I ragazzi guardano le Stelle: Ping-Pong
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Per il 150° dall'unità d'Italia.
Dei bambini giocano. Il loro divertimento è il ping-pong. Non si pongono il problema di che cosa sia l'Italia. Per loro è dove sono nati. Sanno che ci sono tanti dialetti, le condizioni economiche sono diverse, che il clima è differente. Però nei loro cuori è l'Italia e basta.
Ammirano i giocatori di altri Paesi. Sono curiosi, si specchiano e si confrontano. In cuor loro sognano di vestire la maglia azzurra, orgogliosi di essere tra i pochi a rappresentare l'Italia. Con serenità ed agonismo. Vedono visi, modi, colori e bandiere dei loro avversari.
Tutto così eccitante, felici di appartenere ad una Nazione, come tutte le altre.
Enzo Pettinelli
Enzo Pettinelli at 8 years old begins to play ping-pong in the parish church of San Martino, in Senigallia. When playing double matches with his twin brother Giovanni as a partner, they are invincible. Enzo, like all children, plays football, volleyball, swims, skates. In skating he is 4th at the National Championship. When he is older he dedicates himself to ping-pong, right up to the National championship of B division. Then he feels that ping-pong can be played in a different way. He is fascinated by the musicality of the rhythm and by the beauty of the technical gesture. He leaves the agonistic activity and dedicates his time teaching this Sport. Three young lyceum students follow him: one of them, Domenico Ubaldi, will become later the President of “Tennistavolo Senigallia”, a club founded by them in 1959 and in 2010 rewarded by the CONI with the Gold Star for Sports merit. The first Italian titles arrive. For the 100th anniversary of the reunification of Italy, two youngsters of Pettinelli’s school are called to join the national team at the International exhibition in Tourin in 1961. After this event the parish priest of San Martino, Father Giuliano Grassi, covers the courtyard and creates a little gymnasium. A sales representative of sport equipment, Neri Ravini, accidentally sees the gymnasium, he gets touched by seeing so many little children around just one “rickety” table, and gives 3 bright new tables as a gift. The game, based on aesthetic beauty and on musicality, gives more incentive and new Italian titles. A sponsor, Otello Montesi, gives economic help, without asking nothing back. The results come and bring the Club at the first place in Italy. The school, already opened, opens further, and receives players from all Italy. Including players that play or have played against each other . Pettinelli will be many times the Italian National team’s coach, coach of the Republic of San Marino. Honorary Member of the Republic of Malta, for the given collaboration. Among his pupils we remember: Costantini, record of presence with the National team; Moretti, Cardinali and Ricci that will be many times at the World Championship, European Championship and at the Mediterranean Games. The work and passion of this “Great Teacher” for ping-pong, has inspired the film director Claudio Colombo that has realized a feature film, “Shot”, already winner at two festivals, dedicated to him. Among the actors we remember Enrico Beruschi, that has skilfully interpreted Enzo Pettinelli’s part. ITALIANO: Enzo Pettinelli a 8 anni inizia a giocare a ping-pong nella parrocchia di San Martino, nella città di Senigallia. Nelle partite di doppio in coppia con il fratello gemello Giovanni, sono imbattibili. Enzo, come tutti i bambini, gioca a calcio, pallavolo, nuota, pattina. Nel pattinaggio e’ 4° ai Campionati Nazionali. Quando è più grande si dedica al ping-pong, fino al Campionato Nazionale di serie B. Poi sente che il ping-pong può essere giocato in modo diverso. E’ affascinato dalla musicalità del ritmo e dalla bellezza del gesto tecnico. Abbandona l’attività agonistica e si dedica all’insegnamento di questo Sport. Lo seguono tre giovani liceali; uno di loro, Domenico Ubaldi, diventerà Presidente del “Tennistavolo Senigallia”, società da loro fondata nel 1959 e premiata dal CONI nel 2010 con la Stella d’Oro al merito sportivo . Arrivano i primi titoli italiani. In occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, due giovani della scuola di Pettinelli vengono convocati in azzurro agli Internazionali di Torino del 1961. In seguito il parroco di San Martino, Padre Giuliano Grassi, fa coprire il cortile e crea una palestra. Un rappresentante di articoli sportivi, Neri Ravini , capita per caso nella palestra, si commuove nel vedere tanti bambini intorno a un solo tavolo “ sgangherato “, e regala 3 tavoli nuovi di zecca. Il gioco, basato sulla bellezza estetica e sulla musicalità, produce stimoli e nuovi titoli italiani. Uno sponsor, Otello Montesi, fornisce l’aiuto economico, senza chiedere nulla in cambio. Arrivano i risultati che portano la Società al primo posto in Italia. La scuola, già aperta, si apre ulteriormente, e ospita giocatori da tutta Italia. Compresi avversari che giocano o hanno gareggiato contro. Pettinelli sarà più volte tecnico della Nazionale Italiana, tecnico della Repubblica di San Marino. Membro onorario della Repubblica di Malta, per la collaborazione prestata. Tra i suoi allievi si citano: Costantini, record di presenze in azzurro; Moretti, Cardinali e Ricci parteciperanno più volte a Mondiali, Europei ed ai Giochi del Mediterraneo. Il lavoro e la passione di questo “Grande Maestro” per il ping-pong, ha ispirato il regista Claudio Colombo che ha realizzato un cortometraggio, “Shot”, vincitore già di due festival, dedicato proprio a lui. Tra gli attori ricordiamo Enrico Beruschi, che ha interpretato magistralmente la parte di Enzo Pettinelli.
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Book preview
I ragazzi guardano le Stelle - Enzo Pettinelli
Presentare una nuova fatica letteraria di Enzo Pettinelli è per me sempre un grande onore, sia dal punto di vista personale che istituzionale. Il nuovo lavoro, dal titolo I ragazzi guardano le stelle
, che avrà diffusione esclusivamente per via informatica, coniuga perfettamente due aspetti fondamentali del tennistavolo che Enzo Pettinelli, dall’alto della sua esperienza, ben conosce.
Il coniugare infatti il grande mondo dei campioni, che hanno timbrato con la loro presenza e le loro prestazioni indimenticabili, le più importanti manifestazioni mondiali, con il mondo dei ragazzi che nel tennistavolo vedono anche un modo per giocare, divertirsi e sognare, mi sembra veramente una mirabile intuizione che certamente sarà da tutti apprezzata.
Il lavoro di Enzo, con cui l’autore vuole anche celebrare a suo modo il 150° dell’Unità d’Italia, si colloca come importante progetto culturale, all’interno della rafforzata collaborazione in atto tra la nostra federazione, il TT Senigallia ed il Centro Federale della città marchigiana. Passione ed emozioni da una parte, tecnologia ed innovazione dell’altra sono le componenti fondamentali di un’idea cui auguro tutto il successo che merita anche nell’interesse del nostro amore comune per il tennistavolo.
Franco Sciannimanico
Presidente Federazione Italiana Tennistavolo.
Dedicato al 150° dall’Unità d’Italia
Dei bambini giocano. Il loro divertimento è il ping-pong. Non si pongono il problema di che cosa sia l'Italia. Per loro è dove sono nati. Sanno che ci sono tanti dialetti, le condizioni economiche sono diverse, che il clima è differente. Però nei loro cuori è l'Italia e basta.
Ammirano i giocatori di altri Paesi. Sono curiosi, si specchiano e si confrontano. In cuor loro sognano di vestire la maglia azzurra, orgogliosi di essere tra i pochi a rappresentare l'Italia. Con serenità ed agonismo. Vedono visi, modi, colori e bandiere dei loro avversari. Tutto così eccitante, felici di appartenere ad una Nazione, come tutte le altre..
Se pensate che per migliorare, bisogna sempre giocare con i più bravi, il più bravo della vostra società come ha fatto a diventare più bravo di voi?
1961 - In Cina giocano 200 milioni di persone
In un paese italiano, bagnato dal mare Adriatico, una decina di bambini giocano a ping-pong con racchette un po’ malandate. La società è ancora giovane come anche i suoi dirigenti e tecnici. C’è solo un tavolo. Tutto il pomeriggio, bimbi bagnati di sudore, parlano, urlano e si sfidano. All’improvviso dall’ingresso entra un loro compagno. Eccitato grida: E’ un cinese, Chuang Tse-Tung è il nuovo campione del mondo!
.
Si interrompe la partita. Tutti gli vanno incontro. Vogliono conoscere come gioca, chi ha battuto in finale. Alcuni dicono che non abbia mai perso un set, altri sostengono che in Cina giocano più di 200 milioni di persone. E tutti sanno che, in Cina, il ping-pong è come da noi il calcio. Poi riprendono le sfide. Uno gioca impugnando a penna, pensando che l’impugnatura nasconda qualche segreto. Prova ed inventa qualche tiro. I ragazzi che attendono il loro turno di gioco continuano a discutere: La Cina ha una popolazione di un miliardo di persone! Mao-Tse-Tung, capo del governo, gioca tutti i giorni a ping-pong! A scuola si gioca sempre a ping-pong. Se uno gioca bene viene promosso!
. Gli amici: Allora, andiamo tutti in Cina!
. Intanto il piccolo club trova i soldi per poter partecipare a qualche torneo nazionale. Due giovani promesse si mettono subito in evidenza e vengono convocati dalla nazionale per partecipare ad una gara internazionale. Nel gruppo è subito sorpresa e festa.
CHUANG TSE-TUNG (Zhuang Zedong)
Il Genio
Pechino: Chuang vince il suo primo titolo mondiale
Chuang Tse-Tung, il più grande talento di tutti i tempi. Inizia a giocare a ping-pong sui marciapiedi. Disegna un rettangolo e, con dei mattoni, costruisce la rete. Chuang, quando usciva di casa, aveva sempre una pallina in tasca. Questo lo faceva sentire felice. Con gli amici frequentava un parco dove c'erano decine di tavoli all'aria aperta. Con l'arrivo dell'inverno invece si trasferivano nella casa del popolo. Qui per la prima volta ha giocato con avversari più grandi di lui. Loro gli hanno dato i primi consigli e con loro ha fatto i primi allenamenti. In tutta la Cina, nelle case del popolo del partito comunista, ci sono tavoli da ping-pong. E' il partito che l'ha voluto.
A 13 anni vince il primo torneo importante. Entra nella scuola di stato di tennistavolo. E' insofferente nel fare schemi ripetitivi. Quando l'allenatore si allontana, fa partite con i compagni. Il vincitore viene chiamato, fino alla prossima sfida, grande fratello
. L'allenatore si accorge ma lo lascia fare. Alla fine della partita l'allenatore gli chiede di ripetere quel bel tiro che aveva fatto. Chuang ci riprova, ma non ci riesce. L'allenatore coglie l'occasione per spiegargli a cosa servono gli allenamenti. Gli spiega anche il socialismo e l'importanza di rappresentare il suo paese nel mondo, attraverso i sacrifici.
Un bambino un po’ pazzo
Chuang non trascura la scuola. A casa ripete i gesti di gioco davanti allo specchio; la madre affettuosamente dice che ha un bimbo un po' matto anche perché parla da solo mentre si corregge.
Durante una visita in palestra di un famoso allenatore Chuang vede eseguire dei servizi con lancio di pallina molto alto. Questo lo colpisce molto. Gli viene regalata una racchetta il giorno prima di una gara. La prova sulla mano mentre è a letto e ci si addormenta. Il giorno dopo vince il torneo. E' molto felice che il partito e lo Stato abbiano tanta cura dei giovani. Un giorno arriva agli allenamenti bagnato fradicio per la gran pioggia. E' presente solo lui. L'allenatore allora, commosso, lo asciuga. Per Chuang è un grande giorno, può giocare con il suo allenatore. A Pechino, nel '58, disputa il primo incontro amichevole contro l'Ungheria, e vince.
Il passaporto
Arriva il giorno del passaporto. Si apre la porta della grande muraglia. Prima trasferta, Oxford. Lo colpisce il traffico di auto. I bus a due piani, i negozi. I cagnolini portati al guinzaglio. Le persone vestono tutte diverse. Le donne con collane, braccialetti, anelli e così curate da dare l'impressione di non avere mai lavorato. Ha stretto centinaia di mani, tutte morbide, senza calli. Trova le persone cordiali e gentili. Il luoghi sono lussuosi e abbaglianti. Chuang sa che da qualche parte qualcuno lavorava per loro. Gioca nella terra dell'imperialismo. Chuang è emozionato, sente una grande responsabilità.
Prima gara lontano dalla patria
Perde il primo set. Nel secondo sta perdendo per 15 a 2. Si ferma un attimo. Sente una voce che gli nasce da dentro e che gli dice: anche se tu non vuoi vincere, il tuo paese lo vuole. Si sente subito bene, non ha più paura. Porta il punteggio sul 19 pari, poi con due schiacciate vince 21 a 19. Vince anche alla bella. Questa vittoria colpisce molto gli avversari e riempie di orgoglio la delegazione cinese. La preparazione cinese prevede anche un torneo in Scandinavia, 1959. Chuang vince ancora.
Preparazione ai mondiali
La Cina si allena per i Mondiali che si terranno a Pechino nel '61. Corrono voci che in Giappone c'è un giovane molto forte, Hasegawa, che in seguito verrà chiamato leone selvaggio
. I tecnici cinesi sono preoccupati. Sanno che Hasegawa ha battuto gli ungheresi e gli jugoslavi con il looping
, un colpo che i cinesi non conoscono. Decidono di mandare degli osservatori in Giappone per studiarlo e capire. Al ritorno, i tecnici decidono di far giocare alcuni allenatori cinesi nello stesso modo di Hasegawa. Chuang e il resto della nazionale completano così la preparazione.
Pechino: campionati del mondo
Chuang è emozionatissimo. Non può fallire. Sa che milioni di cinesi, in diretta radio, seguono l'avvenimento minuto per minuto. Ci sono Tv e giornali da tutto il mondo. I cinesi temono anche il giapponese Ogimura, chiamato il cervello
, campione del mondo del ’54 e '56. E' dato per favorito. Chuang incontra il leone selvaggio
. Perde il primo set e nel secondo è 0 a 7. Concede troppo tempo all'avversario, che ha un gioco potente ma con movimenti lunghi. Chuang sa che deve anticipare. Anticipa, serve veloce e attacca. Hasegawa è sorpreso. Chuang mette a frutto quello che aveva preparato negli allenamenti. Vince. Anche Ogimura cederà le armi. Chuang arriva primo e i cinesi occuperanno i primi quattro posti. I 5 mila spettatori acclamano Chuang. Lui, composto, saluta il pubblico. Sa di aver fatto il suo dovere. E' modesto. Secondo gli insegnamenti di Mao, non si esalta quando vince e non si abbatte quando perde. E' considerato il genio del tennistavolo. Quando ritorna dalle gare, nella sua città, la prima visita la fa sempre al suo primo vecchio maestro di tennistavolo. E non dimentica di portargli un piccolo dono. Vincerà 3 titoli nel singolo, 3 a squadre e 1 nel doppio maschile.
Dal 1961 al 1966 è numero uno della classifica mondiale. La grande carriera si interrompe. La Cina si isola dal mondo. Si chiude dentro la grande muraglia e dà inizio alla rivoluzione culturale. Ritornerà nel '71 a Nagoya dove i cinesi inviteranno una delegazione con giocatori americani. Questa operazione verrà definita dalla stampa mondiale come la diplomazia del ping-pong. La Cina otterrà alla fine il riconoscimento all'ONU al posto di Formosa, oggi Taiwan.
Chuang, in seguito, diventerà ministro dello sport. Durante la rivoluzione culturale Chuang viene accusato di appartenere alla gang dei quattro
, gruppo politico anti - maoista. Perde l'incarico e viene allontanato dalla città di Beijing (Pechino) dove c'è l'università del tennistavolo. In seguito, grazie ad un amico, viene riabilitato.
I cinesi, nel tennistavolo, interromperanno il dominio. Dovranno aspettare 8 anni prima di riprendere il titolo lasciato da Chuang. Nel frattempo, con il cambio della scrittura, Chuang Tse-Tung diventa Zhuang Zedong.
Forse la sua posizione d'attesa con la faccia della racchetta frontale gli permetteva di prepararsi velocemente per eseguire colpi potenti anche di rovescio. La racchetta viene posizionata vicino al corpo e il braccio sinistro, poi viene spinta avanti alto.
Se quando perdete vi viene da ridere, avete un futuro pieno di allegria.
1964 - Schiaccia le palline a 100 chilometri all'ora
Dal Giappone sono arrivate le racchette Sandwich. I ragazzi ora