Introduzione all'Optometria Funzionale
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Anteprima del libro
Introduzione all'Optometria Funzionale - Sergio Cappa
Sergio Cappa, Silvio Maffioletti
Introduzione all'Optometria Funzionale
Introduzione all'Optometria Funzionale
Sergio Cappa, Silvio Maffioletti
Edizione gennaio 2015
ISBN 9786050348903
Autopubblicato con Narcissus.me
www.narcissus.me
___________________________________________________
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
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UUID: 9786050348903
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Indice
Prefazione
Introduzione
Capitolo 1: Esame analitico
Capitolo 2: Procedura analitica
Tavola 2: Valori di riferimento
Capitolo 3: Glossario
Bibliografia
Prefazione
Il seguente scritto è la traduzione letterale, fatte salve le inevitabili concessioni stilistiche, del testo che porta lo stesso titolo pubblicato nel 1979 dall’Optometric Extension Program Foundation, Inc. a Duncan, Oklahoma, da Charles B. Margach, professore di Optometria alla Southern California College of Optometry. Si tratta di un manuale schematico di poche pagine suddiviso in tre parti: nel Capitolo Primo vengono elencate, dopo alcune considerazioni generali, le metodiche dell’Esame Analitico (i cosiddetti 21 punti
) ed un sommario delle tecniche chiave della pratica optometrica standard; un Secondo Capitolo raccoglie i suggerimenti per la Procedura Analitica ed un Terzo e ultimo Capitolo riporta un utile glossario. Si tratta, come riporta l’autore, della sedicesima edizione, sostanzialmente identica alla prima, a firma Skeffington-Alexander e altri, pubblicata nel 1935, dopo la fondazione nel 1928, dall’OEP.
La traduzione che segue ricalca, con un’onesta dissimulazione, la presentazione del dr. Margach ed il Capitolo Uno e Due.
Sergio Cappa – Silvio Maffioletti
Introduzione
L’Optometria, come molte professioni cliniche, ha sviluppato due diversi punti di vista.
Il primo è stato chiamato Approccio Fisiologico, secondo il quale le condizioni visive che il soggetto evidenzia in modo manifesto sono esclusivamente il risultato d’eventi fisiologici, tra i quali quelli ottici; secondo tale approccio l’impegno clinico ha un effetto limitato nel modificare tali condizioni visive, ma è piuttosto un intervento finalizzato alla compensazione delle ametropie.
E’ un punto di vista che sottende l’accettazione di un modello in base al quale le condizioni visive sono geneticamente predeterminate
e la visione è prevalentemente una manifestazione della sfera biofisica e biochimica del corpo. Se si considera la nota dicotomia psicologica tra la teoria innatista
e la teoria empirista
, l’approccio fisiologico rappresenta la versione optometrica dell’innatismo. Anche se i detrattori lo considerano troppo meccanicistico
, è fuor di dubbio che sull’approccio fisiologico molta della Scienza Optometrica è stata pensata ed esercitata. In queste pagine viene chiamato optometria standard
ciò che si riferisce all’approccio fisiologico.
Il secondo approccio optometrico ritiene che le condizioni visive che il clinico verifica, pur primarie ed importanti, siano solo lo sfondo delle attività fisiologiche che le determinano; secondo questo approccio la visione è funzione dell’interazione tra la persona ed il suo ambiente.
E’ un punto di vista che sottende l’accettazione di un modello in base al quale la funzione determina la struttura
, dal quale deriva il termine di Optometria Funzionale
. La dizione Optometria Comportamentale
ne è un sinonimo assai diffuso.
Questa monografia è strutturata per fornire un’introduzione alle tecniche di verifica e diagnosi dell’optometria funzionale. Oltre ad alcune indicazioni originali del suo autore, contiene un riassunto e una raccolta codificata degli insegnamenti di A.M.Skeffington e dei suoi collaboratori, così come sono stati espressi attraverso l’Optometric Extension Program. La prima copia è il Reference 1, stampato originariamente nel 1935 e, con poche modifiche, preso a modello dalla professione optometrica nelle successive quattordici edizioni, l’ultima delle quali è datata Ottobre 1974.
Quanto segue è un estratto del vasto corpo d’informazioni cliniche sull’Optometria Funzionale disponibile presso l’Optometric Extension Program Foundation. E’ speranza dell’autore che il lettore possa trovare questa Introduzione
immediatamente applicabile ai suoi problemi clinici e sufficientemente stimolante per spronarlo verso ulteriori studi. Per approfondimenti sulle metodiche dei test dell’Esame Analitico è disponibile il Reference 2; il sistema completo della Procedura Analitica è dettagliato nel Reference 3; il Reference 4 presenta un quadro sistematico dei concetti e dei principi che sottendono la Procedura Analitica; i Reference 5 e 7 presentano un parallelo dettagliato tra i principi e la pratica dell’Optometria Funzionale e i loro equivalenti nella Optometria Standard; gli ultimi sono una raccolta di casi esplicativi.
L’autore esprime tutta la sua riconoscenza ai molti colleghi che, nell’ultimo quarto di secolo, lo hanno istruito nell’arte e nella scienza optometrica e anche agli innumerevoli pazienti analizzati nel corso degli anni. Migliaia di studenti in optometria, con le loro pungenti domande e richieste di approfondimenti logici, hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo di questa monografia. Un particolare omaggio è dovuto a A.M.Skeffington, Anna Berliner, E.B.Alexander oltre che a Homer H.Hendrickson, Gerald N.Getman, Leonard C.Emery, Jane B.Carmichael e Harold M.Haynes. Senza i loro suggerimenti e incoraggiamenti questa monografia non sarebbe potuta essere realizzata.
Capitolo 1: Esame analitico
(1.1). Considerazioni generali.
Si assume che il lettore abbia familiarità con le procedure generali dei test analitici, per cui istruzioni dettagliate sono fornite solo per i test usati unicamente nella Procedura Analitica. Pur non sostenendo che le altre metodiche non siano valide nella loro credibilità diagnostica, in questa procedura, come in ogni sistema di test ed analisi, è importante che i protocolli siano stabiliti e seguiti con precisione; quanto segue è appunto la pratica standard.
Seguire le procedure indicate è importante perché:
a) i valori previsti sono basati su test eseguiti con le procedure indicate; seguendo procedure differenti s’incorre nell’errore di non consentire la congruità.
b) la pratica di assegnare i numeri piuttosto che i nomi o le iniziali per distinguere i test offre l’indiscutibile merito di archiviare per via informatica i dati; il grande vantaggio di numerare i test è il valore astratto dei numeri: infatti oltre ad indicare la sequenza, i numeri evitano il rischio dell’interpretazione ambigua delle procedure che