Food&Wine Italia

RINASCIMENTO CONTEMPORANEO A MODENA

La domanda è retorica: esiste un altro posto al mondo dove sia possibile – nell’arco della stessa giornata e all’interno della stessa proprietà – fare una colazione dei campioni con cotechino e zabaione, passeggiare in un parco secolare prima di un tuffo in piscina o un doppio a tennis, far suonare la prima edizione in vinile di Thelonious Monk with John Coltrane, assaporare il silenzio e i profumi di un’acetaia storica, scaldare i cavalli di una De Tomaso Pantera del 1971, giocare a flipper con il beneplacito della Security Guard di Duane Hanson, degustare i classici del ristorante italiano più famoso del pianeta e infine prendere sonno sotto lo sguardo dei Teenage Smokers di Ed Templeton? Casa Maria Luigia è il più strabiliante contenitore di idee e passioni – non una vetrina onanistica ma un luogo di totale condivisione: life’s for sharing – che si riesca a immaginare. Un’esperienza “totale” (quasi fosse la Gesamtkunstwerk di Wagner) in cui confluiscono ospitalità, alta cucina, arte contemporanea, musica, motori, cultura e artigianato.

passioni

Casa Maria Luigia

Il sogno di Massimo Bottura e Lara Gilmore ha preso forma nel 2019, quando la coppia è riuscita finalmente a inaugurare nella campagna modenese una guest house con l’obiettivo di estendere l’idea di ospitalità dell’Osteria Francescana. Nello stesso anno in cui il ristorante era appena entrato nella lista Best of the Best della World’s 50 Best Restaurants dopo essere stato per due volte al numero 1, nel 2016 e nel 2018.

Ed è da qui, da questa villa del XVIII secolo – che oggi è pure azienda agricola riportata in vita – che siamo (ri)partiti per una lunga ricognizione nel modenese e nel “Multiverso” di Massimo Bottura, lo chef che guarda sempre al futuro, il mattatore della cucina italiana (e mondiale) contemporanea, il più esuberante e contagioso degli storyteller, il visionario attivista, artefice di Food for Soul e della rivoluzione della social gastronomy.

Siamo tornati all’Osteria Francescana per assaggiare e fotografare, in esclusiva assoluta, i piatti di un nuovo sorprendente menu che lo stesso Bottura ci ha raccontato, e poi abbiamo fatto tappa (raccogliendo altre ricette) alla Franceschetta58 e al Cavallino, il ristorante di fronte allo stabilimento Ferrari di Maranello. Senza mai dimenticare che della Francescana Family – che oggi, nel mondo, mette insieme circa 450 persone – fanno parte anche le insegne e i progetti extra-modenesi: Gucci Osteria a Firenze, Beverly Hills, Tokyo e Seoul e Torno Subito a Dubai e ora anche a Miami. E in attesa di scoprire forma e contenuti di un ulteriore ristorante che lo chef ha annunciato di aprire a Modena entro fine anno: «Ma serve crescere lenti, con radici profonde, come gli alberi, altrimenti al primo colpo di vento voli via».

Il playground è una lucida follia in cui collidono genio e bellezza, arte, cultura ed entertainment, supercar e superbike

Cominciamo dunque il nostro racconto da Casa Maria Luigia, la “home away from home” – sono dodici le camere e suite, ognunae riacquistano il senso che buona parte dell’industria alberghiera moderna sembra aver perduto. Ma, appunto, “questa casa non è un albergo”, ci verrebbe da dire. La dispensa in cucina è aperta 24 ore su 24, a prova di qualsiasi appetito e desiderio fuori orario. La stanza della musica è un rifugio per lo spirito con oltre 7mila vinili a disposizione (a cui si sono appena aggiunti altri 8mila che un collezionista di Massa Lombarda ha voluto donare esclusivamente allo chef). Il playground – altrimenti detto Polisportiva Contemporanea – è una lucida follia in cui collidono genio e bellezza, cultura ed entertainment, supercar e superbike, dalle Ducati d’epoca alla MV Agusta, dalla Ferrari SF90 Spider in tutte le sfumature di grigio, personalizzata da Bottura, alla Lamborghini nella versione speciale “Oops! Mi è caduta la crostata al limone”, forse il piatto più celebre di tutti, anche grazie alla ribalta disu Netflix, e soprattutto arte, con pezzi di Joseph Beuys, Damien Hirst, Barbara Kruger, Robert Longo e tutti i maestri della Transavanguardia italiana.

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