Il riparatore di reputazioni
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Info su questo ebook
Robert W. Chambers
Robert W. Chambers (1865–1933) was an American author and painter best known for his short story collection The King in Yellow (1895). Born in Brooklyn, Chambers studied art in Paris and was a professional illustrator before he turned to writing. In addition to The King in Yellow, his supernatural tales include The Maker of Moons (1896) and The Mystery of Choice (1897). Later in his career, Chambers wrote bestselling romances and historical novels.
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Anteprima del libro
Il riparatore di reputazioni - Robert W. Chambers
Schember
Introduzione
di Daniele A. Gewurz
Camilla: Signore, deve togliersi la maschera.
Sconosciuto: Sul serio?
Cassilda: Certo, è ora. Abbiamo tutti tolto il travestimento, tranne lei.
Sconosciuto: Non porto nessuna maschera.
Camilla (atterrita, a Cassilda): Nessuna maschera? Nessuna maschera!
Il Re in giallo, atto I, scena 2
(Robert W. Chambers, «La maschera»)
Se mai ce ne fosse bisogno, questo scambio di battute dal Re in giallo, uno dei grandi pseudobiblia della letteratura moderna, ci ricorda che ognuno di noi non è altro che le diverse maschere che indossa. E le maschere, letterali o mascherate a loro volta dalla metafora, ricorrono nella narrativa di Robert W. Chambers, lo scrittore statunitense vissuto dal 1865 al 1933, dagli ampi interessi letterari e non solo, le cui opere variarono in generi disparati, ma è oggi ricordato soprattutto grazie ai suoi racconti orbitanti attorno alla sinistra tragedia del Re in giallo, e spesso quasi solo come anticipatore e ispiratore di Howard Phillips Lovecraft, che effettivamente mostrò di lui una grande stima nella sua corrispondenza e nel saggio L’orrore soprannaturale nella letteratura.
Se si legge per la prima volta «Il riparatore di reputazioni» è meglio saperne poco o niente. Dunque si fornirà qui solo un paio di elementi oggettivi per inserirlo nel tempo e nello spazio, rinviando a dopo il racconto qualche considerazione più approfondita.
Per ora è utile tener presente che il racconto apparve nel 1895, sia per un generico inquadramento storico – il mondo non aveva conosciuto le guerre mondiali né la rivoluzione bolscevica e gli Stati Uniti vivevano ancora in un relativo isolamento politico e culturale dalla propria parte dell'oceano – sia per aver chiara la differenza di prospettiva fra il momento della pubblicazione del racconto e quello in cui si svolgono gli eventi che narra.
Per alcuni degli accenni ideologici e degli usi linguistici che oggi considereremmo tutt’altro che «corretti», poi, si tenga presente non solo che il racconto risale a tempi ben diversi dai nostri, ma soprattutto che il narratore è distinto dall’autore: la voce che sentiamo non è certo quella di Chambers ma, come si vedrà, del suo protagonista.
Buona lettura.
Sulla costa di nubi rompon l’onde,
il doppio sol sotto il lago s’asconde,
s’allungano le ombre,
già dentro Carcosa.
Strane nere stelle finito il giorno,
strane lune pei cieli van intorno,
ma è strana più di tutte
l’antica Carcosa.
Delle Iadi risuonerai, o canto,
che del Re sventola lacero il manto
ma morrai inascoltato
nell’atra Carcosa.
Canto dell’anima, la voce è riarsa;
muori inaudito. Lacrima non sparsa
s’asciugherà morente
nell’antica Carcosa.
La canzone di Cassilda in Il Re in giallo, atto I, scena 2.
I
«Ne raillons pas les fous; leur folie dure plus longtemps que la nôtre... Voilà toute la différence.»
Verso la fine del 1920 il governo degli Stati Uniti aveva praticamente completato il programma avviato negli ultimi mesi della presidenza Winthrop. La nazione appariva tranquilla. Come si sa, le questioni doganali e sindacali erano state risolte. La guerra con la Germania, scoppiata dopo che i tedeschi avevano invaso le isole Samoa, non aveva lasciato cicatrici visibili, e la breve invasione di Norfolk era stata dimenticata nel giubilo per le vittorie navali e la conseguente figura ridicola delle forze del generale Von Gartenlaube nel New Jersey. Gli investimenti a Cuba e nelle Hawaii si erano ampiamente ripagati, e il territorio di Samoa valeva il proprio costo come scalo per il rifornimento di carbone. Le difese della nazione erano superbe. Ogni città costiera era ben fortificata; l’esercito, sotto la guida paterna dello stato maggiore, era stato organizzato secondo il modello prussiano e portato a 300.000 uomini, più un milione di riservisti; e sei magnifiche squadre di incrociatori e corazzate pattugliavano i sei settori oceanici, lasciando una riserva navale per controllare le acque territoriali.
I gentiluomini degli stati occidentali si erano convinti finalmente che per formare i diplomatici era necessaria un’accademia quanto lo è la facoltà di legge per gli avvocati; da allora non siamo più rappresentati all’estero da uomini patriottici ma incompetenti. La nazione prosperava; Chicago, che aveva conosciuto un momento di paralisi dopo un secondo grande incendio, era risorta dalle rovine candida e imperiale, e più bella della città bianca che le era stata costruita come giocattolo nel 1893, in occasione dell’Esposizione universale.
In tutta la nazione una buona architettura aveva sostituito quella scadente, e persino a New York un improvviso desiderio di decoro aveva spazzato via buona parte degli orrori esistenti. Le strade erano state allargate, lastricate come si deve e illuminate; si erano piantati alberi, aperte piazze e abbattute sopraelevate, sostituite da strade sotterranee. I nuovi edifici pubblici e le nuove caserme erano capolavori di architettura, e la lunga serie di banchine in pietra che circondava completamente l’isola era