Scorrere le pagine della prima monografia di Billy Cotton è come visitare una realtà alternativa nel multiverso del design. Mentre tutto appare completamente familiare – confortevoli salotti americani, cucine trendy, sensuali boudoir – qualcosa sembra diverso, addirittura sovversivo. Colori che dovrebbero cozzare e non lo fanno. Combinazioni di materiali che potrebbero sembrare stridenti sulla carta e invece producono meraviglie. E le epoche si mescolano insieme in modi inosabili per altri.
Da una villa all’appartamento successivo, tutti appaiono verosimilmente ideati da un diverso creatore. «Non ho uno stile, in realtà», dice Cotton. «Non c’è un’immagine che cercoBilly Cotton: Interior and Design Work ed è piena sia di elementi tradizionali, come un antico armadio austriaco dipinto, sia di tocchi più inusuali, accenti boho-chic come le poltrone ricoperte di trapunte multicolor pakistane. In un certo modo è semplice vedere dei paralleli tra le scelte immaginative eppure concrete di Cotton e i lavori fotografici di Sherman.