La successione a tempo
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Nella ricostruzione del fenomeno successorio la letteratura giuridica evoca spesso l’idea del susseguirsi nel tempo di determinati atti o fatti; tuttavia, l’inquadramento del fenomeno giuridico in chiave temporale risente di un difetto di approfondimento.
Quid est ergo tempus?
La filosofia e la fisica elaborarono teorie volte a fornire nuove risposte alla domanda agostiniana, tentando di distinguere il tempo spazializzato della fisica, che obbedisce a una successione lineare, dal concetto di tempo inteso come durata, riferito alla vita, che muta continuamente e cresce su se stesso.
Il tempo oggettivo, legato alla coscienza del tempo (Zeitbewußtsein) si rinnova continuamente attraverso la coscienza del passato e la memoria conferisce continuità lineare al movimento del tempo.
Sulla esatta portata dello spostamento (riectus: susseguirsi) nel tempo di determinati fatti, la dottrina ha da sempre cercato di chiarire il modo con cui opera la successione, al fine di rendere oggettivo il subentrare di un soggetto nella situazione giuridica di un altro soggetto.
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Anteprima del libro
La successione a tempo - Michele Mondello
Michele Mondello
La successione a tempo
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Ringraziamenti
Ai miei genitori che hanno sempre creduto in me
Indice
Ringraziamenti
Premessa
Capitolo I - Successione e concetti affini
1. Successione e trasferimento
2. Successione e acquisto
3. Successione e surrogazione
4. Successione e sostituzione
5. Successione e vicenda
6. Successione e durata
Capitolo II - La successione nel tempo
1. Origine storica e sviluppo del diritto successorio
2. Profilo storico della successione necessaria
Capitolo III - Successione necessaria e tutela dei legittimari
1. Diritto successorio e diritto di famiglia
2. La natura giuridica della successione necessaria
3. Legittimario erede
4. I legittimari
5. Successione dei legittimari e autonomia privata
6. L’azione di riduzione
7. Spunti di diritto comparato
8. L’interesse alla stabilità dei trasferimenti di ricchezza familiare
Capitolo IV - Crisi della successione nel post moderno e motivi dell’inadeguatezza dell’attuale disciplina
1. Le ragioni della crescente complessità del diritto successorio
2. La crisi del testamento e gli strumenti alternativi
3. Il patto di famiglia
4. La temporaneità del patto di famiglia
5. Il tempo della trasmissione dell’eredità
Capitolo V - La teoria della successione a tempo
1. La successione nel tempo
2. Continuo e discontinuo
3. Diritto e realtà temporale
4. Diritto successorio e tempo
5. Continuità e discontinuità
6. La soggettività nel tempo
7. La soggettività e le soggettività
8. Successione universale e successione particolare
Capitolo VI - Prospettive di riforma
1. Abrogazione del divieto dei patti successori
2. La Successione a tempo
Note
Premessa
Il termine successione, inteso in senso ampio, richiama una serie di fenomeni che hanno l’effetto di produrre il passaggio di un diritto in capo ad un soggetto diverso dal precedente titolare.
Nella ricostruzione del fenomeno successorio la letteratura giuridica evoca spesso l’idea del susseguirsi nel tempo[1] di determinati atti o fatti[2]; tuttavia, l’inquadramento del fenomeno giuridico in chiave temporale risente di un difetto di approfondimento.
Quid est ergo tempus?
La filosofia e la fisica elaborarono teorie volte a fornire nuove risposte alla domanda agostiniana, tentando di distinguere il tempo spazializzato della fisica, che obbedisce a una successione lineare, dal concetto di tempo inteso come durata, riferito alla vita, che muta continuamente e cresce su se stesso[3].
Il tempo oggettivo, legato alla coscienza del tempo (Zeitbewußtsein) si rinnova continuamente attraverso la coscienza del passato[4] e la memoria conferisce continuità lineare al movimento del tempo.
Sulla esatta portata dello spostamento (riectus: susseguirsi) nel tempo di determinati fatti, la dottrina ha da sempre cercato di chiarire il modo con cui opera la successione, al fine di rendere oggettivo il subentrare di un soggetto nella situazione giuridica di un altro soggetto.
L’attuale concetto giuridico di successione risente delle elaborazioni concettuali di quanti hanno studiato il fenomeno sotto diverse prospettive.
La dottrina che si è occupata di studiare la successione di posizioni giuridiche soggettive ha approfondito, in particolare, l’istituto inteso come strumento che consente il passaggio di un diritto soggettivo (reictus, della situazione giuridica attiva e passiva) nella sfera giuridica di altro diverso soggetto, evidenziando talvolta aspetti legati ai soggetti coinvolti ed altre volte mostra come, attraverso tale strumento, l’ordinamento permette il prodursi di effetti che si modulano in ragione della fonte (legge o testamento) dalla quale la successione trae fondamento.
La speculazione scientifica sulla nozione di successione mette in risalto il differente grado d’interesse che i soggetti coinvolti nella vicenda concentrano attorno al passaggio del diritto soggettivo nella sfera giuridica del destinatario.
Le esigenze che ruotano attorno alle nuove figure di derivazione europea spingono il legislatore nazionale verso soluzioni che portano l’interprete ad una riconsiderazione dell’istituto della successione in termini nuovi. È mutato il quadro dei valori e degli interessi che ruotano attorno all’istituto della successione e, sebbene, quest’ultimo non abbia subito direttamente modifiche tali da alterarne l’intima struttura, l’interprete è posto davanti ad una modifica delle norme collaterali, in una misura tale da incidere indirettamente sulla struttura stessa dell’istituto.
Il proliferare di regole nuove costringe l’interprete a compiere operazioni di recupero della coerenza del sistema, sacrificando la natura degli istituti coinvolti.
Su questa tendenza si inseriscono gli interventi del legislatore in materia di azione di riduzione contro gli aventi causa dei donatari. Si segnala l’estrema difficoltà incontrata dal legislatore nel realizzare un contemperamento di interessi disomogenei. Non va esente da critiche lo strumento della trascrizione scelto dal legislatore, che non appare appropriato alla risoluzione dei conflitti tra più aventi causa. È evidente la difficoltà di coniugare interessi tanto eterogenei sul piano sostanziale, tanto che la resa è arrivata attraverso la manifesta incapacità di coniugare il diritto alla legittima con quello degli acquirenti di beni di provenienza donativa.
La liberalità viene svuotata di contenuto ed il destinatario del trasferimento a titolo gratuito sconta un pregiudizio non altrimenti evitabile se non attraverso il ricorso ad uno strumento, la trascrizione, piegato alle esigenze diverse da quelle per le quali risulta deputato.
La riconsiderazione della struttura degli istituti coinvolti sotto la luce degli interest rei publicae deve condurre ad una ricostruzione che si emancipi da una visione di convenienza in termini di male minore.
Attraverso un’operazione esegetica, volta al superamento della visione solo meramente patrimonialista dei rapporti familiari, si cercherà di sganciare la disciplina delle successioni dalle regole dettate per disciplinare le vicende patrimoniali di soggetti indistinti al fine di giungere alla costruzione di regole che tengano in giusta considerazione gli interessi familiari, la cui soddisfazione non può agevolmente avvenire se non attraverso il riconoscimento dei valori, dei quali la famiglia è portatrice.
Muovendo da un’analisi critica dell’attuale assetto normativo, la ricerca tenterà, de iure condito, di individuare i fondamenti dogmatici dell’attuale assetto normativo, per giungere, de iure condendo, ad una costruzione teorica, che parte dal concetto di soggettività: in particolare, quest’ultimo concetto offre la base teorica per costruire nuovi modelli di successione.
Capitolo I - Successione e concetti affini
SOMMARIO: 1. Successione e trasferimento. - 2. Successione e acquisto. - 3. Successione e surrogazione. - 4. Successione e sostituzione. - 5. Successione e vicenda. - 6. Successione e durata.
1. Successione e trasferimento
Sulla esatta portata dello spostamento (riectus: susseguirsi) nel tempo di determinati fatti, la dottrina ha da sempre cercato di chiarire il quomodo della successione, al fine di rendere oggettivo il subentrare di un soggetto nella situazione giuridica di un altro soggetto.
Come è stato messo in evidenza da autorevole dottrina, la successione rappresenta solo una frazione del più ampio concetto di trasferimento[5], quale manifestazione della facoltà di disposizione contenuta nel più ampio diritto obbiettivo[6].
Con il trasferimento il soggetto titolare del diritto esercita la facoltà di disposizione, attraverso la rinuncia delle facoltà che spettano al titolare, sostituendo a sé un altro soggetto che acquista la sua posizione in rapporto a quel diritto e che perciò ne diventa titolare. Si tratta con tutta evidenza di un mutamento soggettivo nel rapporto giuridico dal lato attivo.
Visto in negativo, ovvero considerando la facoltà di disporre in termini di rinuncia al godimento del bene da parte di colui che si spoglia del diritto, la facoltà di disposizione appare privata dalla sua autonomia concettuale risolvendosi in una rinuncia al godimento del diritto; in verità la facoltà di disposizione acquista autonoma rilevanza concettuale ove si osservi che il titolare con l’atto di disposizione non si limita a rinunciare al godimento del diritto, ma ne ammette altri sostituendoli a se attraverso un negozio giuridico traslativo.
Dal trasferimento discende la perdita del diritto in capo al precedente titolare con l’acquisto in capo al nuovo titolare. Questi effetti derivano dalla medesima causa del negozio di trasferimento[7].
Dal concetto di trasferimento, inteso quale effetto del negozio traslativo, si distingue l’altro di successione, negando che i due possano coincidere per le ragioni che seguono[8].
La successione è un concetto più ampio - un genere - rispetto al trasferimento – che ne rappresenta solo una specie - , che non perde la sua consistenza autonoma, tale da ricomprendere in guisa quest’ultimo e tutti gli acquisti derivativi.
La successione di cui si è accennato è quella cosiddetta atipica[9], ma esiste anche il concetto di successione ristretto e delimitato che si presenta come tipica e che rappresenta anch’essa una specie della successione in senso ampio.
Le differenze strutturali tra il concetto ristretto di successione ed il trasferimento risiedono nella diversa importanza del soggetto posto al centro della vicenda. Dalle considerazioni svolte è emersa la centralità del titolare del diritto nella vicenda del trasferimento, mentre la successione è strutturalmente speculare rispetto al primo, ove punto di partenza è il soggetto che acquista. Nel trasferimento la forza capace di generare una modificazione nel mondo giuridico risiede in capo al trasmittente e pertanto è di necessità composta di due momenti: quello dispositivo e l’acquisitivo.
Nella successione il momento della disposizione non viene in evidenza, in quanto il fenomeno gravita solo attorno alla figura del successore; la forza capace di generare una modificazione giuridica è attribuita dall’ordinamento giuridico solo a costui, attributario di un diritto proprio.
Nella successione a causa di morte l’acquisto opera nei confronti di coloro che vengono alla successione, prescindendo dal diverso titolo. Se, da una parte, nella successione ab intestato non può sorgere dubbio sulla non necessità dell’atto di disposizione, in quanto quest’ultimo manca del tutto e i diritti si devolvono in base alla legge; dall’altra parte, in quella testamentaria il negozio