
dgar Allan Poe muore nel 1849 a Baltimora. Le cause della sua morte restano ancora oggi avvolte da un alone di mistero. Eppure, a guardare quello sguardo nel suo ritratto più famoso, sembra quasi di vederla l’ombra della morte alle sue spalle. E quell’ombra è rimasta nelle sue opere, ancora oggi fonte di trasposizioni e, perché no, motivo per il quale in moltissimi si accostano al mondo della scrittura. Poe è da sempre stato fonte d’ispirazione. (qui con le storie di Howard Philip Lovecraft), editi da Panini. Il lavoro di Corben, caratterizzato da volti espressivi e con forti chiaroscuri, ben si è prestato a portare su carta i deliri e le oscurità dell’immaginazione di Poe. I volumi sono usciti già da un bel po’ di anni, ma, complice forse la poca conoscenza dei più di un disegnato-re poliedrico come Corben, possono essere recuperati facilmente. Ben più recente, invece, è l’antologia , volume prodotto grazie a un crowdfunding e curato da Anita Zaramella e Mattia Naliato (in arte studiopazzia), che figurano anche come disegnatori dei racconti (la prima), e (il secondo).