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Nata in una casa di donne
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Ebook105 pages1 hour

Nata in una casa di donne

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About this ebook

"Teresina, era bella. Bella da mozzare il fiato, con quelle curve tutte al posto giusto e un vitino da vespa che pareva l’avessero strizzata con un corsetto del ’700." Quando lascia la provincia calabrese e arriva a Roma, con quel viso da madonna e una silenziosa presenza, incanta Giorgio, giovane sergente dell’esercito con la passione della poesia. Il loro amore presto si concretizza in quello che tutti avrebbero definito un matrimonio perfetto, coronato da quattro figlie. Gli anni trascorrono in un clima di apparente felicità e ben presto, Giorgio si rassegna all’idea di non poter tramandare il suo cognome, mentre Teresina comincia a concepire il pensiero che il fidanzamento è amore, e matrimonio è dovere. E il dovere impone una casa perfetta, apparenze da rispettare e frasi di rito, col rischio però di non vedere l’essenziale, come la sofferenza di una figlia inascoltata che tenta il suicidio. Sarà quello stesso dovere a costringerli a una scelta difficile: tornare in Calabria infrangendo le aspettative e i sogni delle figlie. Presto, cominciano a imprimersi negli equilibri familiari dei ruoli precostituiti che vedono Giorgio succube e indolente, come una figura sbiadita che non riesce a imporre la sua sfumatura, e Teresina invece, forte e determinata, come la colonna portante, per cui ogni necessità, bisogno e autorizzazione, passa al suo vaglio. In questo clima di apparente felicità ed equilibri sfalsati le quattro figlie crescono abbandonando la speranza di poter ricalcare i contorni del padre e cercando di fuggire dalle imposizioni della madre. Ma soprattutto accompagnate da una domanda: le colpe, i fallimenti, gli errori si tramandano come fossero componenti del DNA? E ancora, è possibile riabilitare l’idea che si ha della propria famiglia? Saranno i germogli di una nuova vita a far risorgere l’amore e il rispetto permettendo un’agnizione non sperata, ma desiderata.
Cetta De Luca, attraversando i decenni che incorniciano la storia di questa famiglia, con una scrittura intima e solida, ci insegna qualcosa: che un concerto a più voci può lasciar suonare un solo cuore.

LanguageItaliano
PublisherCetta De Luca
Release dateJun 4, 2014
ISBN9781311778017
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    Nata in una casa di donne - Cetta De Luca

    Nata in una casa di donne

    Cetta De Luca

    Titolo: Nata in una casa di donne

    Autore: Cetta De Luca

    In copertina: illustrazione curata da Francesca Cireddu

    I edizione Febbraio 2013 – L’Erudita di Giulio Perrone Editore

    II edizione digitale Giugno 2014

    Copyright©2014 Cetta De Luca

    www.cettadeluca.wordpress.com

    Per contenuti riportati o citati si ringraziano collaboratori e i rispettivi autori cui rimane la proprietà intellettuale ed i diritti di utilizzo.

    È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

    Chi è Cetta De Luca?

    Sono nata in Calabria qualche anno fa e sono appassionata di viaggi, di storia medievale e rinascimentale e letteratura dell‘800 e del ‘900 italiano. Adoro cucinare!

    Il mio primo romanzo, Colui che ritorna (Edizioni Melody – Dicembre 2011) ha vinto il Premio Giuria Narrativa dell’edizione 2012 del Concorso Europeo Arti Letterarie Via Francigena.

    Nata in una casa di donne è il mio secondo lavoro, è stato pubblicato nel febbraio 2013 con il marchio L’Erudita da Giulio Perrone Editore, secondo classificato al Concorso Sirmione Lugana Camuni Narrativa 2013. E questa è la sua edizione digitale…

    Ho pubblicato altro (solo in versione eBook):

    Cetteide – In vacanza con mia madre (raccolta di racconti di viaggio umoristici)

    Appunti (raccolta di poesie – nella versione in lingua inglese Appunti, Notes from the heart)

    TanguEros (Due racconti erotici – Esperimento di co-scrittura con Marco Reale)

    Quella volta che sono morta (romanzo breve) – DuDag Edizioni

    E ancora, solo in brossura:

    Storie in 100 parole (Partecipazione all’antologia di racconti brevi pubblicata da Giulio Perrone Editore – Settembre 2013)

    La nudità dei fiori (Partecipazione all’antologia di poesie erotiche pubblicata da Giulio Perrone Editore – Settembre 2013)

    Se soltanto parlassimo (Partecipazione agli Incontri Poetici, ospite Dacia Maraini, pubblicata da Giulio Perrone Editore - Gennaio 2014)

    Poiché scrivo molto, collaboro con diversi blog e siti:

    http://inoltreilblog.wordpress.com/ (Inoltre di Saverio Simonelli)

    http://svolgimento.blogspot.it/ (Tutta colpa della Maestra)

    http://www.artapartofculture.net/ (Magazine online di Isabella Moroni)

    Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore.

    L’essenziale è invisibile agli occhi.

    È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.

    Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.

    Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.

    Tu sei responsabile della tua rosa.

    (Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe)

    Prologo

    Ora è tutto finito. La sofferenza, il dolore, hanno lasciato il posto a un senso sottile di leggerezza. Sei andato via in silenzio e l’ho sentito, quando hai deciso di lasciarci. La finestra si è aperta, un soffio d’aria fresca nella stanza è giunto come un balsamo ad asciugare lacrime inesistenti.

    Vai, puoi andare tranquillo. Qui è tutto a posto, non ti devi più preoccupare.

    È stato il mio commiato, e tu lo hai ascoltato.

    Le ho radunate tutte qui le tue donne, anche quelle venute dopo, le tue nipoti, e anche la piccola minoranza di nipoti maschi, a fare da contralto, a farti sentire meno solo. E sembra una festa sai? Ti piacerebbe…Tutte queste voci, queste parole che si rincorrono, questi toni in maggiore che pare di sentire un coro che si accorda prima di intonare una canzone.

    Tutto questo è per te, per celebrarti, per ricordare un’ultima volta, tutti insieme.

    LE ORIGINI

    Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.

    Sarete insieme quando le bianche ali della morte

    disperderanno i vostri giorni.

    E insieme nella silenziosa memoria di dio.

    Ma vi sia spazio nella vostra unione,

    E tra voi danzino i venti dei cieli.

    Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:

    piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.

    (Khalil Gibran, Il Profeta)

    I

    Sono nata in una casa di donne, prima di quattro figlie femmine; ma non ne ho avuto la consapevolezza finché non è arrivata l’ultima, quando ormai avevo diciotto anni. Pure mio padre era un po’ femmina, in fondo. Aveva dovuto adeguarsi alle circostanze, per spirito di sopravvivenza, per quieto vivere, o forse perché, in fondo, gli andava bene così. Ma non doveva essere stato facile per lui abituarsi all’eterno cicaleccio che gli ronzava intorno per tutta la giornata, voci di femmine dai toni sempre un po’ sfumati verso l’alto, che usavano un gergo a lui sconosciuto, fatto di pause silenziose e improvvisi rovesci di parole, come gli acquazzoni estivi.

    La prima donna era mia madre, primadonna in ogni senso, anche figurativo. Era l’eroina intrepida del suo personalissimo romanzo, quella fuggita dal profondo sud a metà degli anni Cinquanta per darsi l’opportunità di vivere nel mondo cosiddetto civilizzato, ai bordi della grande città, dove tutto era possibile, persino trovare la felicità.

    Teresina era andata a stare dalla sorella maggiore quando questa aveva avuto una bambina e, sola e lontana dalla famiglia e in più con il suocero convivente, aveva avuto bisogno di aiuto. La giovane, allora diciottenne, aveva accettato di buon grado di trasferirsi nella capitale, e aveva fatto in fretta e furia i suoi bagagli di gonne a campana e sogni proibiti, per paura che sua madre o suo padre cambiassero idea. Sua sorella non viveva in centro città ma, comunque fosse, sarebbe sempre stato meglio della vita che conduceva in Calabria, a far da serva in casa senza alcuna prospettiva per il futuro. Si ritrovò a fare la governante (un salto di qualità rispetto a serva) in casa di estranei, perché sua sorella, dopo tanti anni di lontananza, era ormai una sconosciuta, e il marito e il suocero di lei non li aveva mai visti.

    Era bella Teresina, bella da mozzare il fiato, con quelle curve tutte al posto giusto e un vitino da vespa che pareva l’avessero strizzata con un corsetto del ’700; aveva gambe lunghe e affusolate, e il collo sorreggeva un viso da madonna che non aveva bisogno di trucco, perché era già troppo bello così, acqua e sapone.

    I capelli neri facevano risaltare gli occhi verde mare, e lei li abbassava spesso quegli occhi, velando lo sguardo con le lunghe ciglia per timidezza, anche se questo atteggiamento veniva scambiato per un tentativo di seduzione. E poi

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