Secondo l’architetto Natale Miniaci, che ha il suo studio a Olbia, “il mercato della seconda casa in Gallura si sta orientando sempre più verso oggetti unici e irripetibili, come lo stazzo o la villa in campagna, non solo con la vista sul mare, anche se questa dà il valore commerciale dell’immobile, ma sulla macchia mediterranea”. Se da un lato, dunque, le ville della Costa Smeralda sono sempre gettonate, ma si fa fatica a trovare proprietà al di sotto dei 10 milioni di euro, in Gallura prevale la ricerca di abitazioni in posizioni più defilate e con spazi esterni ampi, giardino, e il più possibile immerse nel verde. Quel che è certo è che qui la domanda di seconde case non si è mai fermata, anzi, “s’è impennata del 30-40 per cento da maggio-giugno del 2020, dopo il primo confinamento in casa – afferma Claudia Degortes, titolare di WhiteHouse immobiliare (www.whitehouseimmobiliare.com) –. La tendenza è comprare casa a 5-10 minuti dal mare, per potersi isolare nella riservatezza, avere aree esterne importanti da condividere con gli amici, tutti vantaggi che gli immobili sulla costa non sempre offrono”. Non a caso, la Degortes ci accoglie a Villa Francesca, nei pressi di Porto Rotondo, acquistata da coniugi milanesi nel 2020, ristrutturata nel 2021 e ora in vendita a poco più di 2,3 milioni di euro. Un perfetto esempio di buen retiro dunque.
Ecco perché l’antico gallurese – fulcro della vita rurale di migliaia di pastori-agricoltori per centinaia di anni – piace sempre di più anche a una clientela più giovane, dai 40 ai 50 anni. “Anche gli stranieri del Nord Europa – spiega Maurizio D’Auria, area manager del gruppo Frimm Island () chiedono un immobile da 100-120 metri quadri al quale aggiungere in genere un’ottantina di metri di ricovero attrezzi per