criveva Guido Piovene: “Salerno è diversa da Napoli, nell’apparenza e nello spirito. Qui veramente cadono molti luoghi comuni sull’Italia meridionale. L’aspetto è infatti quasi settentrionale e la pulizia quasi svizzera.” Esagerava l’eclettico scrittore? A noi Salerno è apparsa una città bellissima, per la posizione languidamente distesa lungo il “lunato golfo” (come scrisse Gabriele d’Annunzio), per la bellezza dei monumenti, eredità di stratificazioni storiche; per il fascino legato all’antico tessuto urbano, fitto e tortuoso; per le vie dello shopping, per l’elegante lungomare e per le installazioni futuriste. Salerno, fino agli anni Novanta è stata una città portuale anonima, messa in ombra da Napoli, dalla Costiera Amalfitana e dal Cilento; poi grazie a un imponente piano di riqualificazione che ha visto all’opera archistar del calibro di Bohigas, Chiepperfield, Zhaa Hadid e Calatrava, ha cambiato pelle creando una magnifica fusione tra città antica e