abruzzo), e si dilettava a sperimentare nuove ricette di altre regioni e della nouvelle cuisine. Essendo mio padre un divoratore di qualsiasi cosa fosse commestibile (per cui i suoi giudizi non erano assolutamente attendibili), mi era stato attribuito nel terzetto famigliare il ruolo di cavia per il primo assaggio
degli esperimenti di mia madre. Ruolo, confesso, che accettavo con piena soddisfazione, fornendo anche utili suggerimenti. In aggiunta, i peccati di gola in ristoranti di ottimo livello non scarseggiavano, talché mi sono convinto che al mio elevato gusto naturale per il cibo di qualità si fossero aggiunte anche dosi di conoscenza della cucina italiana (a scrosci) e di quella internazionale (a gocce).
La letteratura gastronomica è diffusissima ed articolata. Sono stati editi quantitativi enormi di ricette, abbondano riviste con sezioni dedicate alla cucina, periodici specializzati e libri, per cui francamente le nuove pubblicazioni si perdono nel magma generale. Fanno eccezione i libri dei personaggi televisivi che conducono programmi di cucina. Ad ogni nuova uscita, infatti, queste opere scalano le classifiche dei libri più venduti in Italia, alla faccia dei più gettonati scrittori nostrani e delle star della narrativa mondiale. Bene, fatta questa premessa, andiamo a scoprire le peculiarità di questo libro ed il perché la divulgazione dei menù creati da Antonella abbia una sua valenza.
Cercherò di essere chiaro. Credo che le ispirazioni per l’elaborazione delle sue ricette siano legate ai prodotti tipici della nostra terra, anche quelli non usualmente utilizzati. Il connubio di una cucina ricercata e di altre culture gastronomiche con i prodotti del territorio abruzzese è presente in quasi tutte le ricette. Non mi meraviglierei se mi dicesse che il suo lavoro di chef inizia in campagna, nelle nostre
campagne, alla ricerca di ingredienti non sempre facilmente reperibili. Ed ecco che le cimette di luppolo, i fuscelli di erba sulla, l’erba cipollina, gli asparagi selvatici, la mentuccia secca, la catalogna, le bietoline, la borragine, le cicoriette, le foglioline di melissa, i fiori di malva, il tarassaco, i fiori di ginestre, le more, i gelsi, le violette, i petali di rose rosse, le roselline selvatiche, i fiori di mandorlo freschi, le sorbe, la melagrana caratterizzano, nel sapore o nell’arricchimento cromatico, le ricette ideate da Antonella. Altre proposte sono chiaramente ispirate alle specialità tipiche dell’area in cui ella è nata e vive, come il mostocotto, la ventricina, il caciocavallo ed i mieli. Il risultato di questa sua evoluzione in cucina le hanno consentito di collezionare e riporre in cassaforte centinaia di ricette che ora, in parte, ci vengono messe a disposizione. Approfittiamone.
Ed allora BUON APPETITOe, se a qualche mio amico o amica capiterà fra le mani questa pubblicazione e avrà la bontà di invitarmi a cena per gustare una delle invenzioni di Antonella, non disdegnerò di riprendere il mio vecchio ruolo di cavia. Per una o più serate.
Vincenzo Rossetti