L’azienda perfetta per una pandemia
SE DOVESTE PROGETTARE da zero un’azienda che possa trarre profitto da una crisi globale, quell’azienda probabilmente somiglierebbe ad Amazon. Una macchina perfetta che suscita in egual misura odio e ammirazione in tutto il mondo del business, il titano tecnologico da 280 mld di dollari di vendite può reagire a qualsiasi sfida con la velocità di una startup. Basta guardare la risposta dell’azienda al Coronavirus, che il fondatore e Ceo Jeff Bezos ad aprile ha definito, davanti agli azionisti, come “il periodo più difficile che abbiamo mai vissuto”.
La dirigenza Amazon si è accorta presto che la pandemia poteva diventare un evento storico. E Bezos, che prima era solito dedicare un giorno a settimana alla sua compagnia spaziale, Blue Origin, è diventato più coinvolto nelle operazioni Amazon, incontrando giornalmente il suo team ‘S’ (cioè senior): il gruppo più alto di dirigenti, molti dei quali in azienda da più di dieci anni. Da un giorno all’altro, Amazon ha rafforzato il suo già immenso business di vendita per affrontare la grande ondata di ordini del primo trimestre, quando i suoi clienti si sono rinchiusi in casa affidandosi al web per i loro bisogni. Per questa sfida, Amazon ha esaminato e reclutato 175mila nuovi dipendenti.
La velocità d’esecuzione ha pagato. Nei primi tre mesi dell’anno, Amazon ha registrato 75,4 mld di dollari in entrate, un aumento del 26% sul 2019. Le vendite di Amazon Web Services, il settore di cloud computing dell’azienda,
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