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Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust)
Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust)
Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust)
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Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust)

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About this ebook

Determinata a cambiare la propria vita, Victoria Weiss decide di lasciare New Berlin sul pianeta Marte, accettando un tirocinio su una delle più lontane stazioni spaziali del Sistema solare. Tori ha bisogno di un nuovo inizio lontano dai suoi genitori, visto che la vita della figlia dell’Ambasciatore della Great German non è sempre divertente.  Ma scappare dal proprio passato non è semplice quando si hanno degli oscuri segreti. Tori ha perso fiducia negli uomini e non sa come reagire quando il Capo della Sicurezza sembra essere attratto da lei. L’ultima cosa che Alen Novak si aspettava era perdere la testa per una ragazza di Elite. Ma quando Tori Weiss piomba nella sua vita, capisce che c’è qualcosa di diverso in lei. Non ha niente a che vedere con chi ha distrutto la sua terra durante la Grande Guerra in Europa. Anche se è il Capo della Sicurezza, Alen non pretende di comandare i suoi colleghi e per via del suo passato in prigione ha paura che Tori non riesca ad accettarlo. D’altra parte era stato già ferito da una donna che amava. Comunque, non c’è modo di evitare che lavorino insieme. Riusciranno Tori e Alen ad affrontare le loro paure e a costruire un futuro insieme? 
LanguageItaliano
PublisherJocelyn Han
Release dateDec 12, 2014
ISBN9781633392496
Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust)

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    Make You See Stars (Secondo Volume Della Saga Erotica Stardust) - Jocelyn Han

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    Make You See Stars

    Secondo volume della Saga Erotica Stardust

    Jocelyn Han

    © 2013 by Jocelyn Han, Smashwords Edition

    Copertina disegnata da Jocelyn Han & Clarissa Yeo

    Tutti i diritti sono riservati all’autore. Fatta eccezione per motivi di studio, critica e ricerca, secondo il Copyright Act, nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo senza il permesso dell’autore.

    1.

    ––––––––

    Su con il morale, piccola.

    Tori si guardò allo specchio con una smorfia mentre sistemava i suoi setosi e rossi capelli, raccogliendo alcune ciocche ribelli scappate dal suo chignon. Non le piaceva ciò che stava vedendo. La formale gonna blu scura stonava con la sua carnagione. Inoltre, nemmeno la scarsa luce proveniente dall’alto era di aiuto. Né tantomeno il fatto che lei odiasse questo genere di vestiti.

    Presto, comunque, avrebbe affrontato le luci dei riflettori. Meglio mettere in pratica il suo dolce e innocente ma professionale, sorriso mentre poteva.

    Mi raccomando sii presentabile, tesoro, la voce di sua madre rimbombò nella sua testa.

    Sì, mamma, mormorò al suo riflesso, facendo un’altra smorfia prima di riapplicare il trucco.

    In un certo senso, lasciare Marte era stato difficile, ma anche un sollievo. Era l’inizio di una nuova vita – una vita tutta sua. Non appena la navicella decollò e si lasciò la superficie del pianeta rosso alle spalle della Terra, Tori si era rifugiata nelle sue stanze private a poppa della navicella spaziale per evitare le orde di giornalisti che viaggiavano verso Desida Two, la stazione spaziale che orbita attorno a Saturno. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era una schiera di paparazzi impazziti che la inseguiva per tutta la nave, cercando di ottenere un’intervista con Victoria Weiss, figlia dell’ambasciatore della Great German su Marte.

    Per il momento era stufa di essere un’icona di Elite. Non avrebbe potuto avere un fratello più grande che richiamasse tutta l’attenzione e fosse sotto i riflettori? Avrebbe tanto desiderato sparire dietro l’ombra di qualcuno, invisibile per tutti, capace di vivere la propria vita senza aver bisogno di comportarsi in maniera esemplare per soddisfare i suoi genitori. 

    Tori sorrise senza convinzione, distolse lo sguardo dallo specchio e si incamminò sui suoi tacchi. Anche se stava lasciando la sua vita su Marte alle spalle per iniziare un tirocinio al Dipartimento Astrobiologico si Desida Two, avrebbe ancora potuto contare su alcuni amici quando fosse tornata. Anna e Shirley – le due ragazze americane che sua madre non voleva frequentasse, perché erano ‘troppo diverse’. Come se dovesse avere per amici dei cloni di se stessa.

    Anna si era appena laureata in Geologia preso la North Mars Uni. Faceva parte del team di Cartografia che stava tracciando le lune di Saturno per la prima volta nella storia. Aveva fatto in modo che anche la sua amica Shirley svolgesse il suo tirocinio lì. Se tutto fosse andato bene, tutte e tre sarebbero state inviate per delle missioni sulla luna di Encelado – Tori in quanto studentessa di astrobiologia avrebbe raccolto dei campioni di acque sotterrane che si nascondevano sotto la superficie, e le sue amiche in qualità di cartografe. Desida Two era una stazione multiculturale con molti scienziati provenienti dal Greenland Canadese e dai Dieci stati dell’America, quindi era anche un’ottima opportunità per praticare il suo inglese e farsi nuovi amici da tutte le parti del mondo.

    Stiamo per avvicinarci a Desida Two, una vocina dall’alto annunciò. Primo punto di attracco: Saturn Boulevard. Questa navicella proseguirà per Hydroponics e la Stiva Principale, dove questo servizio terminerà.

    Tori si avviò verso il suo trolley per imballarlo, poi si fermò a metà strada. Il modo migliore per raggiungere i suoi alloggi su Desida Two era prendere la Saturn Boulevard, ma probabilmente anche i giornalisti lo sapevano. Forse avrebbe dovuto sopportarlo e basta. D’altra parte niente nella Stiva Principale poteva essere peggio di quegli avvoltoi di reporter che la circondavano pur di ottenere l’ultimo scoop sul perché la figlia dell’ambasciatore Weiss avesse deciso di trasferirsi all’età di vent’anni per finire gli studi il più lontano possibile dalla sua famiglia.

    Tirò fuori il suo portatile e scrisse un messaggio ad Anna: ‘nn aspettarmi @ blvd. Sto escogitando qlcs x evitare i giornalisti. Uscirò dal vagone merci!!’ Era la migliore idea che le fosse venuta in mente.

    Autocongratulandosi con se stessa, Tori tornò a sedersi accanto alle finestre dalle quali poteva osservare la sua nuova casa. Il paesaggio era mozzafiato: Saturno occupava la maggior parte dell’oblò, ma il luogo che davvero richiamava l’attenzione era Desida Two, la luce del sole colpiva la stazione che fluttuava nello spazio facendola luccicare come un diamante prezioso, fiancheggiato da una delle più piccole lune di Saturno – Prometeo.

    Non c’era più bisogno di indossare un tailleur per ‘essere presentabile’ adesso, ma Tori decise di sbarazzarsene dopo. Non aveva idea di quanto ci avrebbe impiegato l’astronave ad attraccare presso la Stiva Principale, e non voleva perdere l’pportunità di sgaiattolare dalla nave senza essere notata.

    Tori lanciò uno sguardo alla sua valigia contenente parecchi vestiti casual del ventesimo secolo che aveva potuto indossare solo a casa – e anche quello era stato motivo di discussione con i suoi genitori. Dopo tutto, l’amasciatore Weiss non avrebbe potuto permettere che la servitù andasse in giro a raccontare che sua figlia non indossava abiti all’altezza degli standard di Elite. Avere una figlia idealista propensa a guardare al passato non era appropriato per un uomo che governava l’intero Emisfero Nord di Marte con pugno di ferro e tolleranza zero.

    Camera d’equilibrio chiusa. A nessun passeggero è permesso lasciare la navicella. Il prossimo punto di attracco è Idroponica, l’interfono proseguì.

    Tori ridacchiò leggermente. Era un vero peccato che non potesse vedere i giornalisti che continuavano a cercarla in ogni angolo del Boulevard, chiedendosi cosa le fosse accaduto. In realtà, la ragione per cui la maggior parte di loro si trovava qui non aveva niente a che vedere con lei – il Comandante Kelso, capo di Desida Two, aveva recentemente scoperto un varco spazio temporale vicino a Saturno e avrebbero inviato una sonda al suo interno questa sera. Poteva trattarsi del primo contatto con una forma di vita intelligente proveniente da un’altra parte dell’universo. Molti giornalisti avevano dedotto che la sua presenza qui significasse che l’Ambasciatore Weiss volesse tenere d’occhio la situazione e avesse inviato sua figlia per ottenere informazioni.

    Stiva Principale: capolinea, la voce robotica disse. Tutti i passeggeri a bordo devono scendere. Siete pregati di prendere i vostri oggetti personali.

    Mentre Tori prese il suo bagaglio e lo mise giù, pensò alle poche volte in cui aveva visitato la nonna materna in Great Germany. A quei tempi i treni erano ancora sicuri per gli Elitisti. Aveva preso un treno da Barcellona a Kiel, e si era sentita libera e senza preoccupazioni, nonostante il fatto di dover portare con sé i suoi bagagli ogni volta che andava in bagno, a causa dei ladri che si trovavano sul questi treni. Nessuno si trovava lì per dirle cosa fare – poteva contare solo su se stessa. Ed era quello che intendeva fare una volta arrivata alla stazione spaziale.

    Quando la camera di equilibrio si aprì con un fischio, Tori era l’unica a dover scendere dalla nave. Non poté fare a meno di ridere per la sua ingenuità – con un po’ di fortuna, lo sciame di giornalisti non l’avrebbe riconosciuta una volta raggiunte le sue amiche. Si sarebbe cambiata nei suoi alloggi. I suoi vestiti da hippie sarebbero stati il suo travestimento.

    Il rumore dei suoi tacchi rimbombava sul pavimento di alluminio, mentre le ruote del trolley la seguivano. La stiva era enorme. Tori si guardò intorno, i suoi occhi infastiditi dalla luce fluorescente proveniente dal tetto. Dove doveva andare? Da quello che riusciva a vedere non sembrava ci fossero uscite.

    Quando continuò a camminare, vide tre uomini nell’angolo alla fine della stiva. Erano occupati a scaricare dei contenitori che probabilmente erano arrivati dalle lune di Giove. Poté leggere le iscrizioni in russo sui container. Dopo il blocco che la Russia aveva subito durante la Grande Guerra, gli elitisti di Mosca si erano trasferiti su Ganimede e in Europa quando c’erano delle navi disponibili.

    Tori strizzò gli occhi verso la squadra di lavoro. Il più alto dei tre sembrava essere il loro superiore, a giudicare dal fatto che stava impartendo ordini – e che non stesse facendo lavori manuali, cosa che di solito era d’aiuto in queste situazioni. Lo aveva visto spesso nell’ufficio di suo padre: la gente più importante ed autoritaria sembrava aver paura di stancarsi... o di sporcarsi le mani.

    Tori andò verso di loro. Almeno le avrebbero detto da che parte fosse l’uscita più vicina. Non appena si avvicinò ai tre uomini, l’ufficiale in comando la guardò improvvisamente e per qualche sencondo non lasciò i suoi occhi. Lo sguardo scuro dell’uomo scese per l’immacolato vestito, un angolo della sua bocca si alzò in segno di disprezzo prima di guardarla di nuovo in viso e scuotere la sua testa bionda quasi impercettibilmente. 

    Ok – che diavolo? Perché questo tizio la stava guardando con evidente disprezzo? Forse aveva infranto qualche regola assurda presentandosi nella stiva con questi tacchi. Effettivamente, sembrava essere uscita da una di quelle commedie romantiche per poi essersi ritrovata negli studi di Star Trek. Comunque, non erano fatti suoi il modo in cui lei vestiva.

    In quel momento, vide le porte degli ascensori nell’angolo. Grandioso – non avrebbe dovuto chiedere a quell’uomo insopportabile come raggiungere gli alloggi della stazione. Tori sollevò la mano per premere il bottone accanto alla porta, quando il suo sguardo si soffermò impprovvisamente sulla scritta grigia ‘ascensore merci’.

    Quando si girò, lui le stava dietro.

    Posso aiutarla? chiese con uno sguardo evidentemente divertito. Aveva un accento britannico.

    Dio, lo spero, Tori rispose aspramente. Alzò lo sguardo e vide che i suoi occhi non erano per niente scuri – erano blu come il cielo sulla Terra, ma le sue sopracciglia e ciglia nere li facevano sembrare più scuri da lontano. "In realtà, sarebbe davvero di grande aiuto se potessi toglierti quello sguardo sprezzante prima di continuare questa conversazione."

    Il suo piccolo sorriso si trasformò in un ghigno e lei lo guardò affascinata. Era bellissimo. E sexy. E la stava chiaramente prendendo in giro. 

    Piegando il collo, strinse gli occhi e la guardò. Sai, per una signora di Elite così ben vestita, le tue maniere lasciano a desiderare, rispose lentamente. Credo che i soldi non possano comprare tutto.

    La sua bocca si spalancò. Scusami? Quale è il tuo problema? Non so quale sia il tuo lavoro in questa stazione, ma per me, sei solo un tipo qualunque che mi mostrerà come uscire da questa stiva prima del tramonto. Ok?

    Un breve tremolio colpì gli angoli della sua bocca. "Grazie per aver confermato quello che pensavo. Perché non mi segue, sua Altezza." Le fece un inchino prima di dirigersi senza fretta dall’altra parte dell’edificio, alzando un interrutotre che aprì le porte di un altro scensore.

    Tori gli passò davanti, a testa alta, annuendo freddamente per poi entrare nell’ascensore. Quando niente accadde e il tipo insopportabile e bellissimo rimase dove era con lo stesso sguardo spezzante e beffardo, lei alzò gli occhi al cielo spazientita. Devo inserire qualche moneta per far muovere questo coso?

    Lui scosse la testa incredulo. Di nuovo i soldi. Pensi davvero che siano la risposta a tutto, vero?

    Lei fece un passo in avanti. Beh, se questa cosa non si da una mossa, chiamerò un taxi per portarmi ai miei alloggi. Ho abbastanza soldi da spendere, no? Dall’angolo dei suoi occhi vide che lui teneva ancora il dito sull’interruttore, il che voleva dire che lui impediva all’ascensore di salire. Che diavolo... lei esplose. "Lascia andare l’interruttore! adesso!"

    Alzò un sopracciglio. O cosa?

    Tori strinse i pugni. "Oppure mi toglierò questi tacchi ridicolosamente alti con cui non so nememno camminare e li userò come arma per procurarti dei bellissimi occhi neri invece di blu. Che cosa ne pensi?"

    Alle sue parole seguirono i fatti quando si piegò per togliersi le scarpe. Non appena Tori si rimise dritta, capì quanto non fosse stata una grande idea. Il tipo odioso era altissimo. Il suo cuore accellerò quando lui fece un passo verso di lei.

    Il suo respiro si fece più debole quando lui le si avvicinò per sussurrarle: Pensi che io abbia degli occhi bellissimi?

    Lentamente, le sue guance divennero rosse. Prima che avesse il tempo di rispondere a tono, le porte dell’ascensore si chiusero. A quanto sembrava, ne aveva avuto abbastanza del suo giochetto... oppure pensava di aver vinto.

    2.

    Avanti, prego! Tori ulrò quando suonarono alla porta. Dovevano essere Anna e Shirley – aveva inviato un altro messaggio per informarle che aveva raggiunto i suoi alloggi sana e salva, senza incontrare un solo giornalista.

    Le porte si aprirono con un fruscio rivelando due radiose ragazze che entrarono nel suo soggiorno. Donna Weiss! Anna gridò con esuberanza prima di abbracciare la sua amica, mentre i suoi riccioli castani favecano su e giù. Shirley le strinse una alla volta. Come stai?

    Felice di essere lontana da Marte, Tori rispose con un ghigno. Non posso credere di essere davvero qui! È fantastico. Indicò la stanza. Aveva già disfatto una parte dei suoi bagagli e appeso dei poster dalla sua collezione di musica del ventesimo secolo – Jim Morrison, Alice Cooper e i Nirvana abbellivano le pareti del soggiorno. Stava indossando i suo pantaloni preferiti di velluto bordeaux, scarpe da tennis e una maglietta aderente verde olivo un pò scolorita che metteva in risalto i suoi occhi verdi, mentre i capelli le ricadevano sulle spalle come una cascata rossa. 

    Sembri una ribelle, Shirley commentò con un luccichio nei suoi gentili occhi grigi. Se solo tua madre potesse vederti.

    Sì, beh, non può. Ho pensato di tenere a portata di mano alcune delle mie camicette più eleganti, in caso i miei genitori volessero video chiamarmi, ma forse non dovrei. Cosa potrebbero fare, volare fino a qui e costringermi ad indossare abiti costosi? Borbottò.

    Anna fece un sorriso perfido. Chi potrebbe dirlo. L’ambasciatore della Great German ha spie ovunque.

    Tori sospirò. Anna, perché ti piaccio? chiese, in parte scherzando. Non voleva ammetterlo, era ancora scioccata dall’incontro nelel stive. L’aveva davvero fatta infuriare. Il tipo alto e dall’aria da comandante l’aveva guardata e evidentemente aveva concluso che fosse una ricca ragazzina viziata. Lo era davvero? Non le piacevano proprio i suoi genitori impiccioni, ma forse si dava delle arie senza nemmeno accorgersene. 

    Anna sbuffò. Perché? Perché sei figa. Se un’amica dolce ed affidabile, hai un grande senso dell’umorismo e combatti per quello in cui credi. Sei il mio tipo. Per scherzare colpì Tori sulla spalla.

    Amen, Shirley aggiunse. Perché lo chiedi?

    Tori si morse il labbro. Non è niente. Solo... credo di essere vissuta in una torre d’avorio e non so nulla del mondo lì fuori. Forse sono strana.

    Per questo ci siamo noi! Anna esclamò. Prima di trasferirci su Marte vivevamo in Florida, no? Te ne abbiamo parlato.

    Non è proprio come viverlo in prima persona.

    No, non lo è, Shirley concordò. Ma non ti sei persa niente, fidati. Dovresti essere grata di esserti trasferita su Marte quando avevi cinque anni. Non hai dovuto assistere a tutte le guerre sulla Terra. Si passò distrattamente una mano tra i corti capelli biondi con sguardo pensieroso.

    Tori annuì in silenzio. Shirley ne aveva passate tante. Non aveva raccontato proprio tutto alle sue amiche, ma era evidente che avesse sofferto molto in Texas, prima di trasferirsi in Florida.

    Le tre ragazze decisero di disfare il resto della roba di Tori mentre facero quattro chiacchere.

    Viaggi leggero, Shirley osservò quando mise l’ultima camicia sul mucchio di vestiti nello scaffale più in alto. Perché non hai portato più vestiti?

    Perché voglio ricominciare da zero, Tori rispose. "In realtà ho portato solo i vestiti che mi piacciono – non i vestiti che dovrei indossare. È incredibile, mia madre non ha nemmeno controllato i miei bagagli."

    Beh, gli unici vestiti che dovresti indossare durante le missioni sono le tute spaziali, Anna commentò seccamente. E il dipartimento di Astrobiologia te le fornirà.

    Tori ridacchiò. Hai ragione. Ehi, mi potreste mostrare il resto della stazione? Non ho ancora visto niente – sono praticamente scappata per evitare i tizi del Martian Herald.

    Oh, quelli della sonda? Shirley sorrise. Non so chi gli abbia detto che cosa il team della Space Exploration stia pianificando, ma il Comandante Kelso non è proprio felice. Non doveva ancora essere reso pubblico.

    Non appena lasciarono gli alloggi di Tori, Anna girò a destra. Andiamo prima ai piani inferiori, disse. Tutto il divertimento è lì. I piani superiori sono per i vari dipartimenti scientifici, mentre quelli al centro sono chiamati Habitat Deck. Sono al decimo e undicesimo piano.

    Dove vivete?

    Il tuo stesso piano – Piano Undici, Sezione Quattro, Shirley rispose. Tu sei nella Sezione Due.

    L’ascensore le portò giù al Piano Otto, dove si trovava  Saturn Boulevard. Tori portò con sé una cartina per capire dove si trovassero, sentendosi come una turista che visita la vecchia Terra per la prima volta. Tutte le città su Marte erano costruite secondo lo stesso sistema – se ne conoscevi uno, li conoscevi tutti. Desida Two era diversa: aveva la forma di un enorme disco

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