IL TRAMONTO SI È APPENA AFFACCIATO sull’orizzonte della cittadina di Horonobe. Io e mia moglie Keiko ci siamo lasciati alle spalle boschi che in primavera sono ancora screziati di neve. Abbandonata la statale 40, puntiamo il mare lungo la strada che segue il profilo della costa. Ci eccita l’idea del viaggio verso il punto più a nord del Giappone, eppure chilometro dopo chilometro il paesaggio si fa tetro e ci trasmette una certa inquietudine.
Specialmente quando i toni giallo arancio delle ultime ore del giorno cedono posto al buio e in lontananza la piramide del vulcano Rishiri – sull’isola omonima – si trasforma in una sagoma oscura. Solo l’inaspettata e rapidissima apparizione di un grosso cervo ci restituisce un senso di meraviglia.
Arriviamo a Wakkanai