Castel di Sangro, paciosa cittadina dell’Alto Sangro – a due passi dal confine con il Sannio molisano – era nota soprattutto come meta vacanziera per gli sportivi da Roma in giù, in estate in particolare per i centri estivi della Federazione Italiana Tennis e d’inverno per gli impianti di risalita sparsi tra le vicine , e : qui si scia sulle belle piste dell’Aremogna e di Pizzalto, di Monte Pratello o di Vallefura, ben servite da impianti di risalita e accoglienti rifugi di montagna che propongono polenta con salsicce e scamorza alla brace; mentre per gli amanti del fondo c’è il fiabesco Bosco di Sant’Antonio, parte del – o Castello, come la chiamano con affetto sbrigativo abitanti e turisti affezionati – è comparsa sulle mappe degli appassionati di enogastronomia grazie all’apertura di , struttura di ricettività dal fascino essenziale creata in un ex monastero del ’500 dallo chef Niko Romito e dalla sorella Cristiana, che hanno trasferito da Rivisondoli alla cima di una collina poco fuori Castel di Sangro il loro ristorante Reale – tre stelle Michelin dal 2013 – affiancandovi le camere per la notte, una scuola di cucina e una cantina tra le meglio strutturate d’Italia. Qui, nella tenuta di sei ettari a 860 metri sul livello del mare, trova posto anche un vigneto sperimentale nato in partnership con l’azienda Feudo Antico di Tollo (Chieti) e con il coordinamento di Attilio Scienza, professore dell’Università degli Studi di Milano.
Calici d’alta quota
Jan 10, 2022
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