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Non sono Bukowski
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Non sono Bukowski

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Una raccolta di brevi racconti umoristici in cui si prende spunto da alcuni titoli della produzione bukowskiana per sbrigliare la fantasia. L’idea è nata dalla partecipazione al Premio Letterario Antonio Fogazzaro 2014, dedicato al celebre scrittore americano, che ha fruttato all’autrice il secondo posto nella categoria humor.
Si narrano ad esempio le peripezie di un giovinastro che tenta di rapinare le Poste ed è sedotto dalla postina; di un Romeo sordo e un po’ tonto, concupito da una Giulietta assai intraprendente; di un Leopardi che scrive poesie perché non riesce in altro modo a strappare sospiri alle dame. Alcuni racconti sono di pura finzione, in altri appaiono riferimenti autobiografici, oppure vengono presi di mira amici, conoscenti, perfino la sorella... Una menzione particolare merita il suino Danie’, la cui bruttezza ne fa oggetto di attrazione, salvandolo dal diventare il ripieno di un panino al prosciutto.
Tra le righe, stemperata da situazioni e battute surreali, fa capolino l’anima nera dell’autrice: perché non bisogna mai fidarsi di un pagliaccio sorridente che ti offre un palloncino.
Completano il volume alcune vignette in tema con i racconti.

LanguageItaliano
Release dateSep 25, 2014
ISBN9781311880192
Non sono Bukowski
Author

Anna Rita Foschini

Anna Rita Foschini, single per altrui scelta, senza figli, amante dei gatti, ha sperimentato con scarso successo vari hobby, e si è avvicinata casualmente alla scrittura creativa dopo aver letto un bando di concorso su un noto settimanale femminile. Risultati zero, ma la scribacchina dilettante ci ha preso gusto e ha perseverato nell’insano proposito di riempire pagine e pagine di Word con i suoi racconti.Dal genere erotico-sentimentale degli esordi è passata al noir, all’umorismo e ad altri soggetti di scrittura, poiché ama spaziare e mettersi continuamente alla prova. Non prendersi e non prendere mai nulla troppo sul serio è il leitmotiv esistenziale di questa signora di mezza età, che cela sotto le rughe l’animo di una ragazza scapestrata e irriverente.Amministratrice del gruppo Facebook "Libri Stellari", Anna Rita è presente con alcune opere nei quattro libri prodotti dal gruppo stesso: "Le Donne e il Mare", "Gatto, Mon Amour", "77 Fiabe Buffe" e "Post Tenebras. I racconti del cimitero" (tutti pubblicati da Youcanprint). Altri lavori appaiono in varie antologie, tra cui: "365 Storie di Natale" e "365 Racconti d’Estate" (Delos Books); "77, Le gambe delle donne" e "Il sole è nudo" (Lulu); "Schegge per un Natale horror" (Dunwich Edizioni); "Le Vene Vorticose" (Bertoni Editore); "Racconti da Paura" (Libro Aperto Edizioni); "True Stories. Verità del Terzo Millennio" (Lulu); "Gente che scrive per... Agenda 2014" (Lulu); "Gente che scrive... western" (Lulu); "Gente che scrive sui... carabinieri!" (Lulu).

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    Non sono Bukowski - Anna Rita Foschini

    Premessa

    Vi domanderete cos’abbia, io, in comune con Bukowski. Vi rispondo subito e senza tema di smentite: assolutamente nulla. Non sono Bukowski e scrivo solo per diletto. Chi mi conosce sa che amo autodefinirmi una scribacchina, un’improvvisata imbrattatrice di documenti di Word. Massacro la tastiera giorno e notte (più di notte che di giorno), costringendo la mia fantasia a esplorare i generi letterari più disparati, non avendo ancora deciso quale mi sia congeniale. Così, salto dall’erotico all’horror, dal giallo al noir, da allucinanti scenari distopici a sdolcinati quadretti elegiaci.

    Circa un anno fa ho pubblicato una raccolta di racconti noir intitolata Nero Profondo, e sono presente con alcune delle mie fatiche in parecchie antologie di autori vari. All’amico Fabio Nocentini, naturopata e scrittore, devo il merito di avere scovato una mia certa vena ironica e dissacratrice, che ho sfruttato a piene mani nella seconda edizione del Premio Letterario Antonio Fogazzaro 2014, sezione microletteratura e social network, curata da Stefania Viganò Buscaglia.

    La partecipazione al suddetto concorso mi ha regalato il secondo posto nella categoria humor e, soprattutto, ha scatenato in me la voglia di non fermarmi, di continuare a scrivere sullo spunto dei titoli delle opere bukowskiane, in modo da raccogliere il frutto del mio delirio letterario in un libretto: precisamente quello che state leggendo.

    Si tratta di brevi racconti umoristici nei quali, di tanto in tanto, lascio affiorare la mia anima nera, perché questa sono io: il pagliaccio e il Joker, il sorriso e il ghigno malefico, le due facce di una stessa medaglia. Come mi ha insegnato il maestro dell’horror Stephen King, mai fidarsi di un clown sorridente che ti offre un palloncino.

    Shakespeare non l’avrebbe mai fatto

    – Oh, Romeo, Romeo, indo’ tu vai così di buon’ora? L’è ancora buio, un tu lo vedi?

    – V’ingannate, madonna Giulietta: il cielo sta per tingersi dei colori dell’alba. Non udite il dolce canto mattutino dell’allodola?

    – Vien via, grullo! Codesta un l’è l’allodola, l’è l’usignolo che bercia su i’ melograno e ci frahassa i timpani. L’è peggio d’un gatto nero attaccato a’ hoglioni, maremma buhaiola!

    – Deh, mia diletta, il vostro linguaggio non si addice a una leggiadra fanciulla quale voi siete. Colui che ci creò si rivolterebbe nel sepolcro se potesse udirvi. E pensare che venne perfino a risciacquare i panni in Arno...

    – Sie! Icché tu dici, bischero? Quello l’era i’ Manzoni. Shakespeare un l’ha mai fatto di veni’ a sguazzare in Arno. Poi, che c’hai da ridi’ sul mi’ idioma? Miha son fatta della materia de’ sogni, io. Son tutta un foho, c’ho i’ chianti che mi ribolle ni’ sangue. Dunque, lascia stare codesti uccellacci e torna ni’ letto: ti do una ripassata che te la rihordi per tutta la

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