Mistero Magazine

NESS e il Macellaio di Cleveland

Un foglio. Un foglio su cui scrivere tutti gli errori, i suoi. Aver sottovalutato questo maniaco dopo aver battuto Capone. Aver affidato a Hogan le indagini: troppo tradizionalista, troppo razionale. Il Macellaio non è uno che ammazza per soldi, ma per neppure pensava che dietro gli omicidi ci fosse un’unica mano! Essersi disinteressato delle indagini per troppo tempo: i giornali gli consentiranno di fare retromarcia? Ritroverà la sua credibilità? Troppi morti. Troppe dichiarazioni inopportune. Troppa isteria.

Una soluzione comunque andava trovata. Ness riprese tutto da capo, sforzandosi di rivedere ogni uccisione come se si trattassetasse della prima volta. E così cominciò la giornata in gnia dei fantasmi. Lasciando da parte compa-la “Signora del lago”, sulla quale cava l’unità dei pareri (e non era certoman-quello il momento più indicato per dersi nei dubbi),bi), l’Assassino del Torsoper-aveva fatto 12 morti, dei quali erano stati identificati solo due o tre (la seconda, la terza e – forse – l’ottava ma, rispettivamente Edward Andrassy, vitti-Flo Polillo e Rose Wallace, della quale non si aveva certezza assoluta perché il calco dentale era risultato bile, dato che il suo dentista era morto irrecupera-da tempo).

Il che – stringi stringi – significava tanto una cosa: dei restanti John Doe sol-e Jane Doe non importava niente a nessuno, in un certo senso anche al Macellaio, non nell’ovvio ne senso che se li aveva uccisi riteneva quegli esserieri meno che umani, ma per il fatto che li aveva decapitati senza eccezione…

Per non vederli in viso? O per li tutti uguali, uali, considerando quasi un render-insulto il fatto che avessero un volto, proprio come lui, il solo che doveva possederlo dato che loro di solito no dei vagabondi? Rivoltare la frittata: era-non colpiva a caso, colpiva proprio gli straccioni, ne voleva eliminare idealmente la genìa, il Macellaio era un malato di darwinismo sociale (il più debole doveva soccombere al

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