un’attività all’interno di un centro commerciale e che il proprietario della struttura imponga, dal giorno alla notte, la chiusura del vostro negozio senza darvi spiegazioni. Ora, supponete di riuscire a scoprire poco dopo che la decisione sia stata presa perché all’improvviso sono state cambiate le regole e, per esempio, l’insegna, che fino al giorno prima era perfettamente a norma, non le rispetta più. Sembra impossibile. In effetti, è difficile che nel mondo reale possa accadere qualcosa di simile. Invece succede - e anche spesso - nel mondo della cosiddetta creator economy, ossia quella dei creatori di contenuti digitali che portano avanti la loro attività sulle ben note piattaforme. Che si tratti di YouTube o Instagram, di Tiktok o Twitch, comincia a essere un problema serio e, soprattutto, pone un interrogativo: come tutelare questi ‘nuovi’ lavoratori? Fino a qualche anno fa una domanda come questa avrebbe scatenato ironie perché era diffusa l’idea che si stesse parlando soltanto di influencer che avevano fatto fortuna con qualche selfie. Ma se ciò non era vero quando questa economia si è messa in moto, agli inizi degli anni Duemila, lo è ancora meno adesso. Prima di tutto perché sono gli stessi creator italiani a chiedere una legge che li tuteli. Anche il Parlamento si è posto il problema di aprire una porta verso i lavoratori digitali e, su iniziativa della deputata Valentina Barzotti, ha avviato una indagine conoscitiva che, attraverso un ciclo di audizioni,
ORA I CREATOR ITALIANI CHIEDONO UNA LEGGE
Jan 25, 2022
8 minutes
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