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Blood Love. Danger
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Blood Love. Danger

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About this ebook

L’incontro è avvenuto, l’amore è sbocciato...
Ma adesso è tempo di scoprire il bello di essere una coppia complice...di condividere i propri differenti mondi.
Cosa penseresti se il tuo ragazzo all’alba ti sussurrasse che vuole portarti ad un ballo ufficiale? E tutto questo si rivelasse uno scontro fra ragazzi gelosi e un rito d’accettazione antico come le stirpi che il tuo fidanzato rappresenta?
Per Mandy ciò che le accade non è uno scherzo romantico per fare colpo del suo nuovo perfetto ragazzo.
Lei è immersa nella realtà rosa e...rosso sangue, di un sogno tangibile ma anche nero come la notte che nasconde i suoi segreti di Fame e ingordigia.
La leggenda si sta avverando? Amanda Sullivan potrà mai avere un’eternità con il suo Principe?
Gli eventi sono stati messi in moto e forse non sarà più possibile fermarli, cosa aspetta di oscuro dietro l’angolo? Riuscirà il suo Lupo a proteggere la giovane umana da una voglia insana di Fame e Vendetta?

LanguageItaliano
PublisherMara B. Gori
Release dateFeb 14, 2014
ISBN9781311035660
Blood Love. Danger
Author

Mara B. Gori

i'm italian, Fiction Author: Y.A. Urban Fantasy, Paranormal Romance, RomanceIllustratrice e autrice di romanzi urban fantasy, paranormal romance, romance, per adolescenti e giovani adulti.

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    Blood Love. Danger - Mara B. Gori

    Prologo

    Los Angeles, oggi.

    Casa di riposo Sunset Boulevard

    August Virgil

    «Dove scriverai ciò che ti ho rivelato?» Improvvisamente, lo strano tipo con la faccia pallida come un cencio, mi sembrò più spettrale di quello che mi era parso in un primo momento, forse convincerlo a parlare della storia che avevo intercettato fra i deliri, di quel raduno hippie intorno ad uno dei tanti falò di mezzanotte, nell’agosto torrido di quel 1968 sulla spiaggia di L.A. Beach, non era poi un idea così brillante.

    Ma al mio primo incarico nella Misteri&Affini un giornaletto insulso, ma che pagava tanto da permettermi un affitto decente, non potevo fare lo schizzinoso.

    «Su un articolo di Misteri&Affini tutto l’orrore per cinquanta cent!» dissi con tono di scherno, ma l’avevo con me stesso: ero proprio caduto in basso dopo che i miei avevano fatto tanti sacrifici per farmi studiare giornalismo.

    L’uomo rise sguaiatamente mostrando dei denti bianchissimi, scintillanti… e appuntiti. Troppo appuntiti! E io, un ragazzone sul metro e ottanta, uomo fatto, che non era mai stato un codardo, schizzai in piedi e me la diedi a gambe. Di me restò una nuvola di sabbia fine.

    Neanche stessi cercando di vincere i cento metri piani, mi girai solo quando fui arrivato sul molo; piegato in due, ansante, le mani sulle cosce, le braccia tese a reggere il mio peso.

    Quando riuscii di nuovo a respirare normalmente, alzai il viso, la luna piena splendeva rosata nel cielo, bassa sul mare, lo spettacolo era romantico e intenso, eppure, davanti agli occhi avevo solo il biancore innaturale di quelle zanne.

    Rabbrividii nonostante il caldo mentre mi dirigevo verso il mio maggiolone cabrio bianco, l’auto che mi avevano comprato i miei prima che mi trasferissi a L.A. Per farmi un futuro, come dicevano loro.

    E per la prima volta da che ero andato al college, desiderai essere rimasto in Oregon a coltivare granturco, e allevare maiali e galline come mio padre e mio nonno.

    Una vita semplice, schietta, definita, niente ombre, niente inquietudine, niente misteri…

    Non potevo neanche immaginare allora che, poco tempo dopo la pubblicazione di quell’intervista surreale, qualche scrittore avrebbe attinto come spunto al mio articolo, e che, questa storia, a cui solo la paura di quell’attimo mi aveva fatto credere, sarebbe stata reinterpretata più volte da tanti autori in molteplici forme diverse diventando romanzo, film o show televisivo.

    Eppure, adesso che ero un vecchio disincantato, e nessuno, a parte forse qualche ben nascosto risultato di Google, mi dava il merito della prima cronaca della nascita e il dipanarsi di un simile atipico, soprannaturale intreccio amoroso che, aveva fatto, in molteplici riletture vendere tanti libri, quasi non badavo più alla frase lapidaria, a chiusura dell’intervista, detta dall’inquietante tipo di quella notte.

    Una frase, che non avevo mai riportato, e, mi tormentava spesso in passato, quando ancora l’esperienza della vecchiaia non aveva sopito il fascino e la paura del mistero.

    «Questa storia è una profezia molto antica delle Stirpi Della Notte, stupido fragile umano! Anche se pochi di noi ci credono ormai…non si è mai avverata! E forse te l’ho raccontata solo perché anch’io non ci ho mai creduto…l’amore che potete provare è troppo fragile perché sopporti il peso del nostro essere, e la nostra ferocia troppo grande per pensare, di poter amare tanto una preda! Ma che differenza può fare, per voi stolti, una stupida leggenda in più o in meno? Avete sempre fabbricato tante idiozie…stavolta, almeno, la fonte sarà autentica». A questo punto aveva taciuto e sogghignato prima di pormi la domanda sulla pubblicazione, dopo la quale mi aveva spaventato col suo orribile sorriso ferino.

    Certo, quel pazzo terrificante, non aveva sbagliato in fondo, quella storia era stata veramente profetica, ma c’era una differenza: la cronaca dell’incontro, e del sentimento tormentato di quegli amanti, si era avverata in modo diverso, diventando solo pagine di qualche libro di successo, che, reinventavano ogni volta la trama e i personaggi mitologici, prendendo spunto da questa leggenda sussurrata da fumati imbottiti di lsd, e a cui, io stesso, superato l’iniziale brivido di inquietudine, non avevo mai dato alcun credito.

    La verità era molto meno affascinante: per primo all’epoca (forse no, e la mia è sola stupida prosopopea) avevo trascritto e diffuso quelle assurdità, in cui mi ero imbattuto per caso solo per pagarmi le bollette.

    Erano semplicemente, tragiche e romantiche favole, chissà da che mix di delirio e stupefacenti partorite, che però colpivano ancora l’immaginario collettivo ora più di ieri, ispirando romantiche pellicole dark per ragazze adolescenti in cerca di emozioni epiche…

    Chiusi gli occhi, e, come mi accadeva spesso oramai, mi appisolai sulla poltrona, ma prima, un ultimo pensiero molesto, con ardore giovanile, s’insinuò nella mia mente già votata all’oblio pacifico del sonno: Oh…No?!

    Non potevo sapere che sotto il cielo dell’Alaska due giovani amanti si erano incontrati superando la Prima Prova e avverando la profezia.

    No, io non potevo certamente immaginarlo, ma neanche loro se ne stavano rendendo conto.

    Da: Gregory Winchester

    A: Amanda Sullivan

    Soggetto: --------

    Amanda, non so chi ti ha mandato sulla mia strada, non so se per te sia un bene seguirla.

    Il bacio che ti ho dato nel parcheggio della scuola e quello che mi hai restituito tu ieri sera sulla porta di casa tua, sono fuochi che mi bruciano l’anima tormentata da questo sentimento estremo.

    Non so bene a che punto sono le cose tra di noi, ma ciò che mi hai visto fare non è il mio solo potere.

    Come posso confessarti che io non sono ciò che sembro?

    Ti ho presa in giro dicendo di non essere nessuna delle creature immaginarie che elencavi davanti alla tua tazza di cioccolata bollente, ma non era esattamente così…io sono un Lupuslamia: un ibrido vampiro-licantropo.

    Forse hai sentito le voci che circolano sul fatto che sia nobile ma la verità temo sia un po’più complicata.

    Sono un Principe Amanda, la mia famiglia Regna su un popolo nascosto: i vampiri e i lupi mannari.

    Esistono davvero e sono pericolosi, ma noi Reali vegliamo affinché nel nostro dominio non facciano del male alle persone, ma questo nobile proposito non toglie che io sia ciò che sono.

    Sono una creatura ferina Amanda! E sebbene non abbia mai ucciso umani per il mio retaggio Compassionevole, ne potrei avere il desiderio, anche se lo domino.

    Quel giorno nel bosco, quando ti sei ferita, per puro caso ero lì a caccia nella mia forma lupesca, il tuo sangue vivo richiamava il mio istinto predatorio, eppure non ti ho toccato, non l’ho fatto perché ti amavo già, adesso lo so per certo.

    Per arginare la fame mi sono ritrasformato in vampiro e, prima che io sparissi, tu mi hai visto, hai fissato gli occhi gelidi di un mostro attraverso l’intrico di rami, eppure non ti sei spaventata.

    Tu non molli mai Mandy! Non molli e vorresti sapere tutto di me! Come quella volta all’acquario quando mi hai fatto perdere le staffe! Sto impazzendo tra la voglia di consumarti di baci e quella di rispedirti in California da dove sei venuta! Ma so che non posso farlo, perché sei parte di me, lo sei stata al primo sguardo, solo che non me ne ero accorto subito, ma adesso lo so.

    Lo so perché il cuore mi scoppia di tenerezza quando confessi di amare il jazz per la nostalgia di una madre che non ricordi abbastanza.

    Lo so perché un calore mai provato, in 250 anni di vita, m’incendia quando ti sfioro con lo sguardo.

    Lo so perché sbranerei senza pietà qualunque ragazzo osasse pensare a te: come Mark o Fred che non sanno quanto sono andati vicino alla morte con la loro immaginazione inopportuna!

    Lo so perché sei un pezzo sconosciuto del mio cuore.

    Lo so perché adesso cancellerò questo messaggio senza inviartelo.

    -bozza eliminata-

    Da: Gregory Winchester

    A: Amanda Sullivan

    Soggetto: --------

    Mandy ci vediamo nel parcheggio della scuola, prima delle lezioni? :-)

    G.

    -Inviato-

    Da: Amanda Sullivan

    A: Gregory Winchester

    Soggetto: RE --------

    Da: Gregory Winchester

    A: Amanda Sullivan

    Soggetto: --------

    Mandy ci vediamo nel parcheggio della scuola, prima delle lezioni? :-)

    G.

    Greg! Che ti rispondo adesso?

    - Dovrei scappare a gambe levate e invece voglio solo stropicciarti di baci?

    - Ho scoperto che probabilmente sei una strana creatura a metà fra un divo da saga e un lupo preistorico dai denti a sciabola?

    - Se quel poliziotto non ci avesse interrotto ieri sera, nella tua spider, ti sarei saltata addosso?

    Sono tornata a vivere in Alaska dopo una lunga assenza, e non solo, ho rivisto la mia terra di cui avevo nostalgia e ho potuto riabbracciare mio zio, ma ho anche imparato ad amare un ragazzo straordinario…tu!

    Non sei speciale perché possiedi poteri incredibili e io l’ho scoperto mentre mettevi in salvo delle persone .

    Sei speciale perché ti amo. Non nasconderti da me Gregory!

    Ambientarmi di nuovo in questa città dopo 12 anni di assenza non è stato semplice, non sono quello che si dice una fan della ribalta, ma non sono neanche stupida, so quello che valgo Greg! Come so che tu provi qualcosa per me!

    Di cosa tu rappresenti voglio discuterne insieme, ma non ho il minimo dubbio: io saprò sempre chi sei!

    -bozza eliminata-

    Da: Amanda Sullivan

    A: Gregory Winchester

    Soggetto: RE --------

    Da: Gregory Winchester

    A: Amanda Sullivan

    Soggetto: --------

    Mandy ci vediamo nel parcheggio della scuola, prima delle lezioni? :-)

    G.

    Ok Greg! Devo parlarti anch’io, è importante! :-)

    M.

    -inviato-

    Capitolo 1 Primo Amore

    Mandy

    Mi alzai con la testa pesante avevo avuto una notte terribile. Scacciai subito i ricordi dei sogni confusi, in quel momento non aiutavano la mia concentrazione.

    Pretendevo la verità da Gregory.

    Non avevo cambiato idea.

    Ero solo delusa che non si fosse fidato abbastanza di me.

    Non avevo paura di lui, le sensazioni provate la sera prima erano reali e contavano solo quelle, mi fidavo di lui e volevo che anche lui si fidasse altrettanto di me.

    Non credevo alle notizie che avevo trovato o almeno non a tutto, lui non mi avrebbe mai fatto del male, questo lo sentivo dentro di me e niente e nessuno poteva far crollare questa certezza, mi sbrigai a vestirmi e a fare colazione, salutando a monosillabi lo zio e sperando che lo prendesse come mutismo da sonno e non d’agitazione.

    Sapevo che lui mi avrebbe atteso al parcheggio, c’eravamo appena scambiati un e-mail.

    Corsi fuori, il cielo era grigio, ma sopra le nuvole si poteva intravedere il sole, non nevicava.

    Accesi il motore della Fiesta e partii alla massima velocità che mi consentiva, arrivata nel parcheggio scesi e con lo sguardo cercai Gregory.

    Mi arrivò alle spalle prendendomi una mano, sussultai, senza neanche una parola iniziai a trascinarlo con me fuori dai cancelli del campus, mi fermai solo quando fui arrivata allo spiazzo del parco giochi dove poche panchine spruzzate di neve e un’altalena logora cigolante sotto le raffiche sporadiche di vento gelido, indicavano che con questo freddo era stato abbandonato, tutt’intorno, la luce azzurrina della mattinata grigia dava un atmosfera surreale, eravamo circondati da alte siepi incolte, lo scenario tetro ideale per quello che stavo per dire. Gregory mi aveva seguito in silenzio trasformai la presa alla mano in un mio abbraccio da orso e poggiandogli la testa al petto gli sussurrai: «So come si chiamano le persone come te».

    Greg

    Il presentimento che aveva originato il mio sogno era giusto, appena Mandy era scesa dall’auto, avevo avvertito la sua tensione, e poi la sua risposta alla mia mail di quel mattino era stata chiara: voleva parlarmi, forse sapeva qualcosa di più su di me; al tocco improvviso della mia mano nella sua, era saltata, ma, invece che evitarmi o scappare, voleva capire, non sembrava spaventata quanto decisa a chiedermi spiegazioni. Inebetito la seguivo docile, potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata, ero terrorizzato e aspettavo il verdetto.

    Eravamo giunti nel parco vicino al campus, la sua voce era rotta dall’emozione quando, stringendosi a me, aveva iniziato a parlare confermando i miei timori, ma io ero troppo sorpreso dal suo abbraccio affettuoso per preoccuparmene, poi aveva proseguito.

    «Come dici tu: non sei un Angelo non sei un Vampiro e nemmeno un Licantropo, ma non mi hai detto chi sei...» Sapeva tutto? Sapeva tutto.

    Mandy

    Deglutii per riprendere la voce avendo la salivazione azzerata.

    Non vedevo la sua faccia essendo sempre stretta a lui, ma non ricambiava il mio abbraccio…era come impietrito.

    «...Te ne do la possibilità…» Ero in attesa la sua risposta avrebbe fugato i miei dubbi.

    Greg

    «Lo sai Amanda… puoi dirlo» risposi disperato, la voce rotta mio malgrado. Ora sapeva tutto!

    Mandy

    «Un ibrido Lupuslamia! Ma…non mi divorerai bevendo il mio sangue! Quindi, qualsiasi cosa tu pensi che io faccia adesso: No. Io non scappo! Io non vado da nessuna parte Greg Winchester!». E per convincerlo mi strinsi ancora di più a lui.

    Nonostante avessi cercato di dare alle mie parole la calma derivata dalla verità e dalla sincera convinzione ripresi fiato, ansimavo un po’ mio malgrado.

    Greg

    «Ah no?! Ti rendi conto che sono la belva più feroce che esiste in natura? Nessun essere è più pericoloso di me Mandy!»

    Ma senza avere il coraggio di aspettare la sua risposta, proseguii istintivamente: «Possibile che tutto questo non ti terrorizzi?» Le barriere erano cadute, dovevo arrendermi, ero stanco di mentirle, avevo sperato che mi amasse comunque, ma adesso vederla lì a parlare della mia natura come se fosse normale, mi terrorizzò, lei doveva capire veramente quanto ero pericoloso per un’umana.

    Mandy

    La voce di Gregory era carica di tensione. Il suo era un tentativo disperato di dissuadermi e io obbedii, non ai dubbi che voleva instillarmi per il mio bene, ma al calore che mi bruciava dentro e che li smascherava.

    «Tu non mi farai mai del male, lo so, è in me tatuato nel cuore, e qualsiasi tentativo di spaventarmi è inutile Gregory!» dissi fermamente, pescando chi sa dove frasi poetiche che il cuore mi dettava come se fosse diventato uno stupido libro stampato.

    Dovevo guardarlo e fargli comprendere che mi fidavo di lui nonostante tutto.

    Greg

    Improvvisamente mi fissò intensamente con i suoi occhi liquidi e profondi.

    Il suo tono era risoluto, calmo, voleva semplicemente che le credessi, ma doveva vedermi per ciò che ero in realtà.

    Sciolsi l’abbraccio e la spinsi indietro prendendola per le spalle costringendola ad anteporre fra noi lo schienale di una panchina. Doveva conoscere la mia doppia natura.

    Il suo corpo caldo bruciava vicino a me, il suo cuore martellava contro i miei timpani sensibili, era eccitata da ciò che credeva di poter scoprire, ma sentivo che non aveva veramente paura.

    Io invece ero terrorizzato, fra poco avrebbe visto ciò che ero oltre al bel ragazzo popolare della scuola, e forse sarebbe fuggita per sempre da me.

    Mi sfilai il lungo parka che portavo, fare lo spogliarello completo davanti a lei avrebbe azzerato l’effetto sorpresa, e certo non ero pronto a mostrarmi nudo alla ragazza che amavo disperatamente, non con i miei principi datati diciottesimo secolo.

    Mentre la giacca che avevo abbandonato lanciandola, ancora si apprestava a toccare terra, mutai forma: i miei vestiti si lacerarono in pochi istanti, le scarpe esplosero letteralmente, il mio corpo vibrò e si contorse in una metamorfosi abbastanza veloce e quasi silenziosa; ero abbastanza sicuro che le orecchie umane neanche avessero sentito le mie ossa di vampiro spezzarsi.

    Trasformarsi non era doloroso, poiché la metamorfosi partiva da un corpo vampiresco già soprannaturale di per se, e, grazie anche a questo, tutto avveniva molto più in fretta rispetto a un Licantropo, due secondi dopo essermi trasformato del tutto, annusai l’aria fredda e dal mio naso sbuffò una nuvoletta di vapore.

    Neanche la fame dell’animale poteva niente contro l’amore che provavo per lei, infatti, il mio istinto primario sopprimendo del tutto la brama di predare, fu di andarle a lambire il mento e le labbra con la lingua: il bacio più dolce e affettuoso per un Lupo.

    Lei non era la mia preda. Lei era la mia compagna Alfa, l’avrei amata e protetta a costo della vita, ma leccarla, e mostrarle la mia sottomissione al sentimento che provavo anche come Lupo, adesso non era nei miei piani, e, sfruttando i suoi occhi pieni di paura e stupore, cominciai a ringhiare un brontolio sordo, abbaiando un grido d’avvertimento e inclinando il muso da un lato, era teatralità che a un’altro Lupo non sarebbe sfuggita, ma doveva spaventarla, farla riflettere consapevolmente sulla mia natura.

    La belva che la fissava, anche in preda ai suoi istinti, non l’avrebbe mai dilaniata, perché la sentiva sua proprio come me che ero quell’animale, ma ancora non ero certissimo del desiderio sensuale del vampiro.

    Il suo sangue era un richiamo incantatore e nell’impeto della sua vicinanza, della passione, ero ancora terrorizzato di perdere il controllo e morderla per l’intenso desiderio, ma non ebbi tempo di ricacciare nei meandri della mente quelle elucubrazioni perché Amanda sussultò al mio verso da belva e iniziò a tremare, ma poi scosse la testa risoluta, e molto lentamente, fece per uscire dallo schermo protettivo dello schienale della panchina, io scossi subito il muso contrariato mimando un molto umano no e arretrai, non volevo spaventarla ulteriormente, non dopo la sua disavventura con i coyote, ma ero allibito che non mostrasse di voler fuggire.

    Mandy

    In una manciata di secondi, mentre registravo che Greg si stava spogliando del suo giubbotto, mi ero ritrovata a fissare un enorme e terrificante lupo grigio argento.

    La metamorfosi era avvenuta davanti ai miei occhi, ma l’immagine era risultata sfocata dalla velocità, anche se in realtà non era stata proprio immediata.

    Avevo visto i contorni del suo corpo vibrare, farsi indefiniti e sfocati sempre più, e quando avevo battuto le palpebre per riprendere lucidità, davanti a me non c’era più Gregory ma un enorme e maestoso animale.

    Era più alto di un cavallo e possente più di un orso, e mi fissava con i suoi gelidi occhi di ghiaccio quasi azzurrino, quando la sua gola brontolò scoprì appena dei canini enormi e scintillanti, poi abbaiò un ruggito sordo scuotendo il muso

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