
correndo i post dei tanti gruppi social dedicati ai camper capita spesso di notare che gli equipaggi abbiano dato un soprannome – oggi si direbbe nickname – al proprio veicolo, considerandolo a ragione il compagno di tante avventure che, nella buona e nella cattiva sorte, li ha sempre accuditi e riportati a casa dopo felici pellegrinaggi erratici. Da qui l’abitudine di “personalizzarlo” un po’, dandogli un nomignolo simpatico, vezzeggiativo o semplicemente un po’ più umano di una banale sigla commerciale alfanumerica (nei camper è abitudine diffusa, specie per cercare di identificare il tipo di layout): ce lo vedete voi il post con foto di famiglia felice, arrivata davanti a Mount Saint Michel, che si fa un bel selfie con il camper che li ha orgogliosamente condotti fino a lì per pubblicarlo sulla propria pagina Facebook, e scrive: “Con MS 420 QBN sulla spiaggia di…”. Non suona meglio “Con Paperino sulla spiaggia di…”? E’ il giusto riconoscimento di chi considera il camper come un compagno di avventure, un guerriero indomito che, con sprezzo del pericolo, ci ha guidati nelle nostre transumanze vacanziere. Tutta questa lunga premessa per giustificare il titolo? Sì, perché quando il guerriero va a riposarsi, stanco o semplicemente per scelta dell’equipaggio che non ama le vacanze invernali, deve essere accudito come il nostro prode che dovrà trovarsi in perfetta forma per un’altra stagione epica a primavera. Camperisticamente parlando, infatti, il riposo senza