Fenomenologia di DYLAN DOG
vrò avuto più o meno undici anni e il parrucchiere, dove mia madre mi spingeva a pedate nelle terga affinché mi accorciasse i capelli, non aveva grande scelta di riviste sul tavolino della sua bottega. Eppure, tra gli svariati numeri di e le discutibili guide tv che mostravano più seni che programmi della settimana, un pomeriggio lo avevo trovato. Non aveva la copertina, gli mancavano almeno una dozzina di pagine e la storia era un per me ai tempi incomprensibile, dove veniva descritto l’inferno o meglio, per essere precisi, uno dei tanti inferni e che la mente dietro a quella storia (, #46 del luglio 1990) era quella di un certo Tiziano Sclavi.
