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Saggi e studi
Tomaso Vialardi di Sandigliano 3 Dama di voluttà, spia al servizio del Re Sole, grande collezionista:
Jeanne Baptiste Scaglia di Verrua d’Albert de Luynes
Pietro-Daniel Omodeo 31 Una poesia copernicana nella Torino di Emanuele Filiberto
Giulia Baselica 41 Viaggio a San Pietroburgo e Mosca, nel 1839, del professor
Baruffi monregalese
Alberto Stefano Massaia 57 Tre episodi urbanistici a Torino fra Ottocento e Novecento
Note
Marco Piccat 81 Il libro del Cavaliere Errante: l’edizione
Cesare Greppi 91 Federico Della Valle e la cometa
Fabio Prevignano 95 La guerra negli scrittori monferrini da Tarchetti a Umberto Eco
Luca Pier Giorgio Isella 103 Torino 12 maggio 1640, l’eccidio taciuto
Aldo A. Mola 133 Vittorio Emanuele III nell’ottobre 1922
Arabella Cifani- 141 Nuovi documenti e nuove scoperte per il pittore Carlo Leopoldo
Franco Monetti Grevenbroeck (1715 circa - 1758/59)
Walter Canavesio 155 Luigi Barne (1798-1837). Un quadro da Roma a Dogliani
Ritratti e ricordi
Franco Loi 165 Bianca Dorato la fiaba della montagna
Mario Chiesa 169 Il cinghiale e l’allodola. Angoscia e gioia nella poesia di Bianca
Dorato
Documenti e inediti
Carlo A. M. Burdet 181 1779-1796: a Torino, Dom Rodrigo de Souza Coutinho,
portoghese, futuro Conte di Linhares e ministro di stato
Rassegne
Stefano Baldi 199 Musica nel tempo a Vercelli e a Casale. Aggiornamenti
bibliografici
Notiziario bibliografico:
recensioni e segnalazioni 211
Piero Cazzola, sessant’anni intorno al pianeta Russia (L. Tamburini) - Materiali per i Musei. Standard Museali; Management
culturale e formazione: bilanci e prospettive (L. Palmucci Quaglino) - A. Nicola, Poesie (S.M. Gilardino) - “..come l’uom
s’etterna”. Studi per Riccardo Massano (P. Cazzola) - G. De Conti, Viaggio d’Italia. Un manoscritto del Settecento (P.
Cazzola) - A.G. Cagna, Alpinisti ciabattoni (P. Cazzola) - A.G. Cagna-G. Faldella, Un incontro scapigliato. Carteggio
1876-1927 (F. Mereta) - L. Tamburini, Edmondo De Amicis. Metamorfosi di un borghese (G. Bergami) - C. Gavinelli,
Edmondo De Amicis a Pinerolo e la corrispondenza epistolare con Lidia Poet (L. Tamburini) - B. Allason, Vecchie ville
vecchi cuori (I. Ricci Massabò) - G. Santagostino, Primo Levi. Metamorfosi letterarie del corpo (P. Cazzola) - V. Galante
Garrone, Dopo il fiore (B. Quaranta) - B. Dorato, I lenti giorni. Poesie 1984-2006 (S.M. Gilardino) - G. de Liguori,
Scherzi della memoria. Mappa di un itinerario non turistico tra politica e cultura (G. Bergami) - F. Bungaro-V. Jacomuzzi,
Lei non sa chi è mio fratello! Da Alighieri a Hitler, storie di sorelle e fratelli (P. Cazzola) - B. Armand-Hugon Natali,
Ricordi rubati. Ricordi di donne tra l’800 e il ‘900 (F. De Caria) - V. Blengino, Ommi! L’America. Ricordi d’Argentina
nel baule di un emigrante (A. Malerba) - E. Chicco Vitzizzai, Dio ride. Un pomeriggio nella vita di Daniel Avigdor (P.
Cazzola) - P.L. Berbotto, Scende la sera nel giardino antico (P.M. Prosio) - L. De Luca, Scrittoio (P. Cazzola) - G.
Baldissone, Cartoline (P. Lazzarini) - S. Satragni Petruzzi, In punta di penna. In punta di forchetta. Racconti e bozzetti
(L. Tamburini) - L’affermarsi della corte sabauda. Dinastie, poteri, élites in Piemonte e Savoia fra tardo medioevo e pri-
Saggi e studi
ma età moderna (F. Quaccia) - Per una storia della Compagnia di San Paolo (1563-1853); L’Archivio Storico della Compagnia
di San Paolo (R. Roccia) - Dizionario biografico dell’Armata Sarda: seimila biografie (1798-1821), con la storia dell’Ordine
Militare di Savoia e l’elenco dei primi decorati (G. Mola di Nomaglio) - C.M. Fiorentino, La corte dei Savoia (1849-1900)
(R. Roccia) - C.A. Burdet, Carlo Antonio Napione (1756-1814) (G. Mola di Nomaglio) - D. Taverna, Anna di Cipro (F.
De Caria) - Parabola di una rivoluzione. Giovanni Maria Angioy tra Sardegna e Piemonte (A. Scordo) - E. Beraudo di
Pralormo, Il mestiere delle armi. Diari 1939-1950 (E. Stumpo) - Cento anni in uniforme (L. Tamburini) - A. Zussini,
Franco Invrea. Un “Patrizio Genovese” nella Torino giolittiana (R. Roccia) - Storia di Bra dalle origini alla Rivoluzione
francese (R. Roccia) - 2° Miscellanea di studi storici sulle Valli di Lanzo (P. Cazzola) - Frola. Storia di una grande fami-
glia, tra Torino e Montanaro (C.A. Burdet) - A. Del Noce, Modernità. Interpretazione transpolitica della storia contem-
poranea (P. Cazzola) - 1895-1907. Politiche della municipalizzazione (D. Marucco) - G. Fanello Marcucci, Giuseppe Pella.
Un liberista cristiano (C. Bermond) - M. Scavino, Il socialismo nell’Italia liberale. Idee, percorsi, protagonisti (G. Bergami)
- W. Jervis-L. Jervis Rochat-G. Agosti, Un filo tenace. Lettere e memorie 1944-1969 (G. Bergami) - G. Quazza. L’archivio
e la biblioteca come autobiografia (G. Bergami) - M.V. Cattaneo-N. Ostorero, L’Archivio della Compagnia di Sant’Anna
dei Luganesi in Torino (L. Palmucci Quaglino) - P. Bossi-S. Langé-F. Repishti, Ingegneri ducali e camerali nel Ducato e
nello Stato di Milano (1450-1706) (G. Pacciarotti) - La millenaria Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese; Il ciclo
gotico di Villa Castelnuovo; La facciata delle meridiane del castello di Masino; La Rocca e la chiesa di Santa Croce a
Sparone; La torre campanaria dell’Abbazia di Fruttuaria (L. Palmucci Quaglino) - Uno spazio storico. Committenze, isti-
tituzioni e luoghi nel Piemonte meridionale (F. Quaccia) - Itinerari torinesi. Guide della città fra Sette e Novecento (E.
Gianasso) - Storie di fili di seta, ovvero non tutti i bruchi diventano farfalle (A. Malerba) - Le stagioni di Tabusso (L.
Tamburini) - A. Audoli, Bruno Martinazzi, sculture (F. De Caria) - I. Mulatero, Pino Mantovani. La pittura (F. De Caria)
- M. Paglieri, Venticinque anni d’arte, 1982-2007 (F. De Caria) - G. Soffiantino-D. Voltolini, Torino fatta ad arte (F. De
Caria) - E. Ciferri, Serafina Brunelli. Vita, visioni e profezie della mistica di Montone (D. Bolognini) - Giulia Colbert di
Barolo Madre dei Poveri (G.G. Massara) - G. Chiosso, Carità educatrice e istruzione in Piemonte. Aristocratici filantro-
pi e preti di fronte all’educazione del popolo nel primo ‘800 (P. Cazzola) - Paggi e Bemporad editori per la scuola (F. Pozzo)
- P. Silvetti-P. Antoniotti-P. Aragno, Quel piccolo mondo antico. Giochi e giocattoli di una volta a Settimo Torinese (P.
Vagliani) - Donati plays Donati; Massimo Nosetti al nuovo organo Fratelli Ruffatti della Chiesa del Santo Volto-Torino
(A. Piovano) - R. Cognazzo, Il bis più lungo della storia e altre sbirciatine musicali (P. Cazzola) - Piemonte-Provenza.
Omaggio alla donna nei canti popolari (L. Tamburini) - F. Castelli-E. Jona-A. Lovatto, Senti le rane che cantano. Canzoni
e vissuti popolari della risaia (P. Cazzola) - L. Tamburini, Novecento anni a Villarbasse (G. Pennaroli) - G. Fassino-F.
Zampicinini, Castelnuovo Don Bosco. L’archivio: memoria della comunità (G. Mola di Nomaglio) - C. Ghiraldello,
Ricerche d’arte: nuovi percorsi (G. Mola di Nomaglio) - A. Cremonte Pastorello di Cornour, L’Oro Bianco e il suo miste-
ro. Divagazioni sull’arte della ceramica in Torino, Vische e Vinovo (G. Pennaroli) - P. Raviola, Lacrime e sorrisi. Quarant’anni
di Palio e storia astigiana (F. De Caria) - N.T. Ballario, Turneruma ëncù ën Piemunt? (Torneremo ancora in Piemonte?).
Dieci racconti sulla ritirata di Russia (R. Menicoff) - Tra ij Brich e ‘l Po’. La cucina di un’epoca (S. Satragni Petruzzi) -
A.M. Berta, Orco. Un fiume tra scienza e storia (F. Quaccia) - Segnalazioni (a cura di A. Malerba).
3
per la lor casa di Bruges erano spediti al fondaco di panni in Renaissance Florence, “American Jour-
nal of Sociology”, vol. 111 (2006), pp.
Firenze, per la via di Parigi, Marsiglia, Nizza, Pisa » 8. 1463 sgg.
Cacciata più volte da Firenze, la diaspora della « Familia 7
BNCFi, Il Libro de’ mali debito-
Alberta » contraddistinse il suo apolidismo 9. Nonostante il ri di Caroccio di Lapo degli Alberti e
decreto di rientro del 1428 10, molti rami preferirono raffor- dei figli Jacopo, Bartolomeo e Tommaso,
zarsi nelle città dove avevano annodato reti commerciali e 1346-51.
relazioni politiche indipendenti. Così fecero Tommaso Alberti, 8
C. CANTÙ, Storia degli italiani, vol.
4, Napoli 1857, p. 656 e R. DE ROOVER,
che visse presso Avignone e suo figlio Luigi che abitò e morì The Story of the Alberti Company of
a Pont-Saint-Esprit (Gard). Tommaso alias Thomas d’Albert, Florence, 1302-1348, as revealed in its
figlio di Luigi, sposò per primo una Francese, acquistò la Account Books, “Business History Re-
Signoria di Boussargues, il baliato del Valentinois e negli ulti- view”, 32, 1958, pp. 14 sgg. L’« azien-
da » di Tommaso di Carroccio degli
mi anni di vita terre a Luynes (Aix-en-Provence). Sulla sua Alberti « e suoi parenti » contava nel
tomba a Bagnol (Gard) comparve un nuovo stemma, « d’a- 1348 banchi in Avignone, Bruxelles,
zur, à quatre chaînes d’argent posées en sautoir, mouvantes Parigi, Siena, Perugia, Roma, Napoli,
d’un annelet d’argent en abîme et aboutissant dans les angles Barletta, Costantinopoli e Venezia.
9
du quartier (Alberti), sur le tout d’or, au lion de gueules, S. FOSTER BAXENDALE, Exile in
Practice: The Alberti Family In and
armé, lampassé et couronné d’azur (d’Albert)». Out of Florence, 1401-1428, “Renais-
Con Charles d’Albert, «favori du roi Louis XIII, Grand sance Quarterly”, 44/4 (1991), pp. 720
Fauconnier de France, Connétable de France, Garde des sgg.
Sceaux de France, Gouverneur d’Amboise, Normandie, 10
AGA, Revoca del bando degli Al-
Picardie et Ile-de-France », una Luynes nuova 11 fu eretta berti (Firenze 1428) e AALM, Lettera
di ringraziamento alla Signoria per la
Duché-Pairie (1619) in pagamento dell’uccisione del maré- revoca del bando (Venezia 1429).
chal d’Ancre Concino Concini 12 (1617), favorito della Reggente 11
Non le terre di Luynes vicino ad
Maria de’ Medici. Molti dei suoi beni passarono nelle ric- Aix-en-Provence acquistate da Thomas
chezze di Charles d’Albert. Il suo matrimonio con made- d’Albert ma un insieme fondiario nuo-
moiselle de Montbazon, la bellissima Marie-Aimée de Rohan, vo tra Tours e Cinq-Mars costituito «à
partir du Comté de Maillé et de ses
portò gli Alberti-d’Albert all’apogeo che si effigiò in un nuo- dépendances», cui Charles d’Albert
vo imponente stemma, abbandonando le « quatre chaînes diede il nome di Luynes. MANUMED,
d’argent » degli Alberti. Di Charles d’Albert, che la lasciò Catalogue descriptif et raisonné des
vedova a 21 anni, Marie-Aimée de Rohan, poi duchessa manuscrits de la Bibliothèque de Car-
pentras, Preuves de noblesse pour M.
Chevreuse 13 per il matrimonio con Claude de Lorraine-Guise, de Luynes 21 novembre 1618, t. II, f.
fu l’allieva perfetta. L’arte della politica sfrontata, mix di con- 129-235.
giure e coraggio che fu il motore delle fortune degli Alberti- 12
La moglie Leonora Dori dite Ga-
d’Albert, fece di lei l’istigatrice delle cospirazioni più temi- ligaï, sorella di latte e dame d’atours
bili ordite in Francia con i suoi molteplici amanti tra il 1623 della Reggente, fu condannata due me-
si dopo per stregoneria «à avoir la tête
ed il 1670, fatto che non le impedì di morire di vecchiaia tranchée, et à être brûlée après sa
tranquilla a 79 anni 14. mort». J. GARINET, Histoire de la Magie
Sorellastra di Marie-Aimée fu Anne 15 che ebbe padrino en France, depuis le commencement de
di battesimo il nipote Louis Charles, figlio di Charles d’Albert la monarchie, Paris 1818, pp. 199 sgg.
13
e ne divenne seconda moglie nel 1661 in una sequenza paren- Titolo che trasmise al nipote
Charles Honoré d’Albert, fratello di
tale (zia-figlioccia-sposa) che solo l’illuminazione dello Spirito Jeanne Baptiste.
Santo seppe dirimere con dispensa speciale. Intrisa di Corte 14
Cfr. l’epitaffio che dettò per la
di Versailles e parenti di difficile collocazione, Jeanne Baptiste sua tomba, ripreso pressoché identi-
nacque al n° 33 di rue Saint-Dominique, nell’imponente palaz- co da Jeanne Baptiste di Verrua. V.
zo progettato nel 1650 per la duchessa Chevreuse dal « sieur COUSIN, Madame de Chevreuse, Paris
1862, p. 329.
le Muet, Architecte du Roy». 15
Hercule de Rohan de Montbazon
Bella come tutte le Rohan, matura per i suoi 13 anni, al ebbe 2 mogli: Madeleine de Lenon-
ballo della primavera 1683 a Versailles « où elle venait de court e Marie de Bretagne-Vertus, con-
débuter avec éclat », molti furono gli occhi per la giovane siderata la donna più bella del suo tem-
d’Albert, in particolare quelli di un Piemontese dalla figura po. Dalla prima ebbe Marie Aimée
nata nel 1604 e dalla seconda Anne
svelta accompagnato da uno zio abate, ambasciatore di Savoia nata nel 1644.
a Parigi dal 1678 al 1680. Era «Manfroy Jérôme Ignace Scaglia,
comte de Verrue», colonnello dei Dragons Blues 16, uno dei
4
« grands noms du royaume de Savoie, l’un des plus beaux 16
Dragoni di Sua Altezza Reale,
capitolazione del 26 gennaio 1683.
cavaliers de ce temps-là. Sa fortune était considérable. Sa 17
mère [Marie Angélique de Disimieu 17, ultima erede del ramo In prime nozze (17 settembre
1654) aveva sposato il marchese d’Aix,
primogenito dei conti Disimieu] avait la charge de dame Maurice de la Chambre de Seyssel
d’honneur auprès de la duchesse de Savoie. Il avait du cré- (†1660). In seconde nozze (26 febbraio
dit, devant lui un avenir aussi assuré que brillant». Che impor- 1664) «Alexandre-Girard Scaglia, com-
te de Verrue, marquis de Caluse, gen-
tava se «le comte avait l’esprit un peu épais» di fronte alle tilhomme ordinaire et premier écuyer
« manières du meilleur ton» e ad un «caractère doux et faci- du duc de Savoie [†1673] ». “Bulletin
le à vivre» infiocchettato in molti soldi? d’archéologie et de statistique de la
Emersi dal Biellese con una fitta rete parentale locale, tra- Drôme”, vol. 89, n. 398, Valence 1975,
p. 371. Gli archivi piemontesi ripor-
lasciando le marzianerie del Guasco che attribuisce loro ori- tano “Disimieux” mentre quelli fran-
gini manfredinghe ed il minimalismo del Cibrario che liqui- cesi preferiscono “Disimieu”.
da la famiglia in poche righe, l’ascesa degli Scaglia 18 verso la 18
D. CARUTTI, All’Onorevole Signor
Corte di Torino iniziò nel 1534 (fratelli Stefano e Gherardo, Marchese V. E. D’Azeglio Inviato Straor-
ciambellano e scudiere del duca Carlo III) con l’acquisto del dinario e Ministro Plenipotenziario di
S. M. il Re d’Italia presso la Corte Bri-
feudo di Verrua (1534) dai figli di Anna Lascaris 19, vedova tannica, “Miscellanea di storia italia-
del “gran Bastardo di Savoia” Renato di Villars e la costru- na”, t. 1, Torino MDCCCLXII, pp.
zione di un palazzo al Piazzo di Biella. Già nel 1459 Stefano 326 sgg.
Scaglia aveva comprato il feudo di Gaglianico dagli eredi di 19
Per i feudi di Verrua e Gaglianico,
Bono della Spina. Con l’abate Filiberto Amedeo, ambascia- ASTo, Paesi, Asti, m. 23, 18 ed ibidem,
Biella, m. 3, 19.
tore e ministro di Casa Savoia, la famiglia acquistò nel 1617 20
«Lucri conseguiti nel 1672 come
dal «magnifico consigliere et tesoriero generale messer Antonio corsaro-pirata dal piemontese conte
Solaro» casa a Torino, Contrada degli Stampatori, che diven- Scaglia di Verrua [Giacinto, conte di
ne Palazzo Scaglia di Verrua con le trasformazioni dell’ar- Ozàs, fratello di Augusto Filiberto e
chitetto biellese Garabello. La politica del “clan” Scaglia, per- di Alessandro Gerardo] per nulla rin-
negato dalla propria famiglia». L. BUL-
ché tale fu, si mosse parallela a quella della Corte sabauda FERETTI, L’oro, la terra e la società, “Ar-
dove non è evidente distinguere la devozione a Casa Savoia chivio Storico Lombardo”, serie 8, vol.
da quella famigliare, tutte e due tese al medesimo scopo. 4, dic. 1953, p. 28.
Carlo Emanuele cercò di allargare un territorio stretto tra 21
Non nuovo ad «avoir eu du sang
Stati potenti, gli Scaglia cercarono di consolidare il proprio de Savoie »: nel 1599 aveva ucciso in
duello un bastardo di Carlo Emanuele
dominio stretto tra famiglie emergenti che, come loro, ave- I, l’arrogante Filippino di Savoia, per
vano tratto potere dallo spostamento della capitale a Torino l’onore di una dama casalese di cui
(1563), gareggiando nell’acquisto dei simboli della egemonia sono note solo le iniziali del cognome:
territoriale (feudi) e cittadina (palazzi). C. de V. Il fatto è storicamente accer-
tato, ma la città della dama e le iniziali
Sotto Carlo Emanuele, gli Scaglia crebbero esponenzial- del suo cognome sono in B. PATONO
mente: ampie proprietà tra Savoia e Monferrato per un tota- DI MEIRANO, Don Philippin de Savoie
le di 35 feudi, denaro, potere politico, relazioni internazio- et Créqui prince de Foix, anecdote histo-
nali personali forti (Francia, Spagna, Inghilterra, Fiandre), rique du seizième siècle, Berlin 1805,
in cui l’autore riporta particolari auto-
marchesi di Caluso, collari dell’Annunziata, commende eccle- biografici importanti. Patono, ufficia-
siali di altissimo reddito (Staffarda, San Giusto di Susa, San le casalese tra gli Officiers « de la Loge
Pietro di Muleggio, Mandanici) e persino lettere di corsa 20. St Jean de la Candeur, à l’Orient de
Casal », transfuga a Berlino dopo il
La morte quasi contemporanea dei 3 cardini di questo robu- duello con Xavier de Maistre (1790),
sto esempio di capitalismo feudale piemontese capace di dif- morì al servizio di Russia nel 1830. T.
ferenziare anche all’estero gli investimenti, Augusto Manfredo VIALARDI DI SANDIGLIANO, Contributi
(1637) avvelenato con Vittorio Amedeo I da Charles de per una storia della Massoneria in Pie-
monte: All’Oriente dei Reggimenti pie-
Créqui 21, Maurizio Francesco (1640) ed il colto mecenate e montesi, “Studi Piemontesi”, vol. XXX,
bon vivant abate Cesare Alessandro (1641), adombrarono Savigliano 2001, p. 156, Appendice.
avvisaglie di tramonto. La guerra civile, l’instabilità politica
nelle alleanze ducali con le conseguenti pesanti ingerenze
militari straniere, la salita al trono di Vittorio Amedeo II ed
il suo matrimonio con Anna d’Orléans segnarono l’inizio del-
la discesa. Si fece pressante la necessità di trovare un’affer-
mazione sociale tale da restituire loro la preminenza sopra
5
« the poisonous world of court factionalism» 22 . Il consiglio 22
T. OSBORNE, The Scaglia di Verrua:
aristocratic power at the court of Savoy
del clan, ridotto di fatto all’abate Augusto Filiberto vero during the early seventeenth century,
padrone del Palazzo 23 ed alla bi-vedova cognata Disimieu, “Studi Piemontesi”, vol. XXVIII, Sa-
poco contando i rami secondogeniti, decise di riannodare i vigliano 1999, p. 378.
rapporti con la Francia. 23
P. A. ARNALDO, Il Giardin del Pie-
Louis Charles de Luynes era in mezzo ad uno dei suoi monte hoggi vivente nell’anno 1673
aperto all’Altezza Reale del Duca di
momenti economici meno fortunati, su 9 figli 6 femmine (6 Savoia, e Re di Cipro Carlo Emanuele
doti!) e quando l’abate Scaglia chiese la mano di Jeanne II il Grande, il Forte, l’Intrepido, Torino
Baptiste per il nipote, «la médiocrité de la fortune obligea le 1673.
père de s’en défaire comme il put » 24 . Arrivata l’autorizza- 24
R. DE FROULAY DE TESSÉ, Mémoi-
zione ducale, le nozze furono celebrate il 25 agosto 25. Gli res et lettres du maréchal de Tessé, t. I,
Paris 1806, pp. 78 sgg.
sposi lasciarono Parigi a metà settembre ed il 5 ottobre 26 un 25
BN, pSS, Baptistaire avec men-
tiro a sei con imperiale stracolmo passò il controllo di Porta tions de mariages, ms. fr. 32945.
Susina, entrò nell’isola di Sant’Alessio, scese per via Doragrossa 26
« Hier, le comte de Verrue arri-
e svoltò nella Contrada degli Stampatori per fermarsi davan- va ici de France avec sa femme, fille
ti a Palazzo Verrua. du duc de Luynes», “Gazette de Fran-
ce”, 6 ottobre 1683.
27
C. DE RIS, La comtesse de Verrue,
Torino, 1684-1700 1670-1736, “Bulletin du bibliophile”,
seizième série, Paris 1863, pp. 589 sgg.
Jeanne Baptiste fu presentata al duca di Savoia in visita
privata al castello di Moncalieri a fine ottobre ed ufficial-
mente a Palazzo Reale in dicembre. Innamoratissima del mari-
to, forse l’unico uomo che amò veramente, si curò poco del-
l’effetto che il suo nome, la sua bellezza ancora aspra, il carat-
tere spigliato fecero su una Corte piccola e lontana dall’ele-
ganza, galanteria e raffinatezza di Versailles. Di Vittorio
Amedeo non sapeva che pensare, come la maggioranza degli
stranieri di passaggio a Torino (Chappuzeau, Misson). Così
lo tratteggia Clement de Ris 27:
«C’étoit un singulier souverain que Victor-Amédée. Politique
sans principes et sans scrupules, mais plein de souplesse et ayant
toujours une trahison au service de ses intérêts; capitaine de pre-
mier ordre sur un petit théâtre, tacticien d’inspiration et d’expé-
rience, soldat d’un courage aussi ferme que brillant, forcé par sa
position géographique de ménager la France, qu’il détestoit, et d’at-
taquer l’Autriche, vers laquelle le portoient ses sympathies; caractè-
re dur, soupçonneux, renfermé, haïssant personnellement Louis
XIV, et comme tous les petits princes de son temps, cherchant à
l’imiter dans l’éclat de ses adultères; il n’eut jamais qu’un but, la
grandeur de la maison de Savoie et l’élévation de son pays au rang
de puissance royale. Pour atteindre ce but, il n’hésita devant rien.
Sa vie politique est une suite de volte-faces les plus soudaines. Le
succès lui a donné gain de cause».
Parigi, 1700-1736
Molti dettagli della fuga sono riportati da Gaston de Léris,
desunti dal lungo dispaccio dell’8 novembre da Fontainebleau
dell’ambasciatore di Savoia Vernone, che ebbe notizia del-
l’arrivo della favorita da Dangeau e la conferma direttamen-
te dal chevalier de Luynes. Vittorio Amedeo rispose imme-
diatamente con una lettera privata per Jeanne Baptiste ed
istruzioni precise a San Tommaso per Vernone: « insistent
pour que les lettres du duc soient remises en main propre à
Mme de Verrue, qu’elles lui soient portées par un écuyer fidè-
le ». Vernone scoprì che la Verrua, da Dampierre, era stata
confinata il 5 novembre nel convento delle Domenicane a
Poissy, in attesa di trovarne uno a Parigi. Riuscì a far conse-
gnare in segreto la lettera «en main propre» della favorita e
ne diede immediata notizia al duca. A dicembre la scelta di
Charles Honoré d’Albert cadde sul convento «des filles du
Saint-Sacrement, au Marais» e per Jeanne Baptiste fu la dispe-
razione, perché intuì il rischio di una clausura perpetua.
Ancora una volta giocò la trappola del suo fascino ed il navi-
gato e di lunga esperienza Vernone ci cascò a piedi giunti,
spinto anche da Tessé che era diventato un visitatore assiduo
del convento. Nel dispaccio del 13 dicembre, oltre a ripor-
tare i «débats qu’amena cette résolution», Vernone espres-
se al duca con toni allarmati l’ansia per la salute della favo-
rita. Vittorio Amedeo le fu di nuovo vicino con doni e lette-
re, facendo contemporaneamente pressione su Versailles attra-
verso lo stesso Tessé.
Nella lunga lettera a Vernone scritta dal convento ed in
una più breve a San Tommaso scritta ancora da Dampierre,
17
ufficiale e penitente la prima, più intima la seconda, Jeanne 72
BRUNET, cit., pp. 437-38. Delle
lettere della Palatina, scritte in tede-
Baptiste si impegnava a saldare i qualche debiti lasciati in sco, scurrili e brutali nei commenti,
Piemonte ed a restituire al duca i gioielli che le aveva rega- esistono molte versioni tutte edulco-
lato, ma senza menzionare le medaglie d’oro che Torino la rate. Un’edizione anonima uscita a
accusava di aver rubato a Vittorio Amedeo. L’accusa era basa- Parigi nel 1823 (A. S., Mémoires sur
la Cour de Louis XIV et de la Régence.
ta su una lettera del 2 agosto 1718 della duchessa d’Orléans Extraits de la correspondance alleman-
mère du Régent 72 («J’ai profité du vol qu’elle a fait au roi de de de madame Elisabeth-Charlotte,
Sicile, car elle m’a vendu cent soixante médailles d’or qu’el- duchesse d’Orléans, p. 264) ha la varian-
le a dérobées à ce prince »), in realtà non dérobées perché te «elle m’a vendu 160 médailles d’or:
c’était la moitié de toutes celles qu’el-
erano quelle acquistate da Licoroni, che il duca si era visto le avait volées au roi de Sicile ».
costretto a pagare, ma che le aveva lasciato. 73
Livre = livre tournois = 20 sous
Vittorio Amedeo non solo non pretese nulla se non un = 240 deniers. Per chiarimento, agli
paio di gioielli della Corona, anzi, sempre tramite Vernone, inizi del ’700 una livre corrispondeva
le confermò il vitalizio di 12.000 lire di Piemonte, pagate con alla paga giornaliera di un manovale
mentre nel 1726 quella annua di un
alchimie contabili impercettibili nei “Conti Real Casa” e “nel capitano era di 2.400. La livre tour-
Registro controllo generale delle Finanze” e l’invio della came- nois ebbe 60 svalutazioni sotto Luigi
riera lasciata a Torino che si impegnava a stipendiare perso- XIV, soprattutto dal 1690 e 43 sotto
nalmente, un modo per sapere i dettagli della vita privata del- la Reggenza (1715-1726). Grosso
modo, 1 livre all’arrivo in Francia del-
la ex amante. Accompagnava la lettera un suo ritratto con la Verrua era pari a 8 euro, mentre alla
una miniatura. È singolare, e contrastante con il suo caratte- sua morte ne valeva 2,56 soltanto.
re secco, scostante e scevro da sentimentalismi, l’affetto qua-
si divertito che il duca continuò a dimostrare a questa Vallière
di Piemonte «qui avait francisé la cour mieux que n’y était
parvenue l’influence légitime d’une nièce de Louis XIV ».
Sommando il vitalizio ducale, quello del marito, la dote,
l’eredità del padre e della madre, Madame de Verrue poteva
contare su un reddito di 30.000 livres 73, troppo per star chiu-
sa in convento. L’occasione si presentò agli inizi dell’anno
successivo, quando morì la marchesa d’Hauterive che pos-
sedeva con jouissance en viager un hôtel su un terreno delle
«dames Bénédictines de Notre-Dame de Consolation, rue du
Cherche-Midi».
Con il consenso dei Luynes ed «à cause de sa mauvaise
santé », Manfredo Scaglia le accordò di stabilirsi nell’hôtel
confermandole davanti al notaio Robillard 74 la convenzione
passata a Torino nel 1698, cui però aggiunse alcune clauso-
le «pour prévenir les occasions inopinées de se trouver ensem-
ble dans les lieux où ils se pouvaient donner des marques
trop publiques de leur aversion». Per Jeanne Baptiste nien-
te Opera, niente Tuileries e balli pubblici, niente passeggia-
te per strada se non nei momenti di affollamento, gli « spec-
tacles qui environnent les Foires de Saint-Germain et Saint-
Laurent servent de théâtre à mille choses» solo al mattino e
l’obbligo di «se retirer sur-le-champ, si elle arrivait dans une
maison où le comte était déjà», ma in cambio ottenne che
« ledit seigneur comte abandonné et délaissé à ladite dame
son épouse la jouissance en viager tant d’un collier de perles
du prix de 20.000 livres, que des meubles et autres choses
qu’il lui a devant laissées et qu’elle avait en sa possession ».
Scaglia sperava una riconciliazione? È possibile, poiché nel-
la nuova convenzione pretese che fosse riportata una frase
dell’accordo di Torino, «en attendant qu’il plût à Dieu de
réunir leurs esprits et d’adoucir l’aigreur que la discorde avait
18
mis dans leur cœur», anche se si riconosceva «qu’ils étaient 74
AN, ETANOT, Georges Robillard.
Una bozza dell’accordo era stata pas-
encore plus aigris qu’ils ne l’avaient été». Inoltre, il malizio- sata segretamente da Jeanne Baptiste
so mondo di Versailles sempre attento a quello che succede- a San Tommaso già nell’aprile: per ave-
va nelle camere da letto, attribuì a Manfredo Scaglia solo re un ducal consiglio?
vaghe avventure galanti. Sotto l’influenza nefasta della madre, 75
AN, ETANOT, Nicolas Charles
anche lei a Parigi, preferì dimenticare il fallimento senti- Le Prévost e AN, Ancien Régime, lias-
se de Verrue.
mentale in una vita militare di ufficiale di rispetto, ma senza 76
i lampi di genio che gli avrebbero permesso «l’honneur de Inviati tramite « li Mercanti Ma-
riani e Cuzza», già utilizzati dalla Ver-
manger avec le roi». rua nella sua fuga, ma non saldati. Cfr.
La principessa di Bournonville, la sorella che le era sta- la quietanza del 13 luglio 1701, ASTo,
ta subito amica, morì a maggio e la salute di Jeanne Baptiste Registro controllo generale Finanze,
1700-01.
peggiorò. La tensione della fuga ed i postumi della petite véro- 77
DANGEAU, cit., t. 9, Paris 1857,
le avevano lasciato conseguenze ai polmoni, respirava male alla data 25 aprile. In una lettera a
e con dolori, tanto da non riuscire a scrivere. Pregò più vol- Chamillard, Villars riporta nell’elenco
te Vernone di trasmettere al duca le sue scuse per il ritardo dei suoi redditi « j’ai vendu la charge
con cui rispondeva. Nell’estate traslocò nell’hôtel d’Hauterive de commissaire général de la cavale-
rie 210[000 francs] ». Lettre de M. le
ed iniziò subito lavori di ampliamento già ultimati l’anno suc- maréchal de Villars à M. de Chamillard,
cessivo. Il non sentirsi più cloîtrée le ridiede forza. Il 30 set- du 5 Février 1705. L. DE ROUVROY DE
tembre formalizzò davanti al notaio Le Prévost 75 l’atto in cui SAINT-SIMON, Oeuvres complettes de
« les dames religieuses du Cherche-Midi lui vendent pour Louis de Saint-Simon, t. 12, Strasbourg
1791, pp. 265-66.
40.000 livres une maison [hôtel d’Hauterive] pour en jouir 78
P. PARIS, Le Marquis de Lassay et
sa vie durant [jouissance en viager] et, après son décès, ladi- l’Hotel Lassay, “Bulletin du bibliophi-
te jouissance appartiendra auxdites dames religieuses». Vittorio le”, 16, 8e série, Paris 1848, p. 735.
Amedeo le mandò gli ultimi arredi lasciati a Torino, i quadri 79
DANGEAU, cit., t. 9, p. 290.
grandi della scuola romana ed i lampadari di cristallo che 80
«Je ne suis pas payé des intérêts,
potevano portare fino a 48 candele, cui aggiunse qualche qui me sont dûs de la vente de la char-
dono personale 76. Manfredo Scaglia lo considerò un affron- ge de commissaire général ». Lettre de
M. le maréchal de Villars à M. de Cha-
to, soprattutto perché il palazzo ora era chiamato “hôtel de millard, du 5 Février 1705, cit.
Verrue”. Impose l’applicazione di un diritto previsto dal
Coutume de Paris: la chiusura con inferriate di tutte le fine-
stre (« exigea que toutes les fenêtres fussent grillées»), sim-
bolo della reclusione che, «en sauvant les apparences, sem-
blait maintenir ses droits de mari».
Nel luglio 1703 Scaglia comprò dal maresciallo Villars la
carica di «Commissaire général de la Cavalerie légère avec le
régiment Commissaire général et la cornette de la compagnie
colonnelle » « et il en donne 20.000 livres » 77 di acconto.
Nominato «maréchal des camps et armées du Roy», nel 1704
partì «avec la maison du roi» per le Fiandre, sotto il coman-
do del maresciallo de Villeroy, contro Eugenio di Savoia e
Marlborough. Il 13 agosto «eut la bonté de se faire tuer à
Hochstedt», scrive perfidamente Paulin Paris 78, litigando con
il duca de Guiche per la precedenza negli alloggiamenti al
Quartier Generale. De Guiche pretendeva che toccasse a lui
come colonnello generale dei dragoni, Scaglia sosteneva che
toccasse a lui come commissario della cavalleria 79.
La Verrua douairière, non affranta dal dolore perché c’e-
ra ancora da pagare Villars che premeva perché non aveva
ricevuto né saldo né interessi 80, si rifugiò da Parigi a Vienne
nel convento di St. Claire dove era abadessa la nipote Marie
Anne e scrisse (7 settembre) al principe di Condé, implo-
rando il favore del re per suo nipote che ora portava il cogno-
me Disimieu, («la charge est perdue […] ce qui reste à payer
19
à M. le maréchal de Villars […]»). Luigi XIV ricompensava 81
Al n. 281 dell’Inventaire de 1727
dei beni del conte Hoym è riportato
sempre i servizi ricevuti. Autorizzata il 17 settembre la ven- un Carracci comperato nel 1723, pro-
dita della carica di Commissaire général de la Cavalerie a La veniente dalle aste dei beni del « feu
Vallière, il 20 novembre accordò allo Scaglia-Disimieu 1.000 comte de Verrue qui l’a apporté de
scudi di pensione per aver combattuto con il padre a Turin». J. PICHON, Vie de Charles-Hen-
ry Comte de Hoym, Ambassadeur de
Hochstedt. Li godé poco perché morì a Tournai nel 1706, Saxe-Pologne en France et célèbre ama-
concludendo la linea diretta degli Scaglia di Verrua e la loro teur de livres, Paris 1880.
fortuna, che andò all’asta per pagare i debiti 81. 82
Per il loro riavvicinamento alla
Jeanne Baptiste ne provò dolore perché non era più riu- madre, la Verrua douairière le cassò
scita ad incontrare i figli, Vittorio Amedeo era rimasto a dal suo testamento dell’11 maggio
1720: « son fils et ses deux petits-fils
Torino con lo zio e Carlo Augusto con il padre. All’eclissi de Verrue étant décédés elle institua
della suocera si era riavvicinata alle figlie, Marianna e Maria pour héritier Louis-Angélique de Di-
Angelica erano venute da lei a Parigi 82, ed aiutava finanzia- simieu». Bulletin d’archéologie et de
riamente Vittoria Francesca (princesse de Carignan), nono- statistique de la Drôme, cit., p. 371.
83
stante gli scandali. La Verrua non abbandonò, come molti Il 6 marzo 1712 i due eredi al
trono di Francia, il duca di Bretagna
hanno scritto, né i figli avuti da Vittorio Amedeo né quelli ed il duca d’Anjou, furono colpiti dal
avuti dal marito. I primi erano a Palazzo Reale ed in colle- morbillo. Il primo morì mentre il duca
gio come disposto dal duca, dei secondi spettava solo al padre d’Anjou guarì grazie al Remède de
l’educazione secondo l’accordo del 1698 («en conséquence Mme de Verrue che Jeanne Baptiste
aveva dato alla loro governante (mada-
de quoi, ledit seigneur comte de Verrue se serait chargé de me de Ventadour).
leurs enfants communs pour leur donner l’éducation et entre- 84
C. LEFEUVE, Les anciennes mai-
tien »). sons de Paris sous Napoléon III, t. III,
Nel dicembre 1704 « l’excentrique comtesse de Verrue Paris 1863, pp. 4-5.
réapparut dans le monde » di Versailles, dando « libre car- 85
Revue de l’histoire de Versailles
rière » ai suoi gusti di donna di mondo. Riunì nel palazzo et de Seine-et-Oise, 1914 (16), p. 17.
86
appena finito «tous les tableaux, tous les meubles de bois de AVSF, SH, Esoterismo.
rose, de palissandre, de violette, d’aigle, toutes les étoffes de
soie de la Chine, tous les lustres de cristal de roche qu’elle
possédoit à Turin ». Sensuale, raffinata, intelligente e bril-
lante, con relazioni potenti a Corte per il ruolo giocato a
Torino a favore della Francia e per aver salvato la vita del
duca d’Anjou, futuro Luigi XV 83, Madame de Verrue riebbe
a pieno titolo il suo posto nell’alta società parigina. « Célèbre
par son esprit, par ses soupers, elle rassemblait chez elle une
société de philosophes» 84 che divenne uno dei riferimenti in-
tellettuali di Parigi.
Ospiti fissi erano Louise Françoise de Bourbon (made-
moiselle de Nantes), «redoutée pour son esprit mordant, par
sa malice, et ses chansons », il suo amante « ami des liber-
tins » de Lassay con la terza moglie, cui Jeanne Baptiste ave-
va fatto guadagnare centaines de livres in borsa 85 e la non
ancora cloîtrée figlia Maria Angelica, «une fille aimable qui
avait de la piété et l’usage du monde». C’erano gli accade-
mici Mairan e l’abate Terrasson, atei notori, il guardasigilli
Chauvelin, Dangeau, il fedele Tessé ed il «célèbre amateur
de livres» Hoym. C’erano intellettuali «dans le grand mon-
de des associés secrets» 86 come gli accademici Vadé, Lancelot,
Caylus, archeologo «célèbre dans tous les journaux comme
l’oracle du bon goût» e Voltaire, che insegnò a Jeanne Baptiste
il piacere della laicità e le dedicò “le Mondain”. Ma anche
lo « chef du cabinet royal et conseiller particulier du Roi »
Leriget de La Faye, ambasciatore, negoziatore per la Francia
ad Utrecht, accademico e collezionista. Rousseau, «un four-
20
be de profession», era stato cacciato per aver tentato di ven- 87
C. CARRÈRE, Les amours scanda-
leuses du maréchal-duc de Richelieu:
dere «des pierres gravées, vendues pour antiques à Madame 1696-1788, Paris 1980, p. 113.
de Verrue et reconnues pour modernes ». Si era vendicato 88
J. F. MAUREPAS (pseudo), Recueil
scrivendo dei couplets poco garbati che La Faye aveva liqui- dit de Maurepas: Pièces libres chansons
dato «à grands coups de canne, rue des Bons-Enfans» (1710). épigrammes et autres vers satiriques sur
I nomi del salotto di Madame de Verrue e le idee che espri- divers personnages des siècles de Louis
XIV et Louis XV, Leyde 1865, pp. 134
mevano aprirono il secolo che per Madame de Maintenon fu sgg.
un cataclisma. Il mondo della favorita che regnava en man- 89
«Madame la comtesse de Verrue
teau de deuil sulla galerie des glaces di Versailles era morto, dépensait cent mille francs par an en
quello della favorita di rue du Cherche-Midi stava nascendo. curiosités: elle s’était formé un des
Si chiamò «le dérèglement de la Régence», ma nella sua cor- beaux cabinets de l’Europe en raretés
& en tableaux ». Lettre de M. [Jean-
sa alla gioia della vita nessuno presentì il crepuscolo tragico François] de Melon à Mme la Comtesse
di una società e delle sue gerarchie. de Verrue sur l’apologie du luxe (senza
C’erano stati ancora capricci amorosi più o meno celebri data ma 1736), Oeuvres complètes de
e poco duraturi, come il maréchal-duc Richelieu 87 e lo stesso Voltaire, t. XIV (Poésies t. III), Paris
1833, pp. 133-34 e p. 133 nota b.
Leriget de La Faye (con tutti i suoi amanti seppe mantenere 90
« A well-known stock-jobbing
sempre ottimi rapporti, fu una delle sue capacità), vissuti con lady». A. HAGGARD, The Real Louis the
«grande retenue» e non più sfrontati e pubblici come a Torino. Fifteenth, vol. I, London 1906, p. 11.
I veleni di Maurepas, dove «les noms de presque toutes les 91
A. GARDEBOIS, La vie à Meudon
femmes qui brillaient dans le monde s’y retrouveront salis à de 1700 à 1750, Condé-sur-Noireau
plaisir», sfiorarono appena Jeanne Baptiste, un couplet, nul- 1973, p. 40.
92
l’altro: « une magicienne qui s’est cachée à Paris / depuis MOUFFLE D’ANGERVILLE, Vie pri-
vée de Louis XV, t. 1, London 1781,
qu’elle est revenue d’Italie / parce qu’elle a perdu le secret p. 65.
de la beauté» 88 e, quando apparve Glucq de Saint-Port, una
chansonnette anonima che girava tra gli «acteurs, sauteaurs
et danseurs da la Comédie Italienne » delle fiere di Saint-
Germain e di Saint-Laurent: «Plaignons le sort de Verrue, /
Qui se livre au roturier. / Se peut-il qu’un teinturier / Fils
d’un balayeur de rue, / Entre ses indignes bras, / La possè-
de toute nue? / Entre ses indignes bras, / Jouisse de tant
d’appas? ». Glucq fu l’ultimo e fedele amante di Jeanne
Baptiste, «un baron de fraîche date, Glucq dit de Saint Port
puissamment enrichi aux Gobelins», scrive Saint-Simon, che
aveva catturato il suo cuore diventandone il mari inavoué.
Grazie a lei, «le roi lui accorda la confirmation de sa terre
en baronnie » con il castello di Sainte-Assise di cui Jeanne
Baptiste fu l’egeria e dove furono di casa la Corte e Watteau.
Continuò ad ingrandire le sue collezioni 89 grazie ad una
fortuna potentemente accresciuta «suite d’heureuses spécu-
lations sur les actions de la Banque Générale de Law » 90, che
avevano come fonte le sue «excellentes relations avec le Ré-
gent ». Per non compromettersi, la Verrua intestò le specu-
lazioni più sospette al suo fermier di Meudon Etienne Gar-
debois che fu, infatti, tra i pochi «favorisés, qui ayant sou-
scrit à la Banque Royale (ex-Law) entre 1715-1720 se libérè-
rent en billets, quelques mois avant la banqueroute de cet
organisme » 91. Nell’Arrêt del 26 gennaio 1721 il suo patri-
monio mobiliare fu valutato 28.000.000 di franchi 92 ed il bien-
nio 1719-20 rappresentò il periodo degli investimenti mag-
giori, immobili, quadri, libri, arredi.
Raccolse la più importante biblioteca privata d’Europa,
soprattutto teatro e romanzi, stimata tra 15 e 20.000 volumi
per i quali, fin dal luglio 1703, si era aggiudicata per 24.000
21
livres una casa di campagna a Meudon 93 dalla successione 93
B. MAIRÉ, Les livres de la com-
tesse de Verrue à Meudon ou les péripé-
Louvois 94. Nel dicembre 1719 acquistò per 50.000 livres un’al- ties d’une bibliothèque de campagne,
tra casa confinante con la sua da Pierre Caillot, che unì alla “La Reliure”, 12 janvier 2003, pp. 47
prima con un ulteriore esborso di 16.000 livres su un pro- sgg.
getto commissionato il 27 luglio 1713 all’architetto Le Blond 94
Nel 1695 Luigi XIV comprò dal-
ed a Delespine come entrepreneur, finito in un « procès au la vedova del ministro Louvois il castel-
lo di Meudon per il Gran Delfino. Tra
Châtelet» nel 1716 quando Le Blond preferì le commesse di il 1702 ed il 1711, anno della sua mor-
Pietro I di Russia 95. L’anno precedente, ancora a Meudon, il te, Meudon divenne un «haut lieu des
9 settembre si era aggiudicata per 32.800 livres « la seigneu- chasses royales», fatto che spiega gli
acquisti della Verrua. AN, Inventaire
rie de Villacoublay, la maison du Grand-Écu, dans le village, des arrêts du Conseil du roi, règne de
et une ferme au lieu dit la Bourgogne» 96, che alla sua morte Louis XV, E 2005, ff. 92-93.
legò al fratello Louis-Joseph de Grinberghen, l’eroe dell’as- 95
F. DE NOBELE, Documents inédits
sedio di Namur 97 che l’aveva salvata a Pont-de-Beauvoisin. sur l’art français du XVIIe siècle, Paris
A Parigi, sempre nel dicembre 1719, acquistò dagli eredi di 1968, p. 37.
96
Martin de Ratabon 3 case di fronte al suo palazzo di rue du Atto del notaio Taillandier di
Meudon. H. CHAMPION, Mémoires de
Cherche-Midy per 176.250 livres, cui dovette aggiungerne la Société de l’Histoire de Paris et de
9.000 « pour forme de pot de vin » 98 al vescovo-conte di l’Ile-de-France, Paris 1874, p. 113.
Viviers, erede e procuratore degli eredi. Le case erano però 97
« Pour entrer dans Namur, il s’é-
costruite su terreno delle Benedettine che seppe coinvolge- tait déguisé en batelier, avait traversé
le camp des assiégeants, et passé la
re nel suo progetto: affittare il palazzo che abitava, costruir- Meuse à la nage, tenant son épée entre
ne uno nuovo unendo le 2 case appena comprate, affittare la ses dents ». M. DE RABUTIN-CHANTAL
terza e costruirne altre 2 sul terreno delle «dames religieu- SÉVIGNÉ, Lettres de Madame de Sévigné:
ses », associandole al reddito. La Verrua commissionò all’ar- de sa famille et de ses amis, t. 10, Paris
1862, p. 301 nota 5.
chitetto Dailly il progetto generale, che firmò per accetta- 98
Commission municipale du vieux
zione in doppia copia («Fait double le [20] mars 1721: Dalbert Paris, Procès-verbaux, Paris 1941, p. 18.
de Verrue»). Più in basso compare un’altra firma, « Fr[ère] 99
Ibidem, p. 16.
François Marie de Ste Thérèse, prieur » 99, padre superiore 100
«A la date du 4 septembre 1719,
delle Religiose, che spiega la doppia copia e la garanzia reci- elle avait signé avec Law, de Coëtlogon,
proca dell’operazione. de la Faye, Glucq de Saint-Port et au-
tres, un acte pour l’établissement d’u-
Spinta dal banchiere Law e dalla folie du Mississippi che ne […]». Ibidem, p. 15.
aveva stregato l’Europa («jamais on n’avait vu rien qui appro-
chât de cette folie»), sempre nel 1719, Jeanne-Baptiste acqui-
stò con lo stesso Law, Leriget de La Faye e Glucq un atto
«pour l’établissement d’une colonie, a Sainte-Catherine, dans
la Louisiane» 100 con un investimento di 400.000 livres. Questa
volta le sue «excellentes relations avec le Régent » non la sal-
varono dal fallimento dell’operazione, come non si salvò la
metà del capitalismo europeo, intaccando in profondità la
sua fortuna. Il disastro della “Compagnie” («le malheur, c’e-
st que la “Compagnie du Mississippi” n’existe que sur le pa-
pier car les territoires qu’elle possède sont vides de l’or et de
l’argent promis»), modificò i suoi progetti. Non cambiò casa,
non ne costruì di nuove e destinò le 3 acquistate ad essere
affittate, ma, come scrisse de Tessé, non mutò il suo train de
vie «qui lui permettoient de vivre dans l’opulence, et d’en-
tretenir au moins vingt-cinq domestiques des deux sexes ».
Nel febbraio 1721 Jeanne-Baptiste intentò causa alle
Benedettine che non volevano più venderle un’altra casa, sem-
pre con jouissance en viager e già pattuita nel prezzo, ora sva-
lutato del 50% per la bancarotta di Law. La Verrua ottenne
dal Châtelet il rispetto del contratto, pagò le 30.000 livres
stabilite e la casa divenne la prima delle 2 «ailes en retour »
22
disegnate da Dailly. L’altra ala fu costruita sul lato opposto 101
Ancora esistente. Il suo plafond
à décor de singeries commissionato nel
ed entrambe furono unite al suo bâtiment centrale (ex hôtel 1720 a Claude Audran III (K. SCOTT,
d’Hauterive) che fu sopraelevato, con le grandi dépendances The Rococo Interior: Decoration and
per i suoi 15 cavalli, 13 da attacco per la berlina e la carroz- Social Spaces in Early Eighteenth-Cen-
za e 2 da sella, che arrivavano fino a rue du Regard. Furono tury Paris, New Haven 1995, p. 148)
è al museo delle Arti decorative di
le petit 101 et le grand 102 hôtel de Verrue circondati dai giar- Parigi.
dini dei Carmini, ben visibili nei Plans de Paris di de La Grive 102
Incorporato nell’hôtel de Tou-
(1728) e di Turgot (1739). louse (cfr. B. A. JAILLOT, Plan de la
Il nuovo palazzo raccolse un «assemblage exquis de meu- Ville de Paris, Paris 1774), che fu abi-
tazione degli ambasciatori piemonte-
bles, de livres & de tableaux de grands Maîtres. L’École si, poi sede dei Conseils de Guerre de
Flamande sur-tout étoit ici une des plus riches & des plus Paris dove si tenne il processo Dreyfus
belles que l’on connût » 103 . Fu Eugenio di Savoia, con cui (dicembre 1894). Demolito nel 1907,
Jeanne Baptiste rimase in corrispondenza fino alla sua mor- il suo portail commissionato dalla
Verrua a Dailly è in pessime condi-
te (21 aprile 1736), a farle scoprire la pittura nordica gui- zioni al castello di Jeurre (Essonne).
dandone molti acquisti, ma fu lei a lanciare a Parigi «la vogue 103
A. PIGANIOL DE LA FORCE, De-
des peintres nordiques » 104. Krzysztof Pomian 105 considera scription historique de la ville de Paris
determinante l’influenza di Madame de Verrue nell’orienta- et de ses environs, t. 7, Paris 1765, p.
373.
zione della collezione Tronchin e delle prime aste (1759-62) 104
La “scuola nordica” si differen-
di James Christie, poi auction house Christie’s (1766). Tronchin ziò in “fiamminga” ed “olandese” solo
acquistò dal principe di Carignano, da Glucq, da Lassay, da nel 1778 con la vendita della colle-
La Faye le cadet 106 e da Montullé i quadri dell’« école nordi- zione del feu M. Gos curata da Le
que » lasciati loro dalla Verrua alla sua morte, rivendute nel Brun. J. B. P. LE BRUN, Catalogue de
tableaux des écoles hollandoise, fla-
1770 a Caterina II di Russia. Sono oggi il nucleo originario mande […] provenans du cabinet de
del « panorama dei fiamminghi» all’Hermitage 107. M. Gros, Paris 1778.
Il salotto ed i soupers di Jeanne-Baptiste si erano aperti 105
K. POMIAN, Marchands, connais-
anche a volti nuovi, la célèbre actrice Le Couvreur, il «secré- seurs, curieux à Paris au XVIIIe siècle,
“Revue de l’Art”, 1979, n. 43, pp. 31
taire du Régent» Melon, la scrittrice de Gomez (Madeleine- sgg.
Angelique Poisson) che le dedicò il 6° volume de Les Journées 106
Jean-François Leriget de La Faye,
amusantes 108, Glucq con il nipote de Montullé e Leriget de amante, amico e consigliere di molti
La Faye le cadet. Spinta dalla Bourbon e dagli amici intel- acquisti d’arte della Verrua morì nel
lettuali iniziò a scrivere (a 4 ed a 6 mani) delle «œuvres badi- 1731 e nel suo testamento del 5 apri-
le 1724 (notaio Le Prévost) le lasciò
nes et galantes, chansons et comédies gaillardes » nel gusto 10 quadri da scegliere nella sua colle-
del tempo, sarcastiche e piccanti. Le mani erano di Lancelot, zione. Jeanne-Baptiste, alla sua mor-
Caylus, Vadé, Melon e Lassay, giochi galanti, colti e privati te, lasciò a La Faye le cadet, nipote di
Jean-François, alcune tele dell’«école
che invece, lei morta, videro la stampa in raccolte sovente nordique ».
false ma di alto impatto commerciale per il sottotitolo: Tirée 107
R. LOCHE, La collection de Fran-
des manuscrits de madame la comtesse de Verrue. I titoli sicu- çois Tronchin, “L’Age d’or flamand et
ri sopravvissuti sono: hollandais, Collections de Catherine
II, Musée de l’Ermitage, Saint Peter-
– [Lancelot, comtesse de Verrue et Melon] Le Bordel, ou le sburg”, Musée des Beaux-Arts, Dijon
Jean foutre puni, comédie en 3 actes et en prose, par M. de F., 1993, pp. 43 sgg.
108
Anconne [sic!], chez la veuve Grosse-Motte [sic!], 1736 109, tra- M. A. DE GOMEZ, Les Journées
dotto in Tedesco ed Italiano (Il lupanare o il Mascalzone punito, amusantes, t. VI. Seconde Partie, Suite
des Journées amusantes, dédiées a Ma-
ristampato ancora nel 1862); dame la Comtesse de Verrue, Paris 1731.
– [Vadé, comte de Caylus, comtesse de Verrue] Les Écosseuses 109
Nel Catalogue des livres défen-
ou les Œufs de Pâques, suivis de l’Histoire du porteur d’eau ou les dus par la Commission Impériale et
Amours de la Revaudeuse, comédie, Troyes 1739; Royale, jusqu’à l’année 1786, Bruxelles
MDCCLXXXVIII.
– Marquise de L*** [de Lassay], Histoire du prince Adonistus,
tirée des manuscrits de Mme la comtesse de Verrue, La Haye 1738.
ALLEGATO 2 pag. 29
27
ALLEGATO 1
ALBERTI (del Giudice) - D’ALBERT - D’ALBERT DE LUYNES*
Alberto del Giudice
|
Jacopo del Giudice degli Alberti
Cavaliere a spron d’oro
|
Lapo degli Alberti
|
Caroccio degli Alberti
sp. Alessandra Gherardini
|
Tommaso Alberti
(†1374)
sp. Margherita Gianfilazzi
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Luigi Alberti
(†1427)
sp. Alessandra de’ Ricci
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Tommaso Alberti alias Thomas d’Albert
(†1455)
Signore di Boussargues
viguier royal de Pont-Saint-Esprit, bailli d’Epée, du Vivarais et du Valentinois
sp. Panitte Champelle
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Hugues d’Albert
(†1479)
Signore di Boussargues, balì del Valentinois
sp. Catherine de Malingris
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Jacques d’Albert
(†post 1528)
Signore di Boussargues e di Sabran
sp. Douce de Sarras
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Léon d’Albert
(†1544)
Signore di Luynes ((Aix-en-Provence)
sp. Jeanne de Ségur
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Honoré d’Albert
(†1592)
Signore di Luynes, Brantes e di Cadenet, Gouverneur del Beaucaire
sp. Anne de Rodulf
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Charles d’Albert
(†1621)
conte di Maillé (rinominata Luynes), duca di Luynes (1619), Grand Fauconnier di Francia, Connétable di
Francia, Garde des Sceaux, Governatore di Amboise, Normandia, Picardia e Ile-de-France
sp. Marie Aimée de Rohan poi duchessa Chevreuse
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Louis Charles d’Albert di Luynes
(†1690)
duca di Luynes
sp. 1) Louise Marie Séguier, marchesa d’O (†1651)
sp. 2) Anne di Rohan-Guéméné (†1684)
sp. 3) Marguerite d’Aligre (†1722)
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Jeanne Baptiste d’Albert di Luynes
(figlia di Anne de Rohan-Guéméné)
(1670-1736)
sp. Ignazio Manfredo Giuseppe Scaglia di Verrua
*
È considerata unicamente l’ascendenza diretta di Jeanne Baptiste d’Albert di Luynes.
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ALLEGATO 2
127
SCUOLA OLANDESE: Cornelis van Poelenburch, Bartholomeus Tutti e 4 doni di Eugenio di
Breenbergh, Herman van Swanevelt, Savoia.
Rembrandt van Rijn, Gerard Dou, Jan 128
È il ritratto di “Charles I, roi
Both, 9 Philips Wouwerman, Gaspar d’Angleterre“ al Louvre, commissio-
Netscher, Claes Berchem, Karel du Jardin, nato al pittore intorno al 1635 e che
Godfried Schalcken, Pierre Guesche, la fattura di 200 livres di van Dyck al
Abraham Mignon, 4 Jan Griffier dit le re riporta come “Le roi alla ciasse”.
chevalier d’Utrecht 127. Le sue collezioni furono disperse dal
Parlamento inglese dopo la sua deca-
SCUOLA FIAMMINGA: Paulus Brill, Jacques Fouquieres, 2 Peter pitazione. Anche questo quadro entrò
Paul Rubens, Antonio van Dyck 128, 25 nella collezione della Verrua grazie ad
David Teniers il giovane 129, Jan van Kessel, Eugenio di Savoia ed è tra quelli lega-
Adrien Van Ostade, Adam-Franz van der ti a Lassey.
Meulen, Adriaen Boudewyns. 129
Pittore tra i favoriti da Eugenio
SCUOLA FRANCESE: Claude Gelée dit le Lorrain, Piere Mi- di Savoia, la sua collezione ne conta-
va 22. È probabile che qualcuno sia
gnard, Gaspar Dughet, Guillaume Cour-
stato un suo dono.
tois, Charles de la Fosse, Bon de Boul- 130
logne, 32 Louis Boullogne il giovane 130, Pittore mediocre che « remplis-
11 Nicolas Vleughels, Henri-Antoine de soit auprès de Mme de Verrue les fonc-
Favanne, Nicolas Lancret, Claude Gillot, tions de gardien de ses tableaux.
Autrement, la présence de trente-deux
3 Antoine Watteau, Jean Marc Nattier,
Boulogne resteroit comme une tache
Jean-Baptiste Oudry, François Lemoyne, au goût de Mme de Verrue ». RIS, cit.
Jean Restout il giovane, 7 Jean-Baptist 131
Pater, Bonaventure de Bar, Gérard Dow, Tutti provenienti da Torino.
François Lemoine, Jean Baptiste Chardin, 132
RIS, cit.
Gabriel Metzu.
SCUOLA ITALIANA 131: Pietro da Cortona, Gasparo Lopez (Ga-
sparo dei Fiori), Salvator Rosa, «les tri-
stes noms et tristes œuvres 132 » Giovanni
Benedetto Castiglione il Grechetto, Filippo
Lauri, Carlo Maratta, Carlo Cignani, Fran-
cesco Trevisani.
SCUOLA SPAGNOLA: 2 Bartolome Murillo.
*
L’elenco dei pittori e la loro suddivisione per scuole non riporta gli autori minori o incerti. Le quantità sono ripor-
tate a titolo indicativo.
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