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ESERCIZI SVOLTI

DI

ELETTROTECNICA

Prof. Ing. G. Acciani


Dott. Ing. G. Fornarelli
Dott. Ing. G. Brunetti
CAPITOLO 1

Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.1……………………………………………….pag. 2
Esercizio n°1.2……………………………………………….pag. 10
Esercizio n°1.3……………………………………………….pag. 12
Esercizio n°1.4……………………………………………….pag. 14
Esercizio n°1.5……………………………………………….pag. 15
Esercizio n°1.6……………………………………………….pag. 16
Esercizio n°1.7……………………………………………….pag. 18
Esercizio n°1.8……………………………………………….pag. 23
Esercizio n°1.9……………………………………………….pag. 25
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.1
Scrivere tutte le possibili leggi di Kirchhoff delle correnti per il circuito indicato in figura,
fissando due diversi sistemi di riferimento.

a b c

f e d

E’ possibile enunciare la LKC in diversi modi equivalenti. Un primo modo di enunciare la


legge è il seguente:

La somma algebrica delle correnti entranti in un nodo è istante per istante nulla:

∑± i
k
k (t ) = 0

dove il segno + vale per le correnti entranti e il segno – per quelle uscenti dal nodo.

• Si fissi il sistema di riferimento per le correnti indicato in figura:

a i1 b i5 c
i2 i4 i7

i3 i6
f e d

Scriviamo la L.K.C. per ciascun nodo:

nodo a: i1 + i2 = 0

nodo b: i1 + i4 + i5 = 0

2
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

nodo c: i5 + i 7 = 0

nodo d: i6 − i 7 = 0

nodo e: i 4 − i3 − i 6 = 0

nodo f: i3 − i 2 = 0

Cambiando di segno tutti i termini delle equazioni otteniamo le L.K.C. nella seconda
formulazione:

La somma algebrica delle correnti uscenti da un nodo è istante per istante nulla:

∑± i
k
k (t ) = 0

dove il segno + vale per le correnti uscenti e il segno – per quelle entranti nel nodo.

A partire dalle equazioni scritte, portando a secondo membro le correnti uscenti dal nodo
(quelle di segno negativo) otteniamo le LKC nella terza formulazione:

La somma delle correnti in ingresso deve essere uguale istante per istante alla somma delle
correnti in uscita

• Si fissi un secondo sistema di riferimento:

a i1 b i5 c
i2 i4 i7

i3 i6
f e d

Scriviamo la LKC in ciascun nodo utilizzando la prima formulazione della legge:

nodo a: i2 − i1 = 0

3
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

nodo b: i1 − i4 − i5 = 0

nodo c: i5 − i 7 = 0

nodo d: i6 + i7 = 0

nodo e: i 4 + i3 − i 6 = 0

nodo f: − i3 − i 2 = 0

Stesse considerazioni per quanto riguarda le altre possibili formulazioni della LKC.
Torniamo al primo sistema di riferimento che abbiamo fissato per le correnti e costruiamo il
grafo orientato associato al circuito, ottenuto sostituendo a ciascun bipolo un segmento
orientato il cui verso coincide con quello della corrente fissata nel bipolo corrispondente:

a 1 b5 c
2 4 7

3 6
f e d

Si possono riscrivere le L.K.C. direttamente sulla base del grafo, a conferma che si tratta
di leggi che dipendono non dal tipo di componenti ma da come questi sono interconessi
tra loro, cioè dalla topologia del circuito.

nodo a: i1 + i2 = 0

nodo b: i1 + i4 + i5 = 0

nodo c: i5 + i 7 = 0

nodo d: i6 − i 7 = 0

nodo e: i 4 − i3 − i 6 = 0

4
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

nodo f: i3 − i 2 = 0

Si può verificare che queste equazioni di equilibrio non sono linearmente indipendenti,
infatti sommandole membro a membro si ottiene la seguente equazione:

2i1 + 2i4 + 2i5 = i1 + i4 + i5 = 0

che è la L.K.C. al nodo b. In altre parole possiamo dire che l’equazione di equilibrio al
nodo b è combinazione lineare delle equazioni agli altri nodi.
In effetti un importante teorema afferma quanto segue:

Dato un circuito a cui sia associato un grafo connesso con n nodi e b lati, il numero delle
equazioni di equilibrio delle correnti fra loro indipendenti è pari a n-1

Nel nostro caso abbiamo n = 6, per cui sono 5 le equazioni di equilibrio delle correnti
linearmente indipendenti. Queste si ottengono facendo riferimento agli insiemi di taglio
fondamentali, che sono insiemi di taglio costituiti da un solo ramo di albero e da corde.
Scegliamo dunque un albero per il nostro grafo (subgrafo connesso contenente tutti i nodi
del grafo di partenza e non contenente maglie):

a 1 b5 c
2 4 7

3 6
f e d
dove abbiamo tratteggiato le corde del coalbero.
Individuiamo gli insiemi di taglio fondamentali utilizzando le superfici gaussiane: queste
devono tagliare i lati del grafo una volta sola e tali lati devono essere costituiti da un solo
ramo di albero e da corde (quindi se ne possono individuare n-1, pari al numero dei rami
dell’albero):

Σ2 Σ4 Σ5
Σ1 Σ3
a 1 b5 c
2 4 7

3 6
f e d

5
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Gli insiemi di taglio fondamentali sono quindi dati da:

{1,2} {1,3} {1,4,5} {5,6} {5,7}

Per ricavare le equazioni di equilibrio delle correnti linearmente indipendenti, andiamo ad


applicare la L.K.C. alle superfici gaussiane che individuano i cinque insiemi di taglio
fondamentali. Infatti un altro modo più generale di esprimere la LKC consiste nel definire
una superficie gaussiana (superficie chiusa) ed una convenzione per le correnti:

La somma algebrica di tutte le correnti che fuoriescono dalla (o entrano nella) superficie
gaussiana è istante per istante nulla

Considerando positive le correnti entranti e negative quelle uscenti dalla superficie


gaussiana, possiamo scrivere le seguenti L.K.C.:

superficie Σ1: i1 + i2 = 0

superficie Σ2: i1 + i3 = 0

superficie Σ3 − i1 − i4 − i5 = 0 ⇒ i1 + i4 + i5 = 0

superficie Σ4 i5 + i 6 = 0

superficie Σ5 i5 + i 7 = 0

Ripetiamo il procedimento visto scegliendo un altro albero:

Σ2 Σ4

a 1 b5 c
2 4 7

Σ1
Σ5
3 6
f e d
Σ3

6
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Gli insiemi di taglio fondamentali sono dati da:

{2,3} {1,3} {3,4,6} {5,6} {6,7}

Scriviamo ora le L.K.C. alle superfici gaussiane che individuano gli insiemi di taglio
fondamentali:

superficie Σ1: i3 − i 2 = 0

superficie Σ2: i1 + i3 = 0

superficie Σ3 i 4 − i3 − i 6 = 0

superficie Σ4 i5 + i 6 = 0

superficie Σ5 i6 − i 7 = 0

Otteniamo un altro sistema di equazioni di equilibrio equivalente al primo. Se infatti


realizziamo le seguenti sostituzioni:

superficie Σ1: i3 − i 2 = 0 ⇒ i1 + i2 = 0

superficie Σ2: i1 + i3 = 0 ⇒ i1 = −i3 ⇒ i1 + i3 = 0

superficie Σ3 i 4 − i3 − i 6 = 0 ⇒ i4 + i1 + i5 = 0

superficie Σ4 i5 + i 6 = 0 ⇒ i 5 = −i 6 ⇒ i5 + i 6 = 0

superficie Σ5 i6 − i 7 = 0 ⇒ i5 + i 7 = 0

otteniamo nuovamente il sistema di equazioni trovato con il primo albero che abbiamo
scelto. Quanto detto vale per tutti gli alberi che si possono individuare nel grafo associato
al circuito: i corrispondenti sistemi di equazioni di equilibrio delle correnti sono tutti
equivalenti tra loro.

7
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Si può infine controllare che per il circuito nella figura in basso le equazioni di equilibrio ai
nodi coincidono con quelle ottenute per una particolare scelta dell’albero.

a i1 b i2 c
i3 i4 i5

Scriviamo le LKC ai nodi:

nodo a: i1 + i3 = 0

nodo b: i1 + i2 + i4 = 0

nodo c: i5 + i 2 = 0

nodo d: i 4 − i3 − i 5 = 0

Disegnamo il grafo del circuito e scegliamo un albero:

a 1 b2 c a 1 b2 c
4 4
Σ1 Σ2
3 5 3 5

d
Σ3 d

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Gli insiemi di taglio fondamentali sono dati da:

{1,3} {2,5} {1,2,4}

Scriviamo ora le L.K.C. alle superfici gaussiane che individuano gli insiemi di taglio
fondamentali:

superficie Σ1: i1 + i3 = 0

superficie Σ2: i5 + i 2 = 0

superficie Σ3 − i1 − i2 − i4 = 0 ⇒ i1 + i2 + i4 = 0

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Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.2
Scrivere tutte le possibili LKC per il circuito in figura considerando due diverse convenzioni
per le LKC.

a b

c d

Si fissi un sistema di riferimento per le correnti:

a i1 b i3
i2 i4

c i5 d
i6

i7
e

Assumiamo la convenzione secondo cui sono positive le correnti entranti nei nodi,
negative quelle uscenti. Otteniamo il seguente sistema di equazioni (la somma algebrica
delle correnti entranti in un nodo è istante per istante nulla):

nodo a: i2 − i1 = 0

nodo b: i1 − i4 − i3 = 0

nodo c: i 4 + i5 − i 6 = 0 (*)

nodo d: i3 + i 7 − i5 = 0

nodo e: i6 − i 2 − i 7 = 0

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Assumiamo ora la convenzione secondo cui sono positive le correnti uscenti dal nodo e
negative quelle entranti (la somma algebrica delle correnti uscenti da un nodo è istante per
istante nulla). Otteniamo il seguente sistema di equazioni:

nodo a: − i2 + i1 = 0

nodo b: − i1 + i4 + i3 = 0

nodo c: − i 4 − i5 + i 6 = 0 (**)

nodo d: − i3 − i 7 + i5 = 0

nodo e: − i6 + i 2 + i7 = 0

Il sistema (**) può essere ottenuto dal sistema (*) moltiplicando ogni equazione per -1. I
due sistemi sono quindi equivalenti, cioè ammettono la stessa soluzione. Ciò è necessario
in quanto i due sistemi descrivono lo stesso circuito con lo stesso sistema di riferimento
delle correnti (è cambiata la convenzione sui segni delle correnti ma non il sistema di
riferimento).

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Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.3
Dato il circuito in figura, dimostrare che è ia = ib .

ia 1

N
2 3

ib
4

Fissiamo un sistema di riferimento per le correnti:

ia 1
i2
i1

N i3
2 3

i4
ib
i5
4

Scriviamo la LKC in corrispondenza di ciascun nodo assumendo positive le correnti


uscenti da un nodo (la somma algebrica delle correnti uscenti da un nodo è istante per
istante nulla).

nodo 1: − ia + i1 + i2 = 0

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

nodo 2: − i1 + i3 − i4 = 0

nodo 3: − i 2 − i3 + i5 = 0

nodo 4: ib + i 4 − i5 = 0

Sommando membro a membro le equazioni del sistema si ha:

− i a + ib = 0 ⇒ i a = ib

Un altro modo più generale di esprimere la LKC consiste nel definire una superficie
gaussiana (superficie chiusa) ed una convenzione per le correnti:

La somma algebrica di tutte le correnti che fuoriescono dalla (o entrano nella) superficie
gaussiana è istante per istante nulla

Fissiamo una superficie gaussiana come quella indicata in figura e assumiamo come
positive le correnti entranti nella superficie:

ia 1
i2
i1

N i3
2 3

i4
ib
i5
4
Σ

Le sole correnti che attraversano le gaussiana sono ia e ib per cui possiamo scrivere
con la convenzione delle correnti positive entranti nella superficie Σ :

i a − ib = 0 ⇒ i a = ib

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Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.4
Dato il circuito in figura, ricavare le correnti i1 e i2.

a i2 b

i3 i3 = 4 A

c i4 i5 e i4 = 1 A

i1 d i5 = 3 A

Con il fissato sistema di riferimento per le correnti, scriviamo le LKC nei nodi a e d
(occorrono due equazioni ):

nodo a: i 2 + i 5 = i3

nodo d: i4 + i5 + i2 = i1

Si tratta di un sistema di due equazioni nelle due incognite i1 e i2, che possiamo risolvere
col metodo di sostituzione:

i2 + 3 = 4
⇒ i2 = 1 A , i1 = 5 A
1 + 3 + i2 = i1

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°1.5
Dato il circuito in figura, ricavare la corrente i.

iA

iA = 1A

iB = 3A
iB

Applicando la LKC all’unico nodo presente otteniamo:

i A − iB − i = 0 ⇒ i = i A − i B = 1 − 3 = −2 A

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Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.6
Dato il circuito in figura:

1 2
B

A C

D E

scrivere tutte le possibili LKT, avendo fissato un sistema di riferimento per le tensioni di
lato e il verso di percorrenza delle maglie.
Successivamente si valutino le tensioni vB e vE, nel caso in cui vA = 2V, vC = 5V, vD = 4V.

Fissiamo un sistema di riferimento per le tensioni di lato come indicato in figura:

1 2
B

A C

D E

e disegnamo le diverse maglie che si possono individuare nel circuito, per ciascuna delle
quali fissiamo arbitrariamente un verso di percorrenza:

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

1 2 1 2
B B
3
A C A C

3 3 D E

D E
4
4 4
maglia 1 maglia 2 maglia 3

Scriviamo la LKT per ciascuna maglia (la somma algebrica delle tensioni di lato è nulla istante
per istante):

maglia 1: − v A − v B − vC + v D = 0

maglia 2: v A − v E + vC + v B = 0

maglia 3: v D − v E = 0

A questo punto sostituiamo i valori delle tensioni date per ricavare quelli delle tensioni
incognite:

− 2 − vB − 5 + 4 = 0
v B = −3V
2 − vE + 5 + vB = 0 ⇒
v E = 4V
4 − vE = 0

17
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Esercizio n°1.7
Dato il circuito in figura:

6 1
A C

G B

2 D 3

H E

F
5 4

scrivere tutte le possibili LKT, avendo fissato un sistema di riferimento per le tensioni di
lato e il verso di percorrenza delle maglie.
Successivamente si valutino le tensioni vD, vG e vH nel caso in cui vA = 4V, vB = 4kV, vC
= 8mV, vE = 10kV, vF = 7V

Fissiamo un sistema di riferimento per le tensioni di lato come indicato in figura:

6 1
A C

G B

2 D 3

H E

F
5 4

e disegnamo le diverse maglie che si possono individuare nel circuito, per ciascuna delle
quali fissiamo arbitrariamente un verso di percorrenza:

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

6 1 1 1
A C 2 D 3 C

G B B H E B

2 2 D 3 F 2 3
5 4

H maglia 2 maglia 3 H E

5 F
5 4
maglia 1 maglia 4

6 1 6 1
A A C

G B G

2 D 3 2 D 3

E H

F
5 4 5
maglia 5 maglia 6

6 1
A C

F
5 4

maglia 7

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Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Scriviamo la LKT per ciascuna maglia (la somma algebrica delle tensioni di lato è nulla istante
per istante):

maglia 1: − v A + v B + v H + vG = 0

maglia 2: − v B + vC + v D = 0

maglia 3: − vD + vE + vF − vH = 0

maglia 4: − v B + vC + v E + v F − v H = 0

maglia 5: − v A + v B − v D + v E + v F + vG = 0

maglia 6: − v A + vC + v D + v H + vG = 0

maglia 7: − v A + v C + v E + v F + vG = 0

A questo punto per determinare le incognite vD, vG, vH, scegliamo tre equazioni del
sistema contenenti le suddette incognite, ad esempio la prima, la seconda e la quarta.

− v A + v B + v H + vG = 0 − 4 + 4000 + v H + vG = 0

− v B + vC + v D = 0 ⇒ − 4000 + 0.008 + v D = 0

− v B + vC + v E + v F − v H = 0 − 4000 + 0.008 + 10000 + 7 − v H = 0

da cui:

v H = 6007.008V

v D = 3999.992V

vG = −10003.008V

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Si noti che il numero delle equazioni linearmente indipendenti ottenute applicando la LKT
alle varie maglie è pari a:

b − n +1 = 3

essendo b = numero di lati = 8 ed n = numero di nodi = 6. Ciò significa che 4 equazioni


possono ottenersi come combinazione lineare delle tre equazioni linearmente indipendenti
che abbiamo scelto (o comunque di una qualsiasi terna di equazioni linearmente
indipendenti). Le equazioni di equilibrio delle tensioni si ottengono facendo riferimento alle
maglie fondamentali, che sono maglie costituite da una sola corda di coalbero e da rami di
albero.
Disegnamo quindi il grafo associato al circuito e scegliamo un albero:

1 1

A C A C
B B

6 2 D 3 6 2 D 3

G H E G H E

5 F 4 5 F 4

e individuiamo le maglie fondamentali:

{A,B,H,G} {B,C,D} {B,C,E,F,H}

Per ricavare le equazioni di equilibrio delle tensioni linearmente indipendenti, andiamo ad


applicare la L.K.T. alle maglie fondamentali:

maglia {A,B,H,G}: − v A + v B + v H + vG = 0

maglia {B,C,D}: − v B + vC + v D = 0

maglia {B,C,E,F,H} − v B + vC + v E + v F − v H = 0

21
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

Ripetiamo il procedimento visto scegliendo un altro albero:

1
A C
B

6 2 D 3

G H E

5 F 4

Individuiamo le maglie fondamentali:

{A,C,D,H,G} {B,C,D} {D,E,F,H}

e scriviamo le L.K.T.:

maglia {A,C,D,H,G}: − v A + vC + v D + v H + vG = 0

maglia {B,C,D}: − v B + vC + v D = 0

maglia {D,E,F,H} − vD + vE + vF − vH = 0

Abbiamo così ottenuto un altro sistema di equazioni di equilibrio equivalente al primo. Se


infatti realizziamo le seguenti sostituzioni:

− v A + vC + v D + v H + vG = 0 ⇒ − v A + v B + v H + vG = 0

− v B + vC + v D = 0 ⇒ v B = vC + v D ⇒ v D = v B − vC

− vD + vE + vF − vH = 0 ⇒ − v B + vC + v E + v F − v H = 0

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Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°1.8
Dato il circuito in figura:

1 2 3
B D
A
C F G

5 4
E

H
e fissato il nodo 5 come riferimento, si scrivano le tensioni di lato in funzione delle tensioni
nodali riferite al nodo 5. Si valutino inoltre le tensioni di lato sapendo che e1 = 4V, e2 = 5V,
e3 = 8V, e4 = 10V, e5 = 0V.

Per tensione nodale di un nodo si intende la tensione nodo-nodo tra il nodo in questione e
quello di riferimento.
Fissiamo un sistema di riferimento per le tensioni di lato come indicato in figura:

1 2 3
B D
A
C F G

5 4
E

Si può dimostrare infatti che la tensione tra una generica coppia di nodi k e j del circuito e
pari alla differenza delle rispettive tensioni nodali:

23
Capitolo 1 – Esercizi sulle leggi di Kirchhoff

v kj = ek − e j

In particolare quindi anche la tensione di lato, che è una tensione nodo-nodo tra il nodo
supposto a tensione maggiore (+) e l’altro, si può esprimere in funzione delle tensioni
nodali dei nodi che rappresentano i vertici del lato.

Possiamo quindi scrivere le seguenti relazioni:

v A = e1 − e5 = e1 v E = e 4 − e5 = e 4

v B = e2 − e1 v F = e3 − e 4

vC = e2 − e5 = e2 v G = e3 − e 4

v D = e3 − e 2 v F = e 4 − e5 = e 4

Sostituendo i valori dati otteniamo:

v A = e1 − e5 = 4V v E = e4 − e5 = e4 = 10V

v B = e2 − e1 = 5 − 4 = 1V v F = e3 − e4 = 8 − 10 = −2V

vC = e2 − e5 = e2 = 5V vG = e3 − e4 = 8 − 10 = −2V

v D = e3 − e2 = 8 − 5 = 3V v F = e4 − e5 = e4 = 10V

24
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°1.9
Dato il circuito in figura:

a b
1

2 T v1 = 3V

c d v2 = 2V
3
v3 = 4V

4 5

determinare la tensione punto-punto tra i nodi b e d quando l’interruttore T è aperto.


A tale scopo enunciamo la L.K.T. relativamente ad una sequenza chiusa di nodi:

Per ogni circuito concentrato connesso, lungo una qualsiasi sequenza chiusa di nodi, in ogni
istante t, la somma delle tensioni punto-punto (prese nello stesso ordine della sequenza di nodi) è
uguale a zero

Impostiamo allora la L.K.T. alla sequenza chiusa di nodi a-b-d-c-a:

v ab + vbd + v dc + vca = 0

A questo punto esprimiamo le tensioni punto punto in funzione delle tensioni di lato note:

v ab = v1 v dc = −v3 vca = −v 2

e sostituiamo il tutto all’interno dell’equazione di equilibrio:

vbd = −v ab − v dc − vca = −v1 + v3 + v 2 = −3 + 2 + 4 = 3V

25
CAPITOLO 2

Esercizi sulle potenze

Esercizio n°2.1……………………………………………….pag. 27
Esercizio n°2.2……………………………………………….pag. 28
Esercizio n°2.3……………………………………………….pag. 29
Esercizio n°2.4……………………………………………….pag. 34
Esercizio n°2.5……………………………………………….pag. 36
Esercizio n°2.6……………………………………………….pag. 39
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°2.1
Dato il bipolo in figura:

i(t)

v(t)

in cui abbiamo fissato la convenzione dell’utilizzatore, calcolare la potenza istantanea


assorbita nei seguenti casi:

1) v(t ) = 2V i (t ) = 2 A

2) v(t ) = 2V i (t ) = −3 A

3) v(t ) = −9V i (t ) = 1A

Si ha:

1) p (t ) = v(t ) ⋅ i (t ) = 2V ⋅ 2 A = 4W > 0 ⇒ potenza assorbita

2) p (t ) = v(t ) ⋅ i (t ) = 2V ⋅ (−3 A) = −6W < 0 ⇒ potenza erogata

3) p(t ) = v(t ) ⋅ i (t ) = −9V ⋅ 1A = −9W > 0 ⇒ potenza erogata

27
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

Esercizio n°2.2
Dato il circuito in figura:

i
i = 4A

A vA vA = 4V
vB
vB = 8V
B

stabilire se i bipoli A e B assorbono o erogano potenza.

Osserviamo che per il bipolo A è stata adottata la convenzione dell’utilizzatore (corrente


entrante nel morsetto positivo), mentre per il bipolo B quella del generatore (corrente
uscente dal morsetto positivo).
Si ha:

A) p A = v A ⋅ i = 4V ⋅ 4 A = 16W > 0 ⇒ potenza assorbita

B) p B = v B ⋅ i = 8V ⋅ 4 A = 32W > 0 ⇒ potenza erogata

28
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°2.3
Dato il circuito in figura:

1 iA 2 iB vB = 2V
A
vC = 5V
D B vE = 9/8V

iA = 8A
E C
3 4 iB = 1A

determinare la potenza assorbita da ciascun elemento e verificare la conservazione della


potenza.

La somma algebrica delle potenze assorbite da tutti gli elementi di un circuito è nulla in ogni
istante.

In primo luogo determiniamo le tensioni ai capi dei bipoli A e D scrivendo le LKT alle
maglie DCB e ADE poi. A tale scopo fissiamo delle polarità di riferimento per le tensioni
incognite e dei versi di percorrenza delle maglie:

1 iA + - 2 iB vB = 2V
A
vC = 5V
+
_ D B vE = 9/8V

iA = 8A
E C
3 4 iB = 1A

maglia DCB: v B − vC − v D = 0 ⇒ v D = v B − vC = 2 − 5 = −3V

9 15
maglia ADE: v A + vD + vE = 0 ⇒ v A = −v D − v E = 3 − = V
8 8

29
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

A questo punto determiniamo le correnti nei rami del circuito in cui non sono note, avendo
fissato arbitrariamente dei versi di riferimento:

1 iA + - 2 iB vB = 2V
A
iD
vC = 5V
+
_ D B vE = 9/8V

iE iC iA = 8A
E C
3 4 iB = 1A

nodo 1: iE = i A = 8 A

nodo 2: i A = iD + iB ⇒ iD = i A − iB = 8 − 1 = 7 A

nodo 4: iC = i B = 1 A

Note le correnti e le tensioni ai capi di ciascun elemento, possiamo valutare la potenza


assorbita da ciascuno di essi:

15
elemento A (convenzione utilizzatore): pA = vA ⋅ iA = ⋅ 8 = 15W > 0 ⇒ assorbita
8
elemento B (convenzione utilizzatore): p B = v B ⋅ i B = 2 ⋅ 1 = 2W > 0 ⇒ assorbita

elemento C (convenzione generatore): pC = vC ⋅ i B = 5 ⋅ 1 = 5W > 0 ⇒ erogata

elemento D (convenzione utilizzatore): p D = v D ⋅ i D = −3 ⋅ 7 = −21W < 0 ⇒ erogata

9
elemento E (convenzione utilizzatore): pE = vE ⋅ i A = ⋅ 8 = 9W > 0 ⇒ assorbita
8

A questo punto per verificare la conservazione della potenza sommiamo tutte le potenze
calcolate. A tale scopo assicuriamoci che per ogni elemento sia stata adottata la stessa
convenzione. Notiamo che per tutti gli elementi è stata fissata la convenzione
dell’utilizzatore eccetto che per l’elemento C, per il quale è stata fissata quella del
generatore. E’ necessario allora riportare la potenza calcolata per questo elemento alla
convenzione dell’utilizzatore e per far ciò bisogna cambiare il segno della potenza pC (con

30
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

la convenzione dell’utilizzatore una potenza erogata è negativa).


A questo punto si ha:

p A + p B + pC + p D + p E = 15 + 2 − 5 − 21 + 9 = 0

In alternativa possiamo verificare l’equilibrio tra potenza assorbita e potenza erogata, a


prescindere dai segni e dalle convenzioni:

p assorbita = 15 + 2 + 9 = 26W

p erogata = 15 + 21 = 26W

Poniamo in forma vettoriale le tensioni e le correnti del circuito che soddisfano le L.K.:

v = (v A , v B , v C , v D , v E ) T ⇒ vettore delle tensioni che soddisfano la LKT

i = (i A , i B , iC , i D , i E ) T ⇒ vettore delle correnti che soddisfano la LKC

Sostituiamo i valori:
15 9
v = ( ,2,−5,−3, )
8 8

i = (8,1,1,7,8)

in cui per l’elemento C abbiamo scambiato la polarità della tensione, e quindi abbiamo
invertito il segno, per riportarlo alla convenzione dell’utilizzatore (avremmo potuto in
alternativa invertire il verso della corrente iC).
Se moltiplichiamo scalarmente i due vettori otteniamo:

v × i = ∑ vi ii = 15 + 2 − 5 − 21 + 9 = 0
i

e questo risultato corrisponde alla conservazione della potenza verificata sopra.


/ /
Siano ora v e i :
/
v = (v A/ , v B/ , vC/ , v D/ , v E/ )

/
i = (i A/ , i B/ , iC/ , i D/ , i E/ )

insiemi di tensioni e di correnti che soddisfano alle LK per il circuito di sopra:

31
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

1 iA + - 2 iB /
v A = 10V
/
i A = 4A
A
iD
/ /
v B = 6V i B = 3A
+
_ D B
/ /
v C = 4V i C = 3A
iE iC / /
E C v D = 2V i D = 1A
3 4
/ /
v E = -12V i E = 4A

Moltiplicando scalarmente i due vettori dopo aver invertito la polarita (e quindi il segno)
della tensione vC, otteniamo:
/ / / /
v × i = ∑ vi ii = 40 + 18 − 12 + 2 − 48 = 0
i

e questo risultato corrisponde alla conservazione della potenza.


Proviamo ora a realizzare un prodotto incrociato tra i due insiemi:

{v,i} = (158 ,2,−5,−3, 98 ), (8,1,1,7,8)


 
e {v , i }= {(10,6,−4,2,−12), (4,3,3,1,4)}
/ /

cioè moltiplichiamo scalarmente il vettore delle tensioni di un insieme per il vettore delle
correnti dell’altro insieme e viceversa. Otteniamo il seguente risultato:

/ / 15 9
v × i = ∑ v i ii = + 6 − 15 − 3 + = 0
i 2 2
/ /
v × i = ∑ vi ii = 80 + 6 − 4 + 14 − 96 = 0
i

che corrisponde a quanto enunciato dal teorema di Tellegen:

Dato un circuito arbitrario connesso con b lati ed n nodi, si indichi con:

i = (i1 , i2 ,..., ib )

un qualsiasi insieme di correnti di lato che soddisfino tutti i vincoli imposti dalla LKC e con

v = (v1 , v 2 ,..., vb )

32
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

un qualsiasi insieme di tensioni di lato che soddisfino tutti i vincoli imposti dalla LKT.
Allora risulta che:

v × i = ∑ v i ii = 0
i

33
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

Esercizio n°2.4
Dato il circuito in figura:

1 iA 2
A vA = 1V
iE
vC = 4V
E
D B vD = 1V

pB = 4W
C iC
3 4 iC = 4A

calcolare la tensione vE e la corrente iE e verificare la conservazione della potenza.

Calcoliamo la tensione vE scrivendo la LKT alla maglia CDE:

maglia CDE: v D + v E − vC = 0 ⇒ v E = vC − v D = 4 − 1 = 3V

Calcoliamo la corrente iE scrivendo la LKC al nodo 4:

pB pB
nodo 4: iC = i A + i E = + iE ⇒ iE = − + iC
vB vB

Calcoliamo la tensione vB scrivendo la LKT alla maglia ABE:

maglia ABE: v A + vB − vE = 0 ⇒ v B = v E − v A = 3 − 1 = 2V

A questo punto possiamo calcolare il valore di iE :

pB 4
iE = − + iC = − + 4 = 2 A
vB 2

34
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

mentre è evidentemente:

pB 4
iA = = = 2A
vB 2

Note le correnti e le tensioni ai capi di ciascun elemento, possiamo valutare la potenza


assorbita da ciascuno di essi:
elemento A (convenzione utilizzatore): p A = v A ⋅ i A = 1 ⋅ 2 = 2W > 0 ⇒ assorbita

elemento B (convenzione utilizzatore): p B = v B ⋅ i A = 2 ⋅ 2 = 4W > 0 ⇒ assorbita

elemento C (convenzione generatore): pC = vC ⋅ iC = 4 ⋅ 4 = 16W > 0 ⇒ erogata

elemento D (convenzione utilizzatore): p D = v D ⋅ iC = 1 ⋅ 4 = 4W > 0 ⇒ assorbita

elemento E (convenzione utilizzatore): p E = v E ⋅ i E = 3 ⋅ 2 = 6W > 0 ⇒ assorbita

Riportiamo la potenza dell’elemento C alla convenzione dell’utilizzatore (cambiando


semplicemente il segno) e sommiamo i contributi dei diversi elementi:

p A + p B + pC + p D + p E = 2 + 4 − 16 + 4 + 6 = 0

verificando così la conservazione della potenza.

35
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

Esercizio n°2.5
La corrente e la tensione in un bipolo variano nel tempo come indicato in figura:

v [V]

30

0 10 15 25
t(s)

i [A]

30

0 10 15 25 t(s)

Tracciare la potenza fornita al bipolo per t > 0. Qual è l’energia totale fornita al bipolo tra
t=0s e t=25s? Il bipolo utilizza la convenzione degli utilizzatori.

La potenza istantanea p(t) è definita come il prodotto dei valori delle tensione e della
corrente all’istante t:
p (t ) = v(t )i (t )

In primo luogo determiniamo le espressioni analitiche delle diverse rette che costituiscono
l’andamento di v e di i:

0 ≤ t ≤ 10 ⇒ v(t ) = 30 i (t ) = 2t ⇒ p (t ) = 60t

10 ≤ t ≤ 15 ⇒ v(t ) = −5t + 80 i (t ) = 2t ⇒ p(t ) = −10t 2 + 160t

15 ≤ t ≤ 25 ⇒ v(t ) = 5 i (t ) = −3t + 75 ⇒ p (t ) = −15t + 375

36
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Calcoliamo i valori della potenza agli estremi di ciascun intervallo di tempo:

p (0) = 0W p(10) = 600W

p(15) = −10 ⋅ (15) 2 + 160 ⋅ 15 = 150W p(25) = −15 ⋅ 25 + 375 = 0W


A questo punto possiamo determinare l’andamento della potenza in tutto l’intervallo [0;25]:

p(t)

L’energia scambiata da un bipolo in un intervallo di osservazione (t 0 , t1 ) vale:

w(t0 , t1 ) = ∫ p(t )dt = ∫ v(t ) ⋅ i (t )dt


t1 t1

t0 t0

Nel nostro caso abbiamo quindi:

w(0,25) = ∫ 0 p (t )dt = ∫ 0 p(t )dt + ∫ 10 p(t )dt + ∫ 15 p (t )dt


25 10 15 25

da cui:

w(0,25) = ∫ 0 60tdt + ∫ 10 (−10t 2 + 160t ) dt + ∫ 15 (−15t + 375)dt


10 15 25

37
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

w(0,25) = 60∫ 0 tdt − 10 ∫ 10 t 2 dt + 160 ∫ 10 tdt − 15∫ 15 tdt + 375∫ 15 dt


10 15 15 25 25

10 15 15 25
t 2  t 3  t 2  t 2 
w(0,25) = 60  − 10   + 160  − 15  + 375[t ]15
25

2
 0 3
  10 2
  10 2
  15

In definitiva:

 (10) 2   (15) 3 (10) 3   (15) 2 (10) 2   (25) 2 (15) 2 


w(0,25) = 60   − 10  −  + 160  −  − 15  −  + 375[25 − 15]
 2   3 3   2 2   2 2 

 (3375) − 1000   225 − 100   625 − 225 


w(0,25) = 3000 − 10  + 160   − 15   + 3750
 3 2 2

 2375  125 
w(0,25) = 3000 − 10
 3 
+ 160  2  − 15[200] + 3750

 2375 
w(0,25) = 3000 − 10 + 80[125] − 15[200] + 3750
 3 

 2375   2375 
w(0,25) = 3000 − 10  + 10000 − 3000 + 3750 = 13750 − 10  = 5833.3J
 3   3 

Tale energia è pari all’area sottesa dalla curva della potenza sull’asse dei tempi. Poiché
stiamo adottando la convenzione dell’utilizzatore possiamo dire che in ogni istante di
tempo t ∈ [0;25] il nostro componente sta assorbendo potenza perché è sempre:

p(t ) ≥ 0

L’energia complessivamente assorbita vale allora 5833 J.

38
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°2.6
Un bipolo è collegato ad un generatore di corrente i avente la seguente forma d’onda:

i [A]

+
i v
-
0 1 2
t(s)
v [V]

0 1 2 t(s)

La corrispondente tensione ha la forma d’onda indicata sopra. Determinare la potenza p(t)


e l’energia w(t) assorbita dal bipolo. Tracciare il grafico di p(t) e w(t).

In primo luogo determiniamo le espressioni analitiche delle diverse rette che costituiscono
l’andamento di v e di i:

0 ≤ t ≤ 0 .5 ⇒ v(t ) = 6t i (t ) = 1 ⇒ p (t ) = 6t

0 .5 ≤ t ≤ 1 ⇒ v(t ) = −6t + 6 i (t ) = 1 ⇒ p (t ) = −6t + 6

1≤ t ≤ 2 ⇒ v(t ) = 0 i (t ) = −t + 2 ⇒ p(t ) = 0

L’andamento della potenza istantanea è allora dato da:

39
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

p [W]

0 1 2 t(s)

ed è identico a quello della tensione.


Calcoliamo l’andamento dell’energia w(t) a partire da quello della potenza istantanea,
essendo:

dw(t ) t
p(t ) = ⇒ w(t ) = ∫ p(τ )dτ
dt −∞

Se supponiamo che la potenza è nulla fino all’istante 0 possiamo scrivere:

0 t
= ∫ 0dτ + ∫ 6τdτ 0 ≤ t ≤ 0 .5
−∞ 0

0 0.5 t
w(t ) = ∫ 0dτ + ∫ 6τdτ + ∫ (−6τ + 6)dτ 0 .5 ≤ t ≤ 1
−∞ 0 0.5

0 0.5 1 t
= ∫ 0dτ + ∫ 6τdτ + ∫ (−6τ + 6)dτ + ∫ 0dτ 1≤ t ≤ 2
−∞ 0 0.5 1

Si ha quindi:

= 3t 2 0 ≤ t ≤ 0 .5

t t
w(t ) = [3t 2 ]00.5 − ∫ 6τdτ + ∫ 6dτ 0 .5 ≤ t ≤ 1
0.5 0.5

1 1
= [3t 2 ]00.5 − ∫ 6τdτ + ∫ 6dτ + 0 1≤ t ≤ 2
0.5 0.5

40
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

= 3t 2 0 ≤ t ≤ 0 .5

3
w(t ) = − [3t 2 ]t0.5 + 6t − 3 0 .5 ≤ t ≤ 1
4

3
= − [3t 2 ]10.5 + 6(1 − 0.5) 1≤ t ≤ 2
4

In definitiva:

= 3t 2 0 ≤ t ≤ 0 .5

3 3
w(t ) = − [3t 2 − ] + 6t − 3 0 .5 ≤ t ≤ 1
4 4

3 3
= − [3 − ] + 6(1 − 0.5) 1≤ t ≤ 2
4 4

In definitiva:

= 3t 2 0 ≤ t ≤ 0 .5

3
w(t ) = −3t 2 + 6t − 0 .5 ≤ t ≤ 1
2

3 3 3
= −3+ + 6−3 = 1≤ t ≤ 2
4 4 2

Calcoliamo i valori dell’energia agli estremi di ciascun intervallo di tempo:

w(0) = 0 J w(0.5) = 0.75 J w(1) = 1.5

A questo punto possiamo determinare l’andamento dell’energia nell’intervallo [0;2]:

41
Capitolo 2 – Esercizi sulle potenze

42
CAPITOLO 3

Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°1.1…………………………..…………………….pag. 44
Esercizio n°1.2……………………………………..………….pag. 48
Esercizio n°1.3……………………………………..………….pag. 51
Esercizio n°1.4……………………………………..………….pag. 54
Esercizio n°1.5………………………………………..……….pag. 56
Esercizio n°1.6………………………………………..……….pag. 58
Esercizio n°1.7…………………………………………..…….pag. 60
Esercizio n°1.8………………………………………..……….pag. 62
Esercizio n°1.9……………………………………………..….pag. 64
Esercizio n°1.10……………………………………………….pag. 66
Esercizio n°1.11……………………………………………….pag. 67
Esercizio n°1.12……………………………………………….pag. 69
Esercizio n°1.13……………………………………………….pag. 71
Esercizio n°1.14……………………………………………….pag. 72
Esercizio n°1.15……………………………………………….pag. 73
Esercizio n°1.16……………………………………………….pag. 76
Esercizio n°1.17……………………………………………….pag. 78
Esercizio n°1.18……………………………………………….pag. 80
Esercizio n°1.19……………………………………………….pag. 82
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.1
Risolvere il circuito in figura:

I 1 I2 R13 3
I1 v2 I4 E = 120V
I3 v R4 R12 = 10Ω
4
R12 v3 R23 = 15Ω
v1 R23
E R13 = 25Ω
2 R4 = 5Ω
I5 R5 = 1Ω

v5 R5

4
(1)

Risolvere un circuito significa in generale determinare tensioni e correnti in tutti i lati del
circuito.
Trasformiamo in stella il triangolo 1-2-3:

I 1 3 I4
R1 R3 R4
O
R2
E
I5 2
R5

4
(2)

44
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

dove è:

R12 ⋅ R13 10 ⋅ 25 250


R1 = = = = 5Ω
R12 + R13 + R23 10 + 25 + 15 50

R12 ⋅ R23 10 ⋅ 15 150


R2 = = = = 3Ω
R12 + R13 + R23 10 + 25 + 15 50

R13 ⋅ R23 25 ⋅ 15 375


R3 = = = = 7.5Ω
R12 + R13 + R23 10 + 25 + 15 50

Riduciamo opportunamente il circuito considerando le serie R2, R4 ed R3, R5:

I R1 O
I5 I4
E R25 R34

(3)

R25 = R2 + R5 = 3 + 1 = 4Ω R34 = R3 + R4 = 7.5 + 5 = 12.5Ω

Infine giungiamo ad una configurazione di questo tipo:

E Req

(4)
in cui è:
R25 ⋅ R34 4 ⋅ 12.5 50
Req = R1 + = 5+ = 5+ = 8.03Ω
R25 + R34 4 + 12.5 16.5

45
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Calcoliamo la corrente I:

E 120V
I= = = 14.94 A
Req 8.03Ω

A questo punto, procedendo a ritroso nelle diverse configurazioni ottenute, determiniamo


correnti e tensioni nei diversi lati del circuito.
Determiniamo I5 ed I4 applicando il partitore di tensione e la LKC al nodo O della
configurazione circuitale e (3):

R34 12.5
I5 = I ⋅ = 14.94 ⋅ = 11.32 A
R 25 + R34 12.5 + 4

I = I5 + I4 ⇒ I 4 = I − I 5 = 14.94 − 11.32 = 3.62 A

Determiniamo ora le correnti all’interno del triangolo della configurazione di partenza. A


tale scopo impostiamo le L.K.C. ai nodi 1,2,3:

I = I1 + I 2 I1 + I 2 = 14.94

I 5 = I1 + I 3 ⇒ I1 + I 3 = 11.32

I2 = I3 + I4 I 2 − I 3 = 3.62

queste relazioni non sono indipendenti tra loro perchè la terza si ottiene sottraendo
membro a membro la prima e la seconda.
E’ necessario quindi cercare una terza relazione; questa ci è fornita dalla L.K.T. applicata
al triangolo della configurazione di partenza:

v2 + v3 − v1 = 0 ⇒ R13 I 2 + R23 I 3 − R12 I1 = 0

Il sistema risolutivo diviene quindi:

I1 + I 2 = 14.94

I1 + I 3 = 11.32

R13 I 2 + R23 I 3 − R12 I1 = 0

46
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

e conduce ai seguenti risultati:

I 1 = 10.87 A

I 2 = 4.074 A

I 3 = 0.454 A

Note tutte le correnti nei lati del circuito, possiamo determinarne le relative tensioni:

V1 = R12 I1 = 10 ⋅ 10.87 = 108.7V

V2 = R13 I 2 = 25 ⋅ 4.074 = 101.85V

V3 = R23 I 3 = 15 ⋅ 0.454 = 6.81V

V4 = R4 I 4 = 5 ⋅ 3.62 = 18.1V

V5 = R5 I 5 = 1 ⋅11.32 = 11.32V

47
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.2
Dato il circuito in figura:

a R1 b R2 c
+ E = 18V
v R1 = 2Ω
E i I
_ R2 = 4Ω
I = 2A
d
determinare i e v.

In primo luogo stabiliamo un sistema di riferimento per le tensioni e per le correnti nei lati
in cui questo non è indicato dalla traccia:

a I1 R1 b I2 R2 c
+ − + − +
V1 V2
E i I v
_

d
Impostiamo la L.K.C. al nodo b:

I1 = i + I 2 ⇒ i = I1 − I 2 (1)

Per determinare la corrente I1 applichiamo la L.K.T alla prima maglia:

E
V1 − E = 0 ⇒ V1 = E = R1 I1 ⇒ I1 =
R1

Per determinare la corrente I2 applichiamo la L.K.C al nodo c:

I + I2 = 0 ⇒ I 2 = −I

Sostituendo le espressioni delle correnti I1 e I2 nella (1) otteniamo:

E 18
i = I1 − I 2 = + I = + 2 = 11A
R1 2

48
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

La tensione v è la tensione ai capi del generatore di corrente che può essere determinata
applicando la L.K.T. alla seconda maglia del circuito:

V2 + v = 0 ⇒ v = −V2 = − R2 I 2 = R2 I = 4 ⋅ 2 = 8V

49
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

50
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°3.3
Dato il circuito in figura:
vac
a+ b − c
E1 = 12V
R1 R2
+ E2 = 8V
E1 vbd E2 R1 = 2Ω
_ R2 = 4Ω

d
determinare le tensioni vac e vbd.
In primo luogo stabiliamo un sistema di riferimento per le tensioni e per le correnti nei lati
in cui questo non è indicato dalla traccia:
vac
a+ V1 b V2 − c
I1 + R1 − I2 + R2 −
+
E1 vbd E2
_

Per ricavare le tensioni vac e vbd è necessario determinare le cadute sui resistori R1 e
R2, per cui il primo passo nella risoluzione di questo circuito consiste nel determinare le
correnti I1 e I2 nei due resistori.
Applicando la L.K.C. al nodo b si ricava evidentemente I 1 = I 2 = I . Impostiamo ora la
L.K.T per l’unica maglia del circuito:

R1 I + R2 I + E 2 − E1 = 0
da cui ricaviamo:
E1 − E 2 12 − 8 2
I= = = A
R1 + R2 2 + 4 3

A questo punto possiamo calcolare vac:

2
vac = R1 I + R2 I = (2 + 4) ⋅ = 4V
3

51
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

e anche vbd applicando la L.K.T. alla sequenza chiusa di nodi b-c-d:

2 32
vbd = R2 I + E 2 = 4 ⋅ + 8 = = 10.67 A
3 3

52
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

53
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.4
Dato il circuito in figura:

a R1 b R c R2 d
i E1 = 12V
+
E2 = 9V
E1 v E2 R1 = 0.1Ω
_
R2 = 0.3Ω
e

determinare il valore di R per cui è i = 5 A e v = 10V . V1

In primo luogo stabiliamo un sistema di riferimento per le tensioni e per le correnti nei lati
in cui questo non è indicato dalla traccia:

a R1 i b R c R2 d
+ V − + V −
1 R + + V2 −
E1 v E2
_

Applichiamo la L.K.T. all’unica maglia del circuito:

− E1 + V1 + VR + V2 + E 2 = 0 ⇒ − E1 + R1i + Ri + R2 i + E 2 = 0

da cui:

Ri = − R2 i − E 2 + E1 − R1i

− R2 i − E 2 + E1 − R1i − 0.3 ⋅ 5 − 9 + 12 − 0.1 ⋅ 5 1


R= = = = 0.2Ω
i 5 5

Calcoliamo ora il valore di R tale che è v = 10V . A tale scopo impostiamo le L.K.T alle
sequenze di nodi c-d-e-c e c-b-a-e-c:

54
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Vcd + Vde + Vec = 0

Vcb + Vba + Vae + Vec = 0

Sostituiamo le tensioni di lato alle tensioni nodo-nodo:

V2 + E 2 − v = 0

− VR − V1 + E1 − v = 0

da cui:
R2 i + E 2 − v = 0

− Ri − R1i + E1 − v = 0

da cui:
v − E2
i=
R2

Ri = − R1i + E1 − v
e quindi:

v − E2
− R1 + E1 − v − 0.110 − 9 + 12 − 10
R2 0.3
R= = = 0.5Ω
v − E2 10 − 9
R2 0.3

55
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.5
Dato il circuito in figura:

a R1 b
+ V1 − E = 36V
E + R1 = 6Ω
V2 R2 R2 = 2Ω
− R3 = 4Ω

− V3 +

d R3 c

determinare le tensioni V1, V2, V3.

Per ricavare le tensioni ai capi di ciascun resistore possiamo seguire due strade. La prima
consiste nell’applicare il partitore di tensione alla serie R1 - R2 - R3 :

R1 6 216
V1 = E = 36 = = 18V
R1 + R2 + R3 6 + 2 + 4 12

R2 2 72
V2 = E = 36 = = 6V
R1 + R2 + R3 6 + 2 + 4 12

R3 4 144
V3 = E = 36 = = 12V
R1 + R2 + R3 6 + 2 + 4 12

In alternativa possiamo applicare la L.K.T. all’unica maglia del circuito, ricavare il valore
della corrente comune e determinare così le cadute su ciascun resistore. A tale scopo
fissiamo un riferimento per la corrente:

a R1 b
+ V1 −
E +
V2 R2

− V3 +

d R3 c

56
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Impostiamo la L.K.T. all’unica maglia del circuito:

V1 + V2 + V3 − E = 0
da cui:
R1 I + R2 I + R3 I − E = 0

E 36
I= = = 3A
R1 + R2 + R3 6 + 2 + 4

A questo punto calcoliamo le cadute di tensione ai capi di ciascun resistore:

V1 = R1 I = 6 ⋅ 3 = 18 A

V2 = R2 I = 2 ⋅ 3 = 6 A

V3 = R3 I = 4 ⋅ 3 = 12 A

57
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.6
Dato il circuito in figura:

I1 I2 I3 I = 7A
I R1 = 2Ω
R1 R2 R3 R2 = 4Ω
R3 = 8Ω

determinare le correnti I1, I2, I3.

Per ricavare le correnti su ciascun resistore possiamo seguire due strade. La prima
consiste nell’applicare il partitore di corrente al parallelo R1 - R2 - R3 :

1 1 1 1
G1 R1 2 2 1 8
I1 = I =I =7 =7 = 7 2 = 7 ⋅ = 4A
G1 + G2 + G3 1 1 1 1 1 1 4 + 2 +1 7 2 7
+ + + +
R1 R2 R3 2 4 8 8 8

1 1 1 1
G2 R2 4 4 1 8
I2 = I =I =7 =7 = 7 4 = 7 ⋅ = 2A
G1 + G2 + G3 1 1 1 1 1 1 4 + 2 +1 7 4 7
+ + + +
R1 R2 R3 2 4 8 8 8

1 1 1 1
G3 R3 8 8 1 8
I3 = I =I =7 =7 = 7 8 = 7 ⋅ = 1A
G1 + G2 + G3 1 1 1 1 1 1 4 + 2 +1 7 8 7
+ + + +
R1 R2 R3 2 4 8 8 8

In alternativa possiamo applicare la L.K.C. al nodo a, ricavare il valore della tensione


comune e determinare così le correnti su ciascun resistore. A tale scopo fissiamo un
sistema di riferimento per le tensioni:

58
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

I1 I2 I3
I + + +
R1 V1 R2 V2 R3 V3
− − −

Impostiamo la L.K.C. al nodo a:

I1 + I 2 + I 3 − I = 0

avendo considerato positive le correnti uscenti dal nodo.


Si ha:
V1 V2 V3
+ + −I =0
R1 R2 R3

Essendo i resistori in parallelo, su di essi insiste la stessa tensione:

V1 = V2 = V3 = V

per cui si ha:


V V V
+ + −I =0
R1 R2 R3
da cui:
I 7 7 7 8
V= = = = = 7 = 8V
1 1 1 1 1 1 4 + 2 +1 7 7
+ + + +
R1 R2 R3 2 4 8 8 8

A questo punto calcoliamo le correnti in ciascun resistore ciascun resistore:

V 8
I1 = = = 4A
R1 2

V 8
I2 = = = 2A
R2 4

V 8
I3 = = = 1A
R3 8
ottenendo lo stesso risultato.

59
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.7
Dato il circuito in figura:

t=0
a
+
I v I = 6mA
_ R1 R2 R1 = 2kΩ
R2 = 4kΩ

ricavare v per t < 0 e per t > 0.

Ad interruttore aperto (t < 0) la tensione ai capi del generatore di corrente è pari alla
caduta sul resistore R1, il quale viene attraversato da tutta la corrente I del generatore.
La caduta su R2 è invece nulla perché esso non viene attraversato da corrente.
Fissando un riferimento per tensioni e correnti laddove non viene indicato dalla traccia:

a t<0

+ I1 I2
I v + +
_ V1 R1 V2 R2
− −

possiamo scrivere (L.K.T.):

v = V1 = R1 I = 2kΩ ⋅ 6mA = 2000Ω ⋅ 0.006 A = 12V (t < 0)

60
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Ad interruttore aperto (t > 0) la tensione ai capi del generatore di corrente è ancora pari
alla caduta sul resistore R1, il quale viene attraversato da una parte della corrente I del
generatore secondo la regola del partitore di corrente:

a t>0

+ I1 I2
I v + +
_ V1 R1 V2 R2
− −

b
1 1
G1 R1 2000 0.0005 0.0005
I1 = I =I = 0.006 = 0.006 = 0.006 = 0.004 A
G1 + G2 1 1 1 1 0.0005 + 0.00025 0.00075
+ +
R1 R2 2000 4000

A questo punto la tensione ai capi del generatore è immediatamente determinata:

v = V1 = R1 I1 = 2000Ω ⋅ 0.004 A = 8V (t > 0)

Osserviamo che la tensione ai capi del generatore è anche uguale a quella che insiste sul
resistore R2 (i tre componenti sono in parallelo tra loro), per cui si può in alternativa
valutare la corrente I2 impostando ancora una volta il partitore di corrente:

1 1
G2 R2 4000 0.00025 0.00025
I2 = I =I = 0.006 = 0.006 = 0.006 = 0.002 A
G1 + G2 1 1 1 1 0.0005 + 0.00025 0.00075
+ +
R1 R2 2000 4000

e calcolare la caduta di tensione sul resistore R2:

v = V2 = R2 I 2 = 4000Ω ⋅ 0.002 A = 8V (t > 0)

61
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.8
Dato il circuito in figura:
a
I1
R1 R2 I = 3mA
R1 = 2kΩ
c d R2 = 4kΩ
I I3 R3 = 10kΩ
R4 = 2kΩ
R3 R4

b
ricavare le tensioni vac e vcb.

In primo luogo stabiliamo un sistema di riferimento per le tensioni e per le correnti nei lati
in cui questo non è indicato dalla traccia:

a
I1 I2
+ +
R1 V1 R2 V2 I = 3mA
− − R1 = 2kΩ
c d R2 = 4kΩ
I I3 I4 R3 = 10kΩ
+ + R4 = 2kΩ
R3 V3 R4 V4
− −

Calcoliamo la corrente I1 applicando il partitore di corrente al parallelo R1 – R2:

1 1
G1 R1 2000 5 ⋅10 − 4 5
I1 = I =I = 0.003 = 30 ⋅10 −4 −4 −4
= 30 ⋅10 −4 = 0.002 A
G1 + G2 1 1 1 1 5 ⋅ 10 + 2 . 5 ⋅ 10 7.5
+ +
R1 R2 2000 4000

62
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

In questo modo la tensione vac è data da:

vac = V1 = R1 I1 = 2000Ω ⋅ 0.002 A = 4V

La stessa corrente I attraversa il parallelo R3 – R4 (è come se si avesse la serie dei


paralleli R1 – R2 e R3 – R4) per cui possiamo applicare il partitore di corrente anche al
parallelo R3 – R4 per calcolare la corrente I3:

1 1
G3 R3 10000 −4 1 ⋅ 10 − 4 1
I3 = I =I = 0.003 = 30 ⋅ 10 −4 −4
= 30 ⋅ 10 − 4 = 0.0005 A
G3 + G 4 1 1 1 1 1 ⋅ 10 + 5 ⋅ 10 6
+ +
R3 R4 10000 2000

La tensione vcb è quindi data da:

vcb = V3 = R3 I 3 = 10000Ω ⋅ 0.0005 A = 5V

Calcoliamo ora la corrente nel cortocircuito. A tale scopo applichiamo la L.K.C. al nodo c:

I1 = I 3 + I cc ⇒ I cc = I 1 − I 3 = 2mA − 0.5mA = 1.5mA

avendo fissato come verso di riferimento di Icc quello che va dal nodo c al nodo d.

63
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.9
Dato il circuito in figura:

calcolare la resistenza alla porta a-b.

Il cortocircuito si può assimilare ad un resistore di resistenza nulla (e conduttanza infinita).


Il parallelo tra un resistore (in generale di un qualsiasi componente) ed un cortocircuito è
ancora un cortocircuito. Per questo motivo la resistenza alla porta a-b è nulla.

Dato il circuito in figura:

R R
R

calcolare la resistenza alla porta a-b.

Il circuito aperto si può assimilare ad un resistore di resistenza infinita (e conduttanza


nulla). La serie tra un resistore (in generale di un qualsiasi componente) ed un circuito
aperto è ancora un circuito aperto. Per questo motivo la resistenza alla porta a-b è pari a
R.

64
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Dato il circuito in figura:

R R

calcolare la resistenza alla porta a-b.

La resistenza alla porta a-b è pari a R per le stesse ragioni esposte nell’esercizio
precedente.

Dato il circuito in figura:

b
R

calcolare la resistenza alla porta a-b.


La resistenza alla porta a-b è nulla perché il parallelo tra un cortocircuito e un resistore (la
serie delle due R ) è ancora un cortocircuito.

65
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.10
Dato il circuito in figura:

R R

R R

calcolare la resistenza equivalente tra a e b.

Il circuito può essere modificato nel seguente modo:

a
2R 2R

e infine, effettuando il parallelo tra i resistori di resistenza 2R:

1 1 1 2 1
= + = =
Req 2 R 2 R 2 R R
Req
Req = R

66
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°11
Dato il circuito in figura:

a R1 R2 R3
R1 = 0.25Ω
R2 = 2Ω
R4 R3 = 4Ω
R4 = 3Ω
R5 = 2.5Ω
R6 = 2.5Ω
R7 = 3Ω
b R5 R6 R7

calcolare la resistenza equivalente tra a e b.

Riduciamo il circuito partendo dalla serie R2 R3 R7:

a R1
R1 = 0.25Ω
R4 = 3Ω
R4 R5 = 2.5Ω
R237
R6 = 2.5Ω
R237 = 9Ω

b R5 R6

R237 = R2 + R3 + R7 = 2 + 4 + 3 = 9Ω

67
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Realizziamo il parallelo R4 R237:

a R1
R1 = 0.25Ω
R5 = 2.5Ω
R2347 R6 = 2.5Ω
R2347 = 4/9Ω

b R5 R6

1 1 1 1 1 1+ 3 4
= + = + = = R2347 = 2.25
R2347 R237 R4 9 3 9 9

A questo punto possiamo determinare la resistenza equivalente effettuando la serie dei


resistori R1 R5 R6 R2347:

Req = R1 + R5 + R6 + R2347 = 0.25 + 2.5 + 2.5 + 2.25 = 7.5Ω

68
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°3.12
Dato il circuito in figura:

E1
a b R1 c d
R1 = 15Ω
R2 = 20Ω
R2 E1 = 30V
I1 I2 E2
E2 = 10V
I1 = 2A
e I2 = 4A

ricavare la potenza dissipata nei resistori e la potenza erogata da ciascun generatore.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

E1
a b IR1 R1 c d
+ V1 − Ig R1 = 15Ω
IR2 R2 = 20Ω
+ + +
E1 = 30V
I1 Vg1 I2 Vg2 V2 R2 E2 E2 = 10V

− I1 = 2A

I2 = 4A
e
Calcoliamo la potenza dissipata sul resistore R1:

P1 = R1 I R21

A tale scopo impostiamo la L.K.C. al nodo c:

I 2 − I 1 − I R1 = 0 ⇒ I R1 = I 2 − I1 = 4 − 2 = 2 A

Si ha quindi:
P1 = R1 I R21 = 15 ⋅ 4 = 60W

Calcoliamo la potenza dissipata sul resistore R2:

69
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

V22
P2 = R2 I R2 2 =
R2

A tale scopo impostiamo la L.K.T. alla maglia contenente i due generatori di tensione:

E1 − E 2 − V2 = 0 ⇒ V2 = E1 − E 2 = 30 − 10 = 20V

Si ha quindi:
V22 400
P2 = R2 I R2 2 = = = 20W
R2 20

Calcoliamo ora la potenza erogata dai generatori di corrente. A tale scopo calcoliamo Vg1
e Vg2 applicando la L.K.T alla maglia centrale:

V g1 = Vg 2 = V1 + V2 = R1 I R1 + V2 = 15 ⋅ 2 + 20 = 50V
Si ha quindi:

generatore I1: PI 1 = V g1 I 1 = 50 ⋅ 2 = 100W

generatore I2: PI 2 = V g 2 I 2 = 50 ⋅ 4 = 200W

Per il generatore I1 abbiamo considerato la convenzione dell’utilizzatore e PI1 > 0 vuol


dire che il generatore sta assorbendo potenza.
Per il generatore I2 abbiamo considerato la convenzione del generatore e PI2 > 0 vuol
dire che il suddetto generatore sta erogando una potenza di 200W.
Calcoliamo ora la potenza erogata dai generatori di tensione. A tale scopo dobbiamo
calcolare la corrente Ig applicando la L.K.C. al nodo c:

V2 20
I R1 = I R 2 + I g ⇒ I g = I R1 − I R 2 = I R1 − = 2− = 1A
R2 20

generatore E1: PE1 = E1 I g = 30 ⋅1 = 30W

generatore E2: PE 2 = E 2 I g = 10 ⋅1 = 10W

Per il generatore E1 abbiamo considerato la convenzione dell’utilizzatore e PE1 > 0 vuol


dire che il generatore sta assorbendo potenza. Per il generatore E2 abbiamo considerato
la convenzione del generatore e PE2 > 0 vuol dire che il suddetto generatore sta erogando
una potenza di 10W.

70
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°3.13
Dato il circuito in figura:

a
R1 = 3Ω
R2 = 6Ω
I = 10A
I R1 3I1 R2

I1
b
ricavare la corrente I1.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

a
R1 = 3Ω
I2 R2 = 6Ω
+ + I = 10A
I V1 R1 3I1 V2 R2
− −
I1
b

Come primo passo impostiamo la L.K.C. al nodo a (positive le correnti entranti):

I − I 1 + 3I 1 − I 2 = I + 2 I 1 − I 2 = 0

In questa equazione di equilibrio ci sono due incognite, per cui occorre un’altra relazione.
Questa la otteniamo osservando che V1 = V2 :
RI
R1 I 1 = R2 I 2 ⇒ I2 = 1 1
R2
Sostituiamo nella prima relazione e otteniamo:

R1 I1 I 10
I + 2 I1 − =0 ⇒ I1 = = = −6.67 A
R2 R1 3
−2 −2
R2 6

71
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.14
Dato il circuito in figura:

a R2 b
+ R1 = 7Ω
R2 = 9Ω
R1 R3 V R3 = 6Ω
E − E = 30V

c
ricavare la tensione V.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

a I2 R2 b
I1 + V2 − + R1 = 7Ω
+ R2 = 9Ω
V1 R3 V R3 = 6Ω
E R1 − − E = 30V

c
Il dato R1 è in realtà superfluo perché è sufficiente conoscere la tensione ai capi di R1
che è pari a quella del generatore E.
A questo punto per calcolare la tensione V possiamo applicare il partitore di tensione alla
serie R2 – R3:

R3 6 6
V =E = 30 = 30 = 12V
R2 + R3 6+9 15

72
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°3.15
Dato il circuito in figura:

a R1 b R3 c R5 d R1 = 2Ω
R2 = 4Ω
+
R3 = 2Ω
E R2 V R4 R6 R4 = 4Ω
− I R5 = 2Ω
R6 = 2Ω
e E = 50V

ricavare la tensione V e la corrente I.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

a I1 + R1 − b I3 + R3 − c I5 + R5 − d R1 = 2Ω
R2 = 4Ω
+ + + R3 = 2Ω
E R2 V R4 R6 R4 = 4Ω
− −
I2 − R5 = 2Ω
I I6
R6 = 2Ω
e E = 50V

Per calcolare la tensione V riduciamo il circuito di partenza nel seguente modo:

SERIE R5 R6

a I1 + R1 − b I3 + R3 − c R1 = 2Ω
R2 = 4Ω
+ + + R3 = 2Ω
E R2 V R4 R56 R4 = 4Ω
− −
− R56 = 4Ω
I2 I I5
E = 50V
e

73
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

R56 = R5 + R6 = 2 + 2 = 4Ω

PARALLELO R56 R4

a I1 + R1 − b I3 + R3 − c
R1 = 2Ω
+ + R2 = 4Ω
E R2 V R456 R3 = 2Ω

I2 − R456 = 2Ω
E = 50V
e

R56 ⋅ R4 4⋅4
R456 = = = 2Ω
R56 + R4 4 + 4

SERIE R456 R3

a I1 + R1 − b
R1 = 2Ω
+ + R2 = 4Ω
E R2 V R3456 R3456 = 4Ω
− E = 50V

I2 I3
e

R3456 = R3 + R456 = 2 + 2 = 4Ω

PARALLELO R3456 R2

a I1 + R1 − b
R1 = 2Ω
+
R23456 = 2Ω
E V R23456 E = 50V

R3456 ⋅ R2 4⋅4
R23456 = = = 2Ω
R3456 + R2 4 + 4

74
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

A questo punto calcoliamo V applicando il partitore di tensione alla serie R23456 R1:

R23456 2
V =E = 50 = 25V
R23456 + R1 2+2

Determiniamo la corrente I1:

E 50
I1 = = = 12.5 A
R23456 + R1 2+2

Determiniamo la corrente I3 applicando il partitore di corrente al parallelo R3456 R2:

R2 4
I 3 = I1 = 12.5 = 6.25 A
R3456 + R2 4+4

Determiniamo infine la corrente I applicando il partitore di corrente al parallelo R56 R4:

R56 4
I = I3 = 6.25 = 3.125 A
R56 + R4 4+4

75
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.16
Dato il circuito in figura:

I2

a b c I d
R2 R3
I1 R1 E

determinare la corrente I.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

I2
R1 = 10Ω
R2 = 6Ω
a b IR2 c I d
R3 = 24Ω
IR1 + + R2 − + R −
3 E = 10V
I1 R1 E I1 = 2A

I2 = 2A
e

Il circuito si risolve impostando le L.K.C. ai nodi b e c e la L.K.T alla maglia contenente i


resistori e il generatore di tensione:

I R1 + I R 2 = I1 + I 2

I R2 = I + I 2

R1 I R1 = R2 I R 2 + R3 I + E

Otteniamo così un sistema di tre equazioni nelle tre incognite IR1, IR2, I

76
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esplicitiamo le prime due equazioni in funzione di IR2:

I R1 = − I R 2 + I1 + I 2

I = I R2 − I 2

R1 (− I R 2 + I 1 + I 2 ) − R2 I R 2 − R3 ( I R 2 − I 2 ) − E = 0

Dalla terza equazione calcoliamo la IR2:

− R1 I R 2 + R1 I 1 + R1 I 2 − R2 I R 2 − R3 I R 2 + R3 I 2 − E = 0

R1 I R 2 + R2 I R 2 + R3 I R 2 = R1 I1 + R1 I 2 + R3 I 2 − E

R1 I1 + R1 I 2 + R3 I 2 − E 10 ⋅ 2 + 10 ⋅ 2 + 24 ⋅ 2 − 10 78
I R2 = = = = 1.95 A
R1 + R2 + R3 10 + 6 + 24 40

Possiamo calcolare la corrente incognita utilizzando la seconda equazione:

I = I R 2 − I 2 = 1.95 − 2 = −0.05 A = −50mA

77
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.17
Dato il circuito in figura:

a I1 R1 b

R1 = 4kΩ
+ R2 = 2kΩ
R2 V2
E 5I1 E = 2V

r

calcolare la tensione del nodo b.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

a I1 R1 b
+ V1 −
I2
+
R2 V2
E 5I1

r

Il circuito si risolve impostando la L.K.C. al nodo b e la L.K.T alla maglia contenente il


generatore di tensione:

I1 + 5I1 = I 2

E = R1 I1 + R2 I 2

Si ha:

78
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

I1 + 5I1 = I 2 6 I1 = I 2

E = R1 I1 + R2 I 2 E = R1 I1 + 6 R2 I 1

da cui:

E 2V
I1 = = = 1.25 ⋅10 − 4 A
R1 + 6 R2 4000Ω + 12000Ω

I 2 = 6 I1 = 7.5 ⋅10 −4 A = 0.75 A

A questo punto la tensione del nodo b è data da:

Vbr = V2 = R2 I 2 = 2000Ω ⋅ 7.5 ⋅10 −4 A = 1.5V

79
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.18
Dato il circuito in figura:

R1

a I2 R2 b R3 c R1 = 6Ω
I3 + − R2 = 3Ω
V3 R3 = 4Ω
R4 R4 = 6Ω
2I2 E E = 12V

calcolare le correnti I1, I2, I3 e la tensione V3.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

R1 I1
+ −
V1
a I2 R2 b I4 R4 c
I3 + − + −
V2 V4
+
R3 V3 2I2 E

Anche in questo caso dobbiamo impostare un sistema di quattro equazioni in quattro


incognite costituito da equazioni di equilibrio delle tensioni e delle correnti.

L.K.C. nodo a: I 3 = I1 + I 2

L.K.C. nodo b: I 4 = I 2 + 2I 2

80
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

L.K.T. maglia R2 – R3 – R4: V3 = V2 + V4 + E ⇒ R3 I 3 = R2 I 2 + R4 I 4 + E

L.K.T. maglia R1 – R2 – R4: V1 = V2 + V4 ⇒ R1 I 1 = R2 I 2 + R4 I 4

Si ha quindi il sistema:

I1 + I 2 − I 3 = 0 I1 + I 2 − I 3 = 0

3I 2 − I 4 = 0 3I 2 − I 4 = 0

− R2 I 2 + R3 I 3 − R4 I 4 = E − 3I 2 + 4 I 3 − 6 I 4 = E

R1 I 1 − R2 I 2 − R4 I 4 = 0 6 I 1 − 3I 2 − 6 I 4 = 0

che è lineare di quattro equazioni nelle quattro incognite I1, I2, I3, I4.
Risolvendo il sistema si ricavano i seguenti risultati:

I1 = −14 A I 2 = −4 A I 3 = −18 A I 4 = −12 A

Possiamo ricavare la tensione V3:

V3 = R3 I 3 = 4 ⋅ (−18) = −72V

81
Capitolo 3 – Esercizi sui circuiti resistivi

Esercizio n°3.19
Dato il circuito in figura:

R1 I1

R2 b R1 = 4Ω
a c
R2 = 2Ω
4I1 Ig E1 = 10V
E2 = 12V
E1 I E2 I = 0.5A

calcolare le correnti I1 e Ig.

Fissiamo un riferimento per le correnti e le tensioni nei lati in cui questo non è indicato
dalla traccia:

R1 I1
+ V1 −

a I2 R2 b I3 c
+ V2 −
4I1 Ig

E1 I E2

Impostiamo le seguenti leggi di equilibrio delle tensioni e delle correnti:

L.K.C. nodo b: I3 = I + I 2

L.K.C. nodo c: I g = I 3 + I1

82
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

L.K.T. maglia E1 - R1 - E2: E1 = V1 + E 2

L.K.T. maglia E1 - R2 - E2: − E1 + V2 − 4 I1 + E 2 = 0

Si ha quindi il seguente sistema

I3 = I + I 2 ⇒ I3 − I2 = I ⇒ − I 2 + I 3 = 0.5

I g = I 3 + I1 ⇒ I1 + I 3 − I g = 0 ⇒ I1 + I 3 − I g = 0

E1 = V1 + E 2 ⇒ V1 = E 1 − E 2 = − 2 ⇒ 4 I1 = −2

− E1 + V2 − 4 I1 + E 2 = 0 ⇒ − 4 I 1 + R2 I 2 = E1 − E 2 ⇒ − 4I1 + 2I 2 = −2

che è lineare di quattro equazioni nelle quattro incognite I1, I2, I3, Ig.
Risolvendo il sistema si ricavano i seguenti risultati:

I1 = −0.5 A I 2 = −2 A I 3 = −1.5 A I g = −2 A

83
CAPITOLO 4

Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

Esercizio n°4.1……………………………………………….pag. 85
Esercizio n°4.2……………………………………………….pag. 89
Esercizio n°4.3……………………………………………….pag. 91
Esercizio n°4.4……………………………………………….pag. 95
Esercizio n°4.5……………………………………………….pag. 98
Esercizio n°4.6……………………………………………….pag. 100
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°4.1
Determinare la corrente Ix utilizzando il Teorema di Norton.

Ix E = 5V
E R2 I = 10mA
R1 = 5kΩ
R2 = 5kΩ
R4 R3 = 7kΩ
R1 R4 = 3kΩ

I R3

Poiché siamo interessati a conoscere la corrente Ix che scorre nel resistore R2, si può
semplificare il circuito calcolando l’equivalente di Norton alla porta a-b indicata in figura:

a
E
b
R4
R1

I R3

Per determinare la resistenza equivalente di Norton Rn passiviamo il circuito e otteniamo

85
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

il circuito in basso:

R4
R1

R3

I due resistori R3 ed R4 sono evidentemente in serie; il resistore equivalente Rs ha valore:

Rs = R3 + R4 = 10k Ω

mentre Rs ed R1 sono in parallelo, il resistore equivalente RN vale:

R1 Rs
RN = = 3.33k Ω
R1 + Rs

Per valutare la corrente IN del generatore equivalente di Norton dobbiamo calcolare,


secondo la definizione, la corrente di corto circuito alla porta a-b; pertanto dobbiamo
utilizzare il circuito nella figura in basso:

a
IN
E
b
R4
R1

I R3

86
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Per il calcolo di IN utilizziamo il teorema di sovrapposizione degli effetti, passivando prima


il generatore di corrente e poi quello di tensione. Otteniamo quindi i due circuiti in figura:

a a
IN IN
E
b b
R4 R4
R1 R1
R3 I R3

Chiamiamo I N/ il contributo fornito dal generatore di tensione. La corrente I N/ può essere


ottenuta considerando che i resistori R3 ed R4 sono cortocircuitati. Pertanto si ha:

V
I N/ = = 1mA
R1

Chiamiamo I N// il contributo fornito dal generatore di corrente. Poiché il resistore R1 è


cortocircuitato, esso non assorbe corrente. Quindi la corrente I N// è la corrente che
attraversa il resistore R3. Utilizziamo quindi il partitore di corrente per calcolare I N// .

R4
I N// = I = 3mA
R3 + R4

In definitiva, la corrente del generatore equivalente di Norton è:

I N = I N/ + I N// = 4mA

Ottenuto il circuito equivalente di Norton, questo può sostituire il circuito originario visto
alla porta a-b e si ha:

87
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

IN RN R2

Applicando ancora una volta il partitore di corrente, otteniamo la corrente desiderata Ix :

RN
Ix = IN = 1.6mA
RN + R2

88
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°4.2
Considerato il circuito in figura, determinare l’equivalente di Thevenin alla porta a – b.

R3

E = 1V
R1 R2 R1 = 10Ω
a R2 = 8Ω
E R3 = 2Ω
b

Calcoliamo per prima la resistenza equivalente di Thevenin RTH. Essa è la resistenza


equivalente vista alla porta a-b quando il circuito è passivato. Quindi per calcolarla si deve
considerare il circuito nella figura in basso:

R3

R1 R2
a

In questo circuito il resistore R1 è cortocircuitato, perciò non da contributo alla resistenza


equivalente, mentre il resistore R3 si trova tra i nodi a e b. RTH è data dal resistore
equivalente del parallelo tra R3 ed R2, quindi si ha:

R2 R3
RTH = = 1.6Ω
R2 + R3

89
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

La tensione del generatore equivalente di Thevenin è quella vista alla porta a-b quando
questa è a vuoto, pertanto non ci restare che determinare la tensione Vab del circuito
iniziale. Per fare questo usiamo il partitore di tensione, infatti se la porta a-b è a vuoto i
resistori R1 ed R3 sono in serie.

R3
VTH = Vab = E = 3V
R2 + R3

90
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°4.3
Considerato il circuito in figura, determinare l’equivalente di Thevenin alla porta a – b.

R3

E = 5V
R1 R2 I = 1A
a R1 = 2Ω
R2 = 8Ω
E I
R3 = 5Ω
b

Calcoliamo per prima la resistenza equivalente di Thevenin RTH. Essa è la resistenza


equivalente vista alla porta a-b quando il circuito è passivato. Quindi per calcolarla si deve
considerare il circuito nella figura in basso:

R3

R1 R2
a

In questo circuito i resistori R2 ed R3 sono in serie; il resistore equivalente vale:

Rs = R2 + R3 = 13Ω

Il resistore equivalente Rs è in parallelo col resistore R1, pertanto il valore del resistore

91
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

equivalente di Thevenin è:

Rs R1
RTH = = 1.74Ω
Rs + R1

Calcoliamo ora la tensione del generatore equivalente di Thevenin; per semplificare i


calcoli è possibile utilizzare il teorema di sovrapposizione degli effetti. A tal scopo
passiviamo il generatore di corrente e valutiamo il contributo VTH/ alla tensione equivalente
di Thevenin fornito dal solo generatore di tensione. Il circuito da considerare è il seguente:

R3

R1 R2
a
E
b

I resistori R1 ed R3 sono in serie; il resistore equivalente alla serie Rs è a sua volta in


parallelo ad R1 . Si ottengono pertanto i seguenti circuiti:

Rs

Rp

R1
a a
E E
b b

92
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Il contributo VTH/ alla tensione equivalente di Thevenin fornito dal solo generatore di
tensione è evidentemente dato da:

VTH/ = E = 5V

Valutiamo ora il contributo dovuto al solo generatore di corrente. Passiviamo il generatore


di tensione e otteniamo il seguente circuito:

R3

I1
R1 R2
a
I
b

La Vab è uguale alla tensione sul resistore R1; questa è:

Vab = V1 = R1 I1

quindi il nostro obiettivo è quello di calcolare la corrente I1.


I due resistori R1 ed R2 sono in serie, pertanto si può considerare il circuito equivalente:

R3

I1
Re

93
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

in cui è:
Re = R1 + R2 = 10Ω

Applichiamo il partitore di corrente per calcolare la corrente nel resistore Re:

R3
I1 = I = 0.33 A
Re + R3

Facendo riferimento al circuito iniziale che riportiamo in basso:

R3

I1
R1 R2
a
I
b

si ha:

VTH// = Vab = V1 = R1 I1 = 0.66V

In definitiva la tensione equivalente di Thevenin è uguale a:

VTH = VTH/ + VTH// = 5 + 0.66 = 5.66V

94
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°4.4
Considerato il circuito in figura, determinare l’equivalente di Norton in funzione di Vs alla
porta a – b.

R1 R3
Ig = 100I
a R1 = 1kΩ
R2 R4 R2 = 4kΩ
Vs I Ig
b R3 = 2kΩ
R4 = 3kΩ

Calcoliamo la corrente del generatore equivalente di Norton. Essa è la corrente di


cortocircuito alla porta a-b. Il circuito da considerare è allora il seguente:

R1 R3

R2 R4
Vs I Ig Icc

Poiché il resistore R4 è cortocircuitato risulta:

I cc = − I g = −100 I

Per calcolare la corrente I facciamo riferimento alla sola parte di sinistra del circuito.
Notiamo che i resistori R2 ed R3 sono in parallelo, per cui otteniamo il seguente circuito
equivalente:
R1

Vs Rp Vp Ig R4 Icc
_

95
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

dove è:

R2 R3 4
Rp = = kΩ
R2 + R3 3

Col partitore di tensione calcoliamo la tensione Vp:

Rp 4
V p = Vs = Vs
R1 + R p 7

Poiché Vp è anche la tensione ai capi di R2 ed R3, la corrente I può essere calcolata


come:

Vp 2
I= = Vs
R3 7

In questo modo la corrente del generatore equivalente di Norton è data da:

200
I N = I cc = −100 I = − Vs A
7

Calcoliamo ora la resistenza equivalente di Norton. In questo caso nel circuito è presente
un generatore pilotato, pertanto uno dei possibili modi per calcolare la resistenza RN è
quello di ottenerla come rapporto tra la tensione a vuoto alla porta a-b e la corrente di
corto circuto alla stessa porta. Ovviamente la corrente di corto circuito è già stata calcolata
poiché essa coincide con la corrente di Norton. Dobbiamo quindi calcolare la tensione Vab
facendo riferimento al circuito riportato in basso con la porta a-b a vuoto.

R1 R3

I4 a
R2 R4
Vs I Ig
b

Vab = R4 I 4 = − R4 I g = −100 R4 I

96
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Sostituendo il valore di I calcolato in precedenza si ha:

6
Vab = − 105Vs V
7
In definitiva:

Vab
RN = = 3k Ω
I cc

97
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

Esercizio n°4.5
Considerato il circuito in figura, determinare l’equivalente di Thevenin alla porta a – b.

I R1 a
E = 10V
I2 a Ig = 9I
R2 R1 = 100Ω
E Ig
R2 = 10Ω
b

Calcoliamo la tensione del generatore equivalente di Thevenin. Questa è data dalla


tensione su R2. Per calcolare tale tensione utilizziamo le leggi di Kirchhoff. Applicando la
LKT alla maglia costituita dal generatore E e dai resistori R1 ed R2, otteniamo:

E = R1 I + R2 I 2

Applicando la LKC al nodo a:

I2 = I g + I

A questo punto:

E = R1 I + R2 ( I g + I ) = R1 I + 10 R2 I

avendo utilizzato la relazione di lato del generatore pilotato.


Ricavando la corrente I dall’equazione precedente abbiamo:

E
VTH = Vab = V2 = R2 I 2 = R2 ( I + I g ) = 10 R2 I = 10 R2 = 5V
R1 + 10 R2

Calcoliamo ora la resistenza equivalente di Thevenin. A causa della presenza del


generatore pilotato, calcoliamo RTH come rapporto tra la tensione a vuoto alla porta a-b e
la corrente di corto circuito alla stessa porta. La tensione a vuoto è già nota perché
coincide con la tensione del generatore di Thevenin. Dobbiamo quindi calcolare la
corrente di corto circuito alla porta a-b utilizzando il circuito sotto riportato:

98
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

I R1 a

Icc

E Ig R2

Per la LKC al nodo a :

I cc = I + I g = 10 I

infatti il resistore R2, essendo cortocircuitato, ha una corrente nulla.


A questo punto è necessario calcolare la corrente I, essa è diversa da quella calcolata nel
caso precedente poiché è mutata la topologia del circuito. Applicando la LKT alla maglia
costituita da E ed R1 si ha:

E 1
I= = A
R1 10

pertanto:
I cc = 10 I = 1A

e in definitiva:
Vab
RTH = = 5Ω
I cc

99
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

Esercizio n°4.6
Per il circuito in figura determinare per quale valore di R la corrente Ib è uguale a 1mA.

R1 Vg

Ia Ib E = 12V
R2 R Vg = 2000Ia
E
R1 = 6kΩ
R2 = 1kΩ

Per determinare Ib in modo semplice si può essere determinare l’equivalente di Thevenin


ai capi del resistore R. Consideriamo quindi il circuito in figura:

R1 Vg
a
Ia

E R2

e determiniamo la tensione a vuoto alla porta a-b. Essa è data dalla tensione ai capi del
resistore R2 :
Vab = R2 I a

Ia si può facilmente ottenere applicando la LKT all’unica maglia che costituisce il circuito:

E = R1 I a + Vg + R2 I a = R1 I a + 2000 I a + R2 I a
Quindi Ia è data da:
E 4
Ia = = mA
R1 + 2000 + R2 3

100
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Pertanto la tensione Vab è:


4
VTH = Vab = R2 I a = V
3

Calcoliamo ora la resistenza equivalente di Thevenin RTH . Essa può essere calcolata
come rapporto tra la tensione a vuoto alla porta a-b e la corrente di cortocircuito alla
stessa porta. Calcoliamo quindi la corrente di corto circuito utilizzando il circuito in basso:

R1 Vg

E R2 Icc

Il resistore R2 è cortocircuitato per cui ha corrente nulla. Quindi anche Vg è nulla perché la
corrente di pilotaggio del generatore è nulla. Inoltre il resistore R1 è attraversato proprio
dalla corrente Icc. Il circuito diventa quindi:

R1

Icc

Si ricava immediatamente:
E
I cc = = 2mA
R1

La resistenza di Thevenin è quindi data da:

Vab 2
RTH = = kΩ
I cc 3

101
Capitolo 4 – Esercizi sugli equivalenti di Thevenin e Norton

Possiamo ora inserire il resistore R alla porta dell’equivalente di Thevenin ottenuto:

RTH

Ib

VTH R

Per questo circuito possiamo scrivere la seguente equazione:

VTH = RTH I b + RI b

da cui ricaviamo il valore del resistore R:

4 2 3 −3
− 10 ⋅10
VTH − RTH I b 3 3 2
R= = −3
= kΩ
Ib 10 3

102
CAPITOLO 5

Esercizi sui circuiti dinamici

Esercizio n°5.1……………………………………………….pag. 104


Esercizio n°5.2……………………………………………….pag. 107
Esercizio n°5.3……………………………………………….pag. 111
Esercizio n°5.4……………………………………………….pag. 115
Esercizio n°5.5……………………………………………….pag. 118
Esercizio n°5.6……………………………………………….pag. 121
Esercizio n°5.7……………………………………………….pag. 126
Esercizio n°5.8……………………………………………….pag. 131
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Esercizio n°5.1
Nel circuito in figura

R1 t=0 R2 i(t)
1
E = 20V
2
R1 = 1kΩ
E L R2 = 1kΩ
L = 1H

l’interruttore rimane in posizione 1 per molto tempo, quindi passa nella posizione 2 in
t=0. Ricavare la corrente i(t) per t > 0.

Con l’interruttore nella posizione 2 viene esclusa la serie del generatore di tensione e del
resistore R1, sicchè il circuito che dobbiamo studiare è il seguente:

R2 i(t)

In primo luogo scriviamo le relazioni di lato dei componenti del circuito:

v 2 (t ) = R2 i (t )

di (t )
v L (t ) = L
dt

Applichiamo la LKT all’unica maglia del circuito:

v 2 (t ) + vL (t ) = 0

104
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

e sostituiamo le relazioni di lato:


di (t )
R2 i (t ) + L =0
dt

Otteniamo un’equazione differenziale del primo ordine a coefficienti costanti omogenea.


L’integrale generale di questa equazione è del tipo:

i (t ) = Ae λt

in cui λ è la soluzione dell’equazione caratteristica associata all’equazione e A è una


costante legata alle condizioni iniziali del circuito (solo alle condizioni inziali e non
all’ingresso perché in questo caso non c’è azione forzante).
Impostiamo l’equazione caratteristica:

R2
R 2 + Lλ = 0 → λ = −
L

Per calcolare il valore della costante A dobbiamo determinare le condizioni iniziali del
+
circuito, quindi il valore della corrente nell’induttore in t = 0 .
-
Per determinare le condizioni iniziali possiamo riferirici al circuito a regime in t = 0 in cui
agli induttori sostituiamo dei cortocircuiti e ai condensatori dei circuiti aperti.
Infatti in un circuito asintoticamente stabile in cui le sorgenti sono di forma d’onda
costante, il regime è costituito da tensioni e correnti di lato di forma d’onda anch’esse
costanti.
Si ha quindi:
di (t )
v L (t ) = L L = 0 → cortocircuito
dt
dv (t )
iC (t ) = C C = 0 → circuito − aperto
dt
-
Il circuito in 0 è allora il seguente:

R1 - -
t=0 R2 i(0 )
1 E = 20V
2
R1 = 1kΩ
E L R2 = 1kΩ

105
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

è evidente che:

E
i (0 − ) = = i (0) = i (0 + ) (continuità della corrente sull’induttore)
R1 + R2

A questo punto possiamo scrivere:

R
− 2t E
i (t ) = Ae L
→ i (0 + ) = A =
R1 + R2

In definitiva per t > 0 la corrente ha l’andamento descritto dalla seguente equazione:

R
E − 2t
i (t ) = e L
R1 + R2

Sostituendo i valori otteniamo:

20 −1000t
i (t ) = e = 0.01e −1000t A
2000

106
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°5.2
Nel circuito in figura
t=0

E = 10V
R1 R2 R1 = 4Ω
C R2 = 2Ω
E R3 = 6Ω
R4 = 3Ω
R3 vC(t) C = 10µF
R4

l’interruttore è chiuso per t < 0 e si apre in t = 0. Calcolare vC(t) per t > 0.

Con l’interruttore aperto viene escluso il resistore R2 sicchè il circuito che dobbiamo
studiare è il seguente:

i1(t) E = 10V
R1 R1 = 4Ω
R2 = 2Ω
iC(t) C
E R3 = 6Ω
i3(t) i4(t)
R4 = 3Ω
R3 vC(t) C = 10µF
R4

Scriviamo le relazioni di lato:

v1 (t ) = R1i1 (t )
v3 (t ) = R3 i3 (t )
v4 (t ) = R4 i4 (t )
dvC (t )
iC (t ) = C
dt

107
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

e le LK ai nodi e alle maglie:

i1 (t ) = i3 (t ) + iC (t ) i1 (t ) = i3 (t ) + iC (t ) i1 (t ) = i3 (t ) + iC (t )
i4 (t ) = iC (t ) i4 (t ) = iC (t ) i4 (t ) = iC (t )
⇒ ⇒
v1 (t ) + v3 (t ) = E R1i1 (t ) + R3 i3 (t ) = E R1i3 (t ) + R1iC (t ) + R3 i3 (t ) = E
v3 (t ) = vC (t ) + v4 (t ) R3 i3 (t ) = vC (t ) + R4 i4 (t ) R3 i3 (t ) = vC (t ) + R4 iC (t )

E − R1iC (t )
i3 (t ) =
R1 + R3
E − R1iC (t )
R3 = vC (t ) + R4 iC (t )
R1 + R3

R3 E R R i (t )
− 3 1C = vC (t ) + R4 iC (t )
R1 + R3 R1 + R3

R3 E R R i (t )  RR 
= vC (t ) + R4 iC (t ) + 3 1 C = vC (t ) +  R4 + 3 1 iC (t )
R1 + R3 R1 + R3  R1 + R3 

In definitiva la dinamica del circuito per t > 0 è governata dalla seguente equazione
differenziale:

 R R  dv (t ) R3 E
C  R4 + 3 1  C + vC (t ) =
 R1 + R3  dt R1 + R3

la cui soluzione è del tipo:

t

λt
vC (t ) = Ae + vCs (t ) = Ae τ
+ vCs (t )

in cui il primo termine a secondo membro rappresenta l’integrale generale (la soluzione
dell’omogenea associata), il secondo è l’integrale particolare.
Per ricavare λ consideriamo l’equazione caratteristica:

 RR  1 1 1
C  R4 + 3 1 λ + 1 = 0 → λ = − =− =−
 R1 + R3   RR   24  τ
C  R4 + 3 1  10 −5  3 + 
 R1 + R3   10 

108
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

da cui:
τ = 54µs

L’integrale particolare rappresenta una delle soluzioni della equazione differenziale e che
può essere cercata nella stessa famiglia di funzioni a cui appartiene l’azione forzante.
Possiamo quindi scrivere:
t

vC (t ) = Ae τ
+B

Per calcolare il valore di B, sostituiamo l’espressione di vC(t) nell’equazione differenziale:

 R R  dv (t ) R3 E R3 E 60
C  R4 + 3 1  C + vC (t ) = ⇒B= = = 6V
 R1 + R3  dt R1 + R3 R1 + R3 10

A questo punto abbiamo:


t

vC (t ) = Ae τ
+6

Resta da calcolare la costante A e, a tale scopo esaminiamo la configurazione circuitale


-
in t = 0 :

- -
i1(0 ) i2(0 ) E = 10V
R1 R2 R1 = 4Ω
R2 = 2Ω
E - - R3 = 6Ω
i3(0 ) vC(t) i4(0 )
R4 = 3Ω
R3 R4

Scriviamo le LKT (maglia E-R1-R3 , maglia E-R2-R4 , maglia R3-R4 )

E 10
E = v1 (0 − ) + v3 (0 − ) = R1i1 (0 − ) + R3i3 (0 − ) = R1i1 (0 − ) + R3 i1 (0 − ) ⇒ i1 (0 − ) = = =1
R1 + R3 10
E 10
E = v2 (0 − ) + v4 (0 − ) = R2 i2 (0 − ) + R4 i4 (0 − ) = R2 i2 (0 − ) + R4 i2 (0 − ) ⇒ i2 (0 − ) = = =2
R2 + R4 5

vC (0 − ) = R3i1 (0 − ) − R4 i2 (0 − ) = 6 *1 − 3 * 2 = 0V = vC (0 + )

(continuità della tensione sul condensatore).

109
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

+
Imponiamo allora che in 0 la tensione sul condensatore valga 0V:

t

vC (t ) = Ae τ
+6

vC (0 + ) = 0 = A + 6

A = −6

Si ha quindi:
t

vC (t ) = −6e τ
+6

con τ = 54µs .

110
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°5.3
Il circuito in figura

E = 14V
C R1
R1 = 4Ω
t=0
2 3 E R2 = 6Ω
R3 = 6Ω
R2 R3 C = 1mF
v2 (t)

4
-
è a regime in t = 0 . L’interruttore si chiude in t = 0. Ricavare la tensione v2(t) per t > 0.

In primo luogo fissiamo dei riferimenti per le tensioni e le correnti e scriviamo le relazioni di
lato del circuito:
1
i1(t)
iC(t) E = 14V
C vC(t) R1 R1 = 4Ω
t=0 R2 = 6Ω
2 3 E
i2(t) i3(t) R3 = 6Ω
C = 1mF
v2(t) R2 R3

v1 (t ) = R1i1 (t )
v2 (t ) = R2 i2 (t )
v3 (t ) = R3 i3 (t )
dv (t )
iC (t ) = C C
dt

111
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Consideriamo il circuito per t > 0 e scriviamo le equazioni di equilibrio delle tensioni e


delle correnti:

maglia C R2 E vC (t ) + v2 (t ) = E → vC (t ) + R2 i2 (t ) = E → vC (t ) + R2 iC (t ) = E
Sostituendo la relazione di lato per la corrente nel condensatore otteniamo:

dvC (t ) dv (t ) v (t ) E
vC (t ) + R2 iC (t ) = E → vC (t ) + R2 C =E→ C + C =
dt dt R2 C R2 C

che è una equazione differenziale lineare del primo ordine a coefficienti costanti, il cui
integrale generale lo possiamo esprimere nel seguente modo:

t

vC (t ) = Ae τ
+ vCs (t )

come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata e di un integrale particolare


della completa.
Per ricavare la costante di tempo τ consideriamo l’equazione caratteristica associata
all’equazione omogenea:

1 1 1
λ+ =0→λ =− = − → τ = R2 C = 6 * 0.001 = 6ms
R2 C R2 C τ

L’integrale particolare della completa può essere cercato nella famiglia di funzioni a cui
appartiene il termine noto (azione forzante):

vCs (t ) = B

Tale integrale naturalmente soddisfa l’equazione differenziale completa, perciò se


sostituiamo otteniamo:

dvC (t ) vC (t ) E
+ = →B=E
dt R2 C R2 C

La tensione vC(t) può essere allora espressa nel seguente modo:

t

vC (t ) = Ae R2C
+E

112
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Per ricavare la costante A è necessario calcolare la tensione sul condensatore all’istante


+ -
t = 0 . A tale scopo consideriamo il circuito a regime in t = 0 in cui al condensatore
sostituiamo un circuito aperto.
1
-
i1 (0 )
E = 14V
- R1
vC ( 0 ) R1 = 4Ω
-
t=0 R2 = 6Ω
2 3 E
-
i3 (0 )
- R3 = 6Ω
i2 (0 )
- - R3
v2(0 ) R2 v3(0 )

4
realizziamo il parallelo tra R2 ed R3:

1
-
i1 (0 )
E = 14V
R1 R1 = 4Ω
- R23 = 3Ω
- 2 t=0 E
i23(0 )
- R23
v23(0 )

4
R2 R3 36
R23 = = =3
R2 + R3 12
R1 4
vC (0 − ) = v1 (0 − ) = E= 14 = 8V
R1 + R23 4+3

In seguito all’apertura dell’interruttore si ha:

vC (0 − ) = vC (0) = vC (0 + ) = 8V

113
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Ricordiamo infatti che la tensione in un condensatore ha una forma d’onda continua se la


corrente è limitata (la corrente è limitata perché non ci sono generatori di corrente
impulsivi né configurazioni circuitali tali da generare fenomeni impulsivi).

A questo punto torniamo alla configurazione circuitale per t > 0 e all’espressione di vC(t):

t

vC (t ) = Ae τ
+E

Per ricavare A imponiamo che in 0+ la tensione valga 8:

vC (0 + ) = 8 = A + E → A = −6

Si ha quindi:
t

vC (t ) = −6e τ
+E

e:
vC (t ) + v2 (t ) = E → v2 (t ) = E − vC (t )

t

v2 (t ) = 6e τ
con τ = 6 ms

114
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°5.4
Il circuito in figura:

R1 1 R2 2
R1 = 1kΩ
R3 R2 = 3kΩ
i C vC(t)
R3 = 1kΩ
C = 5µF
3

-
è a regime in t = 0 . La corrente del generatore vale i(t) = 1 mA per t < 0; i(t) = 0 per t > 0.
Ricavare la tensione sul condensatore per t > 0.

Per t > 0 il generatore di corrente è spento, per cui possiamo sostituire ad esso un
circuito aperto e otteniamo il seguente circuito:

R1 1 R2 2
R1 = 1kΩ
R3 R2 = 3kΩ
C vC(t)
R3 = 1kΩ
C = 5µF
3

Realizziamo la serie dei resistori R1 ed R2:

R12 = 4kΩ
R12 R3 C vC(t) R3 = 1kΩ
C = 5µF

115
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

ed il parallelo tra R12 ed R3:

-iC(t) iC(t)
R = 4/5 kΩ
R C vC(t) C = 5µF

R12 R3 4 *1 4
R= = = kΩ
R12 + R3 4 + 1 5

Possiamo scrivere:

dvC (t )
vC (t ) = vR (t) → vC (t ) = R(−iC (t)) = − RiC (t) = − RC
dt
da cui:
dvC (t )
vC (t ) + RC =0
dt

che è l’equazione differenziale che governa la dinamica del circuito per t > 0.
E’ una equazione differenziale lineare omogenea del primo ordine, il cui integrale generale
è dato da:

t

vC (t ) = Ae τ

Per ricavare la costante di tempo τ consideriamo l’equazione caratteristica associata:

1 1 1 4
λ+ =0→λ =− = − → τ = RC = *10 3 * 5 *10 −6 = 4ms
RC RC τ 5

Per ricavare la costante A è necessario calcolare la tensione sul condensatore all’istante


+ -
t = 0 . A tale scopo consideriamo il circuito a regime in t = 0 in cui al condensatore
sostituiamo un circuito aperto (viene anche realizzato l’eq. di Thevenin di R1 – i):

116
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

- R12
1 i12(0 ) 2
-
i3(0 ) R12 = 4kΩ
-
v12(0 ) R3 = 1kΩ
E R3 -
v3(0 )
-
vC(0 ) E = 1V

R3 3 1 1
v C ( 0 − ) = v3 (0 − ) = − E=− 1= − V
R12 + R3 4 +1 5

In seguito all’apertura dell’interruttore si ha:

1
v C ( 0 − ) = v C (0 + ) = − V
5
Ricordiamo infatti che la tensione in un condensatore ha una forma d’onda continua se la
corrente è limitata (la corrente è limitata perché non ci sono generatori di corrente
impulsivi né configurazioni circuitali tali da generare fenomeni impulsivi).
A questo punto torniamo alla configurazione circuitale per t > 0 e all’espressione di vC(t):

t

vC (t ) = Ae τ

Per ricavare A imponiamo che in 0+ la tensione valga 1/5:

1
vC (0 + ) = − = A
5
Si ha quindi:
t
1 −
vC (t ) = − e τ con τ = 4 ms
5

117
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Esercizio n°5.5
Il circuito in figura:

1 i1(t) R1= 4Ω 2 3 t=0

v1(t)
vL(t) 2i R2 = 4Ω
E = 12V L = 1mH
i

-
è a regime in t = 0 . L’interruttore si apre in t = 0. Ricavare i(t) per t > 0.

Scriviamo la LKC al nodo 2:

i1 (t ) + i (t ) + 2i (t ) = 0 → i1 (t ) = −3i (t )

e la LKT alla maglia E R1 L:

di (t )
v1 (t ) − v L (t ) = E → R1i1 (t ) − L =E
dt

Sostituendo l’espressione di i1(t):

di (t )
− 3R1i (t ) − L =E
dt

di (t ) R E
+ 3 1 i (t ) = −
dt L L

che è una equazione differenziale lineare del primo ordine a coefficienti costanti, il cui
integrale generale lo possiamo esprimere nel seguente modo:

t

i (t ) = Ae τ
+ is (t )

118
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata e di un integrale particolare


della completa.
Per ricavare la costante di tempo τ consideriamo l’equazione caratteristica associata
all’equazione omogenea:

3R1 3R 1 L 0.001
λ+ = 0 → λ = − 1 = − →τ = = = 83.3µs
L L τ 3R1 3* 4

L’integrale particolare della completa può essere cercato nella famiglia di funzioni a cui
appartiene il termine noto (azione forzante):

is (t ) = B

Tale integrale naturalmente soddisfa l’equazione differenziale completa, perciò se


sostituiamo otteniamo:

R1 E E
3 B=− →B=−
L L 3R1

La corrente i(t) può essere allora espressa nel seguente modo:

t
− E
i (t ) = Ae τ

3R1

Per ricavare la costante A è necessario calcolare la corrente sull’ induttore all’istante t =


+ -
0 . A tale scopo consideriamo il circuito a regime in t = 0 in cui all’induttore sostituiamo
un cortocircuito.

-
1 i1(0 ) R1= 4Ω 2 t>0
-
i2(0 )
-
v1(0 ) - -
E = 12V 2i(0 ) R2 = 4Ω v2(0 )
-
i(0 )
3

119
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Scriviamo la LKC al nodo 2:

i1 (0 − ) + i (0 − ) + 2i (0− ) − i2 (0 − ) = 0 → i1 (0 − ) = i2 (0− ) − 3i (0− )

- -
La corrente i2(0 ) è nulla perché il resistore è cortocircuitato (v2(0 )=0)
Si ha quindi:
v (0 − ) E
i1 (0 − ) = −3i (0 − ) ⇒ 1 = −3i (0 − ) ⇒ = −3i (0 − )
R1 R1

E
i (0 − ) = −
3R1
In seguito all’apertura dell’interruttore si ha:

E
i (0 − ) = i ( 0 + ) = −
3 R1
Ricordiamo infatti che la corrente in un induttore ha una forma d’onda continua se la
tensione è limitata (la tensione è limitata perché non ci sono generatori di tensione
impulsivi né configurazioni circuitali tali da generare fenomeni impulsivi).

A questo punto torniamo alla configurazione circuitale per t > 0 e all’espressione di i(t):

t
− E
i (t ) = Ae τ

3R1

Per ricavare A imponiamo che in 0+ la tensione valga − E


3R1
E E
i (0 + ) = − = A− → A=0
3R1 3R1
Si ha quindi:
E
i (t ) = − = −1 A
3R1

120
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°5.6
Nel circuito in figura:

R1 2 L i(t)
1 3
R1 = 2Ω
C vC(t) R2 = 4Ω
i(t) = 2 u(t) R2 L = 0.5H
C = 0.5F

la corrente del generatore vale i(t) = 2A per t > 0; i(t) = 0 per t < 0. Le condizioni iniziali
sugli elementi sono i(0) = 0 e vC(0) = 4V. Ricavare la corrente i(t) per t > 0.

Sostituiamo al parallelo del generatore e del resistore R2 l’equivalente di Thevenin:

5 R2 1 R1 2 L i(t) 3

R1 = 2Ω
C vC(t) R2 = 4Ω
e(t) = 2R2 u(t) L = 0.5H
C = 0.5F

e realizziamo la serie dei due resistori.


Fissiamo inoltre dei riferimenti per le tensioni e le correnti e scriviamo le relazioni di lato
del circuito:

1 iR(t) R 2 L 3
i(t)
vL(t) iC(t) R = 6Ω
vR(t)
vC(t)
L = 0.5H
C
e(t) = 8u(t) C = 0.5F

4
121
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

vR (t ) = Ri R (t )
dvC (t )
iC (t ) = C
dt
di (t )
v L (t ) = L
dt

Scriviamo la LKC:

iR (t ) = iC (t ) = i (t )

In questo modo le relazioni di lato diventano:

vR (t ) = Ri (t )
dvC (t )
i (t ) = C
dt
di (t )
v L (t ) = L
dt

Applichiamo la LKT all’unica maglia del circuito:

v R (t ) + v L (t ) + vC (t ) = e(t ) = 8u (t )

di (t )
Ri (t ) + L + vC (t ) = 8
dt

dvC (t ) d 2 vC (t )
RC + LC + vC (t ) = 8
dt dt 2

essendo:
dvC (t )
i (t ) = C
dt

Riordinando otteniamo:

d 2 vC (t ) R dvC (t ) 1 8
2
+ + vC (t ) =
dt L dt LC LC

122
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

equazione differenziale lineare a coefficienti costanti del secondo ordine, il cui integrale
generale lo possiamo esprimere nel seguente modo:

vC (t ) = vCh (t ) + vCs (t )

come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata vCh (t ) e di un integrale


particolare della completa.
Per determinare l’integrale particolare dell’omogenea associata ricaviamo le frequenze
naturali del circuito s1 ed s2 considerando l’equazione caratteristica:

d 2 vC (t ) R dvC (t ) 1
2
+ + vC (t ) = 0
dt L dt LC

s 2 + 2αs + ω02 = 0

R 6 1 1
α= = =6 ω02 = = =4
2 L 2 * 0.5 LC 0.5 * 0.5

fattore di smorzamento pulsazione di risonanza

α > ω 0 = 2 ⇒ condizione di sovrasmorzamento

s1 = −6 + 32
s 1 = −α ± α 2 − ω 02 = −6 ± 36 − 4 = −6 ± 32 =
2 s 2 = −6 − 32

L’integrale particolare della completa può essere cercato nella famiglia di funzioni a cui
appartiene il termine noto (azione forzante):

vCs (t ) = B

Tale integrale naturalmente soddisfa l’equazione differenziale completa, perciò se


sostituiamo otteniamo:

1 8
B= →B=8
LC LC

123
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

La tensione vC (t ) può essere allora espressa nel seguente modo:

vC (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t + 8

Per calcolare le costanti K1 e K2 imponiamo le condizioni iniziali:

vC (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t + 8

dvC (t )
i (t ) = C = CK 1 s1e s1t + CK 2 s 2 e s2t
dt

vC (0) = K 1 + K 2 + 8 = 4  K 1 + K 2 = −4  K 1 = −4 − K 2
 ⇒ ⇒
i (0) = CK 1 s1 + CK 2 s 2 = 0  K 1 s1 + K 2 s 2 = 0 − 4 s1 − K 2 s1 + K 2 s 2 = 0

 K 1 = −4 − K 2 = −4.12
 K 1 = −4 − K 2 
⇒ ⇒ 4s1 4 * (−6 + 32 )
− 4s1 + K 2 ( s 2 − s1 ) = 0  K 2 = =
 ( s 2 − s1 ) (−6 − 32 + 6 − 32 )

 12 12
 K 1 = −4 − K 2 = −4 − +2=− −2
 K 1 = −4 − K 2  32 32
⇒ ⇒
− 4 s1 + K 2 ( s 2 − s1 ) = 0  K = − 24 + 4 32 ) = 12 − 2
 2 − 2 32 ) 32

A questo punto possiamo scrivere:

1  12  1  12 
i (t ) = CK 1 s1e s1t + CK 2 s 2 e s2t =  − − 2 (−6 + 32 )e s1t +  − 2 (−6 − 32 )e s2t )
2 32  2  32 

4
i (t ) = (e s1t − e s2t )
32

con s1 = −6 + 32 e s 2 = −6 − 32 .

124
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Come si può notare la corrente in C tende ad annullarsi perché a regime il condensatore si


comporta come un circuito aperto (il circuito è asintoticamente stabile e la sorgente ha
forma d’onda costante).

125
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Esercizio n°5.7
Nel circuito in figura:

1 L 2 R1 3
R1 = 6Ω
E R2 = 2Ω
R3 = 4Ω
6 C i(t) 4 L = 0.25H
C = 62.5mF
R3 R2 E =12V

l’interruttore rimane chiuso per molto tempo, quindi si apre in t = 0. Ricavare la corrente
i(t) per t > 0.

Per t > 0 il circuito da studiare è il seguente:

1 L iL (t) R iR (t)
2 3
vL(t) vR (t) R = 8Ω
iC (t) E L = 0.25H
C = 62.5mF
C vC(t) E =12V

i(t)

5
in cui è R = R1 + R2 = 8Ω .
Come primo passo, scriviamo le relazioni di lato:

vR (t ) = RiR (t )
dvC (t )
iC (t ) = C
dt
di (t )
v L (t ) = L L
dt

126
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Scriviamo la LKC:

i R (t ) = iC (t ) = i L (t ) = i (t )

In questo modo le relazioni di lato diventano:

vR (t ) = Ri(t )
dvC (t )
i (t ) = C
dt
di (t )
v L (t ) = L
dt

Applichiamo la LKT all’unica maglia del circuito:

v R (t ) + v L (t ) + vC (t ) = E

di (t )
Ri (t ) + L + vC (t ) = E
dt

dvC (t ) d 2 vC (t )
RC + LC + vC (t ) = E
dt dt 2

essendo:
dvC (t )
i (t ) = C
dt

Riordinando otteniamo:
d 2 vC (t ) R dvC (t ) 1 E
2
+ + vC (t ) =
dt L dt LC LC

equazione differenziale lineare a coefficienti costanti del secondo ordine, il cui integrale
generale lo possiamo esprimere nel seguente modo:

vC (t ) = vCh (t ) + vCs (t )

127
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata vCh (t ) e di un integrale


particolare della completa.
Per determinare l’integrale particolare dell’omogenea associata ricaviamo le frequenze
naturali del circuito s1 ed s2 considerando l’equazione caratteristica:

d 2 vC (t ) R dvC (t ) 1
2
+ + vC (t ) = 0
dt L dt LC

s 2 + 2αs + ω02 = 0

R 8 1 1
α= = = 16 ω 02 = = = 64
2 L 2 * 0.25 LC 0.25 * 0.0625

fattore di smorzamento pulsazione di risonanza

α > ω0 = 8 ⇒ condizione di sovrasmorzamento

s1 = −16 + 192
s 1 = −α ± α 2 − ω 02 = −16 ± 256 − 64 = −16 ± 192 =
2 s 2 = −16 − 192

L’integrale particolare della completa può essere cercato nella famiglia di funzioni a cui
appartiene il termine noto (azione forzante):

vCs (t ) = B

Tale integrale naturalmente soddisfa l’equazione differenziale completa, perciò se


sostituiamo otteniamo:

1 E
B= →B=E
LC LC

La tensione vC (t ) può essere allora espressa nel seguente modo:

vC (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t + E

128
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Per calcolare le costanti K1 e K2 dobbiamo valutare le condizioni iniziali sulla tensione


del condensatore e sulla corrente dell’induttore.
-
A tale scopo consideriamo il circuito a regime in 0 in cui all’induttore sostituiamo un corto
circuito e al condensatore un circuito aperto:

-
1 iL(0 ) R 3
- R = 8Ω
vR(0 )
E R3 = 4Ω
E =12V
-
6 - vC(0 )
i3(0 )
R3 -
i(0 )

5
Si ha:

E 12
i L (0 − ) = = = 1A = i L (0) = i L (0 + )
R + R3 8 + 4
vC (0 − ) = v3 (0 − ) = R3i L (0 − ) = 4V = vC (0) = vC (0 + )

+
Osservando il circuito il 0 possiamo scrivere:

i (0 + ) = i L (0 + )

Si ha allora:

vC (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t + E

dvC (t )
i (t ) = C = C ( K 1 s1e s1t + K 2 s 2 e s2t )
dt

a cui andiamo ad imporre le condizioni iniziali per calcolare K1 e K2:

vC (0 + ) = 4 = K 1 + K 2 + 12  K 1 = − K 2 − 8 K1 = − K 2 − 8
 ⇒ ⇒
i (0) = 1 = CK 1 s1 + CK 2 s 2 C (− K 2 − 8) s1 + CK 2 s 2 = 1 − CK 2 − 8Cs1 + CK 2 s 2 = 1

129
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

 K 1 = − K 2 − 8 = −8.037

 1 + 8Cs1 1 + 8 * 0.0625(−16 + 192 )
 K 2 = C ( s − 1) = = 0.037
 2 0.0625 * (−16 − 192 − 1)

A questo punto possiamo scrivere:

vC (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t + E = −8.037e −2.14t + 0.037e −29.85t + 12

i (t ) = C ( K 1 s1e s1t + K 2 s 2 e s2t ) = 1.077e −2.14t − 0.077e −29.85t

s1 = −16 + 192 = −2.14


s 2 = −16 − 192 = −28.95

Vediamo gli andamenti:

130
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°5.8
Il circuito in figura:

t=0

i(t)
2
1 R1 R1 = 3Ω
R2 L R2 = 2Ω
L = 3mH
3 C 4 C = 1mF
E1 =10V
E1 E2 E2 =5V

5
-
è a regime in t = 0 . In t = 0 l’interruttore si chiude. Ricavare la corrente i(t) per t > 0.

Per t > 0 il circuito da studiare è il seguente:

i(t) t>0
i2(t) iL(t)
1 R2 = 2Ω
R2 v2(t) L vL(t) L = 3mH
iC(t)
C = 1mF
3 C vC(t) E1 =10V
E2 =5V
E1 E2

5
Scriviamo le relazioni di lato:

v2 (t ) = R2 i2 (t )
dvC (t )
iC (t ) = C
dt
di (t )
v L (t ) = L L
dt

131
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Applichiamo la LKT alla maglia più esterna del circuito:

− E1 − v 2 (t ) + v L (t ) + E 2 = 0 ⇒ − R2 i2 (t ) + v L (t ) = E1 − E 2 (1)

Applichiamo la LKT alla maglia E1 R2 C

vC (t ) = R2 i2 (t ) + E1 (2)

Vediamo le LKC:
i2 (t ) = −i (t ) (3)

(nodo1) i (t ) = iC (t ) + i L (t ) ⇒ i L (t ) = i (t ) − iC (t ) (4)

A questo punto la (1) la possiamo scrivere nel seguente modo tenendo presente la 3:

di L (t )
R2 i (t ) + L = E1 − E 2
dt

per la (4) possiamo scrivere: ⇓

d (i (t ) − iC (t ))
R2 i (t ) + L = E1 − E 2
dt

di (t ) di (t )
R2 i (t ) + L −L C = E1 − E 2
dt dt

di (t ) d 2 vC (t )
R2 i (t ) + L − LC = E1 − E 2
dt dt 2

per la (2) ( vC (t ) = R2 i2 (t ) + E1 = − R2 i (t ) + E1

di (t ) d 2 i (t )
R2 i (t ) + L + LCR2 = E1 − E 2
dt dt 2

132
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

L di (t ) d 2 i (t ) E1 − E 2
i (t ) + + LC =
R2 dt dt 2 R2

d 2 i (t ) 1 di (t ) i (t ) E1 − E 2
2
+ + =
dt CR2 dt LC LCR2

equazione differenziale lineare a coefficienti costanti del secondo ordine, il cui integrale
generale lo possiamo esprimere nel seguente modo:

i (t ) = ih (t ) + is (t )

come somma dell’integrale generale dell’omogenea associata e di un integrale particolare


della completa.
Per ricavare le costanti s1 ed s2 consideriamo l’equazione caratteristica associata
all’equazione omogenea:

d 2 i (t ) 1 di (t ) i (t )
2
+ + =0
dt CR2 dt LC

s 2 + 2αs + ω02 = 0

1 1
2α = ω 02 =
CR2 LC

1 1 1 106
α= = = 250 ω02 = =
2CR2 2 * 0.001 * 2 LC 3

fattore di smorzamento pulsazione di risonanza

α < ω 0 ⇒ condizione di sottosmorzamento

133
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

81.25
− 250 + j100
3 = − 250 + j 520
6
10
s1 = −α ± α 2 − ω 02 = −250 ± (250) 2 − =
2 3 81.25 − 250 − j 520
− 250 − j100
3

Per semplicità poniamo ω d = ω 02 − α 2 :

− α + jω d = −250 + j 520
− α − jω d = −250 − j 520

L’integrale particolare della completa può essere cercato nella famiglia di funzioni a cui
appartiene il termine noto (azione forzante):

is (t ) = B

Tale integrale naturalmente soddisfa l’equazione differenziale completa, perciò se


sostituiamo otteniamo:

1 E − E2 E − E2
B= 1 →B= 1
LC R2 LC R2

La corrente i (t ) può essere allora espressa nel seguente modo:

E1 − E 2
i (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t +
R2

E1 − E 2
i (t ) = K 1e ( −α + jωd ) t + K 2 e ( −α − jωd )t +
R2

E1 − E 2
i (t ) = K 1e −αt e jωd t + K 2 e −αt e − jωd t +
R2

E1 − E 2
i (t ) = e −αt ( K 1e jωd t + K 2 e − jωd t ) +
R2

134
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

E1 − E 2
i (t ) = e −αt {K 1 [cos(ω d t ) + j sin(ω d t )] + K 2 [cos(ω d t ) − j sin(ω d t )]} +
R2

E1 − E 2
i (t ) = e −αt [( K 1 + K 2 ) cos(ω d t ) + j ( K 1 − K 2 ) sin(ω d t )] +
R2

K1 e K2 sono due coefficienti complessi e coniugati:

K 1 = a + jb K 1 + K 2 = 2a = 2 ρ cos ϕ

K 2 = a − jb K 1 − K 2 = j 2b = j 2 ρ sin ϕ

Sostituendo otteniamo:

E1 − E 2
i (t ) = e −αt [2 ρ cos ϕ cos(ω d t ) − 2 ρ sin ϕ sin(ω d t )] +
R2

E1 − E 2
i (t ) = 2 ρe −αt cos(ω d t + ϕ ) +
R2

E1 − E 2
i (t ) = ke −αt cos(ω d t + ϕ ) +
R2

Le costanti k e ϕ le determiniamo imponendo le condizioni iniziali sulla tensione del


-
condensatore e sulla corrente dell’induttore. A tale scopo consideriamo il circuito in t = 0

-
-
i(0 ) t = 0
R1
- -
i2 (0 ) 1 - iL(0 ) R1 = 3Ω
v1 ( 0 )
R2 v2(0-) R2 = 2Ω
L = 3mH
-
3 vC ( 0 ) C = 1mF
E1 =10V
E1 E2 E2 =5V

5
135
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

Si ha per l’induttore:

v1 (0 − ) + E 2 = E1 + v 2 (0 − )

R1i L (0 − ) + E 2 = E1 + R2 i2 (0 − )

R1i L (0 − ) + E 2 = E1 − R2 i L (0 − ) essendo i 2 (0 − ) = −i (0 − ) = −i L (0 − )

E1 − E 2 10 − 5
i L (0 − ) = i (0 − ) = = = 1 A = i L (0 + )
R1 + R2 5

e per il condensatore:

vC (0 − ) = E2 + R1i L (0 − ) = 5 + 3 *1 = 8V = vC (0) = vC (0 + )

(continuità della corrente sull’induttore e della tensione sul condensatore).


+
Considerando il circuito il 0 possiamo scrivere (LKT alla maglia E1 R2 C):

vC (0 + ) = E1 + R2 i2 (0 + ) = E1 − R2 i (0 + )

+
da cui ricaviamo il valore di i in 0 :

+ E1 − vC (0 + ) 10 − 8
i (0 ) = = = 1A
R2 2

Dall’ultima condizione iniziale otteniamo:

E1 − E 2 10 − 5
i (t ) = ke −αt cos(ω d t + ϕ ) + ⇒ i (0 + ) = 1 = k cos ϕ +
R2 2

3
k cos ϕ = −
2

136
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Per sfruttare la seconda condizione, osserviamo che:

dvC (t )
i L (t ) = i (t ) − iC (t ) = i (t ) − C (*)
dt

Essendo:

dvC (t ) di (t )
= − R2
vC (t ) = E1 − R2 i (t ) ⇒ dt E − v (dt t)
i (t ) = 1 C
R2

otteniamo, sostituendo nell’equazione (*):

E1 − vC (t ) di (t )
i L (t ) = + R2 C
R2 dt

di (t ) i L (t ) E1 − vC (t )
= − 2
dt R2 C R2 C

+
In 0 possiamo allora scrivere:

di (t ) + i L (0 + ) E1 − vC (0 + ) 1 2
0 = − 2
= − 2
dt R2 C R2 C R2 C R2 C

A questo punto dobbiamo calcolare la derivata della corrente i(t):

E1 − E 2
i (t ) = ke −αt cos(ω d t + ϕ ) +
R2

di (t )
= −αke −αt cos(ω d t + ϕ ) − ω d ke −αt sin(ω d t + ϕ )
dt

+ 1 2
e imporre che in 0 sia uguale a − 2 :
R2C R2 C

137
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

1 2
− αk cos ϕ − ω d k sin ϕ = − 2
R 2 C R2 C

3
Sostituendo k cos ϕ = − :
2

3 1 2
α − ω d k sin ϕ = − 2
2 R2 C R2 C

1
Ricordiamo inoltre che è α =
2CR2

3 1 2
− ω d k sin ϕ = − 2
4 R2 C R2 C R2 C

8
3 − 4 R2 Cω d k sin ϕ = 4 − =0
R2

3 3
k sin ϕ = k cos ϕ = −
4 R2 Cω d 2

Dividendo membro a membro le due equazioni otteniamo:

2
tan ϕ = −
4 R2 Cω d

 1   1 
ϕ = arctan −  = − arctan  = − arctan(0.4808) = −0.45rad
 2 R 2 Cω d   2 R 2 Cω d 

mentre è:

3
k =− = −1.67
2 cos ϕ

138
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

In definitiva:

i (t ) = −1.67e −250t cos(520t − 0.45) + 2.5

Si supponga ora che sia L = 0.016H

1 1 1
α= = = 250 ω 02 = = 250
2CR2 2 * 0.001 * 2 LC

fattore di smorzamento pulsazione di risonanza

α = ω 0 ⇒ condizione di smorzamento critico

s 1 = −α ± α 2 − ω 02 = −250
2

L’integrale particolare della completa può essere calcolato come nel caso precedente, per
cui otteniamo:

E1 − E 2
B=
R2

139
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

La corrente i (t ) può essere allora espressa nel seguente modo:

E1 − E 2
i (t ) = ( K 1 + K 2 t )e st +
R2

Le costanti K1 e K2 le determiniamo imponendo le condizioni iniziali sulla tensione del


condensatore e sulla corrente dell’induttore.
Otteniamo come nel caso precedente (il valore di L non influenza il calcolo delle
+
grandezze nell’istante t=0 ):

i L (0 + ) = 1A e i (0 + ) = 1 A

e per il condensatore:

vC (0 + ) = 8V

Dalla prima condizione iniziale otteniamo:

E1 − E 2
i (0 + ) = K 1 + = 1 ⇒ K 1 = −1.5
R2
+
In 0 possiamo scrivere ancora una volta:

di (t ) + i L (0 + ) E1 − vC (0 + ) 1 2
0 = − 2
= − 2
dt R2 C R2 C R2 C R2 C

A questo punto dobbiamo calcolare la derivata della corrente i(t):

di (t )
= K 2 e st + s ( K 1 + K 2 t )e st
dt

+ 1 2
e imporre che in 0 sia uguale a − 2 :
R2C R2 C

1 2
K 2 + sK 1 = − 2
R2 C R2 C

140
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

1 2
K2 = − 2 − sK 1 = 250 − 250 * 1.5 = −125
R2 C R2 C

In definitiva:

i (t ) = (−1.5 − 125t )e −250t + 2.5

Si supponga ora che sia L = 25mH

1 1 1
α= = = 250 ω 02 = = 40000
2CR2 2 * 0.001 * 2 LC

fattore di smorzamento pulsazione di risonanza

α > ω 0 = 40000 = 200 ⇒ condizione di sottosmorzamento

s1 = −100
s 1 = −α ± α 2 − ω 02 = −250 ± 62500 − 40000 = −250 ± 150 =
2 s 2 = −400

L’integrale particolare della completa può essere calcolato come nel caso precedente, per
cui otteniamo:
E − E2
B= 1
R2

141
Capitolo 5 – Esercizi sui circuiti dinamici

La corrente i (t ) può essere allora espressa nel seguente modo:

E1 − E 2
i (t ) = K 1e s1t + K 2 e s2t +
R2

Le costanti K1 e K2 le determiniamo imponendo le condizioni iniziali sulla tensione del


condensatore e sulla corrente dell’induttore.
Otteniamo come nel caso precedente (il valore di L non influenza il calcolo delle
+
grandezze nell’istante t=0 )
i L ( 0 + ) = 1 A e i (0 + ) = 1 A

e per il condensatore:

vC (0 + ) = 8V

Dalla prima condizione iniziale otteniamo:

E1 − E 2
i (0 + ) = K 1 + K 2 + = 1 ⇒ K 1 + K 2 = − 1 .5
R2

Possiamo ancora scrivere:

di (t ) + iL (0 + ) E1 − vC (0 + ) 1 2
0 = − 2
= − 2 = 250
dt R2 C R2 C R2 C R2 C

A questo punto dobbiamo calcolare la derivata della corrente i(t):

di (t )
= s1 K 1e s1t + s 2 K 2 e s2t
dt
+
e imporre che in 0 sia uguale a 250 :

s1 K 1 + s 2 K 2 = 250

 K 1 + K 2 = −1.5

s1 K 1 + s 2 K 2 = 250

142
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

 K 1 = −1.5 − K 2  K 1 = −1.5 − K 2  K 1 = −1.5 − K 2


 ⇒ ⇒
− 100(−1.5 − K 2 ) − 400 K 2 = 250 150 + 100 K 2 − 400 K 2 = 250 − 300 K 2 = 100

 K 1 = −3 / 2 + 1 / 3  K 1 = −7 / 6
 ⇒
 K 2 = −1 / 3  K 2 = −1 / 3
In definitiva:
7 1
i (t ) = − e −100t − e − 400t + 2.5
6 3

143
CAPITOLO 6

Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.1……………………………………………….pag. 145


Esercizio n°6.2……………………………………………….pag. 148
Esercizio n°6.3……………………………………………….pag. 152
Esercizio n°6.4……………………………………………….pag. 157
Esercizio n°6.5……………………………………………….pag. 164
Esercizio n°6.6……………………………………………….pag. 167
Esercizio n°6.7……………………………………………….pag. 168
Esercizio n°6.8……………………………………………….pag. 171
Esercizio n°6.9……………………………………………….pag. 176
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°6.1
Nel circuito in figura

R1
R2
C

R1 = 1kΩ
vs(t) = cos(1000t) L C = 1µF

determinare i valori di R2 ed L affinchè il carico assorba la massima potenza attiva.


Determinare inoltre il valore di tale potenza.

Sostituiamo i diversi componenti presenti nel circuito con le relative impedenze:


z1

z2

zC


R1 = 1kΩ
vs(t) = cos(1000t) zL C = 1µF

• • • 1 •
z1 = R1 z 2 = R2 zC = − j z L = jω L
ωC

e riduciamo il circuito:

145
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale


zS


zU R1 = 1kΩ
vs(t) = cos(1000t)
C = 1µF

in cui è:

1 1 1 1 ωC 1

= •
+ •
= − = + jω C
zS z1 zC R1 j R1


• R1
zS =
1 + jωR1C

1 − jωR1C R1 − jωR1 C
2
• R1
zS = • =
1 + jωR1C 1 − jωR1C 1 + ω 2 R1 2 C 2

• R1 ωR1 2 C
zS = −j = RS − jX S
1 + ω 2 R1 C 2 1 + ω 2 R1 C 2
2 2

• • •
zU = z 2 + z L = R2 + jωL = RU + jX U

146
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Il teorema di massimo trasferimento di potenza attiva afferma che, data la porzione di



circuito di sinistra (generatore + impedenza z S ) che può essere considerata come
l’equivalente di Thevenin di un circuito più complesso, si ha massima potenza attiva

trasferita dal generatore sull’impedenza zU se questa è data da:

• •
zU = z S

• •
in cui z S è il complesso coniugato di z S .
Imponiamo allora che:
RU + jX U = RS + jX S

R1 ωR1 C 2
R 2 + j ωL = +j
1 + ω R1 C 1 + ω 2 R1 C 2
2 2 2 2

Uguagliando le parti reali e quelle immaginarie:

R1 10 3
R2 = RU = RS = = = 500Ω
1 + ω 2 R1 C 2
2
1 + (10 3 ) 2 (10 3 ) 2 (10 −6 ) 2

ωR1 2 C (10 3 ) 2 10 −6
X U = X S = ωL = ⇒L= = 0 .5 H
1 + ω 2 R1 C 2
2
1 + (10 3 ) 2 (10 3 ) 2 (10 −6 ) 2


Calcoliamo ora la potenza attiva trasferita sull’impedenza zU .

2
V 
Pmax = RuI = Ru  S 2

 z 
in cui è:

• • •
z = zU + z S = RS + jX S + RS − jX S = 2 RS ⇒ z = 2 RS

In definitiva:
2
 1 
2 2
 
VS VS  2 0.5
Pmax = Ru I = Ru
2
2
= = = = 0.25mW
4 RS 4 RS 4(500) 2000

147
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.2
Nel circuito monoporta in figura:

R3

I R2 = 3Ω
R2 X2 = - 4Ω
jX3
• R3 = 10Ω
z X3 = 5Ω
jX2

il carico z assorbe una potenza attiva P = 0.8kW , con una corrente I = 10A e fattore di
potenza induttivo cos ϕ = 0.8 . Determinare la potenza in ingresso.

Per risolvere questo esercizio applichiamo il principio di additività delle potenze (teorema
di Boucherot):

La somma geometrica delle potenze complesse fornite da ciascun generatore indipendente al circuito
è pari alla somma geometrica delle potenze complesse assorbite da tutti gli altri elementi del circuito
stesso.

Suddividiamo il circuito in sezioni a partire da sinistra e valutiamo la potenza in


corrispondenza di ciascuna di esse:

c R3 b a
Ib

I R2 = 3Ω
R2 X2 = - 4Ω
jX3
• R3 = 10Ω
z X3 = 5Ω
jX2

c b a

148
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

In corrispondenza della sezione a-a si ha:

Pa = 800 W
Qa = Pa tan ϕ = Pa tan(arccos(ϕ )) = 800 ⋅ tan(arccos(0.8)) = 600Var
N a = Pa + Qa = (800) 2 + (600) 2 = 1000VA
2 2

I a = 10A
Na
Va = = 100V
Ia

Sezione b-b:
VR22 VR22 1 2 R22 R
PR 2 = R2 I 22 = R2 = = Va 2 = Va2 2 2 2
R2 2
R2 R2 R2 + X 2
2
R2 + X 2

essendo:
R2 R2
V R2 = V a ⇒ VR 2 = Va
R2 + jX 2 R2 + X 2
2 2

La potenza attiva dissipata su R2 è data da:

3
PR 2 = 10 4 = 1200W
9 + 16

Per quanto riguarda la potenza reattiva sulla reattanza capacitiva:

V X22 V X22 1 2 X 22 X
QX 2 = X 2I = X 2 2 =
2
= Va 2 = Va2 2 2 2
R2 + X 2 R2 + X 2
2
X2 X2 X2 2

e quindi:
4
Q X 2 = 10 4 = 1600Var Capacitiva
9 + 16

A questo punto calcoliamo la potenza in ingresso alla sezione b-b:

Pb = Pa + PR 2 = 2000W
Qb = Qa + Q X 2 = 600 − 1600 = −1000VAR
N b = Pb + Qb = (2000) 2 + (−1000) 2 = 2236VA
2 2

Vb = Va = 100V
N b 2236
Ib = = = 22.36A
Vb 100

149
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Sezione c-c:
2
1 G3 G3
PR 3 = R3 I = ⋅ Ib = Ib
2 2 2
R3
G3 1 1
G3 + G3 +
2 2
2 2
X3 X3

essendo:
G3 G3
I R3 = I b ⇒ I R3 = I b
1 1
G3 + G3 +
2

jX 3 X3
2

La potenza attiva dissipata su R3 è quindi data da:

G3 0.1
PR 3 = I b = (22.36) 2 = 1000W
2

1 1
G3 + 2 (0.1) +
2 2

X3 25

Per quanto riguarda la potenza reattiva sulla reattanza induttiva:

1 1
2
X3 X3
Q X 3 = X 3 I X2 3 = X 3 I b = Ib
2 2

1 1
G3 + 2 G3 +
2 2
2
X3 X3

essendo:

1 1
X3 X3
I X3 = I b ⇒ I X 3 = Ib
1 1
G3 + G3 +
2

jX 3 X3
2

e quindi:

1 1
X3 5
QX 3 = I b = (22.36) 2 = 2000VAR
2
Induttiva
1 1
G3 + 2 (0.1) +
2 2

X3 25

150
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

A questo punto calcoliamo la potenza in ingresso alla sezione c-c e quindi al circuito:

PC = Pb + PR 3 = 2000 + 1000 = 3000 W


QC = Qb + Q X 3 = −1000 + 2000 = 1000VAR
N C = PC + QC = (3000) 2 + (1000) 2 = 3162VA
2 2

I C = I b = 22.36A
N C 3162
VC = = = 141.4V
IC 22.36

Tracciamo ora un diagramma qualitativo delle potenze:

Qa Qc

Pa Pb Pc

Qb

151
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.3
Il circuito in figura:

vs1(t)
L1 A

vs1(t) = 5cos(100t)
vs2(t) vs2(t) = 5sin(100t+π/4)
R1 is(t) = 10cos(100t)
R1 = 2Ω
L1 = L2 = 10mH
is ( t) L2 C1 C1 = 20mF

è in condizioni di regime sinusoidale. Si determini la potenza attiva dissipata in R1.

Calcoliamo i fasori associati alle forme d’onda dei generatori e sostituiamo agli elementi
circuitali le relative impedenze:


VS 1
z L1
A


VS 2
z R1

• •

IS zL2 z C1

152
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

• • • •
1 1
z R1 = R1 = 2Ω z L1 = jωL1 = j z L 2 = jωL2 = j z C1 = − j =−j
ωC1 2

5 5 10
VS 1 = ∠0° VS 2 = ∠ − 45° IS = ∠0°
2 2 2

in cui:

 π  π π  π
v s 2 (t ) = 5 sin 100t +  = 5 cos100t + −  = 5 cos100t − 
 4  4 2  4

Per determinare la potenza dissipata su R1 dobbiamo calcolare la corrente in tale ramo. A


tale scopo applichiamo il principio di sovrapposizione degli effetti, passivando in primo
luogo i due generatori di tensione:


z L1 B

z L1


z R1
• •
IS z R1 z L 2C1
• •
IS zL2 z C1 A
A

Col partitore di corrente calcoliamo il contributo alla corrente I R1 dovuto al generatore di


corrente:


y R1
I R1 S = I S • •
y R 1 + y L1

153
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

In secondo luogo passiviamo il generatore di corrente ed il generatore di tensione VS 1 :


z L1
A


VS 2
z R1

• •
zL2 z C1

Il contributo alla corrente I R1 dovuto al generatore di tensione VS 2 è evidentemente dato


da:
V
I R1 S 2 = • S 2 •
z R 1 + z L1

Infine calcoliamo il contributo legato al generatore di tensione VS 1 :

• VS 1
z L1
A


z R1

• •
zL2 z C1

154
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

VS 1
I R1 S 1 = • •
z R 1 + z L1

A questo punto possiamo calcolare la corrente I R1 come somma dei tre contributi:


y R1 VS 1 VS 2
I R1 = I R1 S + I R1 S 1 − I R 1 S 2 = I S • •
+ • •
− • •
y R 1 + y L1 z R 1 + z L1 z R 1 + z L1

Si ha allora:

• • • •
1 1
z R1 = R1 = 2Ω z L1 = jωL1 = j z L 2 = jωL2 = j z C1 = − j =−j
ωC1 2

5 5 10
VS 1 = ∠0° VS 2 = ∠ − 45° IS = ∠0°
2 2 2

1 5 5
∠0° ∠0° ∠ − 45°
10 2 2 2
I R1 = ∠0° + −
2 5 5∠26.56° 5∠26.56°
∠ − 63.43°
2

essendo:

• •
z R1 + z L1 = R1 + jωL1 = 2 + j = 5∠26.56°

• •
1 1 1 5
y R 1 + y L1 = + = − j= ∠ − 63.43°
R1 jωL1 2 2

Ancora:

5 5
I R1 = 1∠63.43° + ∠ − 26.56° − ∠ − 71.56°
10 10

155
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Trasformiamo in notazione cartesiana:

5 5
I R1 = cos(63.43°) + jsen (63.43°) + cos(−26.56°) + j sen (−26.56°) +
10 10

5 5
− cos(−71.56°) − j sen (71.56°) = 1.36 + j1.69 = 2.17∠51.2°
10 10

A questo punto possiamo calcolare la potenza attiva dissipata su R1:

PR1 = R 1 I R1 = 2 ⋅ (2.17) 2 = 9.42W


2

156
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°6.4
Il circuito in figura:

L1 L2
is ( t) v s (t ) = 10 2 cos t

vs1(t) is (t ) = 10 2 cos 2t

iC1(t) R1 = R2 =1Ω
C1 L1 = L2 = 1H
R1 R2 C1 = C2 = 1F
iC2(t)
C2

è in condizioni di regime. Determinare:

1) Le tensioni v1(t) e v2(t) ai terminali dei condensatori C1 e C2.


2) Le potenze istantanee p1(t) e p2(t) assorbite dai condensatori C1 e C2.

Per risolvere questo esercizio conviene utilizzare ancora una volta il principio di
sovrapposizione degli effetti. In questo caso però gli effetti si dovranno sovrapporre nel
dominio del tempo e non in termini di fasori, giacchè i generatori presenti nel circuito non
sono isofrequenziali.
In primo luogo determiniamo il contributo alle tensioni v1(t) e v2(t) dovuto al generatore di
tensione. A tale scopo passiviamo il generatore di corrente:

A L2 C

L1
I C(11) I C(12)
vs1(t)
C1 VC(11) C2 VC(21)
R2

R1

B D
157
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

calcoliamo i fasori associati alle forme d’onda dei generatori e sostituiamo agli elementi
circuitali le relative impedenze:


zL2
A C

z L1
I C(11) I C(12)
VS •
z C1 VC(11) • •
VC(21)
zR2 zC 2


z R1

B D

VS = 10∠0° = 10

• •
z R1 = R1 = 1Ω z R 2 = R2 = 1Ω

• •
z L1 = jω v L1 = j z L 2 = jω v L2 = j


1 •
1
z C1 = − j =−j zC 2 = − j =−j
ω v C1 ωv C2

in cui ωv è la pulsazione del generatore di tensione.


Possiamo calcolare il fasore della tensione sul condensatore C1 col partitore di tensione:


z C1 VS − j10
VC(11) = • • •
= = − j10 = 10∠ − 90° V
z R1 + z L1 + z C1 1+ j − j

e quello della corrente:

VC1 − j10
I C(11) = •
= = 10 A
z C1 −j

158
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Per determinare il fasore della tensione sul condensatore C2, realizziamo il parallelo tra le
• •
impedenze z R 2 e z C 2 :

1 1 1 1 1 •
1 1 1− j 1− j 1 j

= •
+ •
= − = 1+ j ⇒ z R 2C 2 = = = = −
z R 2C 2 zR2 zC 2 R2 j 1+ j 1+ j 1− j 2 2 2


zL2
A C

z L1
I C(11) I C(12)
VS •
z C1 VC(11) •
VC(21)
z R 2C 2


z R1

B D

e applichiamo ancora il partitore di tensione:

1 j 1 j 1 j 1 j j
•  − 10  − 10  − 10 − − 10
z R 2 C 2 VS 2 2 2 2 2 2
VC(21) = • •
= = = • 2 2 = 2 = − j10 = 10∠ − 90° V
1 j 1 j 1 j 1 j 1
z R 2C 2 + z L 2 − +j + + −
2 2 2 2 2 2 2 2 2

Per il fasore della corrente in C2:

VC(21) − j10
I C(12) = •
= = 10 A
zC 2 −j

A questo punto antitrasformiamo per ottenere le forme d’onda delle tensioni e delle
correnti sui due condensatori:

(1)  π
VC(11) = 10∠ − 90° V ⇒ vC1 (t ) = 10 2 cos t − 
 2
(1)  π
VC(21) = 10∠ − 90° V ⇒ vC 2 (t ) = 10 2 cos t − 
 2
(1)
I C(11) = 10 A ⇒ iC1 (t ) = 10 2 cos t
(1)
I C(12) = 10 A ⇒ iC 2 (t ) = 10 2 cos t

159
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Determiniamo ora il contributo alle tensioni v1(t) e v2(t) dovuto al generatore di corrente.
A tale scopo passiviamo il generatore di tensione:

L1 L2
is ( t)

C1

C2
R1 R2

is ( t)

C1
L1 R2 L2
C2
R1

e sostituiamo agli elementi circuitali le relative impedenze:

IS

I C( 22)

• z C1 VC(12 ) • • •

z L1 zR2 zC 2 VC(22 ) zL2


• I C( 21 )
z R1

160
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

I S = 10∠0° = 10

• •
z R1 = R1 = 1Ω z R 2 = R2 = 1Ω

• •
z L1 = jωi L1 = j 2 z L 2 = jωi L2 = j 2


1 j •
1 j
z C1 = − j =− zC 2 = − j =−
ωi C1 2 ωi C 2 2

Calcoliamo la corrente che fluisce nel ramo di C1 col partitore di corrente:

1
1 10 2 2 2
IS j 10 10 10
• • • 1−
y C 1 R1 I S z C 1 + z R1 2 2− j 2− j 2− j
I C( 21) = = = = = = =
• •
1 1 1 1 j4 + 2 − j 2 + j3
y C 1 R 1 + y L1 +• + 2 1
• •
j j2 + j 2( 2 − j) 2 + j4
z C 1 + z R 1 z L1 1 − 2 − j j2
2
2 2 + j4 4 + j8 4 + j8 4 + j8 7 − j 4 28 − j16 + j 56 + 32
10 = 10 = 10 = 10 = 10 =
2 − j 2 + j3 4 + j6 − j2 + 3 7 + j4 7 + j4 7 − j4 49 + 16

60 + j 40 600 + j 400 600 400 120 80


= 10 = = +j = +j = 11.09∠33.69° A
65 65 65 65 13 13

A questo punto possiamo calcolare il fasore della tensione sul condensatore C1, VC(12) :

• j  120 80  40 60
VC(12 ) = z C1 I C( 21) = − ⋅  + j = −j = 5.54∠ − 56.31° V
2  13 13  13 13

Per calcolare il fasore della tensione sul condensatore C2, VC 2 , applichiamo nuovamente il
• • •
partitore di corrente al parallelo di z R 2 , z C 2 , z L 2 .

161
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Possiamo scrivere:

2 2 2
• − IS − 10 − 10
yC2 I S j j j 2 j2 − j4 j4
I C( 22) = = = = =− 10 = 10 = 10 =
• • •
2 1 − 4 + j2 + 1 − 3 + j2 j − 3 + j2 − 2 − j3 2 + j3
y C 2 + y R2 + y L2 − +1+
j j2 j2 j2

j 4 2 − j3 12 + j8 120 80
10 = 10 = + j = 11.09∠33.69° A
2 + j3 2 − j3 4+9 13 13

da cui:

• j  120 80  40 60
VC(22) = z C 2 I C( 22) = − ⋅  + j = −j = 5.54∠ − 56.31° V
2  13 13  13 13

A questo punto antitrasformiamo per ottenere le forme d’onda delle tensioni sui due
condensatori:

⇒ vC1 (t ) = 5.54 2 cos(2t − 0.98) ⇒ vC1 (t ) = 7.83 cos(2t − 0.98)


( 2) ( 2)
VC(12 ) = 5.54∠ − 56.31° V
⇒ vC 2 (t ) = 5.54 2 cos(2t − 0.98) ⇒ vC 2 (t ) = 7.83 cos(2t − 0.98)
( 2) ( 2)
VC(22 ) = 5.54∠ − 56.31° V
⇒ iC1 (t ) = 11.09 2 cos(2t + 0.58) ⇒ iC1 (t ) = 15.68 cos(2t + 0.58)
( 2) ( 2)
I C( 21) = 11.09∠33.69° A
⇒ iC 2 (t ) = 11.09 2 cos(2t + 0.58) ⇒ iC 2 (t ) = 15.68 cos(2t + 0.58)
( 2) ( 2)
I C( 22) = 11.09∠33.69° A

Applichiamo ora il principio di sovrapposizione degli effetti per determinare gli andamenti
di v1(t), v2(t), i1(t) e i2(t) :

 π
vC1 (t ) = vC1 (t ) + vC1 (t ) = 10 2 cos t −  − 3.92 cos(2t − 0.98)
(1) ( 2)

 2
 π
vC 2 (t ) = vC 2 (t ) + vC 2 (t ) = 10 2 cos t −  + 3.92 cos(2t − 0.98)
(1) ( 2)

 2
iC1 (t ) = iC1 (t ) + iC1 (t ) = 10 2 cos t − 15.68 cos(2t + 0.58)
(1) ( 2)

iC 2 (t ) = iC 2 (t ) + iC 2 (t ) = 10 2 cos t + 15.68 cos(2t + 0.58)


(1) ( 2)

162
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Si tratta di forme d’onda periodiche tuttavia non sinusoidali in quanto costituite da due
componenti di frequenza diversa. A questo punto possiamo determinare gli andamenti
delle potenze istantanee sui condensatori andando a sostituire le relative espressioni di
tensione e corrente:
pC1 (t ) = vC1 (t ) ⋅ iC1 (t ) pC 2 (t ) = vC 2 (t ) ⋅ iC 2 (t )

163
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.5
Nel circuito in figura:

I I RL R
V = 100V
IC
ω = 314 rad/s
V • C
z L R = 20Ω
L = 60mH
C = 20µF


determinare I . Determinare inoltre z affinchè V ed I siano in fase.

Per determinare la corrente I riduciamo il circuito alla forma:


V z eq

in cui è:

1 1 1 1 ωC 1 R − jωL R − jωL
= + = − = + jωC = 2 + jωC

R + jωL j R + jω L j R + jωL R − jωL R + ω 2 L2
z eq −
ωC



1 R − jω L R  ωL 
y eq = = + jωC = 2 + j  ωC − 2 2 2 
=
R +ω L R +ω L R +ω L 
• 2 2 2 2 2
z eq 

20  314 ⋅ 0.06 
= + j  314 ⋅ 20 ⋅10 −6 −  = 0.026 − j 0.018Ω −1
2 
(20) + (314) (0.06)
2 2 2
 ( 20) 2
+ (314 ) 2
( 0.06) 

164
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

A questo punto possiamo determinare la corrente I :



I = y eq V = (0.026 − j 0.018) ⋅100 = 2.6 − j1.8 A

Disegnamo il diagramma vettoriale del circuito assumendo come vettore di riferimento


quello della corrente nel resistore I R (N.B.: il diagramma non è in scala):

VL
V = VC

IC
I

IR = IL VR

Dal diagramma possiamo osservare che la corrente I è in ritardo di un certo angolo



rispetto alla tensione V . Ciò si evince anche dal fatto che l’impedenza z eq :


1 1
z eq = •
= = 26 + j18Ω
y eq 0.026 − j 0.018

ha una reattanza positiva, quindi prevalentemente induttiva.


• •
Affinchè I e V siano in fase, l’impedenza z deve essere tale che l’impedenza z tot ,
complessivamente vista alla porta del circuito, sia costituita da sola parte reale:

• •
V z z eq

• • •
y tot = y + y eq = Gtot

165
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale


Deve essere quindi annullata la parte immaginaria dell’ammettenza y eq (suscettanza):


B = − Beq = −(−0.018) = 0.018Ω −1 ⇒ y = jB = j 0.018Ω −1

Si ha quindi:
• 1
z= = − j 55.5Ω
jB

che è una reattanza capacitiva.

166
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°6.6
Considerato il circuito:

R L C
I = 5A
R = 10Ω
XL = 5Ω
XC = -20Ω

I
determinare potenza attiva e reattiva.

Applichiamo semplicemente le formule per il calcolo della potenza attiva e reattiva:

P = RI 2 = 10 ⋅ (5) 2 = 250W
QL = X L I 2 = 5 ⋅ (5) 2 = 125VAR
QC = X C I 2 = −20 ⋅ (5) 2 = −500VAR

da cui:
P = RI 2 = 10 ⋅ (5) 2 = 250W
Q = 125 - 500 = -375VAR

In alternativa calcoliamo la potenza complessa:

N =V ⋅I*

Determiniamo il fasore della tensione ai capi dell’impedenza:


z = R + j ( X L + X C ) = 10 − j15Ω

e quindi

N = P + jQ = V ⋅ I * = z I ⋅ I * = (10 − j15) ⋅ 5 ⋅ 5 = 250 − j 375VA

da cui:
P = 250W
Q = -375VAR

167
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.7
Il circuito in figura:

R i( t)
V = 500V
R = 100Ω
C = 2µF
C L1 L1 = 0.5H
V
L2 = 0.1H
L2 f = 100Hz

si trova in regime sinusoidale. Calcolare la forma d’onda della corrente i(t).

Sostituiamo i diversi componenti presenti nel circuito con le relative impedenze:


zR
Ip I



V zC z L1


zL2
• • •
zR = R z L1 = jωL1 = ωL1∠90° z L 2 = jωL2 = ωL2 ∠90°


1 1
zC = − j = ∠ − 90°
ωC ωC
• 1 •
Riduciamo il circuito realizzando il parallelo delle impedenze z C = − j e z L1 = jωL1 .
ωC

168
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Si ha:
1 1 1 1 ωC 1 − ω 2 L1C
= + = − =
jωL1 jωL1
• • •
zp z L1 zC j
da cui:

• ωL1
zp = j
1 − ω 2 L1C
Il circuito diventa allora:

zR
Ip


V zp


zL2

Con la LKT possiamo calcolare la corrente I p :

V
Ip = • • •
zR + zL2 + z p

A questo punto, tornando al circuito di partenza e applicando il partitore di corrente,


possiamo scrivere:
1
• •
y L1 z L1 V
I= Ip = ⋅
• •
1 1 • • •
y L1 + yC •
+ •
zR + zL2 + z p
z L1 zC
Si ha allora:
1
• • •
z L1 V zC V zC V
I= • •
⋅ • • •
= • •
⋅ • • •
= • •
⋅ • • •
z C + z L1 z R + z L 2 + z p z L1 + zC z R + z L 2 + z p z L1 + zC z R + z L 2 + z p
• •
z L1 z C

169
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

e sostituendo le espressioni delle impedenze:

• • •
zR = R z L1 = jωL1 = ωL1∠90° z L 2 = jωL2 = ωL2 ∠90°


1 1 • ωL1
zC = − j = ∠ − 90° zp = j
ωC ωC 1 − ω 2 L1C

si ha:
1

−j
zC V ωC V
I= ⋅ = ⋅
• • • •
z L1 + z C z R + z L 2 + z p

1 ωL1
jωL1 − j R + jωL2 + j
ωC 1 − ω 2 L1C


1
−j
ωC ⋅ V 1 V
I= = ⋅
ω L1C − 1
2
ωL2 − ω L1 L2 C + ωL1 1 − ω L1C
3 2
ωL2 − ω 3 L1 L2 C + ωL1
j R+ j R+ j
ωC 1 − ω 2 L1C 1 − ω 2 L1C

V
I=
R (1 − ω L1C ) + j (ωL2 − ω 3 L1 L2 C + ωL1 )
2

500
I=
100[1 − (2π ⋅100) 0.5 ⋅ 2 ⋅10 ] + j[(2π ⋅100) ⋅ 0.1 − (2π ⋅100) 3 ⋅ 0.5 ⋅ 0.1 ⋅ 2 ⋅10 −6 + (2π ⋅100) ⋅ 0.5]
2 −6

I = 0.24 − j1.38A = 1.4∠ − 80.13°

A questo punto antitrasformiamo:

i (t ) = 1.4 ⋅ 2 cos(2πft − 1.4)

e in definitiva:

i (t ) = 2 cos(200πt − 1.4)

170
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizio n°6.8
Nel circuito in figura:


zL
I
IU

• •
Vg z V z L = 0.2 + j 0.3Ω


l’impedenza z L rappresenta l’impedenza longitudinale equivalente di una linea bifiliare
alimentata ad un estremo da un generatore di tensione Vg , di frequenza f = 50Hz. Il

carico è costituito da una impedenza z , che assorbe, alla tensione V = 210V, la potenza
P = 8kW con un cosϕ = 0.6 in ritardo. Determinare:

1) Il valore di Vg
2) Il valore della capacità C necessario a rifasare il carico con un cosϕ = 0.9 (rit.)
3) Il valore di V e quello della potenza attiva alla sezione a dopo il rifasamento.

Per la LKT possiamo scrivere:

• •
V g = V L + V = z L I + zI

Il modulo di I lo ricaviamo dalla formula della potenza attiva:

P 8000
P = VI cos ϕ ⇒ I= = = 63.5 A
V cos ϕ 210 ⋅ 0.6

inoltre:
ϕ = arccos(0.6) = 53.13°

171
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

è l’angolo di sfasamento tra il fasore della tensione e quello della corrente. Assumendo la
tensione V come fasore di riferimento per gli angoli e tenendo conto che si tratta di un
cosϕ in ritardo, possiamo scrivere:

I = I∠ − ϕ = 63.5∠ − 53.13°A


A questo punto l’impedenza z è data da:


V V∠0° V
z= = = ∠53.13° = 3.30∠53.13° = 1.98 + j 2.64Ω
I I∠ − 53.13° I

Possiamo determinare Vg :

V g =  z L + z  I = (0.2 + j 0.3 + 1.98 + j 2.64 )I = (2.18 + j 2.94 )I =


• •

 

= 3.66∠53.44° ⋅ I = (3.66∠53.44°) ⋅ (63.5∠ − 53.13°) ≈ 232.41∠0°

Disegnamo il diagramma vettoriale:

V
ϕ

Bisogna effettuare un rifasamento in modo che l’angolo di sfasamento tra V ed I si


riduca al valore:

ϕ / = arccos(0.9) = 25.84°

A tale scopo dobbiamo drenare un’opportuna corrente capacitiva dalla linea, come mostra
il seguente diagramma vettoriale:

172
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica


zL
I IC
IC IU
V

Vg C z ϕ/
V ϕ
I

IU


Valutiamo l’impedenza z tot , parallelo della reattanza capacitiva con la preesistente

impedenza z = R + jX = 1.98 + j 2.64Ω :

1 1 1 1 1 1 R − jX R − jX
= + = + jωC = + jωC = + jωC = 2 + jωC =
• •
j •
R + jX R + jX R − jX R +X2
z tot z − z
ωC

R X R  X 
= −j 2 + jωC = 2 + j  ωC − 2 2 
R +X
2 2
R +X 2
R +X 2
 R +X 

da cui:

R  X 
− j  ωC − 2 2 

1 R +X 2 2
 R +X 
z tot = =
  
2 2
R X R   X 
+ j  ω C −    + ω C − 
R2 + X 2  R2 + X 2   R2 + X 2   R2 + X 2 

e imponiamo che sia:

X
− ωC
ϕ / = arctan R + X
2 2

R
R +X2
2

173
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

X X − ωC ( R 2 + X 2 )
− ωC
X − ωC ( R 2 + X 2 )
tan ϕ / = R + X R2 + X 2
2 2
= =
R R R
R +X
2 2
R +X
2 2

R tan ϕ / = X − ωC ( R 2 + X 2 )

ωC ( R 2 + X 2 ) = X − R tan ϕ /

In definitiva:

X − R tan ϕ / 2.64 − 1.98 ⋅ tan(25.84)


C= = = 4.92 ⋅10 − 4 F
ω ( R + X ) 314 ⋅ [(1.98) + (2.64) ]
2 2 2 2

è il valore della capacità cercato.


In alternativa, lo stesso valore di capacità può essere ricavato in termini di potenze attiva e
reattiva. A tale scopo scriviamo l’espressione della potenza reattiva prima e dopo
l’inserimento del condensatore:

Q = P tan ϕ Q / = Q + QC = P tan ϕ /

in cui è:
2
 V  V2
QC = X C I = X C 
2
C
 = = −ωCV 2
 XC  XC

Sostituiamo questa espressione della potenza reattiva nella precedente equazione:

QC = Q / − Q = P tan ϕ / − P tan ϕ

− ωCV 2 = P tan ϕ / − P tan ϕ

da cui possiamo ricavare il valore della capacità:

174
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

P tan ϕ − P tan ϕ / P tan(arccos(ϕ )) − P tan(arccos(ϕ / ))


C= = = 4.92 ⋅10 − 4 F
ωV 2
ωV 2

Calcoliamo ora il nuovo valore della tensione V .


Per la LKT possiamo scrivere:

V g = z L I + V = z L y tot V + V =  z L y tot + 1V


• • • • •

 

da cui:

Vg
V = = 218.54∠ − 2°
 z• L y• + 1
 
 
tot

in cui è:


R  X 
y tot = + j  ωC − 2 2 
= 0.182 − j 0.088Ω −1
R +X
2 2
 R +X 

La corrente è invece data da:


I = y tot V = 44.18∠ − 27.80° A

Infine la potenza attiva:

P = VI cos ϕ / = 218.54 ⋅ 44.18 ⋅ 0.9 = 8690W

175
Capitolo 6 – Esercizi sul regime sinusoidale

Esercizio n°6.9
Il circuito in figura

XM
R I1 I2

V = 100V
R = 10Ω
XC = -20Ω
X1 X2 C
X1 = 50Ω V
X2= 25Ω
XM = 10Ω

è in regime sinusoidale. Calcolare il fasore della corrente I 2 .

La relazione di lato dell’induttore biporta è data da:

V1 = jωL1 I 1 + jωMI 2 V1 = jX 1 I 1 + jX M I 2


 ⇒
V2 = jωMI 1 + jωL2 I 2 V2 = jX M I 1 + jX 2 I 2

Applichiamo la LKT a ciascuna maglia:

V = RI 1 + V1

V2 + VC = 0

e sostituiamo le relazioni di lato:

V = RI 1 + jX 1 I 1 + jX M I 2

 jX M I 1 + jX 2 I 2 + jX C I 2 = 0

176
Acciani, Fornarelli , Brunetti – Esercizi svolti di Elettrotecnica

A questo punto siamo in grado di calcolare il fasore I 2 .

( R + jX 1 ) I 1 + jX M I 2 = V

 jX M I 1 + j ( X 2 + X C ) I 2 = 0

(10 + j 50) I 1 + j10 I 2 = 100



 j10 I 1 + j 5I 2 = 0

(10 + j 50) I 1 + j10 I 2 = 100



 1
I1 = − I 2
 2

 1
− (10 + j 50) 2 I 2 + j10 I 2 = 100

I = − 1 I
 1 2
2

− 5I 2 − j15I 2 = 100

 1
I1 = − I 2
 2

In definitiva:

 100
I 2 = − = −2 + j 6 = 6.32∠ − 71.56°
 5 + j15
 I = 1 − j 3 = 3.16∠ − 71.56°
 1

177

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