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Incontro col Passato
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Incontro col Passato

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About this ebook

Questo libro vi prende per mano e vi conduce attraverso una serie di eventi inaspettati. Angela, la protagonista, ha una carriera di successo e lavora come patologo alla morgue. Nel momento in cui il marito - un emigrante che lei ha aiutato ad inserirsi con successo nel proprio ambiente di lavoro - la lascia per una donna molto più giovane di lei, il suo mondo crolla. Il lavoro non le basta più. Angela non riesce a sormontare il trauma emotivo di quell'abbandono inaspettato. A sua insaputa il caos psicologico che si scatena dentro di lei la fa avanzare verso la porta di una nuova frontiera. Una sconosciuta comincia a seguirla facendosi viva nei posti pù inaspettati. L'enigma è che nessun'altro la vede tranne lei. Chi è questa donna? Cosa vuole da lei?
LanguageItaliano
PublisherBookBaby
Release dateDec 4, 2014
ISBN9781483544977
Incontro col Passato

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    Incontro col Passato - Rita Petrini

    Margherita

    Capitolo 1

    Erano le tre del mattino quando Angela infilò le chiavi nella porta di casa. Gli occhi faticavano a tenersi aperti. Era stanca, tutto quello che poteva desiderare in quel momento era un letto caldo e comodo per sognare qualcosa più attraente della sua vita quotidiana. Aveva appena aperto la porta che sentì il telefono squillare. Non se ne curò. La segreteria telefonica avrebbe preso cura di quella che probabilmente era solo una noia. Alle tre del mattino? Si tolse le scarpe all’entrata dell’appartamento, si sfilò l’impermeabile ed attraversò il salotto per raggiungere la cucina in cerca di un bicchiere di acqua Perrier. Il take away che aveva trangugiato in gran fretta in ufficio le era rimasto sullo stomaco e rimpiangeva la sua scarsa forza di volontà infatto di cibo. Tutte le sue buone intenzioni – mangiare poco e sano – finivano sempre nella fogna. Era pigra e troppo indaffarata per peredere tempo curando la sua alimentazione. ‘Morirò di indigestione’ si disse tra se incurante del pensiero della morte. Da quando il suo matrimonio con Carlo era finito e così malamente, la sua vita sembrava avere perso importanza. Non era tanto la fine di un rapportoche l’aveva distrutta ma il fatto di essere stata abbandonata per una donna più giovane di quaranta anni che la tormentava ancora. Che cosa spinge un uomo di sessanta a finire nella rete di una Lolita appena ventenne? La noia, l’insicurezza? L’egotismo o semplicemente la stupidità?

    Dalla cucina sentì la voce della madre che attraverso la registrazione telefonica le chiedeva ansiosa se avrebbe passato il Natale con loro. Loro erano la madre ormai ottantenne, il suo secondo marito o forse terzo e un numero incerto di mezzi fratelli e sorelle e cugini vari. La voce di sua madre la irritava, come sempre. Pacata, gentile ma fredda e distaccata, senza ombra di passione o interesse speciale. Una voce appropriata alla personalità di una donna che aveva avuto sempre una vita facile e comoda, senza problemi. Una vita ben diversa dalla sua. Mentre attraversava di nuovo il salotto per recarsi in camera da letto non resistette alla tentazione ed afferrò ilricevitore del telefono.

    Dormi, Mamma. Perchè non dormi?

    Volevo sapere se passerai il Natale con noi.

    Non puoi aspettare che sia giorno, per rivolgermi una domanda del genere? Cosa ti spinge a chiamarmi nel cuore della notte per una stupidaggine come questa?

    Natale non è una stupidaggine. Tu te ne infischi delle festività lo so, ma il giorno di Natale è un giorno importante per una famiglia. Non tutti la pensano come te e la maggior parte della gente per bene ci tiene ad organizzare la riunione natalizia. Che fai, vieni o no?

    No, non vengo. Vi lascio godere la gioia della riunione familiare senza di me. Non è questo un bel regalo di Natale? chiese polemica Angela.

    Sempre la solita! commentò sarcastica la madre.

    A proposito, perchè non stai a letto? Che c’è, Roberto russa troppo?

    Roberto non russa. Almeno non in modo eccessivo. Certamente non come russava Carlo. Ho preso come al solito le pasticche per dormire, ma si vede che ho troppo nella testa perchè nemmeno il Mogadon stasera riesce nel suo scopo.

    Uh, commentò indifferente Angela, È sempre efficace con me. Si vede che la tua mente oppone resistenza alla perdita di coscenza. La mia non ha nessun problema.

    Tu lavori. Ti stanchi. Io non ho molto da fare. Lamia mente vaga. Mille pensieri, mille ricordi si affacciano e mi disturbano.

    Pensavo che la tua vita fosse perfetta. I tuoi ricordi, i tuoi pensieri devono essere piacevoli..

    Cosa sai tu di me? Della mia vita? Solo l’apparenza. E l’apparenza inganna quasi sempre..

    Poco incline a discussioni filosofiche nel mezzo della notte Angela tagliò corto:

    Ho risposto alla tua domanda. Non vengo. Buona notte.

    Perchè non vieni? Sono passati due anni da quando Carlo ti ha lasciato. È ora che ricominci a vivere. Lo so che il tuo cuore ha sofferto. Essere abbandonata così dopo tutto quello che hai fatto per lui.. Ti avevamo avvertito che non era l’uomo per te. Ma tu non hai ascoltato nessuno.. Comunque ci sono tanti uomini decenti lì fuori nel mondo. Se non esci mai, non avrai mai occasione di incontrarne uno che può farti felice..

    Mamma, ti prego. Non ho nessuna intenzione di tornare a vivere con un uomo. Ne ho avuto abbastanza. Sono tutti uguali..

    Non sono tutti uguali. Roberto è una persona per bene. Carlo veniva da un ambiente che non era un gran chè. La famiglia era di dubbia moralità. Avresti dovuto sposare un professionista, una persona del tuo stesso ceto sociale, non uno qualunque di cui non si sapeva molto e quel poco che si sapeva…

    Mamma, ti prego. Il passato è passato. Non voglio parlare del disastro che ho fatto della mia vita personale. Carlo era, come avevate predetto, un uomo di due soldi. Non importa. Appartiene al passato ormai. Ti prego, ho bisogno di dormire. Prendi un altro Mogadon e torna a letto. Ci sentiamo domai, quando è giorno. Buonanotte.

    Angela attaccò il telefono prima che la madre potesse obiettare e riprendere il discorso.

    ‘Che strazio,’ pensò tra sè.‘Non posso neanche essere lasciata in pace con la mia disfatta. Natale, chi vuole festeggiare Natale? Voglio solo essere lasciata in pace. E questo significa essere lasciata libera di stare da sola.’

    Raggiunta in fretta la camera da letto, si spogliò, mise la sveglia per le otto e si infilò nel letto. Alcuni istanti e fu subito sogno.

    Sognò, come spesso le accadeva di sognare, di trovarsi nella casa della nonna paterna. Rivide se stessa seduta in cucina. La nonna, svelta e allegra, trafficava intorno a lei mentre dalla finestra aperta Angela bambina osservava i rami enormi dell’albero al centro del giardino. Non c’erano tendine in cucina. La finestra era sempre aperta su quell’albero maestoso che dava l’impressione di vivere sperduti nella foresta. Non si udivano suoni, rumori dalla piazza su cui la casa si affacciava, voci. Solo un silenzio così naturale, interrotto di tanto in tanto dal frusciare delle foglie dell’albero mosse da una leggera brezza estiva. Quanto aveva amato quella casa. Un’oasi di pace e serenità. Lontano dalla vita stressante con sua madre. Poi d’improvviso, come sempre, il solito sogno incubo interruppe la visione idillica. Vide se stessa nel letto. Il lenzuolo le copriva totalmente la bocca e il naso. Le braccia distesa lungo i fianchi, incapace di obbedire alcun comando, sembravano paralizzati. Il suo respiro diventava sempre più faticoso. La sua mente era lucida e si ritrovava a pensare, come sempre: ‘Faccio fatica a respirare. Ma basta scostare il lenzuolo dal mio naso e sarò a posto.’ Sapeva che sarebbe bastato alzare una mano, afferrare il lenzuolo e tirarlo via dal suo viso per riprendere a respirare normalmente, ma le braccia non si muovevano, sembravano inchiodate nella loro posizione inerte. La sua mente lottava contro l’inanimatezza del suo corpo. Il cervello impartiva l’ordine alle braccia di muoversi, ma loro non rispondevano al comando. La battaglia tra mente e corpo la rendeva debole. Per quanta forza di volontà impiegasse, per quanta forza fisica cercasse di estrinsecare, niente succedeva. Il suo corpo restava immobile, quasi intrappolato in quella posizione che le bloccava il respiro. Si rendeva conto nel sogno, che se non fosse riuscita a fare qualcosa in fretta, sarebbe morta soffocata, ma niente succedeva. I suoi sforzi erano inutili, totalmente inutili. Lottava per la sua vita e stava perdendo la battaglia. Al culmine del disagio fisico e mentale, proprio mentre la sua mente si stava abbandonando alla morte si svegliò di soprassalto, come succedeva sempre. Bagnata di sudore, con la gola secca, ansimante, Angela scoppiò a piangere. Un pianto sommesso, quasi tranquillo, un pianto di desolazione e resa. Erano mesi ormai, anni che quel sogno incubo la tormentava.

    ‘Non può continuare così,’ si disse avvilita, ‘devo fare qualcosa.’

    Si fece una doccia calda, si vestì in fretta e si fece un caffelatte cremoso. Lo trangugiò di corsa ed uscì. Il trambusto delle prime ore della mattina la colpì. Tutti sembravano indaffarati, indifferenti. Sembravano avere una direzione, un luogo dove andare. ‘Io non appartengo a questa vita, a questa società. Io non ho nessuno. Io non so dove andare e cosa fare. Sono totalmente persa nel mondo.’ Lacrime silenziose cominciarono a scorrerle lungo le guance. Non si curò neanche di nasconderle. Continuava a camminare lenta, quasi tranquilla nei movimenti, ma con il cuore in rovina.

    Camminò per ore ed ore lungo i vicoli della città. Si fermò solo quando le gambe stanche ed il corpo accaldato ed assetato le suggerirono di fermarsi e riposare un poco. Scelse un caffè da cui usciva musica e prese posto ad un tavolino all’aperto. Ordinò due cappuccini.

    Due cappuccini? chiese curioso il cameriere.

    Si, due. Mi piacciono i cappuccini Cosa avrebbe dovuto dire? I vostri bicchieri sono talmente piccoli, che me ne servono due.

    Non so mentire aveva detto una volta al suo Professore di Latino e Greco.

    Allora cara mia, devi imparare, era stata la risposta gelida del Professore.Non puoi attraversare la vita dicendo solo la verità. Se non sai mentire, devi imparare.

    Lei aveva guardato con sospetto quell’uomo severo che era il terrore del Liceo Massimo ed aveva replicato convinta Io dirò sempre e solo la verità.

    Al chè, il terribile Professore l’aveva guardata a lungo in silenzio poi aveva dettofissandola col suo famoso sguardo di ghiaccio e la bocca serrata: Allora stai perdendo tempo in questa scuola. Sarai una fallita nella vita. Mentire non rappresenta un’alternativa a dire la verità. È l’unico modo per sopravvivere. Non si ha scelta. Perchè dire la verità? Nessuno vuole sentire la verità. Cosa fai, dici alle persone brutte che sono brutte? Alle persone stupide che sono stupide? Agli imbroglioni che sono imbroglioni? No, no, la tua intelligenzanon serve a niente se non sai mentire. Devi usarla per raggiungere i tuoi scopi. Per raggiungere i tuoi scopi devi mentire. Specialmente te, che sei una donna. Cosa farai? Andrai in giro dichiarando i tuoi veri intenti? Ti sconfiggeranno immediatamente, conoscendo le tue armi. Racconterai a tutti quello che pensi? Ti fregheranno sapendo su quale fronte combatterti. Sapranno dove attaccarti e come. Per te non ci sarà alcuna speranza. La tua vita finirà prima di cominciare.No, Angela, devi assolutamente imparare a mentire. Non hai scelta.

    Angela non riusciva ad accettare quella estemporanea lezione di vita e senza pensarci due volte aveva replicato polemica: Ma Professore, lei ci dice sempre che dobbiamo trarre insegnamento dalla storia. Nella letteratura latina e greca gli eroi sono sempre i personaggi con i sentimenti più nobili. I nostri antichi antenati avevano un grande rispetto per la verità e consideravano la menzogna la scelta dei vigliacchi.

    Ah, mi vuoi sconfiggere nel mio territorio? Bene, ricorda questo: Troia venne conquistata attraverso una menzogna, non la maestria e e la superiorità in campo di battaglia. Come conquista un uomo, una donna? Dicendole che è per niente affascinante, per niente intelligente eche non c’è nessuna meglio di lei da prendere in considerazione? No, cara Angela, una persona riesce a farsi amare da un’altra solo quando è in grado di accarezzare il suo Ego con paroline dolci. Più dolci di qualunque altro. Spesso mentendo, una persona riesce a convincere un’altra che è innamorata, che ama l’altra alla follia anche quando non è vero. Così, qualunque sia la ragione dietro la menzogna, lo scopo viene raggiunto. È questa un comportamento ammirevole? Certamente no. Io e te non abbiamo fatto queste regole. Possono anche non piacerci ma non possiamo ignorarle. Non sai mentire Angela, devi imparare. Esercitati. Comincia con me, dimmi che sono il Professore più bravo ed interessante che hai mai avuto. Che le lezioni di latino e greco sono un’esperienza indimenticabile quando io sono in cattedra, sorrise col suo sorriso enigmatico, quello che fu davvero il Professore più bravo ed interessante che lei aveva mai avuto.

    Ma io penso davvero che lei è qualcosa in più degli altri gli disse Angela rossa inviso.

    Davvero? Brava, anche a me piace essere lusingato. Se quello che dici è la verità o no, non importa. Mi sei simpatica. Hai visto? Adesso ti regalerò mezzo punto in più quando correggerò i tuoi compiti. Brava, stai imparando, continua così.

    Si era girato in fretta ed era andato via perdendosi nel dedalo dei corridoi della scuola. Angela ogni tanto lo rivedeva nei suoi ricordi lontani, col suo cappotto di cammello, la sua valigetta senza troppe carte, i suoi occhi azzurri gelidi, il suo sorriso enigmatico e il suo bagaglio inesauribile di conoscenza.

    Decenni erano passati dai tempi del Liceo e del Professore di latino e greco. Ancora non le veniva facile mentire. Ancora era ossessionata dall’irresistibile bisogno di dire la verità, la sua verità certo, ma pur sempre non una menzogna fabbricata al momento per il guadagno immediato.

    ‘Se fossi stata capace di mentire, forse Carlo non mi avrebbe abbandonato per chi sapeva mentire meglio di me. Una sgualdrinella di due soldi in cerca di facile guadagno. Una ragazzina in cerca dell’uomo maturo che aveva già conquistato il benessere finanziario. Una ragazzina senza scrupoli e moralità, che si lascia diventare incinta per legare a se un un uomo. Chi era una persona migliore, lei una donna di alti principi o una sgualdrinella che non pensa due volte ad andare a letto con un uomo anziano e sposato? Non importa. La menzogna vince sempre sulla verità. Il vizio vince sempre sulla virtù. Troppo latino e greco, troppa mortalità nella sua vita. La realtà era ben diversa. Specialmente nella società consumistica di oggigiorno, dove sesso è solo piacere temporaneo offerto su un piatto d’argento da tutte le donnette in cerca di una vita facile. Gli uomini non hanno molto rispetto per le donne? Beh, la maggior parte della colpa appartiene alle donne stesse. Se non usassero il loro corpo e le mille lusinghe dei sorrisetti falsi e provocatori, gli uomini avrebbero più considerazione e devozione per le donne. Ecco perchè un giorno finiremo tutte dentro un burka. È colpa delle donne stesse. Gli uomini devono pur difendersi dalle lusinghe del sesso e della lussuria. Se le donne non usassero il loro corpo per ammaliare ed afferrare senza sforzo quello che volgiono, non ci sarebbe bisogno di una società basata su una religione anti-femminista.

    La prossima vita nasco uomo e mi vendico. Prenderò a calci tutte le donne che mi hanno reso questa vita un fardello pesante. ‘Non si ruba la donna altrui,’ dice uno dei dieci commandamenti della religione cattolicaiscritti sulle tavolette di Mosè. Si vede che ai suoi tempi c’erano meno puttane, altrimenti avrebbero aggiunto ‘non si ruba l’uomo altrui,’ specialmente quando la donna è ormai anziana e ha speso tutta la sua vita prendendosi cura di un maiale che russa, dorme e mangia senza mai un gesto gentile verso di lei.’

    Questi sono tempi difficili, aveva detto una sua collega quando aveva saputo del tradimento e dell’abbandono di Carlo. "Bisogna stare molto attenti. Non lasciare solo un uomo nemmeno per un secondo. Ci sono migliaia di donne li fuori che vanno alla ricerca di un piatto di minestra già pronto e di un tetto sicuro sulla testa. Donne senza scrupoli. Totalmente disinibite nei vestire e nei modi così da fare vedere che con loro un mondo di piacere e dolcezza si aprirà per l’uomo che le seguirà. Una volta conquistata la preda, la storia diventa un’altra. Nel frattempo rendono la vita impossibile a tutte le mogli, le fidanzate e le compagne che non usano il sesso come fine ultimo della loro relazione con l’uomo. Ormai le puttane non sono più quelle che una volta uscivano la sera e battevano i marciapiedi. Le puttane oggigiorno vanno in cerca di clienti nei posti di lavoro, negli uffici, nei supermercati. Sono facili da incontrare, ad ogni occasione. Appena un paio di pantalioni si avvicina, si fanno in quattro per accaparrarlo. Usano mille sorrisi e smorfiette per conquistare l’uomo. Altro che mentire! Fingono di essere dolci e gentili, fingono di capirlo come la moglie non può o portà mai. Gli danno ragione in ogni cosa che dice, lo assecondano in ogni capriccio. Sono disposte a fargli provare qualsiasi tipo di piacere sessuale come cagne in calore. Costruiscono tutt’intorno

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