«Senza l’Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa cosa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa
Questo dichiarava Umberto Eco a proposito della città sabauda; ma perché ne parlava in questi termini? Solo per ammirazione da parte di chi, come lui, era piemontese, o c’era forse altro? Probabilmente, oltre alla semplice ammirazione estetica e culturale, bisogna evidenziare un aspetto particolare di questa città che forse solleticava le conoscenze esoteriche che lo scrittore aveva, e che ha profuso più o meno velatamente anche in molte sue opere letterarie. Nel caso della citazione, dunque, il semiologo faceva riferimento probabilmente al lato segreto, magico ed esoterico di questa città; aspetto che in verità la lega ad altre città europee e mondiali nella costituzione dei cosiddetti triangoli magici delle città.
IL TRIANGOLO MAGICO DELLE CITTÀ
Prima di mettere in evidenza in che cosa si esplica la valenza esoterica di queste triangolazioni tra città, spesso anche molto distanti tra loro, bi-sogna fare una serie di considerazioni preliminari ma necessarie su alcuni elementi di geometria, a partire proprio da una figura antichissima, ossia il triangolo. Questa figura geometrica è naturalmente legata al numero tre. Il, il triangolo simboleggiava l’ascesa dal molteplice all’Uno. Secondo la peculiare interpretazione alchemica, invece, nell’ordine delle figure chiuse, questa si colloca tra il cerchio e il quadrato, ossia rappresenterebbe un’entità intermedia tra la sostanza astratta, ovvero spirituale, e la dimensione materiale. In altri termini, dunque, rappresenta la via di passaggio tra la materia e lo spirito.