LA GRANDE IMPENNATA DI ZOOM

degli imprenditori sogna di avere improvvisamente un’ondata di nuovi utenti. Per Eric Yuan, il cinquantenne fondatore e Ceo di Zoom, aggiungere tra i propri utenti 90mila scuole – e dover insegnare loro a usare il suo prodotto - è diventato un incubo. “Pensavamo che i loro team informatici ci potessero aiutare, ma ci sbagliavamo”, ha detto durante un’intervista su Zoom all’inizio di aprile. “È come se fossimo noi il loro team IT”. È difficile essere dispiaciuti per lui. Dopotutto, è multimiliardario. È alla guida di una delle poche aziende che sono cresciute vertiginosamente con la pandemia. Eppure, Yuan sembra esaurito, con il suo volto pallido davanti allo sfondo di una scintillante immagine fake del Golden Gate Bridge, una delle opzioni standard tra i diversi background virtuali disponibili su Zoom. La sua frustrazione è comprensibile. È passato un mese da quando Yuan ha ordinato alla sua azienda con 2.500 dipendenti di lavorare da casa, precedendo di ben 12 giorni la serrata di tutto lo Stato della California. Nelle settimane che sono seguite, quando l’epidemia di Covid-19 si è poi diffusa in tutto il mondo, anche la popolarità dell’azienda con uffici centrali a San Jose è decollata in maniera esponenziale. ‘Zoom’ all’improvviso è
Stai leggendo un'anteprima, registrati per continuare a leggere.
Inizia il tuo mese gratis