
«Quando sei stato morso da un serpente fai attenzione anche a un rotolo di corda».
Il Dalai Lama

La nostra Italia è geologicamente e geograficamente un territorio in cui terremoti, alluvioni ed eruzioni vulcaniche possono accavallarsi e sovrapporsi. Per questo è facile trovare nella popolazione un grande numero di persone che, in maniera diretta o indiretta, hanno purtroppo subìto gli effetti o le conseguenze di eventi naturali imprevisti.
EVENTI TRAUMATICI
L’aver percepito il movimento sussultorio di un terremoto con il suo boato, anche se di media entità e con pochissimi danni, provoca nelle persone uno stato di allerta che perdura nel tempo: spesso anche una semplice vibrazione del vetro di una finestra causata da un’automobile che passa lungo la strada, può generare in loro un certo spavento (si parla di uno “stimolo-innesco”). Più la paura o l’impossibilità del nostro cervello di elaborare lo shock è stata forte durante l’evento, più le persone avranno vivo il ricordo e l’emozione ad esso associata, attivando risposte fisiche ed emotive a ogni nuovo stimolo che in qualche modo richiami o somigli a quello originario.

Ci vuole un po’ di tempo prima che le sensazioni sgradevoli si affievoliscano fino a scomparire. Ma non sempre questa guarigione ed elaborazione naturale avviene. Ciò non accade, ad esempio, alle persone che si sono trovate realmente in pericolo di vita o che hanno perduto amici e familiari, oppure case e beni in seguito ad eventi traumatici, come gli imprevedibili disastri naturali, causando in alcuni di loro conseguenze più invalidanti e durature. A “lasciarci il segno” non sono però solo gli eventi catastrofici della natura. Anche incidenti e malattie, violenze e abusi, separazioni e divorzi possono essere considerati eventi stressanti il cui ricordo, riattivandosi nel presente, può generare una serie di sintomi disturbanti e dolorosi.