Come vuole il mare
By Alekos Rundo
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Luca è un ragazzo pieno di vita anche se la Vita, con lui, non è stata dolce: abbandonato dalla madre è cresciuto coi nonni e con la compassione del suo paese. Invitato a cena dal suo ricchissimo amico Benedetto, Luca perde la testa: aggredisce un amico di Benedetto e per questo finisce in galera, perdendo le poche certezze che a fatica aveva guadagnato, prima su tutte l'amore di Silvia. Sullo sfondo della vicenda il mare gioca un ruolo importante, e alla fine metterà la giusta distanza tra il passato e il presente, restituendo al protagonista la serenità.
Alekos Rundo
Alekos Rundo è nato a Roma nel 1983. Vive a Monterotondo, alle porte della Capitale. Appassionato di Letteratura inizia a scrivere nei primi anni di liceo, ispirato dalle realtà che lo circondano e dai romanzi soprattutto americani. Sostenitore della piccola e libera editoria prova a cercare un editore fino al decisivo incontro con la Meligrana nel gennaio 2013. Come vuole il mare (2013 – ebook) è il suo romanzo d’esordio.
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Come vuole il mare - Alekos Rundo
Come vuole il mare
romanzo
Alekos Rundo
Published by Giuseppe Meligrana Editore on Smashwords.com
Copyright Meligrana Editore, 2013
Copyright Alekos Rundo, 2013
Tutti i diritti riservati
ISBN: 9788868150099
Meligrana Editore
Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV)
Tel. (+ 39) 0963 600007 – (+ 39) 338 6157041
www.meligranaeditore.com
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INDICE
Frontespizio
Colophon
Licenza d’uso
Alekos Rundo
Copertina
PREMESSA
DICEMBRE
PARTE PRIMA - MARZO
PARTE SECONDA - COLLOQUI E FACCE
PARTE TERZA - CALDA ESTATE
PARTE QUARTA - CONTRADDIZIONI
PARTE QUINTA - LA SORPRESA
PARTE SESTA - MARE INFINITO
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Grazie per il rispetto al duro lavoro di quest’autore.
Alekos Rundo
Alekos Rundo è nato a Roma nel 1983. Vive a Monterotondo, alle porte della Capitale. Appassionato di Letteratura inizia a scrivere nei primi anni di liceo, ispirato dalle realtà che lo circondano e dai romanzi soprattutto americani. Sostenitore della piccola e libera editoria prova a cercare un editore fino al decisivo incontro con la Meligrana nel gennaio 2013. Come vuole il mare (2013 – ebook) è il suo romanzo d’esordio.
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I personaggi, i fatti e le località descritte in questo romanzo sono in parte frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale.
…forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c’è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l’amico ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perché ci accorgiamo di essere completamente soli.
Dino Buzzati, Il Deserto dei Tartari
PREMESSA
La vita di un uomo è la continua quanto inconsapevole ricerca del consueto, del tangibile; in questi due elementi si basa la felicità o presunta felicità che ogni persona dotata di senso vuole raggiungere. Sono diversi i modi in cui un uomo crede nella realizzazione di sé, e sono diversi i modi di vivere, anche se tutti tendono allo stesso fine.
Succede però, può succedere, che un solo gesto, una sola azione priva di senso, dettata da condizioni estreme e impensabili, possa cambiare una vita e modificare persino il fine a cui tendere; perché poi, dopo, la ricerca della realizzazione si scontra con un quotidiano oblio, un quotidiano torpore e un imprescindibile senso di vuoto.
Qual è lo scopo, allora?
DICEMBRE
Un mattino presto, gli uffici pieni, scrivanie lucide, finestre lucide al di qua del temporale freddissimo fuori.
Luca quella notte non aveva dormito per il mal di denti.
Seduto alla sua postazione stava vagliando le liste dei clienti da richiamare; un bicchierino di caffè accanto al portatile acceso, il mouse minuscolo senza fili.
La foto di Silvia come sfondo del desktop.
Venne un collega superiore in grado, Luca lo vide avvicinarsi col sorriso finto:
Manni! Il capo ti vuole vedere...
Luca esitò. In quei giorni era partita una raffica di licenziamenti. E poi il capo non l’aveva mai incontrato poiché stava sempre alla sede centrale, a Milano.
Seguimi...
fece il collega.
L’ufficio era grande e luminoso e il capo era un ometto basso ed esile, con i baffetti curati e la riga da una parte.
Stonava con l’arredamento pomposo.
La segretaria era una ragazza molto attraente, Luca la conosceva di vista ma non ricordava come e perché.
Manni! Lo vuole un caffè?
Sarebbe stato già il terzo della giornata.
Grazie, sì...
La segretaria portò due caffè, e ancora il capo non aveva parlato di nulla. Solo una molle stretta di mano e una serie di sorrisi.
Sono dovuto venire in succursale... sa, in questo periodo l’azienda va seguita...
Luca sorrise debolmente.
Mi hanno parlato molto bene di lei, sa?
continuò il capo.
Questo Luca non se lo aspettava. Fece un vago cenno con la testa.
È ora che i nostri giovani migliori si occupino di cose più importanti: le propongo di cambiare settore...
Luca per un attimo impietrì, incerto. Vedeva come una trappola.
Mi riferiscono che i nostri clienti spesso cercano direttamente lei, è così?
Luca non lo sapeva, ma disse immagino di sì.
Come immagina? Non glielo ha detto il suo diretto superiore che è il dottor...
De Nobile.
De Nobile, già...
Nessuno mi ha detto niente. Tuttavia ho notato che ultimamente mi passano più telefonate del solito...
Il capo rovistò in alcuni faldoni aperti sulla scrivania, poi accese una sigaretta.
Le dispiace se fumo?
Da matti. Ma non lo disse.
Le dicevo che la propongo per un cambiamento di settore: salirà di grado, e il suo stipendio aumenterà. Che ne dice?
Luca ebbe un giramento di testa, leggero. La bocca si mosse ma non riuscì a dire nulla.
Il contratto le verrà offerto domani, il mio vice Benetti le illustrerà le nuove mansioni. Per il momento, torni alla sua postazione e per oggi segua il normale orario di lavoro. Domani si presenti qui alle nove, ci sarà Benetti. E complimenti!
Molle stretta di mano.
Luca tornò alla sua postazione, nascondendo a stento un sorriso che pulsava da dentro.
Pensò che quella era la prima volta in vita sua che qualcosa andava, o sembrava andare, verso il meglio.
Detto questo, il viso di Silvia sul desktop illuminava tutto intorno.
PARTE PRIMA
MARZO
UNO
L’inizio di una stanca primavera, piena di sole e di vento. Il mare agitato oltre le basse colline, le strade colme di gente e di polline.
I tergicristalli da cambiare, la batteria forse.
Luca non era tranquillo, e la macchina non partiva sempre.
E Silvia, sì, lei lo sapeva e a volte poneva rimedio solo con un sorriso.
Anche il meccanico sorrise quando disse:
Qua c’è da cambiare la batteria e da registrare i freni. Costo totale: 220 euro
.
Sorrise, il meccanico.
Luca no, fece la faccia dura.
Mi sembra caro.
Il panciuto meccanico assunse una faccia stramba:
Beh, questo è il mio prezzo.
Beh, questo è un prezzo caro.
Luca riuscì a stento ad accendere la macchina, uno scassone di terza mano, fece manovra e uscì dall’of-ficina. Non aveva quei soldi, ma aveva un po’ di tempo per cercare un meccanico a buon prezzo.
Dopo un’ora passata perlopiù nel traffico, finalmente incontrò ciò che cercava:
Torna domani in mattinata e ti rimetto in sesto questo lavapiatti con le ruote
disse con simpatia il meccanico con una lacera e unta tuta blu.
Era nella periferia nord della piccola città, dalla parte delle fabbriche.
Quella sera scese il fresco, la brezza marina della primavera che sta per iniziare, piacevole schiaffo d’aria nelle facce di chi voleva godere la vista del mare da vicino.
In spiaggia apriva per la bella stagione il chiosco di Serafino Mangianastri, un amico di Luca. Mangianastri di cognome, Serafino di soprannome, nessuno sapeva perché e giravano strane voci in merito.
La locandina attaccata a tutti gli angoli della piccola città prometteva bevute a go-go, balli rock’n’roll e tanto altro.
Silvia fu attratta dai balli:
Mi vieni a prendere alle dieci e andiamo in spiaggia, eh?
propose.
Luca disse sì.
Quando la vedeva vestita in quel modo Luca sentiva come una gioia dentro: capelli legati a crocchia sulla nuca, trucco leggerissimo, orecchini minuscoli che conciliavano col naso leggermente aguzzo; camicetta a manica corta aperta il giusto sotto il collo; pantaloni neri attillati, giacca leggera tenuta sull’avambraccio. Occhi belli. Borsetta a tracolla.
Sempre un po’ in ritardo, sorridente.
La macchina l’hai aggiustata?
chiese lei mentre richiudeva lo sportello.
Domani.
E se poi non riparte che si fa?
Abbiamo tre opzioni: le do fuoco, la butto a mare o la metto in moto a spinta.
Silvia fece un altro sorriso prima di tirare fuori una birra dalla borsa e stapparla con l’accendino. Fece un piccolo sorso.
Alla macchina nel mare!
disse alzando la bottiglia e passandola al ragazzo.
Luca bevve una lunga sorsata, poi ingranò la marcia e partì in direzione chiosco di Serafino.
Quando arrivarono c’era già una bella atmosfera.
Una quarantina di persone.
Luci, musica, gente del posto e non. Il mare, in fondo, brillava e faceva rumore ma per Luca era la vista più rilassante che potesse esistere. Silvia aveva finito la birra e stava buttando la bottiglia nel primo secchio sotto mano, quando Serafino si fece incontro con un sorriso accogliente.
Belli!
Silvia lo abbracciò, era un suo grande amico. Luca lo abbracciò pure, gli voleva bene.
Vedo che c’è gente...
Amici di amici di amici, pare molti siano venuti dalla città...
Da quelle parti era un evento quando dalla città la gente si spostava verso il mare.
Rock’n’roll puro, il primo, il magnifico: Chuck Berry, Little Richard, Jerry Lee Lewis e molti altri americani anni ‘50 e ‘60 perlopiù sconosciuti in Italia. Lo zio di Serafino viveva negli Stati Uniti e sapendo la passione del nipote per quel genere musicale gli mandava dischi e libri a riguardo.
La gente ballava, si scatenava, beveva.
Ora una settantina di persone.
Silvia era la più esagitata. Ballava con Serafino perché Luca non era capace, così diceva. In realtà non gli piaceva ballare, preferiva ascoltare e guardare.
Arrivò Benedetto, impeccabile nel vestito: pantalone bianco di lino, scarpe bianche alta moda, camicia azzurra, giacca grigia, cravatta viola, capello perfetto, dopo barba a quintali.
Sempre puntuale, tu...
lo salutò Luca.
Aveva detto che alle dieci sarebbe arrivato, ed erano le undici passate.
Sei con Silvia?
Sì.
Allora non rompere, ho avuto da fare...
Qualcuna delle tue donne?
si informò Luca.
Diciamo di sì...
Benedetto era un tipo strano: strano e mai puntuale.
Ci hai parlato con tuo padre per quella cosa?
fece dopo una breve pausa Luca.
Non ancora, ma domani di sicuro...
Era la settima volta che domani di sicuro. Luca fece una smorfia.
Ti offro da bere
, disse poi.
Un gin tonic molto gin e poco tonic...
fece Benedetto allungando la sua frase con una risata.
A volte sapeva essere simpatico come una chitarrata sui denti.
Elettrica, la chitarra. Ovviamente.
Dalla folla emerse Silvia, sudata da schifo. Si avvicinò a Luca, ma quando vide Benedetto fu tentata di tornare in pista.
Incerta, si avvicinò lo stesso.
Ciao...
Benedetto le rispose con un cenno, tornando a parlare