IL PADRONE DEL VAPORE
Una vita alla Fiat, una lunga esperienza al timone di colossi di Stato come Finmeccanica e Ferrovie. Roberto Testore, classe 1952, è stato un manager di primissimo livello nel decennio 1996-2006. In questa intervista racconta i suoi anni al Lingotto e, da ingegnere prima attivo nell'automotive e ora impegnato nel settore energetico con la Sofinter, delinea la sua visione sulla transizione energetica e sulla mobilità elettrificata.
Dopo la lunga esperienza all'interno del gruppo, nel 1996 assunse la guida di Fiat Auto. Qual era la situazione dell'azienda, in quel momento?
Complicata. Il mercato era debole in tutta Europa e in Italia in particolare, la concorrenza era forte e avevamo problemi oggettivi di qualità di prodotto. Gli incentivi varati dal governo Prodi nel 1997 aiutarono non poco la ripresa delle vendite. Ma a riportare il brutto tempo contribuirono le tensioni geopolitiche, con la pesante crisi valutaria che colpì i Paesi in via di sviluppo: partì dalla Thailandia, poi si diffuse alla Russia e all'intero Sudamerica. Noi avevamo puntato sulle world car, la Palio e la Siena, costruite in quei Paesi, e subimmo il colpo. Avevamo destinato ingenti investimenti all'Argentina, con un nuovo stabilimento, costruito negli anni precedenti il mio
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