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Allettare Elliott
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Ebook95 pages1 hour

Allettare Elliott

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About this ebook

Quando Anthony ordina a Elliott Samuels di presentarsi al bar dei Figli della Luna, questi ignora che il suo capo ha in mente di farlo cadere nelle grinfie di Parker, l’addetto alla sicurezza del branco. Una sola occhiata al magro ragioniere fa capire a Parker di aver trovato il compagno sub dei suoi sogni. Tra i due sboccerà l’amore, o forze esterne impediranno la loro unione?

LanguageItaliano
PublisherAmber Kell
Release dateAug 13, 2015
ISBN9781310601408
Allettare Elliott
Author

Amber Kell

Amber Kell is a dreamer who has been writing stories in her head for as long as she could remember.She lives in Seattle with her husband, two sons, three cats and one very stupid dog. To learn more about her current books or works in progress, check out her blog at http://amberkell.wordpress.com.Her fans can also reach her at amberkellwrites@gmail.com.

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    Allettare Elliott - Amber Kell

    A tutti coloro secondo cui Parker aveva bisogno di un po’ d’amore.

    Uso di marchi registrati

    Di seguito sono indicati i marchi registrati menzionati nel romanzo e i detentori dei rispettivi diritti:

    Glock: GLOCK Gesellschaft mbH

    Pepto-Bismol: Proctor and Gamble

    Capitolo Uno

    Elliott Samuels guardò il portone metallico dal battente a forma di testa di lupo e rimase perplesso. All’esterno dell’edificio non c’era un’insegna, né tantomeno le finestre oscurate che ne avrebbero indicato la natura di nightclub. Solo una porta di ferro. La mancanza di una fila di persone o di una zona delimitata da cordoni lo rendeva molto nervoso. Fu quasi tentato di scappare via.

    Quasi.

    Ma era stato Anthony a chiedergli di venire. Beh, glielo aveva ordinato, più che chiesto. Ed Elliott non aveva certo potuto dirgli di no. Non conosceva nessuno che avrebbe mai osato farlo. C’era qualcosa, in Anthony, che suscitava in lui il bisogno di renderlo felice e di fare qualunque cosa gli avesse chiesto.

    Non importa quanto ridicola.

    Come vestirsi con pantaloni di cuoio e una canottiera di maglia color rame. Diamine, Anthony gli aveva persino indicato quali stivali mettere. Non c’era nulla di più imbarazzante che andare a fare shopping con il proprio nuovo capo, per poi ricevere l’ordine di presentarsi in un bar… discoteca… quello che era.

    Elliott non era nemmeno sicuro che le richieste di Anthony fossero legali. Certo, non sarebbe stato lui a sollevare la questione.

    Aveva conosciuto il compagno di Anthony.

    Timidamente, prese in mano il battente a forma di testa di lupo e bussò un paio di volte.

    La porta si aprì subito, rivelando un uomo alto e snello dai corti capelli scuri e le spalle enormi. I suoi occhi color dell’erba squadrarono Elliott da cima a fondo. Sì?

    Il nervosismo lo spinse a far ondeggiare la testa. Più che di un movimento volontario, si trattò di uno spasmo. E-ecco, sono stato invitato da Anthony.

    Nome?

    Elliott Samuels.

    Gli occhi verdi lo fissarono con intensità. Samuels? Elliott colse l’allusione, ma non aveva un branco. Non ne aveva mai avuto uno.

    Sono un mezzo lupo. Non ho branco. Non si lasciò prendere dalla vergogna, nonostante lo sguardo del buttafuori fosse incredibilmente penetrante.

    Puoi cambiare forma?

    Elliott non capiva il senso della domanda, ma annuì. Metamorfosi completa e indipendente.

    Alcuni mezzi lupi non erano altrettanto fortunati: non godevano del potere della metamorfosi, oppure si trasformavano contro la loro volontà nelle notti di luna piena, non possedendo lo stesso grado di controllo delle loro controparti dal sangue puro. Per Elliott non era così. Il suo lupo era una creatura tranquilla e sottomessa. Erano necessari parecchi sforzi per farlo emergere alla luce della luna, ma era possibile.

    Eccellente. L’uomo gli sorrise in un modo che poteva essere descritto solo come… predatorio.

    Elliott provò la netta sensazione che quella preda fosse lui e non era sicuro che la cosa gli dispiacesse.

    Il buttafuori estrasse un cellulare dalla custodia che portava attaccata ai pantaloni a vita bassa. Elliott si rese conto con stupore di quanto fosse bassa la vita di quei jeans. Distolse lo sguardo con discrezione per evitare di fissare l’altro in maniera poco appropriata.

    Ho bisogno che qualcuno venga a sostituirmi. La voce del buttafuori, bassa e calda, percorse il corpo di Elliott come un afrodisiaco sonoro.

    Dannazione, quell’uomo era esattamente il suo tipo, fino all’ultima cellula. Elliott soppresse con il pensiero la propria erezione. I pantaloni di cuoio che si era infilato non lasciavano niente all’immaginazione. Forse non avevano la vita bassa come i jeans del buttafuori, ma erano certamente aderenti. Se avesse avuto un’erezione, chiunque si sarebbe reso conto che non indossava biancheria intima. Che Anthony fosse maledetto. Era stato lui a convincere Elliott a uscire senza i boxer, con il pretesto che avrebbero prodotto delle pieghe antiestetiche.

    Forse Elliott avrebbe dovuto riconsiderare il suo nuovo impiego.

    Arrivo subito, disse al telefono una ruvida voce femminile, che distolse l’attenzione di Elliott dal suo membro e la riportò sul buttafuori.

    Il bel licantropo mise giù e inchiodò Elliott sul posto con lo sguardo dei suoi magnifici occhi verdi. Solo un momento. Gli rivolse un sorriso malizioso. Ti piace quello che vedi?

    Elliott deglutì nervosamente. Aveva assistito a pestaggi scatenati da molto meno. Sperò che aver fatto il nome di Anthony gli offrisse una protezione, anche minima.

    Mi dispiace. N-non volevo fissarti. Sentì le guance arroventarsi per l’imbarazzo; era un bel problema, quando si aveva una carnagione chiarissima come la sua. La madre di Elliott diceva sempre che aveva ereditato il candore irlandese di sua nonna, ma dato che la donna era morta prima che Elliott nascesse, lui poteva contare solo sulla sua parola al riguardo, supportata da poche fotografie sgranate.

    Il buttafuori ridacchiò. Se non volessi essere guardato, non indosserei pantaloni come questi. Mi chiamo Parker. Tese una mano gigantesca a Elliott, che la strinse cautamente. Il giovane si rilassò quando l’omone rispose alla stretta in modo altrettanto delicato. A quanto pareva, Parker non era uno di quegli uomini che enfatizzavano la propria virilità stritolando le mani altrui.

    Eccomi. Dalla scalinata emerse una bella donna, che non raggiungeva neppure il metro e settantacinque di Elliott. Questa gli lanciò un’occhiata e gli rivolse un ampio sorriso. Mi chiamo Shara. E tu?

    Lui è Elliott, disse Parker, frapponendo il suo corpo massiccio tra lui e Shara prima che lei potesse tendergli la mano. Lo ha invitato Anthony.

    Mm. E ha bisogno di una guardia del corpo per essere accompagnato da lui? Gli occhi blu acceso della donna brillavano di una luce maliziosa.

    Dammi un quarto d’ora, ringhiò Parker prima di tornare a rivolgersi a Elliott. Vieni con me.

    Elliott resistette all’impulso di replicare con una battuta oscena e seguì l’affascinante uomo dai capelli scuri che lo precedeva con il suo sedere tondo e sodo. Ma questo non gli impedì di sbirciare.

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