«Il design può essere arte. Il design può essere estetica. Il design è così semplice ed è per questo che è così complicato». Nelle parole di Paul Rand, al secolo Peretz Rosenbaum, creativo, destinato a celebrare la creatività a 360 gradi in una conversazione tra moda, arte e design. Il primis la moda con la M maiuscola, capace di evocare universi sognanti e di tracciare il nuovo. E poi l’arte, sempre più parte di un quotidiano in continua evoluzione. Last but not least, il design, pronto a calcare il palcoscenico globale complice la Design Week milanese cresciuta, anno dopo anno, fino a diventare il principale appuntamento worldwide di un settore in grande fermento. Su questi tre pilastri si regge l’architettura di questo issue. Animato da un pantheon di muse internazionali che hanno scelto di giocare con l’avanguardia e la provocazione, scrivendo un loro personale vocabolario estetico e valoriale. A partire dalla cover star: Amala Ratna Zandile Dlamini, aka Doja Cat, che con la sua musica, e i suoi look, si è imposta come icona di un contemporaneo young & cool. E poi Simona Tabasco, stella del panorama cinematografico italiano diventata star internazionale grazie al successo planetario di “White Lotus”. Ma anche Sharon Stone, che accanto al grande schermo scandito di pellicole entrate nel mito, si è costruita una carriera legata alla pittura. O Donatella Versace, regina di una maison, Versace, pronta a riscrivere le regole di un lusso che affonda le sue radici nella storia della Medusa proiettandola verso un futuro di glam & tailoring. A completare il racconto la moda. In bilico tra surrealismo classico, fiabe modulate dall’AI e omaggi al mondo di artisti come Itaru Shimamura. Per definire un linguaggio nuovo. Ricordando quello che diceva il designer italiano Massimo Vignanelli: «Gli stili vanno e vengono: il buon design è un linguaggio, non uno stile».
THE ART & DESIGN ISSUE
Apr 18, 2023
1 minute
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