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Piccola enciclopedia delle Scienze occulte
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Ebook72 pages55 minutes

Piccola enciclopedia delle Scienze occulte

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Esistono in natura fenomeni che noi non conosciamo affatto o che conosciamo soltanto imperfettamente. Ciò non significa, però, che essi non sussistano. Negarli aprioristicamente, ciecamente, per puro spirito di negazione o, peggio, per quella sorta di ignoranza ringhiosa che non vuole essere istruita, varrebbe negare, solo perché non ce ne siamo fatta una visione personale, le onde elettriche e la radio,

Questo assurdo ha avuto, specie nel secolo passato, i suoi banditori ed i suoi profeti. Negatori per ragionamento, escludevano dal campo della loro indagine tutto ciò che non cadesse sotto il diretto controllo dei sensi o, almeno, di quei « sensi potenziati » che sono gli strumenti inventati dall’uomo per allargare il campo della sua sensibilità. Costoro si chiamarono materialisti.

Secondo i concetti materialisti ogni cosa nell’Universo è Materia o Energia. Ogni cosa, perciò, cade sotto il controllo dei sensi e degli strumenti. Il Sole manda calore e luce, un oggetto abbandonato a se stesso dalla finestra del quinto piano cade, certi delicatissimi strumenti captano emissioni elettriche nelle altissime regioni dell’atmosfera; dunque il sole, la gravitazione, i raggi cosmici esistono.

Il materialista non va più in là. Uomini di pur grande valore scientifico, come il Lombroso del quale diremo più innanzi, idolatri del metodo sperimentale, limitarono l’Universo alle sole manifestazioni sensibili. Che non fossero percepibili certe particolari manifestazioni della Vita solo perché ci mancavano gli strumenti adatti a percepirli non contava. Ciò bastava ad escludere decisamente dal campo scientifico ed a relegare in quello della ciarlataneria alcune manifestazioni che trascendevano la capacità umana di comprendere e di controllare. Coloro che avevano messo sul frontone del Tempio elevato alla Scienza la condanna del dogma (si chiama in filosofia dogma ogni verità che si dà per ammessa e per provata) s’erano resi schiavi a loro volta di un altro dogma: a furia di spalancare gli occhi per cercare la verità avevano finito per non vedere la verità che respirava intorno a loro. Verità esoterica, oscura, incerta, non per suo difetto, ma per difetto dei mezzi dei quali gli uomini dispongono e che non sono adatti a rivelarla.

Questo volumetto non è e non vuole essere un trattato di Spiritismo, nel senso che si attribuisce comunemente a questa parola né può, nonché affermare una verità che appare ancora molto oscura per essere espressa, neppure formulare una ipotesi. Si limiterà piuttosto a registrare fatti: provati e probabili, esaminati con quella serenità di giudizio che gli uomini — quelli di Scienza e gli altri — non dovrebbero mai escludere, durante le loro ricerche, spesso difficili e penose, nel campo tutt’altro che seminato di rose che è la Conoscenza.
LanguageItaliano
PublisherStargatebook
Release dateAug 3, 2015
ISBN9786050402766
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    Piccola enciclopedia delle Scienze occulte - Lea Schiavi

    Conoscenza.

    I.

    La credenza popolare ha sempre fatto gran conto delle manifestazioni ultraumane della vita. Gli incubi ed i succubi dei monaci del Medio Evo, i fantasmi e gli spiriti del popolino superstizioso non sono evidentemente che imperfette definizioni di fenomeni appartenenti ad un mondo ignoto, che non è il nostro nel quale viviamo la vita di ogni giorno e del quale, pure, senza averne coscienza, facciamo parte.

    Più recentemente una sorta di volgarizzazione dei primi concetti spiritici fu costituita dalle cosiddette « tavole giranti ». Un certo numero di persone si mette intorno ad un tavolino, con le mani lievemente appoggiate su esso, stabilisce la « catena », facendo cioè in modo che le mani degli astanti si sfiorino, si attenua la luce nella sala, uno degli astanti che assumerà la parte di « medio » si china sul tavolino ed invoca : « Spirito benedetto di... Se ci sei dà un colpo ». Silenzio, raccoglimento, una sorta di ansiosa e talvolta angosciosa aspettazione e, finalmente, il tavolino si muove : sarà generalmente un tavolino a tre gambe, leggero. Più o meno decisamente, a seconda della potenza del « medio », il tavolino si alza su due gambe, sollevando la terza, rimane per un attimo in bilico e ricade. La seduta è aperta. Il medio rivolgerà allora le sue domande ed il tavolino risponderà a colpi, con un alfabeto convenzionale.

    La pratica è rudimentale. Crediamo di poter affermare che, forse, non è neppure attendibile. Comunque è assai lontana da quella serietà, e da quella controllabile esattezza che potrebbero meritarle il titolo di esperienza. Non vogliamo con questo affermare che si tratti di trucchi volgari o di uno stupido gioco. I fenomeni, sia pure rudimentali, della levitazione, si verificano realmente, Esiste realmente fra gli astanti taluno dotato di qualità specialissime, assai probabilmente ignote a lui stesso, in virtù delle quali quelle manifestazioni si verificano. Ma, come abbiamo detto, manca a questo genere di sedute alcun controllo scientifico che permetta di dichiararle attendibili, più che non diremmo attendibile l’apparizione di un fantasma bianco, trascinante catene di ferro nelle sale di un vecchio castello disabitato.

    Ma ciò costituisce già una primissima prova, incerta e in realtà non decisiva, della esistenza di forze misteriose delle quali non abbiamo alcuna conoscenza. Sono esse, per tornare al caso della « tavola girante », nel « medio » o sono fuori di lui? È quello che cercheremo di vedere in questo capitolo.

    Esaminiamo, per esempio, un’altra categoria di fenomeni, rigorosamente controllati, questi, e pertanto ancora assolutamente oscuri. Intendiamo i fenomeni di fachirismo. Quando diciamo fachirismo non intendiamo già la ciarlataneria di alcuni « artisti » di varietà che si sono prodotti anche sui palcoscenici italiani, sbalordendo le folle con « esperimenti » che con il fachirismo non avevano nulla a che fare. Vogliamo parlare dei fachiri indiani: uomini di grande sapere, guru, buddisti macerati nel corpo dai lunghi digiuni, con la mente perduta nella contemplazione dei supremi problemi della vita e della mote i quali hanno forse, soli, più sicuramente degli scienziati europei, raggiunta la soglia dell’enorme mistero. Parrebbe ch’essi avessero, soli fra tutti gli uomini, e fra tutti privilegiata, imparato a dominare le misteriose forze onde la vita deriva. La Scienza — intendiamo la Scienza nostra, materialistica — ha frugato l’Universo coi suoi telescopi, ha misurato il volume delle stelle più lontane, ne ha calcolato il peso e ne ha stabilita l’analisi chimica, ha sminuzzato la molecola in atomi, ha sbriciolato gli atomi in elettroni che ha veduto ruotare intorno al loro protone, ha frugato col suo microscopio la vita intima della cellula, ne ha studiate tutte le manifestazioni, l’ha veduta crescere, riprodursi, morire,... ma s’è fermata sulla soglia della morte, incapace di comprendere e di procedere più oltre. È vero che il biologo può precisare con assoluta certezza tutte le modificazioni e tutte le combinazioni chimiche, attraverso le quali la cellula vivente, sopraggiunta la morte, si trasforma in corpi semplici e composti : idrogeno, carbonio, ecc, Potrebbe anche, e forse lo ha fatto, procedendo per sintesi, fabbricare una cellula in tutto simile alla cellula viva. Ma non potrebbe fare di più. Ma quella forza misteriosa che anima la cellula vivente, che provoca i moti del suo protoplasma, che la conduce a maturanza, che le permette di dar vita ad altre cellule in tutto simili, no. Egli non la conosce. La chiama Vita e non può dir nulla di più, sbigottito di fronte alla immensità del mistero.

    Racconta H, Osborne in un suo volume sull’India che, alla corte del raja Rundjet-Ling, aveva conosciuto un fachiro, il quale affermava di poter rimanere

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