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Racconti Cristiani - Vol. I
Racconti Cristiani - Vol. I
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Racconti Cristiani - Vol. I

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About this ebook

Un libro intimo, introspettivo, che si allontana dalle descrizioni oggettive, per esplorare l'universo nascosto delle emozioni e dei sentimenti. Attraverso il commento di fatti di cronana e aneddoti, l'Autore della Letteratura teologica e spirituale mette i personaggi di fronte al conflitto tra il "dover essere" e la vita pratica. Di fronte a casi limite questi personaggi non possono più tergiversare: una scelta si impone! Chi si lascia guidare da un senso soprannaturale della vita, ispirata dalla Grazia divina, non fa altro che decidere in un certo modo. Chi è attratto solo da ciò che luccica, succube della triplice concupiscenza, continua nei valori finti che si è costruito. La vita -o meglio la morte- deciderà per lui.
LanguageItaliano
Release dateAug 4, 2014
ISBN9786050316261
Racconti Cristiani - Vol. I

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    Racconti Cristiani - Vol. I - Leonardo Bruni

    Badiani

    1) UN MANOSCRITTO PROVVIDENZIALE

    Andrea – dopo aver passato quella settimana di esercizi spirituali, in quell’eremo - stava mettendo gli ultimi indumenti in valigia. Di lì a poco, sarebbe tornato a casa. Stava rimuginando sul valore di quei giorni appena trascorsi e sulla luce che gli avevano portato sugli affetti familiari; perciò aveva già fatto la scaletta per la giornata. Avrebbe telefonato a sua madre e sarebbe andato a trovare suo figlio. All’improvviso, in modo discreto, sentì bussare alla porta e meccanicamente disse:

    ---- Avanti.

    Si presentò, dalla porta con il collo sporgente, la faccia del padre guardiano del convento:

    ---- Lei è il prof. Andrea Betti, vero?

    ---- Fino a prova contraria..., rispose sorridendo.

    ---- Senta, vorremmo sapere se ci può periziare un manoscritto che abbiamo trovato giorni or sono, durante i lavori di restauro delle celle antiche; sembra si tratti di una lettera con un altro manoscritto più antico. Noi non siamo esperti di filologia e non sappiamo se abbia valore o meno. E dato che lei, come professore universitario, è qui presente... mi sono permesso di chiamarla.

    Se gli avessero proposto la medesima cosa in un altro momento, in un contesto diverso avrebbe fatto salti di gioia, ma rapidamente trasse due conclusioni. La prima che quella proposta lo metteva in imbarazzo, in quanto voleva tornare a casa prima possibile. La seconda, tratta dall’esperienza, gli diceva che quasi sicuramente si sarebbe trattato d’una delle migliaia di lettere o documenti rinascimentali di valore inconsistente. Si schiarì la voce, poi - non volendo mandare deluse l’attese di una così brava persona - rispose:

    ---- Facciamo così Padre: adesso non ho tempo, tornerò volentieri tra due o tre giorni ed esaminerò con calma il documento. D’altronde ho due settimane di ferie natalizie e posso stare a sua disposizione. Va bene?

    Il largo sorriso ed i ringraziamenti del padre guardiano furono la conferma che la sua proposta era piaciuta. Meno di tre ore dopo si ritrovò a suonare alla porta dove abitavano suo figlio e Marina, la sua ex moglie. Siccome non si era fatto avvisare, dire che furono sorpresi è dir poco.

    ---- Ohilà, gridò lui con voce decisa ma un po’ tremolante, cosa si fa in questa magione per l’ultimo dell’anno?

    ---- Mamma, mamma, c’è il babbo, rispose Francesco correndogli incontro.

    Marina, invece, era rimasta in silenzio. Il suo viso non aveva esternamente tradito alcuna emozione, anche se interiormente aveva percepito come un tuffo, un subbuglio al cuore: un misto tra una profonda contentezza ed il timore di una nuova delusione. Perché quel sospetto terribile non la lasciava mai: la paura cioè che egli la cercasse sempre per un secondo fine. Cosa avrebbe escogitato stavolta? Voleva forse chiederle di portare via il figlio per qualche giorno? Certamente quella visita così inaspettata conteneva una ragione nascosta; tuttavia ella si scoprì più che contrariata piacevolmente sorpresa. La sorpresa, ecco, quella era la sensazione che su tutti gli altri motivi predominava nel suo animo. Un momento dopo, alzandosi sulle punte dei piedi lo abbracciò, salutandolo con lo scambio d’un bacio sulla guancia:

    ---- Come mai questa sorpresa? Ci eravamo visti a Natale, prima che tu partissi per quella strana esperienza, non saprei come definirla meglio... concluse.

    ---- Invece è stata un’esperienza positiva. E in quanto alla sorpresa Marina oggi è S. Silvestro, avete impegni stasera? Si potrebbe stare insieme, andare da qualche parte ad un cenone, oppure non so... qualsiasi altra cosa va bene... basta rimanere un po’ insieme.

    Seppur, davanti a lui, ella rimanesse sempre guardinga - come una mangusta di fronte al cobra - memore dei morsi velenosi ricevuti nel passato, tuttavia scrutandolo negli occhi, notò in lui una calma ed una tranquillità che da tanto tempo non riscontrava più. Sempre ricordava del suo sguardo la contrarietà e l’espressione di una diffidenza abituale dovuta ai suoi dubbi esistenziali; come poteva, d’altronde, essere in pace chi viveva diviso tra più amori contemporaneamente? Per questo le bastava guardarlo negli occhi per scoprire nel loro sfavillio e nelle pieghe delle labbra quell’espressione a lei così ostile. Ma adesso non trovava nello sguardo di lui che una semplice tranquillità, come i primi tempi del loro matrimonio quando tutto era limpido e trasparente.

    Comunque quella sensazione le appariva, agli occhi del cuore, troppo lieve ed inconsistente e così ricadde nel vecchio astio, per cui rispose:

    ---- E per quale ragione si dovrebbe stare insieme stasera fino a notte fonda? Sei forse senza ruota di scorta?...

    Quella frase gettata là, come un sasso nello stagno, produsse in Andrea l’effetto d’una frana. Sentì dentro di sé un fremito e tutta la sua persona inalberarsi per ribattere. Ma cosa strana, invece di farsi provocare dalla collera, guardando Marina più attentamente non ebbe che verso di lei che delle occhiate di profonda pietà. Inconsapevolmente, quella luce ricevuta negli esercizi spirituali sul modo di vivere di Gesù gli fece affrontare quella frecciata in un modo a lui inusitato: semplicemente accettandola e comprendendola. Non aveva forse il Cristo sopportato ogni genere di frecce e dardi d’ingiuria? Non aveva forse vinto il male, non replicando al male con altro male, ma vincendolo con l’amore? La cosa migliore da fare era proprio quella: morire a quella sua affezione di collera che stava montando in lui e riconoscere la fondatezza psicologica dell’allusione pungente di Marina:

    ---- Ti posso comprendere, hai tutte la ragioni umanamente parlando, comunque uno deve avere sempre la possibilità di rinnovarsi interiormente. In quanto poi alle ruote di scorta... beh, s’adoperano un po’ in certi momenti di crisi, ma poi si rimettono nel bagagliaio...

    Ella non s’era neppure curata di sentir la risposta, tanto era sicura che si sarebbe trattato d’una secca ribattuta; ma adesso trovando nello sguardo d’Andrea una profonda pietà, ne rimase esterrefatta. Non scorgeva sul viso di lui nessun segno di latente commiserazione, ma solo una tenerezza accorata, una compassione genuina. Improvvisamente si ritrovò senza parole...e guardandolo da sotto le palpebre si accorse che a poco a poco aveva piegato il suo viso sul petto di lui e sentiva il suo cuore battere più fortemente.

    ---- Sai, proseguì con calma Andrea, ho sentito una predica, sì insomma più che una predica, mi è sembrata una riflessione molto illuminante sulla Sacra Famiglia, e ho sentito come un richiamo... come una luce misteriosa che mi illuminava per fare meglio... Quel sacerdote era veramente notevole.

    ---- Come si chiamava? Gli chiese.

    In un’altra disposizione d’animo avrebbe risposto: Un sacerdote? E tu stai a sentire un sacerdote, roba da non crederci. Invece adesso disse solamente:

    ---- Come si chiamava?

    Per non rompere quel tenue filo che aveva davanti.

    Sebbene plurilaureato egli era ancora all’ABC della vita spirituale, un semi analfabeta. In quella settimana di ritiro spirituale, a Montepulciano, egli aveva intravisto come dei lampi di luce e si trovava nella medesima situazione d’uno, che vedendo un’orma sulla spiaggia, desiderasse capire qualcosa di chi era passato. Qualche barlume, piccolo come la capocchia d’uno spillo: questo poteva capire su chi avesse passeggiato sulla spiaggia. Figurarsi di Dio, e del suo agire. Appartenendo all’ordine soprannaturale e sfuggendo alla nostra esperienza il suo modo d’agire, sfugge alla nostra sensibilità, e può essere intravisto solo con la fede.

    Se fosse stato più attento avrebbe compreso che l’atteggiamento affettuoso di Marina era dovuto ad un favore, ad un soccorso gratuito che Dio aveva fatto alla loro unione. Con questo regalo, attraverso questa grazia attuale, Dio aveva inclinato il cuore di Marina verso Andrea. Proprio perché lui aveva agito come Gesù e non aveva fatto il cammino di Giuda: non aveva ricambiato male per male, ma invece aveva risposto all’offesa di Marina con misericordia. Per questo Dio aveva inviato quell’influsso nell’intimo di Marina per guarirla dall’astio verso di lui. Egli però era ancora troppo grossolano e basandosi sui propri sentimenti avvertì solo i seni di lei premuti sul suo petto, con il viso appoggiato sulla spalla, nascosto dai capelli.. Fu una questione di pochi secondi.

    ---- Allora, che si fa? Disse fregandosi le mani come uno che fosse soddisfatto, si va al supermercato a far compere per il cenone? Va bene Francesco?

    Il saltellare di gioia di suo figlio fu una risposta più che eloquente.

    Marina lo sbirciava di sotto in su, di soppiatto e sempre più s’andava convincendo che a Montepulciano era accaduto qualcosa di strano.

    * * *

    Se in un’altra situazione gli avessero proposto d’andare con la sua ex moglie a far compere al supermercato, avrebbe risposto facendo delle spallucce. Com’era che allora oggi l’aveva proposto lui stesso? Coloro che si sentono pieni di sé stimano che bisogna fare grandi azioni e guidare chissà quali avvenimenti per diventare grandi, in realtà invece Dio ci fa diventare santi, cioè perfetti e grandi eternamente, facendoci camminare a piccoli passi, per darci gambe più forti per correre. Questo fa parte del suo modo d’agire attraverso la sua onnipotenza e la sua provvidenza. È solo collaborando con Lui nelle piccole azioni quotidiane che avremo ali per volare nell’alto dello spirito. Dio è tutto e nulla di più può diventare e, nel medesimo tempo niente ha da comprare e tutto da donare, essendo Onnipotente. Per questo non ha bisogno della nostra ridicola pantomima di potenza, ma esige una risposta aspettandoci al varco della nostra obbedienza. Solo questa è la nostra vera potenza, perché rende oggetto ogni nostra possibile azione della cura attiva dell’infinita potenza divina.

    In quel caotico pomeriggio dell’ultimo dell’anno tutto quello che, in altre circostanze, lo avrebbe reso nervoso adesso lo rendeva contento: era giulivo di stare insieme alla Marina e Francesco; d’aspettare il suo turno alla gastronomica; di dover questionare con sua moglie se fossero migliori quei dadi per brodo solo vegetali o quelli con la carne; di fare una lunga fila alla cassa, parlando del più e del meno con Marina. Egli volentieri abbracciava la fatica di quel servizio perché tutto quello che è illuminato dall’amore e dalla Grazia viene trasfigurato. E non aveva bisogno di prenderla tanto alla larga: la ragione di tutto era molto chiara: insieme a lei si dilettava in quelle cose semplici ed umili.

    Per tanti anni aveva cercato il suo bene nell’appagamento di sé, e cosa aveva concluso? Dopo aver inclinato alle proprie passioni e vanità s’era ritrovato con un pugno di mosche in mano. Solo adesso, facendo il movimento contrario senza desiderio di dominare nessuno, sforzandosi d’amare invece di privilegiare l’utile ed il comodo, si sentiva lieve e contento. Qualche lume cominciava a percepirlo: si sentiva come elevato ad amare cose che prima derideva: infatti si andava riformando in lui l’immagine di Dio. Il fatto era che la Grazia lo rendeva capace di passare dal carnale allo spirituale.

    La cena e l’attesa dell’anno nuovo trascorse in una gaiezza frizzante, come lo spumante che stappò tra i sorrisi di Marina e Francesco. Solo sul tardi, essi rimasti soli, si guardarono negli occhi. Disse:

    ---- Senti, perché non vieni con me a Montepulciano per qualche giorno? Devo tornare in quell’eremo a periziare un manoscritto. Si starà un po’ in pace, mentre Francesco passerà un po’ di giorni dalla nonna che ne patisce sempre la voglia...

    Ella comprese benissimo il suo invito. E capì che da secoli e secoli Dio fa passare attraverso di noi quell’Amore eterno e immutabile, così potente e nel solito tempo così soave, che l’indicibile poteva essere proferito con le nostre povere voci. Alla risposta le tremarono un po’ le labbra:

    ---- Sì, potrebbe essere una buona occasione per stare un po’ insieme, rispose.

    Sulla porta s’abbracciarono ed egli la salutò con un bacio, diverso da quello dell’arrivo: sulla bocca e non sulla guancia. Oltre non era il caso d’andare: avrebbe sciupato tutto. Per tanto tempo non aveva capito, ma ora aveva compreso: aveva percorso il cammino di Giuda per quarant'anni, e non aveva funzionato. Ora voleva percorrere il Cammino di Gesù non calcolando niente per sé, ma affidandosi a questo benedetto Dio. Perché se un Dio c’era doveva farsi vivo e fargli capire - attraverso la riconciliazione con Marina - che si prendeva cura della sua vita.

    Fuori nel fresco pungente della notte si sentì pieno d’energia, come quando aveva vent'anni. Egli sentiva l’unzione e la compagnia dolce dello Spirito, e tutto ciò risvegliava il suo cuore ad una nuova primavera. Andando a dormire ripeteva: La vita comincia a quarant'anni...

    * * *

    Nell’aria fresca e pungente delle mattine di Gennaio Andrea suonò all’ingresso dell’eremo La Maddalena: era stato di parola. Non che avesse una gran voglia di esaminare quel manoscritto, si sarebbe trattato certamente di una delle tante croste o dei tanti rifacimenti di cui era pieno il nostro paese e specialmente la Toscana, terra natale della lingua italiana. Diciamo piuttosto che voleva fare una girata con la Marina e così gli era balenato di farle quella proposta. E ne era ben contento per la semplice ragione che percepiva, dalla parte della Marina, una disponibilità che lo trascinava in avanti con energia.

    Già quella mattina l’aveva vista affacciarsi sulla porta con gli occhi ridenti, i capelli sciolti e vaporosi che le facevano delle boccole, su cui il riflesso dei raggi del sole appariva e scompariva. Gli era sembrata un’adolescente al primo appuntamento. Ecco quella era una definizione giusta: entrambi si sentivano come due giovani incamminati verso una nuova avventura.

    Entrati che furono nel convento passarono attraverso i corridoi dalla parte della foresteria per arrivare alla clausura. La foresteria era deserta ed insieme al fraticello, che li accompagnava, percorsero i lunghi corridoi accompagnati solo dal rimbombo dei lori passi. Senza quasi rendersene conto si tenevano entrambi per mano, come due innamoratini, non sapendo dove li avrebbero condotti. Già ad Andrea aveva fatto impressione tutta l’ala della foresteria deserta. Si rammentava sempre le persone con cui, fino a qualche giorno prima, aveva compiuto quegli esercizi e nella sua testa sentiva sempre le loro voci e i loro volti. Sinceramente, la differenza tra l’atmosfera allegra di alcuni giorni prima e il silenzio pesante di ora agì come un’onda d’urto che lo sbalordì: sentì intimamente che veramente quel ritiro era finito e che non avrebbe mai più rivisto nessuna di quelle persone.

    La porta della clausura si ergeva davanti a loro come parete insormontabile, confermata dalla scritta a caratteri cubitali posta sopra l’architrave: CLAUSURA: SILENZIO E PREGHIERA. Il fraticello dette il segnale convenuto per far aprire la porta: tre colpi veloci e tre lenti, come rintocchi di campane a morto. Solo allora Andrea s’accorse d’un cartello sulla parete, a lato della porta, con su scritti i nomi di tutti i frati in clausura e dei diversi tipi di chiamata. Ogni frate aveva un codice particolare, fatto appunto da diverse combinazioni di colpi lenti o veloci, prolungati o corti. Con la coda dell’occhio guardò a cosa corrispondeva quella chiamata di tre scampanellate veloci e tre lente: Apertura padre Corrado, guardiano. Pochi secondi dopo la porta si aprì dall’interno, ed Andrea riconobbe in quel viso tondo e incorniciato dalla barba ormai brizzolata il frate che era venuto in camera sua a chiedergli del manoscritto. Era padre Corrado, il padre guardiano del convento.

    Dopo i festosi saluti, Andrea s’accorse dagli occhi titubanti di padre Corrado di qualcosa che non andava. Stava quasi per parlare e chiederne la ragione quando questi, schiarendosi la voce prima di parlare, fece capire la natura del problema, indicando la Marina. Non sapevano che sarebbe tornato con la moglie e perciò erano imbarazzati: in clausura la Marina non poteva entrare. D’altronde il manoscritto da esaminare si trovava nello scriptorium e non si poteva spostare. Andrea ebbe un sussulto, soffrendo dentro di sé come per un arto ferito. Ma un momento dopo guardando i due occhi di Marina non vide altro che due fari pieni di comprensione e di benevolenza. La sentì dire:

    ---- Non ti preoccupare per me. Andrò a visitare un po’ l’orto botanico ed il giardino, e poi vedrai che mi farà bene qualche ora di silenzio e di meditazione.

    Si sentì accarezzare dolcemente la guancia dalla sua mano e, senza dir nulla, vide sua moglie che lievemente lo baciò sulla bocca. L’ultima cosa che notò - mentre il pesante portone della clausura si richiudeva su di lui - fu la sua mano che lo salutava e lei che scompariva insieme al fraticello. Ormai erano divisi. Il padre guardiano soggiunse:

    ---- Sua moglie è veramente una donna deliziosa... è un grande dono il sacramento del matrimonio. Immagino che ne sarà riconoscente verso il Signore, vero? Attraverso sua moglie gli ha fatto un bel regalo della sua immagine... Mi dica: sua moglie è molto più giovane di lei, immagino.

    Andrea rimase sorpreso e rispose:

    ---- No, ci corrono solo due anni...

    ---- Strano, replicò p. Corrado, dall’aspetto così giovanile la facevo molto più giovane di lei.

    Se questa frase gliela avesse detta un altro uomo avrebbe replicato, ma ora rimase piacevolmente sorpreso dall’osservazione del padre guardiano e per un eccessivo ritegno non replicò.

    Comunque a questa prima sorpresa se ne aggiunsero delle altre, man mano che entrava nella clausura. Innanzitutto rimase esterrefatto dalla grandiosità dell’edificio. Oltre quel portone c’era un chiostro maestoso con i suoi quattro lati di colonnati e tutt’intorno la vita ferveva alacremente. S’era sempre raffigurato i monaci come delle persone ammuffite e pietrificate, immobilizzate in una staticità inutile. Si ritrovava invece in un’altra società in piena attività. Ammirato s’accorse che coloro che avevano lasciato il mondo civile, attraverso la professione dei voti religiosi, scegliendo volontariamente di morire al mondo - rimasto fuori dal portone della clausura - s’erano costruiti un altro mondo funzionante alla perfezione.

    Lì c’era un frate che stava mettendo il pane appena impastato nel forno. Di là c’era chi teneva in ordine il verde del chiostro. Passando oltre vide tre frati cucinieri che stavano preparando per il pranzo e proseguendo, prima di arrivare alla biblioteca, fece in tempo a vedere una grande chiesa - a suo giudizio completamente sproporzionata al numero delle persone presenti. Notò pure una lavanderia con annessa stireria; poi due frati che stavano lavorando a delle panche di legno in quella che - con ogni probabilità - altro non era che una falegnameria. Finché al di

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