La nostra vera storia... secondo me
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Reviews for La nostra vera storia... secondo me
2 ratings1 review
- Rating: 5 out of 5 stars5/5Il miglior libro che io abbia mai letto. Scusate se non scrivo bene , non scrivo bene in italiano. Servono molte piu persone come l' autore. Adoro quest opera e mi piacerebbe usarla nelle mie analisi, se e possibile.
Book preview
La nostra vera storia... secondo me - Berta Sapiens
vera
.
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
Da sempre l'umanità si è posta queste domande e da sempre si è data risposte adeguate alla conoscenza acquisita, dunque mai esaustive e mai definitive.
La conoscenza è un qualcosa in divenire, che si supera ad ogni passo e che ad ogni passo può aggiornare o mettere in discussione quanto acquisito.
Ma non c'è altro strumento che la conoscenza per dare risposte, per dirci della nostra comparsa sulla scena della terra, della nostra evoluzione storica, se c'è e quale è lo scopo della nostra vita.
Bisogna però stare in guardia da tre grandi pericoli che da sempre incombono sull'umanità, fuorviandola dalla verità:
• i profeti che spiegano tutto con le fandonie che loro stessi hanno pensato (spesso scopiazzando da desueti miti e leggende);
• quelli scienziati che non ammettono che la conoscenza acquisita non è che uno stadio transitorio di un processo cognitivo e, quindi, valido fino a che non si trovano prove che qualcosa o tutto sia diverso;
• personalmente, poi, ipotizzo un altro pericolo, ancora più subdolo e insormontabile: una volontà dei poteri che manovrano il nostro mondo
di nascondere ad una umanità, mantenuta immatura ed impreparata di proposito, verità ritenute destabilizzanti per l'ordine costituito, con il pretesto di evitare nevrosi sociali
che deriverebbero da conoscenze che potrebbero mettere in dubbio le opinioni acquisite e produrre cambiamenti di pensiero ed atteggiamento radicali e quindi potrebbero sconvolgere lo statu quo ante
, nel quale ormai siamo in balia di forze socio-economiche che governano questo pianeta e che ci collocano al rango di acritici strumenti di produzione e di consumo.
In verità, numericamente, oggi ben pochi si pongono ancora i quesiti gnoseologici riportati in apertura, dando per scontate le risposte acquisite per ereditarietà culturale
, che la società e la famiglia propina loro con la (non) cultura del sentito dire, dei luoghi comuni, delle pseudo-scienze, con le religioni. Una (non) cultura creata e perpetuata da chi dirige la musica
del vivere quotidiano, perché solo uno stato di ignoranza
può garantire a questi
un ampio spazio di manovra, aiutati da una pigra sonnolenza di individui che non si curano di conoscere o credono che non valga la pena sforzarsi di capire le cose, accettando passivamente quello che il pensiero comune
suggerisce, contribuendo così al suo perpetuarsi. Per questo vengono elaborati e aggiornati programmi educativi
mirati al condizionamento attraverso tutti gli strumenti adatti, come la scuola, la chiesa e, in tempi moderni, i mass-media
. Purtroppo oggi il quarto potere
è in larga parte asservito ad editori
cui interessa il mantenimento dello stato di sonnolente apatia di questo gregge mansueto
. Per questo si diffondono sempre meno notizie e tutte ben selezionate e sempre più gossip, per distogliere l'attenzione dalle macro evidenze delle disfunzioni sociali, perché tutto deve scorrere entro gli angusti argini che servono a proteggere da ogni sussulto che potrebbe produrre una diffusa conoscenza
delle cose e provocare la rottura del sottile equilibrio del vivere comune. La conoscenza si può definire come la consapevolezza
e la comprenzione
di fatti, verità ed informazioni.
E' importante tenere presente il relativismo gnoseologico già posto da Protagora, per il quale l'uomo è la misura di tutte le cose
e frainteso forse da Socrate, che attribuì all'oggetto caratteristiche proprie e indipendenti dalle opinioni dei soggetti che lo esaminano o reinterpretato dal perfido
Platone in una forma di realismo in cui l'oggetto della conoscenza è indipendente dai soggetti conoscenti, rifiutando l'idea che la percezione fosse atta a conoscere. Per lui la conoscenza esiste ove esista un mondo immutabile che ne sia l'oggetto. Tale mondo, consiste nelle definizioni o concetti socratici dotati di sostanza e chiamati forme
o idee
conoscibili dalla ragione. Per Platone conoscenza
è possedere una credenza, supportata da un'argomentazione che trova il suo sostegno nelle idee.
Aristotele non accolse la teoria delle idee, ma accolse la struttura di credenza vera argomentata dal sapere, dove la giustificazione avviene mediante l'esperienza sensoriale e fornì nella LOGICA un metodo articolato per apprendere e costituire la conoscenza, modello che rimase di riferimento per più di duemila anni.
Fu coi razionalisti, quali Cartesio, Spinoza, Leibniz che il ragionamento deduttivo, fondato sull'autoevidenza degli assiomi veri divenne l'unica fonte e criterio per la conoscenza.
Ma questa posizione non spiegava gli errori, finché gli empiristi, principalmente Locke, Berkeley e Hume argomentarono la dipendenza del sapere dall'esperienza sensibile, nel cui unico ambito è possibile effettuare il controllo delle ipotesi ed in cui l'errore trova una sua spiegazione.
La certezza
usciva così dalla possibilità della conoscenza
nel senso che questa, come ho detto, si aggiorna e può cambiare ad ogni nuova scoperta, ma che resta l'unica vera conoscenza fino a che non ci saranno vere prove del suo contrario.
In sintesi, quali risposte ci suggeriscono le moderne conoscenze scientifiche sui tre annosi quesiti?
Prima di rispondere è necessario fissare nella memoria alcuni numeri:
In principio NON era il caos, ma una forza infinitamente grande in uno spazio infinitamente piccolo
. Circa 13 miliardi e 700 milioni di anni fa questa immensa energia si liberò esplodendo: fu il big bang
, il momento in cui questo universo iniziò a prendere forma e mutare espandendosi all'infinito.
Fu così che tutto si formò, come per esempio, circa 5 miliardi di anni fa, dall’esplosione di una o più supernove nelle vicinanze di un’estesa nube molecolare del Braccio di Orione, si addensarono e presero forma Il sole, la terra ed i pianeti, asteroidi e corpi ghiacciati del sistema solare, da Mercurio alla fascia di Kuiper, fino alla nube di Oort.
Tutto si formò casualmente, in un alternarsi di costruzione e distruzione, al contempo nell'aggregarsi di polvere di stelle
e nel suo disgregarsi, in uno scenario di immense e distruttive esplosioni e collisioni e, nello stesso tempo, di nascita di pianeti, di stelle, di galassie e di scomparsa di altre, fagocitate da immensi buchi neri dalla forza irresistibile, in una strana convivenza di tumulto ed equilibrio, di distruzione ed edificazione, di essere e non essere (questo forse è il caos menzionato nelle leggende più antiche).
In un tumultuoso e apocalittico bombardamento cosmico di meteoriti, da tutto l’universo giunsero sulla terra minerali e altre sostanze chimiche e, con le comete, arrivò la sostanza essenziale alla vita organica che noi conosciamo e che ci costituisce: l’acqua. L'acqua allo stato liquido comparve sulla terra in un periodo compreso tra i 4,4 miliardi ed i 2,7 miliardi di anni fa.
Fu da una strana miscela di questa con altri componenti (brodo primordiale), con la luce ed il calore e intense radiazioni cosmiche che si formò l’acido ribonucleico (RNA), che probabilmente assunse un ruolo chiave negli organismi primitivi prima del DNA. A favore di tale ipotesi c'è la capacità catalitica di alcune molecole di RNA (ribozima o RNA catalitico, in grado di catalizzare una reazione chimica) e una prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata da isotopi stabili e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di fotosintesi.
• dunque, Chi siamo? Se sapremo rispondere a questa domanda risponderemo facilmente anche alle altre. Ad oggi le conoscenze ci dicono che l'umanità cominciò a distinguersi nella propria genealogia circa 200.000 anni fa, dividendosi circa 150.000 anni fa, per circa 100.000 anni in due gruppi distinti che iniziarono ad evolvere in due specie differenti, prima che pochi superstiti dell'uno e dell'altro gruppo (scampati alla distruzione quasi totale, forse provocata dall'esplosione del vulcano Toba, avvenuta circa 70.000 anni fa) si riunificassero in un'unica specie, circa 40.000 anni fa, forse una volta lasciata l'Africa, come ha spiegato Doron Behar del Rambam Medical Center di Haifa, in una ricerca genetica condotta da un'equipe di scienziati internazionali e pubblicata sulla rivista scientifica American Journal ofr Human Genetics. Per quanto riguarda un altro aspetto di questo quesito, introdotto solo dalla nostra presunzione, supportata da santoni e filosofi ipocriti, e cioè se c’è e quale è lo scopo del nostro esistere, vorrei liquidarlo, come merita, in poche battute : non c’è altro scopo se non quello di tutte le entità biologiche e non biologiche del mondo e dell’universo: nessuno scopo, nessun motivo altro dalla casualità che tutto ha aggregato e formato.
• Da dove veniamo? Anche questo, almeno fino ad un certo punto (70-80.000 anni fa), è molto esaurientemente spiegato da Darwin e dagli scienziati evoluzionisti... Tutti gli esseri viventi, cioè i vegetali e gli animali che popolano ed hanno hanno popolato la terra (e , quindi, anche noi) hanno un antico antenato comune del quale tutti sono delle versioni modificate
e la riprova sta nella condivisione di geni fra tutti gli organismi, (può sembrare assurdo che condividiamo il 40% dei nostri geni con una banana!) Tanto sono stati imprevedibili l'evoluzione adattativa ed il caso (tecnicamente detto deriva genetica
), ovvero quelle mutazioni dovute a errori di campionamento
che producono divergenze fra gli stessi organismi anche in assenza di forze selettive
che producono in genere il cambiamento. Per quanto ci riguarda, nell'era dei mammiferi, iniziata dopo la scomparsa di dinosauri, circa 65.000.000 di anni fa, fecero la loro comparsa le scimmie del vecchio mondo
, ovvero quei primati, diversi