Il numero di DIO
«Un numero magico… si potrebbe quasi dire che a scrivere questo numero sia stata la “mano di Dio” e che noi non sappiamo come Egli abbia mosso la sua matita». Così si esprimeva il fisico teorico Richard Feynman. Qual è questo numero magico? Wolfgang Ernst Pauli, un altro fisico teorico austriaco e ricercatore di punta nell’ambito dello sviluppo della meccanica quantistica, asseriva che se Dio gli avesse concesso di chiedergli qualsiasi cosa, la sua prima domanda sarebbe stata: «Perché 137?». Abdus Salam, premio Nobel per la fisica nel 1979 e collega di Pauli, si divertì a immaginare una maliziosa conclusione di questa ipotetica storia: Dio a quel punto avrebbe preso un gessetto e avrebbe cominciato a illustrare il perché proprio di quel numero. Dopo qualche istante sicuramente Pauli avrebbe scosso la testa… Ma allora: che cosa si nasconde dietro questo numero solo all’apparenza come tanti?
LA COSTANTE DI STRUTTURA FINE
Senza addentrarsi troppo nel tecnicismo di discorsi scientifici, per capire che cosa significa realmente il numero 137 e per entrare nel suo mistero,. Si tratta di una costante introdotta da Arnold Sommerfeld nel 1916, derivante da altre importanti costanti della fisica, e risultata fondamentale per descrivere la velocità con cui si muovono gli elettroni intorno al nucleo di un atomo sul primo orbitale. Come riporta Max Born nel suo lavoro , la costante «ha le conseguenze più fondamentali per la struttura della materia in generale». Tale costante, indicata generalmente mediante la lettera greca , definisce la scala degli oggetti naturali: le dimensioni degli atomi, l’intensità e i colori della luce e l’intensità delle forze elettromagnetiche. In sostanza, controlla e ordina tutto ciò che vediamo e in particolare, estremizzando al massimo ma con fondamento scientifico, permette l’esistenza delle forme di vita. Insomma, si tratta del reale punto di incrocio tra la materia e il divino.
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