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Movie Planet
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Ebook104 pages1 hour

Movie Planet

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About this ebook

Sul pianeta Movie, tutto è finalizzato allo spettacolo. Arina Evans è un’attrice che lavora da svariati anni per una delle megasocietà che produce olofilm. Spinta dalla paura del Rinnovamento, una sorta di lifting corporale e mentale che viene praticato sugli attori ogni dieci anni, decide di fuggire.
Arina riuscirà a fuggire dalla sua gabbia dorata?
Un romanzo interessante, un finale sorprendente.

LanguageItaliano
Release dateSep 15, 2012
ISBN9781301060788
Movie Planet
Author

Annarita Coriasco

Annarita Coriasco, italian poetress and writer.Annarita Coriasco, scrittrice, ha ricevuto due volte il premio “Courmayeur” di letteratura fantastica. Le sono stati attribuiti i premi internazionali “Jean Monnet” (patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dall’Università di Genova e dalle Ambasciate di Francia e Germania) e "Carrara - Hallstahammar". Ha ricevuto l'onorificenza di "Cavaliere" dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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    Movie Planet - Annarita Coriasco

    Movie planet

    Annarita Coriasco

    © Annarita Coriasco 2011

    Edizione Smashwords

    Prima edizione

    Smashwords Edition,

    Licenza d’uso

    Questo ebook è concesso in uso per l’intrattenimento personale.

    Questo ebook non può essere rivenduto o ceduto ad altre persone.

    Se si desidera condividere questo ebook con un’altra persona, è necessario acquistare una copia aggiuntiva per ogni destinatario. Questo libro costa pochissimo, se state leggendo questo ebook e non lo avete acquistato per il vostro unico utilizzo, siete pregati di tornare a Smashwords.com per acquistare la vostra copia.

    Grazie per il rispetto al duro lavoro di questo autore.

    Movie planet

    -Non devi sentirti colpevole! Tu hai fatto quello che potevi.

    -Lo so!- il tono solitamente roco e languido della voce di Arina stava cominciando ad assumere una nota di isterismo. Ma era comprensibile: la sua vita negli ultimi tempi non era stata affatto piacevole. Ora che nel disperato tentativo di trattenere le lacrime i lineamenti del suo volto si erano alterati, l’aura di affascinante mistero si era momentaneamente impoverita, quasi volatilizzata. Anche il più fanatico dei suoi fan avrebbe potuto notare alcuni segni dell’avanzare del tempo: una ruga di espressione alla radice del naso sottile e delicato, lievi ombreggiature sotto i grandi occhi di giada soffusi d’una struggente e inquietante tristezza. E poi altri segni, quasi impalpabili, sul collo, ai lati della bocca piena e morbida. Scalfitture del tempo che neppure l’intervento dello pseudo - rinnovamento poteva sconfiggere del tutto.

    Ma Arina era bella, affascinante, misteriosa e... Disperata. Al suo volto enigmatico, al suo sguardo sognante doveva il posto alla Vision Days e la sua carriera strepitosa colma di contratti da favola presso quasi tutti gli studi di maggior fama. Arina Evans era un’attrice destinata ai ruoli di avvenente tentatrice, donna fatale, meretrice raffinata e sensuale... A seconda della sceneggiatura, dell’ambientazione e del capriccio dei funzionari addetti alle varie produzioni. Il suo contratto con la Vision Days era un’esclusiva che non le permetteva di scendere dalla nuvola per lei costruita, tranne che per essere prestata a qualche altra casa produttrice, di tanto in tanto.

    -Non ti resta altro da fare, dammi retta!- esclamò la signorina Boirè, funzionario della Vision Days ed ex manager della diva. Il suo lavoro burocratico di seconda addetta al personale attori del reparto fantascienza ed amore avrebbe dovuto costituire la sua personale scalata al successo. Ed in definitiva lo era... Ma molto dell’antico smalto e della combattività per la quale era stata famosa, erano perduti.

    -Comincio a crederlo anch’io Penelope... Ma è terribile, non posso sopportarlo... Ti giuro che...- l’attrice non poté continuare. Scossa dai singhiozzi affondò il proprio seducente viso in un fazzoletto spiegazzato e macchiato di rossetto color ciliegia.

    La signorina Boirè le porse un bicchierino colmo di vodka sintetica e ghiaccio.

    Arina si soffiò rumorosamente il naso.

    -Non ti resta altro da fare- ripeté stancamente la Boirè, scuotendo malinconicamente la piccola testa rotonda. La luce scarsa rifletteva un bagliore sinistro sul tessuto perlaceo delle poltrone dozzinali. Entrambe erano sedute. Il salotto buono fornito ai funzionari della Vision Days non conteneva molto di più. Alcune serigrafie anonime, una libreria semivuota e un frigobar illuminato a giorno in tutte le sue parti metalliche. I muri, privi di colore, non contribuivano certo a sollevare il tono freddo e triste di un appartamento concepito all’insegna dell’essenzialità, per individui che non vi passavano che pochissime ore della loro giornata.

    -Perché non te ne sei andata?!... Potevi farlo... Ti ricordi? Quando siamo andate via dalla RTW e tu hai avuto il contratto con la Galactis e mi hai lasciata a spasso...- non c’era rimprovero nella voce di Penelope, ma quando l’attrice l’interruppe con voce supplichevole, i suoi occhi bruni erano glaciali.

    -Per l’amor del cielo, Penelope! Sono passati dieci anni...- piagnucolò Arina. -Era un buon contratto, non potevo rinunciare... Il primo contratto di una certa levatura che mi fosse mai stato presentato. Non ero più tanto giovane e...- la sua voce si spense in un sussurro, mentre gli occhi spaventati si posavano sull’espressione dura del volto della ex - manager.

    -Prelevavano gran parte del tuo stipendio e se lo intascavano.- disse quest’ultima con rimprovero -Se tu fossi rimasta con me ti avrei portata in alto come adesso. E sicuramente avresti avuto più concessioni!

    Arina non parlò. Si limitò ad ingurgitare una sorsata di vodka. Penelope Boirè si aggiustò distrattamente la cresta bionda sulla fronte e si versò un altro goccio dalla bottiglia.

    -Negli affari non deve mai entrarci il cuore. L’ho sempre detto io!- constatò amaramente il funzionario.

    -Ormai non lo vedo da anni...- rispose di riflesso l’attrice. Gli splendidi occhi che facevano impazzire miliardi di uomini in svariati pianeti, erano spenti, privi di espressione. Il calore che sapevano emanare pareva perduto per sempre, insieme alle luci dei riflettori di quell’ultima scena girata pochi mesi prima. Arina si alzò e con passo mollemente elastico si avvicinò alla vetrata panoramica. Le nubi si addensavano sul pianeta dei sogni.

    -Resti?- chiese Penelope con voce più dura di quanto volesse esprimere in realtà.

    -Grazie - rispose Arina. Le spalle ancora voltate verso la Boirè un po’ curve, più abbandonate del solito.

    -Credi che potrei essere stata pedinata?- chiese senza voltarsi.

    -Sicuramente.- rispose la Boirè togliendosi la giacca dell’uniforme dorata..

    -Grazie- ripeté l’attrice. Questa volta si girò verso la vecchia amica abbastanza teatralmente perché quest’ultima ne potesse ricavare ulteriori ricordi, non tutti piacevoli però. Arina tentò un flebile sorriso, ma non ottenne nessun cambiamento nel volto impassibile del funzionario della Vision Days.

    II

    Erano le undici di sera e le due donne mangiavano in silenzio al ritmo incessante della pioggia che ticchettava contro il paravetrata.

    -Ci rinuncio!- esclamò stancamente Arina scostando il piatto ancora pressoché intatto.

    La Boirè le lanciò senza fiatare un pacchetto di ottime sigarette terrestri a combustione lenta e l’accendino.

    -Non riesco ancora ad abituarmici- disse poi dopo qualche manciata di secondi, indicando la vetrata oscurata da pesanti pannelli in pseudo - stoffa bianca.

    -Sono quasi trent’anni che vivo qui...- constatò Arina -Ma neanch’io riesco a pensare a questa pioggia come ad una cosa normale...

    -Infatti non lo è.- precisò Penelope con un debole sorriso.

    -Dormire con la pioggia è rilassante però!- aggiunse senza alcun entusiasmo Arina.

    -Ogni tanto, può darsi...- puntualizzò in tono piatto Penelope.

    L’attrice fissò per un attimo lo sguardo da cerbiatto impaurito in quello sicuro e penetrante dell’ex manager.

    -Non lascerò che lo facciano, Penelope!- finalmente era riuscita a dar corpo a ciò che aleggiava nella stanza, su entrambe da tante, troppe ore.

    -Ho preso dei contatti...

    Penelope distolse lo sguardo dall’attrice e lanciò intorno delle occhiate piene di paura, come se in quel salotto piccolo e dallo scarno mobilio vi si potesse nascondere chissà quale pericolo. Si alzò e facendo segno ad Arina di tacere si diresse verso il videobox. Lo accese. Una musica suadente e scandita secondo i ritmi placidi d’una

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