La riforma della Rai - approveRai o ti indigneRai?
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La riforma della Rai - approveRai o ti indigneRai? - Adriano Colafrancesco
Adriano Colafrancesco
La riforma della Rai
Adriano Colafrancesco
La riforma della Rai
approveRai o ti indigneRai?
La riforma della RAI è imminente. Così annuncia il governo. Una passeggiata in Europa, l’ascolto di voci di chi vive all’interno dell’azienda, una ricostruzione storica, rapida ma significativa, di com’è nata e si è sviluppata quella che è da tutti riconosciuta come una anomalia
tutta italiana, torneranno utili per valutare l’adeguatezza delle soluzioni che sono in arrivo. Ad arricchire il quadro le voci autorevoli e competenti di Udo Gumpel, Loris Mazzetti, Lorella Zanardo, Giovanni Anversa, Gian Mario Gillio, Nicola D’Angelo e Vincenzo Vita. Cosa aspettarsi per risollevare un servizio pubblico televisivo col complesso della televisione commerciale, è il tema del libro. Cambierà qualche cosa? Staremo a vedere, ma non ci limiteremo a osservare! Questo instant enriched ebook
è solo la prima puntata di una fiction del tutto speciale. Arrivederci, per ora, e buona lettura.
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Indice
Saluto di benvenuto
Premessa
Una passeggiata in Europa
Le voci di dentro
Il Servizio Pubblico Televisivo che c’è
Il Servizio Pubblico che non c’è
Le funzioni di garanzia nel servizio pubblico televisivo
Conclusioni
Contributi
Rai Servizio Pubblico Multimediale
Udo Gumpel
Loris Mazzetti
Lorella Zanardo
Giovanni Anversa
Gian Mario Gillio
Nicola D’Angelo
Vincenzo Vita
Saluto di benvenuto
"L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione. Deviare l’attenzione del pubblico dai problemi che contano. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato! ….senza nessun tempo per riflettere!"
Avram Noam Chomsky
Finché non ci libereremo della dittatura della cattiva
televisione, non saremo mai liberi.
(in videoteca)
La dittatura della televisione
https://www.youtube.com/watch?v=KzhFPasG4i0
Premessa
Le ragioni di un instant enriched ebook
Conviviamo – tutti, nessuno escluso - con un mostro in casa, senza rendercene conto. Un mostro tentacolare solitamente ramificato in salotto, cucina e studio, ma molto spesso anche in camera da letto e persino in gabinetto. Un mostro che si nutre ogni giorno del nostro pensiero libero e del nostro senso critico, mentre finge di rendersi utile facendoci compagnia.
Parliamo, ovviamente, della televisione. Anzi, del televisore, l’elettrodomestico più amato dagli italiani
che ha occupato e occupa ancora un posto privilegiato, al centro della vita quotidiana delle famiglie di sempre, malgrado l’avvento delle nuove tecnologie.
Quanto a queste ultime, precisiamo subito che quando parliamo di centralità della televisione come medium capace di grande influenza sociale, non intendiamo affatto sminuirne il crescente avvento. Ma queste sia per ragioni generazionali - molto sbilanciate sul target della popolazione più giovane - che strutturali - sviluppate con i ritardi e le mancanze di copertura territoriali note a tutti, nel nostro paese - sono ancora molto lontane dall’affermarsi, come è stato per la televisione, e accreditarsi per indiscutibile autorevolezza.
Della rete, in particolare del rapporto tra rete e tv, parleremo più avanti. Qui ci preme solo osservare che di lei ci siamo serviti, come vedrete, per supportare contenuti e argomenti affrontati nell’opera.
Ma anzitutto ci preme ribadire le ragioni fondamentali di questo enriched-ebook – cliccabile
strada facendo, al termine di ciascun capitolo - essenzialmente legate a vicende di grande attualità e, senza affatto esagerare, enorme rilevanza sociale.
Ci riferiamo alle recentissime dichiarazioni del governo di voler mettere mano alla riforma del servizio pubblico televisivo del nostro paese. Parliamo cioè dell’intenzione di risolvere finalmente quella che da più parti e da tempo immemorabile è ritenuta essere una grave anomalia
tutta italiana.
Su questa verità non v’è alcun dubbio! A testimoniare l’esistenza dell’anomalia valgono non già le parole di improbabili avversari di sistema faziosi e critici, ma piuttosto quelle di tantissimi protagonisti della scena politica di tutti gli schieramenti e quelle di tante personalità delle più disparate estrazioni.
In testa a tutti il giovane neo presidente del PD, Matteo Orfini, tutt’altro che solo.
Da Fabio Granata a Nichi Vendola, dalla storica figura di Ettore Bernabei ai più attuali direttori di testata della Rai, da giornalisti di lungo corso a giornalisti di nuova leva, da rappresentanti di movimenti e associazioni di cittadini al variegato mondo degli artisti e dei produttori di contenuti televisivi, il coro è unanime: non abbiamo, nel nostro paese, un servizio pubblico televisivo realmente degno di tale definizione.
Qui, subito appresso, un quiz della migliore tradizione televisiva serale, intitolato "indovina chi ha detto cosa", con tanto di soluzione e risposta, ci farà capire ancora di più il carattere di indistinta e totale convergenza di tutti su questo assunto di base.
Quiz - "chi ha detto cosa: A, B, C o D
La scelta è fra Fabio Granata, Nichi Vendola, Ettore Bernabei e Marcello Masi
A) Credo che oggi la Rai sia da riformare radicalmente;
B) Credo che oggi sia arrivato il momento di restituire il valore di servizio pubblico al 100% a tutti i prodotti Rai;
C) In questi anni, la Rai è stata umiliata da un’occupazione selvaggia;
D) Fino ad oggi c’è stata poca informazione sulla natura di questi mezzi e su chi ne ha approfittato non per formare ma per disinformare e deformare l’opinione pubblica.
Soluzione e risposta - Non preoccupatevi se avete avuto difficoltà a distinguere. Il motivo c’è ed è molto semplice: a prescindere da orientamento politico, età, ruolo ricoperto nel mondo della comunicazione o altro, tutti sono concordi nella asserzione di latitanza del servizio pubblico televisivo nel nostro paese e tutti, più o meno esplicitamente, sono d’accordo sulla cosa in assoluto più grave: il sistema dell’informazione televisiva in Italia è caratterizzato da un gigantesco, intollerabile conflitto di interessi che attraversa il Parlamento da destra, con l’ingombrante figura di chi ha fatto della televisione il mezzo per la propria affermazione politica, a sinistra con imbarazzanti figure che per difendere le proprie tribune di parte, hanno consentito e convissuto con tanto solare, quanto impudico, scandalo a danno dei cittadini utenti, che non ha eguali nel mondo.
Come se non bastasse, ad aggiungere ragioni a ragioni, l’inquietante segnale che viene dalle cronache dell’ultima ora che parlano di importanti cessioni di quote di controllo dell’asset infrastrutturale Rai Way, evento le cui conseguenze sono fotografate dall’impeccabile articolo che riportiamo di seguito nelle parti essenziali di nostro interesse.
I Nazarenzi (Marco Travaglio)
Il Fatto Quotidiano del 25/2/2015
Bella la battuta di Bersani: Ora il Milan si comprerà l’Inter
. Ma un po’ riduttiva: l’Opa di Mediaset su Rai Way è come se il Milan si comprasse tutte le altre squadre, la Lega Calcio, la Federcalcio e anche tutti gli stadi, le bandiere, le bandierine e naturalmente gli arbitri. Con la differenza che B. la Rai la controlla già, avendo la maggioranza in Cda (do you remember Verro?), e anche in Agcom. Mediaset è sua. E ora, se va in porto l’assalto concordato alle antenne di Ray Way, messe sul mercato