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Lif3.zero. Anno 1: AUSTRALIA, Sydney
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Ebook296 pages3 hours

Lif3.zero. Anno 1: AUSTRALIA, Sydney

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About this ebook

Raccolta di tutti gli articoli presenti nel blog www.lif3zero.com, dedicati al primo anno di esperienza a Sydney. Vita quotidiana, avventure e disavventure raccontate in prima persona dall'Autore.

LanguageItaliano
Release dateJul 9, 2012
ISBN9781476275284
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Lif3.zero. Anno 1: AUSTRALIA, Sydney
Author

Giordano Dalla Bernardina, Sr

Eccomi, mi chiamo Giordano, ho trentatré anni e vivo in Australia. Precisamente a Sydney. Sono quello che ha scritto questo libro e scrive il blog www.lif3zero.com. Sono quello delle parolacce e delle metafore, quello che dice le cose in modo che arrivi il messaggio, indipendentemente che piaccia o meno. Odio la falsità e l’ipocrisia come ogni Miss Italia che si rispetti. Odio anche il calcio e letteralmente non capisco il senso dell’essere tifosi. Proprio non ci arrivo, mi sfugge in ogni sfumatura e nonostante ci torni ogni tanto a riflettere, scopro sempre che sono contento così. Ad uno speed-date direi che sono diretto, sincero, senza fronzoli, curioso e decisamente rompi-coglioni se mi va. Cinico e freddo all’occorrenza, ma in fondo estremamente, ingenuamente leale. Molto spesso tendo ad essere asociale, qualcuno direbbe snob, qualcun altro che me la tiro. Tutte cose che accetto volentieri. Se piove mi piace stare a casa, davanti ad ore di film e serie tv, a mille pagine di un libro e ad un calice di vino, mentre fuori il mondo va per conto suo. Se non piove, mi piace fare esattamente le stesse cose, ma in una giornata di sole potrei anche vagare per la città in cerca di posti dove non mi conoscono, chiedere il migliore assenzio e abbandonarmi ai miei pensieri, spesso molto più veloci di me. Se la situazione in cui mi trovo non mi stimola particolarmente, mi annoio con la stessa velocità con cui l’eroina entra in circolo, cosa che sono arrivato a desiderare in qualcuna delle situazioni in cui mi sono trovato ad immaginare questa metafora. A volte scrivo cose che perfino io devo rileggere per capirle meglio, ma questo fa parte di me e ne sono fiero. Se la situazione mi coinvolge ne vorrò ancora e ancora, perché mi piace immensamente la novità, ma apprezzo il calore di un contesto conosciuto. Sono decisamente per i pochi ma buoni, anche se non riesco mai a riunirli in un unico gruppo. A volte, durante una conversazione, può capitare che mi incanti guardando altrove, ma tranquilli, finora non è mai stato ictus e in caso sarebbe ormai troppo tardi. E’ solo che ogni tanto mi ritrovo a pensare ai cazzi miei. Solitamente il mio orologio mentale è una mezz’ora più avanti, portandomi a pensare costantemente a qualcosa che viene dopo il presente. Mille ne penso e altrettante ne faccio, ma solo alcune di queste sono passate da entrambe le fasi. Il sarcasmo è uno dei miei migliori amici e le frecciatine sono le mie amanti preferite. Datemi un Mojito e vi seguirò ovunque, anche in un altro bar. Parlate di calcio con me e mi vedrete prendere un altro Mojito. Toglietemi tutto ma non le mie occhiaie. Se ci riuscite ve ne sarò grato per l’eternità. C’ero una volta io, con un lavoro che mi piaceva, uno stipendio più che decente, in un ambiente ottimo, con un contratto che ormai forse non esiste nemmeno più: tempo indeterminato. Avevo la macchina, una casa, un giro di amici (si, anche quelli), ottimi colleghi, i miei posti conosciuti, i punti di ritrovo, le cene di questo e quello e avevo addirittura questo e quello. Mi mancava l’altro. Quindi sono partito per cercarlo. Per fare questo ho mollato questo e quello. E dopo questo splendido esempio di letteratura proseguiamo pure a dire di me. A far scattare tutto è stata l’immobilità della situazione economica, politica e sociale d’Italia. Per essere più precisi, immobilità solo nel miglioramento, poiché a peggiorarsi è, invece, molto veloce. E ci sa pure fare. A tutto questo sommiamo una filosofia di vita che potremmo riassumere con “bisogna sempre fare il passo leggermente più lungo della gamba”. Per cui, preso atto dei rischi e delle possibili conseguenze, ho ridotto la mia vita ad un formato trasportabile e me la sono trascinata qui. Come tutti ho i miei sogni nel cassetto e per quelli sono disposto a tutto, perfino a rimandare l’acquisto del nuovo iPhone. Visto un posto, ne ho sempre un altro che vorrei vedere, per cui metto un piede dietro l’altro e vedo che succede. Estremamente adattabile nelle situazioni che mi piacciono ed eccessivamente pretenzioso in quelle che non mi interessano. Datemi un paio di pantaloni e mille situazioni diverse, ma non viceversa. Se ti sembra che abbia detto qualcosa e poco dopo il suo esatto contrario, probabilmente è vero, poiché tra il prima e dopo penso e ripenso a quello che ho detto. Ironico, tagliente, provocatorio, pignolo, testardo. Sto attento ad ogni cosa che dicono le persone e me le ricordo per anni. Nelle emozioni e nei pensieri concepisco milioni di colori, ma nel comportamento ritengo si debba scegliere tra bianco o nero. Ho studiato e lavorato, come tutti i genitori comandano. Poi mi sono rotto il cazzo e sono partito. Quando sono preso da qualche momento di sconforto ordino un Mojito. Quando sono preso da qualche momento di sconforto e il Mojito non è a disposizione penso che, al contrario di Mario Bros, non ho una serie di vite extra da usare nel caso la prima vada a puttane, per cui ho deciso di giocarmi il tutto e per tutto. Se anche l’unica vita che ho dovesse andare a puttane, alzerò la testa e mi proclamerò fiero di esserci andato con lei. Sono arrivato in Australia con l’intento di restare e la cosa resiste tutt’ora a dispetto di chi gufava il contrario. Poi si sa, riuscire nell’intento è un altro discorso, tra questioni burocratiche, di opportunità e di autentiche botte di culo. Nel frattempo mi gioco tutto quello che ho, per non dovermi svegliare un giorno, tossendo dentro la maschera dell’ossigeno e pensare che: checcazzo, quel giorno potevo tentare di più. Come non vorrei svegliarmi una notte all’improvviso, nel mio letto con contorno di moglie, per realizzare che la Tailandia mi aspetta, con in tasca una falsa identità nuova di zecca, giustificando il tutto con: non l’ho fatto quando avrei potuto, quindi lo faccio quando non potrei. Insomma, prima di un passaporto nuovo e un invadente catetere ficcato nelle profondità del mio Essere, voglio vedere come funzionano le cose altrove. Per ora questo altrove è l’Australia, da dove parto con Sydney per finire chissà... Nel frattempo, inganno il tempo crescendo. Questa è una cosa che non mi annoia mai.

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