

Un mondo bianco nascosto dietro un velo di nuvole di nebbia, il sole tenue come la luna. Gli alberi carichi di neve sono appena visibili sullo sfondo delle montagne e con i loro contorni scuri compongono un classico dipinto a inchiostro. La scena monocromatica è interrotta solo da occasionali note di rosso: i cachi aggrappati ai rami, le linee vermiglie dei ponti e delle aste di bambù usate per misurare l’altezza del manto nevoso. Ogni senso è attutito: il tatto è intorpidito dal freddo; i profumi si affievoliscono nell’aria frizzante; il suono si riduce al rumore bianco dei fiocchi di neve che cadono volteggiando.
IMPROVVISAMENTE IL SILENZIO pressoché totale è interrotto da un boato impressionante: un mezzo metro di neve è venuto giù da un tetto. Per fortuna nessuno è rimasto travolto da questa mini valanga. Poco dopo il proprietario esce di casa per spalare la neve che ha appena ricoperto la soglia. Indossa una giacca cerata gialla e un cappello di paglia conico per proteggersi dall’intensa nevicata e usa un attrezzo grande come una carriola.
Il villaggio di Shirakawa-gō è uno dei luoghi abitati più nevosi della Terra: ogni anno vi cadono circa dieci metri di neve. Da novembre ad aprile i banchi raggiungono altezze superiori a quella di un uomo e gli abitanti devono lavorare senza sosta per mantenere sgombri strade e sentieri. Situato in un’area conosciuta con la poetica espressione di “paese delle nevi” (un insieme di province nella zona nordoccidentale del Giappone), questo villaggio è definito dalla sua geografia.
Con cime che superano i tremila metri, le Alpi Giapponesi creano una grande barriera montuosa che