

Un itinerario di quattro giorni in uno scenario immutato da secoli. L’Umbria è la meta ideale per un’immersione tra natura, arte, storia e nei sapori di una grande tradizione enogastronomica, di sempre maggiore richiamo anche internazionale. Insomma, una regione dove tutto è armonia. - VITTORIO GIANNELLA
Ci sono luoghi in cui il legame tra la terra e l’uomo sembra essere più felice. Dove l’ingegno degli agricoltori ha cesellato pazientemente l’ambiente e il paesaggio, bonificando, dissodando e piantando olivi e vigneti che, oltre a dare oli e vini pregiati, sono diventati simbolo del territorio. Così è senz’altro per l’Umbria, dove le colline dal profilo dolce e i borghi medievali sembrano nati per opera della stessa mano, fondendosi in paesaggi di rara bellezza. Qui visse San Francesco, dapprima ricco e spensierato, poi vestito di soli stracci. Con stupore e meraviglia ripercorse queste stesse strade vivendo al servizio dei più umili. Luoghi dove tornare in cerca di pace, nei quali perdersi e rigenerarsi. Chi ci arriva oggi lasciando la superstrada – la E45, che ha sostituito la vecchia statale Tiberina come arteria principale della regione – si stupirà nel ritrovarsi, chilometro dopo chilometro, a dialogare col passato. Borghi silenziosi, monasteri, chiese di campagna abbellite dalle mani di pittori e scultori che hanno lasciato il segno immortale dell’arte, testimoni del genio italiano: Giovanni Di Pietro detto Lo Spagna, il suo allievo Pietro Vannucci il Perugino, Bernardino di Betto, noto