Il futuro di Honeywell
COSA VI CONVINCEREBBE a prendere di nuovo l’aereo? Questa domanda pesa su aziende, governi e cittadini, ansiosi di entrare in una ripresa economica il prima possibile. A parte le linee aeree, probabilmente nessuna impresa è determinata a trovare una risposta come Honeywell: quella dedicata all’aerospazio è la più grande delle sue divisioni. Costruttrice di qualsiasi cosa, dalle fusoliere ai motori, fino ai sistemi di backup delle cabine di pilotaggio, Honeywell sta ossessivamente cercando di riportare le persone nei cieli. Darius Adamczyk, Ceo di Honeywell, compara la situazione a quella successiva agli attacchi terroristici dell’undici settembre, quando molte persone credevano che i viaggi aerei non si sarebbero più fatti. Parlando durante una video chiamata dal suo ufficio di Charlotte, in North Carolina, con una bottiglia di igienizzante accanto, Adamczyk (si pronuncia ‘a-dam-ceck’) dice che il suo team ha già delle idee in mente. “Secondo me, la gente tornerà a volare”. Honeywell ha già contribuito con la sua quota di maschere, guanti, e altri dispositivi di protezione alle scorte statunitensi. Ha convertito parte di una fabbrica per occhiali protettivi, nel Rhode Island, per rispondere alla richiesta di mascherine N95, e ha fatto lo stesso in un impianto in Arizona. Una volta date abbastanza protezioni a operatori sanitari e altri lavoratori ‘essenziali’, l’obiettivo di Honeywell è stato quello di procurare dispositivi anche alle compagnie aeree, sia allo staff sia ai passeggeri.
Questa è la fase 1. Ma Adamczyk pensa che Honeywell possa fare di più.
Basta chiedere a Que Dallara: di origini vietnamite ma cresciuta in Australia, la dirigente è stata incaricata di costruire un ramo totalmente dedicato al software. Fa notare che Honeywell può offrire in prestito la sua esperienza nel filtraggio aria e negli igienizzanti
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