Agrienergie. Reddito, sostenibilità, nuovi scenari competitivi
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Agrienergie. Reddito, sostenibilità, nuovi scenari competitivi - Emanuele Fontana
Introduzione
Energia rinnovabile è il desiderio di dare un volto umano a ciò che sembra indispensabile ma sporco
, ineludibile ma pervaso di cattivi interessi giocati dietro allo sfruttamento di uomini e natura. Accendiamo la luce e dietro all’interruttore immaginiamo formiche umane che popolano centrali inquinanti, fumi carichi di veleni, territori strappati alla pulizia arcadica di campi e valli, un sudario di polveri nere che avvolge i malcapitati figli di terre sfortunate e sfruttate. E poi denaro, potere e guerre, interessi, politica. Ed è tutto vero, almeno parzialmente.
Energia rinnovabile è il concetto che a tutti piace per pulire un po’ la nostra coscienza dietro ai nostri consumi e ai nostri apparati energivori, alle nostre abitudini e ai nostri sprechi. In questo settore riusciamo a fare di tutto e il suo contrario, concepiamo la normativa europea 20 + 20 + 20, ci costringiamo a una prospettiva virtuosa e poi opponiamo vigorosa resistenza attraverso lobbies recalcitranti. E così si instaura un errore concettuale che rende complicato lo sviluppo proprio delle Energie rinnovabili: si trasforma un concetto tecnologico e di sviluppo complementare in ideologia. Sposare in modo acritico le rinnovabili è parte di quella pulizia della coscienza, trasformarle in ideologia porta a contrasti e resistenze. Invece le Energie rinnovabili dovrebbero divenire una filosofia che si sposa con la tecnologia e quindi in un percorso virtuoso che non nega ma accompagna le fonti energetiche tradizionali, a esse si affianca e piano piano si impone per intelligenza e costi, per capacità e per economie ambientali.
In Italia abbiamo scelto il gas dove altre nazioni hanno preferito il sole e il vento. Abbiamo pagato un ritardo importante e poi con un guizzo atletico ci siamo imposti tra i primi al mondo drogando il mercato con incentivi importanti che vedono oggi le compagini governative ripiegare verso più miti impieghi economici. E così lo slancio economico delle Energie rinnovabili si affievolisce e la fiducia verso un settore in rapida crescita si deprime scommettendo in un fatale declino. Alti incentivi hanno prodotto alti investimenti alla ricerca di alte speculazioni, grandi centrali fotovoltaiche ed eoliche anziché stabilizzare in assoluto la generazione diffusa domestica e aziendale per autoconsumo con scambio sul posto. Difficoltà di reperire finanziamenti e una burocrazia asfissiante, ovvero resistenze strutturali, unitamente a un susseguirsi di decreti, hanno incentivato i grandi investimenti più che a una diffusa cultura delle energie rinnovabili. Nonostante tutto a oggi si contano quasi 400.000 impianti fotovoltaici e molte pale eoliche.
In ogni caso gli incentivi statali hanno generato cultura e capacità aziendali costruendo un comparto tecnologicamente valido fatto di progettisti, installatori, operatori finanziari, importatori e produttori. Oggi speriamo che tutto il know how acquisito dia stabilità a un settore che deve crescere in modo organico e sostenibile per tutti. Aziende tedesche stanno pianificando grandi centrali fotovoltaiche in Sicilia rinunciando agli incentivi statali poiché nell’isola è già in grid parity
, ovvero è già conveniente. E questa convenienza si estenderà a tutta Italia nei prossimi mesi con l’abbassarsi dei costi dei pannelli. Non solo, se gli impianti FER potranno usufruire degli sgravi fiscali nelle ristrutturazioni domestiche allora è già molto conveniente installarli magari in combinazione con pompe di calore. O accumulando energia attraverso pile innovative e utilizzandola nelle ore non solari.
Insomma siamo all’ingresso dell’età della consapevolezza dell’energia rinnovabile. E il mondo agricolo ne sarà ancora di più l’alfiere poiché esso si fonda sul concetto di energia e da essa trae nutrimento e ragione. L’agricoltura è strutturalmente in prima linea nel mondo delle FER e in questo settore può trarre integrazione economica e redditività costante anche se dovrà farsi carico di un livello di apprendimento tecnologico nuovo e non effimero come, fino a oggi, è stato lo sviluppo fotovoltaico legato alle speculazioni di soggetti terzi. Il mondo agricolo, e domestico, sarà la nuova e antica frontiera dell’Energia rinnovabile, fuori dalla retorica e dall’ideologia. Si attende una consapevolezza vera del problema e il futuro non potrà che essere positivo.
Marco Cestelli
Amministratore RENER
Capitolo 1 – Le fonti di energia rinnovabile
1.1. Fonti di energia rinnovabili (FER)
Una stima abbastanza attendibile ci dice che la quantità di energia potenzialmente producibile ogni giorno dai quattro elementi, sole, acqua, aria (vento) e terra sia grosso modo di 15.000 volte superiore a quella che viene quotidianamente consumata dall’umanità intera sotto forma di energia fossile e nucleare.
Un’enorme massa di energia potenzialmente a disposizione di tutti gli abitanti del pianeta è pertanto a portata di mano sia in termini tecnologici che in termini di facilità di fruizione. Ogni giorno, di ogni anno, di ogni secolo, perlomeno fino a che il sole continuerà a funzionare.
Dal lato tecnologico è indubbio che con il XXI secolo siamo entrati in una fase di maturazione di tecnologie elaborate a partire da conoscenze secolari a loro volta implementate sperimentalmente soprattutto a partire dalla fine del 1800. Oggi siamo in grado di carpire e immagazzinare energia proveniente da sole, acqua, aria in modo sempre più efficiente, con sistemi sicuri ed efficaci.
Per avere idea della portata del fenomeno FER (fonti rinnovabili) è necessario dare un breve sguardo alla produzione internazionale.
A livello mondo i dati più aggiornati (2010)(1) riportano valori assolutamente significativi per numero di potenza installata, numerosità impianti, sviluppo tecnologico applicato alle problematiche più disparate.
La capacità installata è cresciuta sul 2009 del 72% nel fotovoltaico, 25% nell’eolico, 77% nel solare termodinamico e del 16% nel solare termico.
Grafico 1. Consumi finali mondiali 2010.
Nel complesso nel 2010 l’energia rinnovabile ha soddisfatto il 16% del consumo totale di energia mondiale e quasi il 20% di produzione di elettricità.
In termini di risorse finanziarie investite, rispetto al 2009, la green economy ha aumentato il proprio budget del 20%. Se confrontati con gli importi investiti nel 2004 a oggi il dato è quadruplicato.
I dati 2010 consolidati quantificano il monte investimenti in 211 miliardi di dollari.
Grafico 2. Generazione elettrica mondiale 2010.
La definizione di green economy riguarda generalmente tutte le FER, cioè matrici che alimentano processi di produzione di energia legate a iniziative in ambito industriali, servizi o agricoltura. Quest’ultimo perimetro è quello sul quale interessa concentrare l’attenzione di questo lavoro. Attenzione che si concentrerà sulla capacità di generare business multifunzionale per l’agricoltura muovendo dalla prioritaria capacità di autosufficienza energetica.
Sul totale della produzione agricola (cereali, legumi, piante da olio, verdura e frutta) il 60% è destinato al consumo umano, il 35% all’industria della trasformazione per la realizzazione di mangimi animali e il 5% all’industria, compresa quella dei biocarburanti (2%). Capire come si evolveranno queste percentuali nei prossimi anni è fondamentale per avere idea in via prioritaria del soddisfacimento della domanda alimentare mondiale e successivamente della quantificazione del fenomeno FER in ambito primario.
1.2. Sistemi di produzioni di energia da matrice rinnovabile
Una breve ricognizione dei sistemi di mono o pluri generazione di energia alimentati da fonti rinnovabili (FER) muove dalle definizioni riscontrabili nelle disposizioni normative sia a livello di diritto interno che internazionale.
L’applicazione in Italia del repertorio normativo europeo circa le fonti rinnovabili e le modalità di gestione del sistema energetico ha posto anche le basi per la creazione di un ambito specifico del diritto ambientale: il diritto dell’energia.
Esso considera una serie di problematiche legate all’approvvigionamento delle fonti, la loro tutela e la loro valorizzazione, la gestione degli impianti e delle reti, la corretta qualificazione degli operatori e la definizione di come operare nel settore dell’energia.
I postulati tecnici all’interno del sistema normativo consentono perciò di muoverci senza indugio nella classificazione delle fonti e dei dispositivi di sfruttamento.
A monte della normativa nazionale vigono una serie di definizioni provenienti dalla disciplina europea e in particolare la Direttiva 2003/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 26 giugno 2003.
In particolare al punto 30 dell’articolo 2 le fonti energetiche rinnovabili sono:
fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione, biogas)
.
A completamento del processo di individuazione e definizione delle fonti vigono recentemente i dispositivi Comunitari che compongono il cosiddetto pacchetto clima/energia.
Di seguito ne viene data nota solo per completezza di trattazione.
– Direttiva 2009/28/CE. Stabilisce un nuovo quadro comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili.
– Direttiva 2009/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio Europeo. Perfeziona ed estende il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra secondo l’accordo di Kyoto del 1997.
– Direttiva 2009/30/CE. Fissa le specifiche tecniche per i carburanti.
– Direttiva 2009/31/CE. Fissa i termini per lo stoccaggio sicuro di biossido di carbonio (CO2).
– Regolamento CE 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio Europeo. Definisce i livelli di emissioni delle autovetture nuove.
La Direttiva 2009/28/CE prevede la realizzazione di Piani di Azione Nazionali con una scadenza e degli obiettivi ormai noti riassunti nei punti sottostanti.
– ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20%;
– aumentare la quota di energie rinnovabili al 20%;
– migliorare l’efficienza energetica del 20%.
Sulla base della Direttiva richiamata il Governo italiano ha stilato il PAN (Piano di Azione Nazionale) per le energie rinnovabili, laddove vengono programmate azioni ai fini del raggiungimento di obiettivi di sviluppo e utilizzo delle fonti fino alla data appunto del 2020(2).
In sintesi il documento elabora degli obiettivi strategici di base ai quali dare seguito con specifiche strategie.
1) la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, data l’elevata dipendenza dalle importazioni di fonti di energia;
2) la riduzione delle emissioni di gas clima alteranti, data la necessità di portare l’economia italiana su una traiettoria strutturale di riduzione delle emissioni e di rispondere degli impegni assunti in tal senso dal Governo a livello europeo e internazionale;
3) il miglioramento della competitività dell’industria manifatturiera nazionale attraverso il sostegno alla domanda di tecnologie rinnovabili e lo sviluppo di politiche di innovazione tecnologica.
Il PAN è a sua volta declinato nella Strategia Energetica Nazionale, applicata attraverso un insieme di dispositivi legislativi e regolamentari del Governo che dal 2009 in avanti hanno più volte richiamato e applicato i punti strategici intervenendo praticamente in tutti i settori delle energie rinnovabili(3).
Le definizioni, l’accenno alla strategia nazionale e i dispositivi richiamati ci servono per procedere a una tassonomia delle fonti e dei sistemi dalla quale sviluppare la trattazione delle fonti di energia rinnovabili del mondo agricolo.
Fotovoltaico
Sistema di produzione di energia elettrica basato sulla conversione di energia associata alla radiazione solare in energia elettrica continua. Viene poi trasformata in alternata grazie all’azione di uno o più invertitori e immessa in rete o consumata. La cattura dei raggi solari avviene grazie all’effetto fotovoltaico proprio di materiali semiconduttori come il silicio (il più utilizzato).
L’impianto si basa sulla cella fotovoltaica assemblata in pannelli ottimizzati per la concentrazione dell’energia da trasformare.
La componentistica di un impianto ottimale è rappresentata da pannelli fotovoltaici che producono corrente continua, inverter che trasforma la corrente da continua in alternata, contatori di produzione e immissione in rete allacciati a un trasformatore.
Un ipotetico impianto può essere localizzato su edificio o su terreno, la discriminante è ovviamente la dimensione dell’impianto e la capacità di sfruttare in modo ottimale l’irraggiamento medio solare sulla superficie interessata. Esistono anche impianti a inseguimento, capaci di orientare la disposizione di pannelli nella posizione ottimale in modo dinamico.
L’energia solare può anche essere convertita in solo calore, in questo caso l’impianto è di dimensioni molto contenute e si parla di solare termodinamico con propria tecnologia specifica piuttosto che di fotovoltaico(4).
Per avere idea del potenziale di produzione energetica da fotovoltaico in Italia viene proposta la mappa estratta dalla pubblicazione Rapporto Statistico 2011 Solare Fotovoltaico elaborato dal Gestore Servizi Elettrici pubblicato il 14 maggio 2012.
I dati sono una serie storica che va dal 1981 al 2000. Indicano chiaramente la potenza in kWh per metro quadro eventualmente sfruttabile con impianti fotovoltaici.
I dati vengono riportati in media senza tener conto della disposizione ottimale su superfici piane a terra o su edifici.
Dai dati storici e dall’ampia bibliografia sull’argomento viene desunta una potenzialità media su tutto il territorio italiano che si aggira da 1000 kWh a 1400 kWh per ogni kW di potenza nominale installata, in condizioni ottimali di orientamento. Sulla base di queste premesse vengono proiettati i dati relativi alle caratteristiche di fruibilità e sostenibilità degli impianti.
I dati del Rapporto sono stati attualizzati con quelli dei contatori fotovoltaici pubblicati direttamente nel sito http://www.gse.it. I dati aggiornatissimi si riferiscono alla numerosità di impianti e potenze rispetto ai primi quattro Conti Energia emanati dal Governo.
Attualmente in Italia la potenza installata complessiva ammonta 13.150.270 kW distribuiti su 345.879 impianti allacciati alla rete elettrica (dati maggio 2012). Il contatore fotovoltaico del GSE