Ferrovie, quale futuro?
C’È UNO STRANO SILENZIO che tutto avvolge attorno a Ferrovie dello Stato e al suo futuro. Non fosse per le nomine bocciate a inizio dicembre dal consiglio d’amministrazione della holding dei vertici di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia, con il voto contrario del presidente Gianluigi Castelli, e poi mandate in porto qualche giorno dopo, e per la campagna promozionale che l’azienda ha rilasciato a ridosso del Natale, il silenzio sarebbe totale. Nessuno ne parla, nessuno ne scrive. Nessuno sembra preoccuparsene. In primis il governo e le forze politiche di maggioranza, che dovrebbero pretendere attenzione e interventi.
Un patrimonio di tutti
Eppure, è la più grande azienda di trasporto italiana, conta 70mila dipendenti diretti che arrivano a 100mila se si considera l’indotto, e al cento per cento di proprietà del Tesoro, quindi è patrimonio pubblico del Paese. Con l’Alta velocità la sua controllata Trenitalia è diventata un caso di successo nel
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