La paura del rifiuto fa parte del gioco dell’amore
n questo nuovo approfondimento, in cui cerchiamo di estrapolare un tema per riflettere sulle dinamiche dell’amore, voglio soffermarmi sul personaggio di Leyla e, in particolare,. Tale paura ha, ovviamente, intensità variabili, legate alle caratteristiche di colui o colei verso cui dirigiamo la nostra attenzione, al contesto in cui la situazione si svolge, alla nostra particolare personalità, educazione, filosofia. . Ognuno di questi freni, per Leyla, come per chi vive situazioni similari, ha però una serie di comuni denominatori su cui è possibile operare. Il primo è, ovviamente, la mancanza di fiducia in sé, quel sentimento capace di amplificare (o limitare) le nostre reali qualità fisiche e mentali, trasformandoci ai nostri occhi e (come suggeriscono diverse ricerche) agli occhi degli altri. Insomma, la sicurezza di sé, senza scendere in discorsi popolari come la “legge dell’attrazione”, è un potente strumento in mancanza del quale, per contrappasso, anche le nostre migliori qualità sbiadiscono. Il secondo elemento è, invece, più concettuale, filosofico. Si tratta della capacità di vivere, con serena giocosità, le questioni dell’amore. Imparare a vederne il bellissimo e articolato, complesso, avvincente, contraddittorio gioco che incarna per rispondere alle più basiche necessità di riproduzione tipiche di ogni vivente. , ossia l’avvicinarci all’altro con cautela fino al punto di non avere più la paura del rifiuto.
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