Una sorpresa svizzera
NEL FEBBRAIO 2012, Sergio Ermotti ha convocato la sua prima assemblea in qualità di Ceo di Ubs. Le azioni stavano finalmente migliorando, ma il morale dello staff no. Come dice a Fortune un veterano del gigante bancario svizzero, “se lavoravi per Ubs, in quel periodo, ti guardava male anche il postino”.
I guai di Ubs, che in quell’anno ha spento 150 candeline, si erano trasformati in una crisi nazionale. Ubs è diventata la banca non americana più esposta alla crisi dei mutui subprime degli Stati Uniti, a discapito del portfolio dei suoi clienti. Nel 2008 il governo svizzero è intervenuto con un salvataggio storico, dopo le gigantesche perdite accumulate da Ubs. La proverbiale goccia è arrivata nel settembre 2011. Un trader londinese di Ubs ha registrato una serie di scambi falsi per coprire le sue perdite, un comportamento che alla banca è costato 2,3 mld di dollari. “Ricordo esattamente dove ero quando ho sentito la notizia”, dice Lukas Hässig, cronista specializzato da anni nelle vicende del gigante svizzero con sede a Zurigo. “Ho solo
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