Il Crante Maco Mannaro
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Anteprima del libro
Il Crante Maco Mannaro - Gennaro Loffredo
Gennaro Loffredo
Gennaro è...
Il Crante Maco Mannaro
Tra l’aldilà e l’aldiquaqquaraquà
Genere comico
© Copyright 2015 Gennaro Loffredo
Tutti i diritti sono riservati
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Il Crante Maco Mannaro;
Open Arms.
Questa è un’opera di fantasia. Personaggi, luoghi e vicende citate sono invenzioni dell’autore.
Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse è casuale o narrata in chiave ironica.
L'autore, secondo il proprio stile di scrittura, ha curato personalmente la correzione e l’editing del testo.
Prefazione
Maghi, santoni, cartomanti, chiaroveggenti, chiromanti, guaritori... sono i bizzarri personaggi che hanno spopolato alla televisione nel corso dell’ultimo ventennio. Poi, come per magia, spariti, dissolti, volatilizzati.
A subentrare ad essi – poiché il popolino ha sempre bisogno di credere in qualcosa di tangibile
– ci hanno pensato i fautori dei numeri del lotto; una sorta di evoluzione mediatica di chi prevede e promette. C’è chi addirittura si vanta di adottare un metodo scientifico nell’azzeccare i numeri vincenti e chi, invece, più semplicemente si limita a contattare le anime dei defunti.
In questo contesto si inserisce una nuova figura: il mago mannaro. Un personaggio che racchiude in sé il non plus ultra dei poteri; colui che abbraccia le superstizioni in tutte le loro sfaccettature. A dispetto di una specifica fede, egli si erge ad onnipotente; elargisce consigli e fa previsioni per tutte le tasche; distribuisce filtri e talismani estremamente personalizzati e pretende di farsi pagare in vecchie lire, in quanto, a detta sua, l’euro non vale un’emerita mazza.
Rozzo, vecchio, di poca cultura, perennemente infreddolito, egli rappresenta il prototipo del mago a tutto tondo, eppure... c’è qualcosa che lo contraddistingue: chiamatela ingenuità, perché è proprio questa a strappare un sorriso al lettore ormai vaccinato agli intrallazzi.
La sua schiettezza, il suo essere fuori dal tempo e dagli schemi, la voglia di esprimere la propria filosofia in ogni campo, dalla politica alla religione, dall’artista alla soubrette del momento, fanno di lui un personaggio estremamente originale ed esilarante.
Buon divertimento!
Gennaro.
Cenni di grammatica mannara
Il modo di esprimersi del mago mannaro richiederebbe uno studio approfondito da parte dei puristi della lingua italiana. Premesso che nella grammatica mannara non vi sono delle regole ben determinate, né di forme strutturali sempre valide, è tuttavia possibile delinearne un profilo sommario che possa facilitare la comprensione.
Le consonanti labiali occlusive (b-p) possono essere invertite:
Es. bene/pene; bravo/pravo. Meno frequente l’inverso: partire/bartire.
La consonante labiale nasale (m) rimane più o meno invariata.
Le consonanti labiodentali spiranti (f-v) possono essere invertite. La lettera f, in particolare può essere soggetta a diverse trasformazioni e prendere in prestito combinazioni di lettere tra le quali le anglosassoni ph:
Es. fidarsi/phidarsi; vincere/fingere.
Le consonanti dentali occlusive (t-d) possono essere invertite, in special modo lo scambio è frequente quando andrebbe utilizzata la (d):
Es. dimmi/timmi; dovresti/tovresti; viceversa: trattore/drattore.
Le consonanti alveolari sibilanti (s sorda, s sonora), le liquide (l laterale, r vibrante), la nasale (n sonora), le semiocclusive (z sorda, z sonora) raramente subiscono variazioni.
Le consonanti palatali (c-g) sono spesso invertite:
Es. ciliegia/giliegia; giorno/ciorno. Le sibilanti (sc), le liquide (gl) e le nasali (gn) possono risultare invariate.
Le consonanti velari (c-g) subiscono le stesse variazioni delle omonime palatali:
Es. cane/gane; gatto/catto.
La velare sorda (q) è spesso sostituita dalla velare (c) e viceversa:
Es. quadro/cuadro; cuore/quore.
Nb. Negli esempi di cui sopra abbiamo preferito limitarci allo scambio tra le sole lettere interessate; in realtà, all’interno di una parola potranno esserci più variazioni.
Genere e numero.
Spesso nel linguaggio adottato dal mago ci troveremo di fronte ad un’inversione di generi:
Es. la mamma/il mamma (la mammo); il papà/la papà (lo papà);
Es.2 vi adoro tutti quanti/vi adoro tutti quante (tutte quante).
Per quanto concerne il numero (sing-plur):
Es. io sono andato a scuola/io sono andati a scuola (io siamo andato a scuola).
Scambio di ausiliari.
Es. sono andato a Napoli/ho andato a Napoli.
Intercalari (così come pronunciati).
Possipilmente (possibilmente); me stesso metesimo (medesimo);
Preposizioni.
Tra le preposizioni utilizzate, (di -anteposta al verbo) fa sovente la sua comparsa:
Es. dovresti fare quel viaggio/dovresti di fare quel viaggio.
Le preposizioni (per-in-con) sono spesso troncate:
Es. per andare a casa/pe’andare a casa;
Es.2 mi trovo in compagnia/mi trovo i compagnia
Es.3 ceno con Giorgia/ceno co’Giorgia.
Stessa sorte per alcune preposizioni articolate:
Es. il pelo del cane/il pelo de’ccane (raddoppio della prima consonante che segue la preposizione troncata).
Come nasce un mago
Indossa una veste da camera blu elettrico, inforca un paio di occhiali da lettura che utilizza anche per vedere il mondo; una sciarpa a strisce gli avvolge il capo sormontato da un lungo cappello di lana nera.
Mi accoglie nel suo studiolo e mi fa accomodare di fronte alla sua scrivania.
L’ambiente è tetro, freddo, da alchimista: filtri, ampolle, sfere di cristallo, carte napoletane, vecchi tomi ricolmi di formule che solo lui è in grado di decifrare. In un angolo alla mia destra un camino che arde, e sopra una marmitta che bolle: emana un fetore insopportabile. Non so se e quanto resisterò.
Gli sorrido: «Sono venuto per l’intervista», esordisco timidamente, sforzandomi di respirare quel tanto che basta per non crepare asfissiato.
«Ellosò», ribatte, «ca se no che maco sarei? Tu sei avvenuto pe’ffarmi quacche tomanta sopra ti me stesso metesimo.»
Ha ragione! Ma come diamine